prof. Davide Betto

laurea in Architettura conseguita presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria; dottorato di ricerca conseguito presso la Facoltà di Napoli in Metodi di Valutazione. Si è abilitato all'insegnamento nella classe di concorso "A033 - Educazione Tecnica nella scuola media" nel 2004 e dal 2007 è diventato docente di ruolo. Insegna a Catania presso la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri. Appassionato di informatica che, insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione. Autore di questo blog e vincitore del premio internazionale come miglior sito dell'anno 2016 nell'area Carriera e Formazione. Autore per casa editrice Lattes Editori di Torino per la quale cura il blog iLTECHNOlogico.it e le pubblicazioni di tecnologia.

Giu 282014
 

Videos-2-iconUn altro anno è finito, e SUCCEDE che alcuni di voi ci hanno lasciato per iniziare l’esperienza delle scuole superiori.

SUCCEDE che altri continueranno la magica esperienza nella nostra scuola, in terza e in seconda classe.

SUCCEDE che tanti ricordi, tante immagini, tanti momenti ci hanno visto lavorare, impegnarci, divertirci insieme, noi insegnanti e voi alunni e alla fine alcuni di questi resteranno impressi nelle immagini dei “corto” che ho realizzato per ricordarvi e per ricordarci.

SUCCEDE che in un modo o in un altro resteranno momenti indelebili del tempo passato insieme, per voi attimi per ricordare nel bene o nel male i vostri insegnanti, e per noi istantanee per conservare per sempre il ricordo dei vostri volti spensierati.

Vi auguro tanta fortuna e vi dedico questi piccoli filmati.

Buona visione a tutti, prof. Betto.

Clicca sulle anteprime sotto, sarai indirizzato sul mio canale Youtube per vedere il video relativo:


CLASSI2


3D copy


3F copy


3H copy


3I copy

Video1

Giu 202014
 

Mobile device

Gestione dei Dispositivi Mobili, questo vuol dire Mobile Device Management. Ma cos’è l’MDM? Innanzitutto iniziamo con il dire perché esiste.

Oggi, le aziende, ma anche uffici, studi e istituzioni pubbliche tra cui le scuole, hanno sempre più la necessità di configurare, gestire e pilotare flotte di devices mobili tra cui smartphone, tablets e ePC. Keys-iconLa protezione dei dati, la configurazione di intere classi, la condivisione delle informazioni hanno reso necessario l’avvio di programmi in grado di raggiungere questi obiettivi con il minimo sforzo possibile. MDM rappresenta la concretizzazione di questo progetto, un sistema integrato, che consente la gestione in simultanea di migliaia di dispositivi, definiti flotte, da parte di un solo dispositivo chiave detto di controllo. In pratica, il titolare dell’azienda o il docente della classe, potrà configurare in tempo reale e con una sola operazione tutti i dispositivi dei dipendenti o tutti quelli degli alunni di una classe. Significa installare in una sola volta gli stessi software su tutti i dispositivi, condividere le informazioni su tutti i devices e consentire a ciascuno di effettuare la stessa operazione su tutti gli altri, in pratica ognuno potrà leggere le comunicazioni del dispositivo principale o condividere le proprie informazioni con gli altri dispositivi. Il docente, nel nostro caso, deciderà di configurare per una lezione i dispositivi di tutti gli alunni in tempo reale e con una sola operazione. Il docente potrà, inoltre, condividere ogni contenuto su tutti i dispositivi e con questi avviare la lezione. Potrà decidere di bloccarlo o di congelarne l’accessibilità sulla rete, potrà osservare lo svolgimento di un’attività su ogni dispositivo. E’ ovvio che tutto ciò richiederà la presenza di una rete internet wi-fi o in alcuni casi 3G, affinché il device di controllo possa interagire con tutti gli altri dispositivi della flotta scolastica/aziendale.

ratAll’MDM propriamente detto, si associano anche altre funzioni evolute, che hanno nomi simili, ma che rappresentano parti di un unico macrosistema:

MCM (Mobile Content Management) garantisce protezione totale di tutti i documenti e consente agli utenti di continuare a collaborare in modo sicuro e produttivo ovunque si trovino;

MAM (Mobile Application Management) attraverso il quale, forniamo a tutti i nostri utenti della flotta i software aziendali, con protezione dati, creazione delle blacklist per l’eliminazione di software potenzialmente pericolosi o non autorizzati (ad esempio giochi sui dispositivi scolastici);

MEM (Mobile Email Management) attraverso il quale è possibile distribuire impostazioni di posta elettronica, per rendere tutti i vostri utenti operativi in pochi minuti tramite il controllo dell’accesso alle e-mail di posta sicuro, cancellazione selettiva delle e-mail, qualora il discente smettesse di frequentare la scuola, ecc.

Articoli1

Giu 192014
 
ANCHE NOI SCRITTORI
Autore/i:
A. ABATE-G. FRANCALANZA-O. LEOTTA
CLASSE e ANNO: Argomento:
SECONDA D – 2013-14 ARCHITETTURA

Prefazione a cura del prof. Betto

Singapore, la perla della Cina. Opera grandiosa e unica al mondo. Tre torri curve unite in cima da una immensa piattaforma, sede di hotel a 5 stelle, casinò, teatro e ogni tipo di intrattenimento. Costruito su di un lembo di terra ricavato attraverso un’opera di bonifica, l’hotel si caratterizza come un’icona nel suo genere e rappresenta un punto di riferimento per la ricca città orientale. Agata, Giuliana e Ornella ci fanno scoprire la magnificenza di un sogno architettonico nel lontano oriente. Come sempre buona lettura a tutti.

MARINA BAY SANDS

Aldar_Cartina

Area geograficaAsia

StatoSingapore

CittàSingapore

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: tre torri unite da una piattaforma sospesa – piscina più alta al mondo

10 - MARINA BAYE’ stato inaugurato il 23 giugno 2010. Lo SkyPark ha aperto il giorno dopo. I teatri sono stati completati in tempo per la prima esecuzione di Riverdance il 30 novembre 2010. Il 3 marzo 2011 ha debuttato il musical The Lion King.

La torre del Marina Bay Sands è costituita da tre grattacieli che sostengono un’enorme nave. Al ventitreesimo piano vi è il “roof garden” dove sono situati bar, ristoranti, giardini, boungaville e una piscina di 150m; lungo il percorso sono dislocate oasi tropicali e diversi punti di osservazione.

02 - MARINA BAY

Modellino costruttivo

I tre grattaceli sono hotel che ospitano 3000 camere da letto e suite, alcune delle quali a volte sono dotate di maggiordomi.

Vi è un’enorme sala da ballo che si estende su 8000 metri quadrati, 6600 posti tavola, casinò, sale relax, centinaia di negozi, due teatri, cinque ristoranti ed un museo della scienza.

21 - MARINA BAY

Una spettacolare vista del Marina Bay

Il roof-garden era un concetto su cui i progettisti hanno puntato sin dall’inizio. Si dice che l’idea stessa della nave è venuta da lì: nei primi disegni, l’edificio era perfettamente simmetrico così da dare un effetto simile a quello di un edificio di regime. Per evitare questa spiacevole conseguenza, è stato decentrato il giardino ed è stata modificata la struttura.

Ogni giorno l’enorme hotel ospita dai 125mila ai 150mila visitatori, di cui 25mila solo per il casinò.

15 - MARINA BAY

Vista aerea

Questo complesso di edifici è stato costruito in un terreno strappato al mare grazie ad un lavoro di bonifica. Per poter costruire però non è bastato solamente bonificare il terreno argilloso, decisamente non indicato a sostenere alcun peso. Per le fondamenta sono stati così costruiti dei muri diaframmatici di calcestruzzo che hanno un’altezza di 50 metri e prendono una forma circolare che potrebbe sembrare agli occhi di qualcuno un’ arachide.

05 - MARINA BAY

Vista laterale

Singapore rappresenta un laboratorio della città del futuro. In questo senso, il Marina Bay Sands non è solo un edificio magnificente ma anche l’immagine di un futuro che sta per arrivare nei paesi ricchi e ad alta di popolazione.

IL PROGETTISTA

Moshe SadfieMoshe Safdie, architetto canadese di origine israeliana, nato a Haifa il 14 luglio 1938. Nel 1953 si trasferì con la famiglia a Ottawa. Dal 1955 frequentò la McGill University, a Montreal, dove si laureò con una tesi su Un sistema edilizio modulare a tre dimensioni. Ha lavorato a Montreal (Canada) e Philadelphia (USA) e la sua opera più grande è l’Habitat il maggior complesso residenziale prefabbricato al mondo che malgrado le aspre critiche fu un grande successo. Il suo studio, MSA (Moshe Safdie and Associates Inc.) si configura oggi come uno dei maggiori del continente americano.

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Giu 162014
 

Gianpaolo ed Edoardo ci raccontano della loro passione per il Cavallino Rampante attraverso la descrizione e la narrazione di una delle opere architettoniche più originali e grandiose mai realizzate. Terra di costruzione, sempre gli Emirati Arabi e in particolare il ricchissimo emirato di Abu Dhabi. Un parco a tema tra i più grandi al mondo e soprattutto monotematico sull’isola artificiale di Yas che ospiterà nel tempo altri parchi analoghi. Buona lettura.

FERRARI WORLD

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Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàAbu Dhabi

Tipologiaparco di divertimenti

Caratteristiche: montagne russe più veloci al mondo – unico parco a tema sulla Ferrari

Ferrari World Abu Dhabi, la cui apertura è avvenuta il 27 ottobre 2010, è il primo parco a tema Ferrari oltre che la più grande attrazione di questo tipo. Un’intensa esperienza multisensoriale e un luogo unico nel suo genere dedicata ad appassionati, fan e famiglie. Il Parco rende omaggio alla passione, l’eccellenza, le prestazioni e le innovazioni tecnologiche che Ferrari ha raggiunto nel corso degli anni e che rappresenta oggi nel mondo. Il suo iconico e sinuoso tetto rosso si ispira direttamente al classico profilo laterale a curva doppia delle scocche Ferrari, con un’estensione di 200.000 mq e sormontato dal più grande logo Ferrari mai creato.

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La sagoma della copertura è studiata sul profilo di una Ferrari

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Caduta libera a 240Km/h

Ferrari World Abu Dhabi offre oltre 20 attrazioni, per adulti e bambini, per un’esperienza Ferrari completa, ognuna studiata per raccontare un aspetto diverso della storia Ferrari, comprese le montagne russe più veloci del mondo, che raggiungono i 240 km/ora e che simulano la sensazione mozzafiato di una monoposto Ferrari, oppure l’esperienza di G-force, con un’eccitante corsa fino ai 62 metri di altezza, oltre il tetto del Parco, per poi tornare fino a terra.

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Il parco si trova su Yas Island, destinata a diventare una meta turistica globale con una ampia offerta di strutture, sul lato nord-orientale del territorio di Abu Dhabi. Abu Dhabi, al crocevia tra Europa, Asia ed Africa, è stata scelta come location ideale per costruire il parco a tema Ferrari, essendo il mondo delle corse automobilistiche estremamente popolare negli Emirati Arabi Uniti. Ferrari World Abu Dhabi offre un divertimento unico ed intenso, insieme ad una vasta gamma di prelibatezze italiane, e, ovviamente, esperienze di shopping esclusive.

Planimetria di Yas Island

Planimetria di Yas Island

l parco è di proprietà di Aldar Properties PJSC, azienda di gestione, investimenti e sviluppo immobiliare leader nel settore ad Abu Dhabi. Farah Leisure Parks Management L.L.C, joint venture tra Aldar Properties PJSC e ProFun Management Group Inc. (azienda internazionale che si occupa della gestione e attività di strutture per il tempo libero) saranno responsabili della gestione e dell’attività del Ferrari World. Ogni aspetto del progetto rifletterà i principi fondamentali di Ferrari, di eccellenza e prestazioni nell’ambito dell’innovazione tecnologica.

LA STRUTTURA

Per ospitare questo modernissimo Parco, è stato realizzato un edificio che riflette la forma sinuosa di una Ferrari, direttamente ispirato al classico profilo laterale a curva doppia della scocca.

La forma, molto semplice “che abbraccia il terreno”, stagliandosi dal paesaggio con linee fluenti come una duna di sabbia rossa. La struttura e la forma visivamente caratteristiche, coronano il Circuito di Yas Marina, creando uno skyline immediatamente riconoscibile.

Circuito di Yas Marina

Circuito automobilistico di Yas Marina

Dati principali:

  1. Il volume racchiuso è di oltre 3.000.000 metri cubi
  2. La superficie della piazza centrale è di 86.000 m2
  3. La superficie totale dei tre i livelli è 176.000 m2
  4. L’edificio ha un’altezza di 50 metri sul livello del mare, con passaggio centrale a 62,5 m, la più alta struttura sulla rotta aerea verso l’aeroporto.
  5. La copertura ha un diametro di oltre 700 metri
  6. La superficie totale della copertura è 200.000 m2
  7. Il logo Ferrari sul tetto, il più grande al mondo, è di 65 m e copre una superficie di 3.000 m2
  8. Il terreno complessivo di Ferrari World Abu Dhabi ha una superficie di oltre 700.000 m2
  9. La copertura ha un’altezza di 48 metri, con un grande imbuto centrale in vetrata di 100 m di diametro all’apice e base di 17 metri.
  10. Sono 12 le colonne primarie che supportano la copertura, posizionate a formare un modello a stella araba a 12 punte, modello usato per descrivere la geometria primaria dello spazio complessivo del tetto e che si estende ad incontrare la facciata primaria a punta con lo scudetto.
STUDIO DI PROGETTAZIONE

LOGOBenoy Architects, è un premiato studio di Architettura, Interni e Graphic designer con sedi nel Regno Unito, India, Medio Oriente e Cina fondato nel 1947 e ritenuto a livello mondiale come un punto di riferimento per la progettazione. La filosofia con la quale il gruppo opera è l’integrazione tra creatività e vitalità.

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Alunno/i autore/i dell’articolo:
GIANPAOLO RAGUSA – EDOARDO ANDO’
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Giu 152014
 

PON_Scroll

CTMM029002 SMS D.ALIGHIERI – CATANIA
Azioni condivise e innovative per il successo scolastico.
F-3-FSE04_POR_SICILIA-2013-99
D.A.N.T.E. 1- Digitale Apprendimento Networking Tecnologia Educativa

Ha richiesto tanto impegno da parte mia in quanto tutor del corso, degli alunni i quali oltre alle attività curricolari si sono sobbarcati l’impegno pomeridiano della partecipazione assidua, dell’esperto che ha saputo intrattenerli e interessarli per buona parte del corso. Ma il risultato è stato egregio, con soddisfazione da parte di tutti e tristezza nel dover rinunciare a quell’appuntamento che per tutti era diventato un momento goliardico e piacevole della giornata.

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Per tutti e 16 i partecipanti, il corso ha costituito un momento di confronto, attraverso il quale ognuno dei ragazzi ha imparato o ha provato a mettersi in gioco, a superare le proprie timidezze e le proprie paure. Piano piano ognuno di loro è riuscito a tirar fuori la propria attitudine e in ogni caso a migliorare la propria espressività e si è confrontato con uno strumento che non ammette errori e tempi morti. Tutti sono cresciuti, diventando più sicuri e capaci di raccontare e raccontarsi. Dalle prime volte impacciati, alla registrazione della puntata ZERO spontanei e sciolti.

RADIO-FANTASTICACome non ricordare la puntata speciale con la diretta su Radio Fantastica dove tutti hanno partecipato entusiasti ospiti del nostro esperto Francesco Seminara, titolare della trasmissione “Sarò Franco” in onda tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 11:00.

E le sessioni in sala di registrazione dove gli alunni guidati dall’esperto hanno familiarizzato con microfoni, mixer e tutti gli strumenti tipici di chi fa radio.

Una bella esperienza che ha coinvolto tutti noi, ragazzi e docenti, una esperienza a mio avviso da ripetere e riproporre anche ad altri alunni. Un’esperienza da raccontare e da sponsorizzare attraverso la scuola o attraverso i racconti dei protagonisti, un’esperienza che vorrei in qualche modo condividervi attraverso le immagini e le voci dei protagonisti.

Signore e signori, RADIO 2.0 alla Dante Alighieri.

Buona visione….

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IL PROMO DELL’ATTIVITA’

L’APPRENDIMENTO

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Giu 052014
 

Torniamo negli Emirati Arabi, questa volta nella capitale Abu Dhabi nonché città più ricca al mondo. Abu Dhabi sta vivendo una profonda trasformazione che la vedrà cambiare totalmente nei prossimi 20 anni, frutto di un ambiziosissimo e avveniristico piano urbanistico. E in questa prospettiva che si inserisce uno degli edifici più straordinari dell’architettura contemporanea, sede della società immobiliare Aldar. Stiamo parlando dell’Aldar Headquarters, soprannominato anche la conchiglia di Abu Dhabi per la sua incredibile forma. Gabriela ci racconta con dovizia di particolari questa magnifica opera architettonica. Buona lettura.

ALDAR HEADQUARTERS

Aldar_Cartina

Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàAbu Dhabi

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: forma di conchiglia – facciata vetrata

21 - ALDAR

Il grattacielo Aldar Headquarters soprannominato “La Grande Conchiglia” è il primo edificio a forma lenticolare del medio oriente e nasce per ospitare il quartier generale della più grande società di sviluppo immobiliare di Abu Dhabi e le sedi delle più importanti società internazionali operanti nell’area.

Esso è stato inserito all’interno di un progetto di sviluppo del nuovo distretto urbano di Abu Dhabi del costo di circa 14 miliardi di dollari e progettato dagli architetti MZ & Partners.

Schema costruttivo

L’edificio è composto da tre diversi sistemi di facciata a moduli preassemblati con telaio in alluminio e vetrocamera di forma triangolare (22.000 mq). Ha una superficie maggiore all’altezza, rispettivamente 123.000 mq e 110 m, ed è costituito da 23 piani in cui sono presenti 12 ascensori principali.

12 - ALDAR

Spettacolare scorcio dell’edificio

La facciata si contraddistingue per una porzione centrale (2.200 mq) e per la presenza di una parte di connessione (di circa 4.500 mq) a pannelli ciechi in alluminio composito con materiale plastico.

Una particolarità di questo edificio consiste nello studio fatto per realizzare l’impianto di raffreddamento. L’intero edificio che appare, infatti, come una grande lente vetrata è completamente esposto al clima desertico di Abu Dhabi, con temperature che d’estate possono anche superare i 40°C. Si tratta di condizioni molto difficili che rendono indispensabile l’adozione di sistemi di condizionamento ad elevate prestazioni ed affidabilità.

A causa della particolare struttura architettonica si è reso impossibile l’utilizzo degli spazi esterni per i necessari impianti di condizionamento. Proprio per le esigenze estetiche e visive si è quindi pensato di collocare tutti gli impianti (macchine e rete di distribuzione) all’interno di tutto l’edificio. Tra l’altro la società committente aveva richiesto esplicitamente la totale qualità dell’aria ed il massimo comfort acustico.

E’ stato quindi realizzato un sistema di raffreddamento di tipo idronico basato su otto centrali di produzione e due reti indipendenti per la distribuzione dell’acqua refrigerata. Grazie alle scelte progettuali effettuate, l’impianto di condizionamento risulta invisibile dall’esterno, integrandosi appieno nella struttura architettonica. In esso inoltre è stato utilizzato il criterio dell’uso razionale dell’energia e del basso impatto ambientale.

LA COSTRUZIONE

L’edificio è stato realizzato in soli 12 mesi. Fu ideato da Stuart Clark che lo aveva pensato come un edificio circolare; idea che successivamente perfezionò accostando le due facciate.

17 - ALDAR

GLI INTERNI

Realizzato su 23 piani può ospitare 120.000 persone mentre i piani interrati sono in grado di portare 1.184 veicoli. Ogni piano varia tra 1.700 e 2.700 mq, lo spazio per gli uffici è di 61.900 mq.

Interni

Interni

GLI ESTERNI

La fama di questo edificio deriva dall’originalità, pertanto, come si può non parlare dell’aspetto, che ricorda innumerevoli situazioni, come, ad esempio il sole che sorge, una moneta gettata nel deserto, o, una chiocciola che striscia… i motivi del suo aspetto circolare sono due: dal significato della figura geometrica, appunto, circolare per eccezione, la circonferenza, simbolo dell’ infinito, della mancanza di un vero inizio e di una vera fine e, simbolo della perfezione. Ma anche perché Abu Dhabi è una città marina, e in quel caso perché non pensare ad una conchiglia in mare?

Ma l’edificio non è caratteristico solo per la forma, ma anche per il materiale adottati che, fanno pensare a un diamante nella ricca Abu Dhabi.

STUDIO DI PROGETTAZIONE

ALDAR architettoTra i componenti dell’agenzia di architettura MZ & Partners, ideatori dell’edificio, nonché vincitori del premio “Best Futuristic Design”, il fondatore e direttore è Marwan Zgheib. Laureatosi in architettura presso USEK nel 1993, Marwan Zgheib fin da studente è sempre stato un uomo visionario. E’ stato, infatti, uno dei primi a studiare la “teoria del caos” in architettura. Ha lasciato il Libano nel 1999 per il Qatar. E’ lì che ha ottenuto il suo primo grande progetto cioè un composto di 62 ville. Verso la fine del 2002, ha costituito la MZ & Partners, uno studio di architettura e di consulenza ingegneristica. Uno dei suoi progetti più importanti è la città di energia in Qatar.

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Alunno/i autore/i dell’articolo:
GABRIELA RISCICA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 292014
 

Prefazione a cura del prof. Betto

Un’icona dell’architettura contemporanea e mondiale nonché patrimonio dell’UNESCO. Questa volta parliamo di una costruzione unica e non di un grattacielo. L’Opera House di Sydney, ricordata da tutti per la sua forma unica e inconfondibile. Gabriele e Claudia hanno affrontato il tema con grande attenzione e partecipazione assecondando ogni mia indicazione. Il risultato, ottimo, lo offro come sempre al vostro giudizio e lettura. Buon divertimento.

SYDNEY OPERA HOUSE

OPERA HOUSE MAPPA

Area geograficaAustralia

StatoAustralia

CittàSydney

Tipologia: Teatro

Caratteristichecopertura a vele – più grande teatro al mondo

11 - OPERA HOUSE

Il Teatro dell’Opera di Sydney (Sydney Opera House) è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei simboli più rappresentativi dell’Australia. Situato in posizione dominante sulla baia di Sydney, sorge sopra a una sottile lingua di terra chiamata Bennelong Point, ed è circondato dal mare per tre lati. Più precisamente, si trova a nord del Giardino Botanico Reale, a 800 metri dalla stazione ferroviaria di Circular Quay.

15 - OPERA HOUSE

L’Opera House sulla penisola di Bennelong Point

L’Opera di Sydney è la sede nazionale australiana delle arti e dello spettacolo: qui si tengono ogni anno più di 2500 spettacoli tra concerti sinfonici, d’opera, di musica di vario genere e rappresentazioni teatrali. Dal 2007 è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

13 - OPERA HOUSE

Progetto

LA STORIA DEL TEATRO

L’edificio è stato realizzato su progetto dell’architetto danese Jørn Utzon, vincitore del concorso internazionale per il nuovo centro artistico polifunzionale di Sydney, indetto all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso. Iniziato a costruire nei primi anni ’60, il teatro è stato ultimato nel 1973 e inaugurato il 20 ottobre dello stesso anno da Elisabetta II, Regina del Regno Unito.

Pare che la scelta del progetto fu alquanto controversa. Una giuria di grandi architetti, chiamati a scegliere il vincitore del concorso bandito per la realizzazione dell’opera, aveva dapprima scartato il progetto del giovane Utzon. Eero Saarinen, architetto finno-americano che faceva parte della giuria, arrivato in ritardo ai lavori della giuria, esaminò i progetti scartati dai colleghie e trovò i bozzetti di Utzon. Colpito dal progetto, riprese i lavori e esercitò pressioni sui colleghi affinché fosse proclamato vincitore proprio quel lavoro. Il 30 gennaio 1957 il Sidney Morning Herald, uno dei più importanti quotidiani australiani, annunciò la vittoria di Utzon pubblicando al contempo una foto a quattro colonne del progetto: il titolo principale di quell’edizione era “Il controverso progetto di un danese vince il concorso del teatro dell’opera”.

Anche la realizzazione avvenne in modo alquanto sofferta. Problemi con la committenza e soprattutto con la allora gestione politica e amministrativa della città, rallentarono e molto la costruzione dell’opera. Il ministro della infrastrutture era uomo poco attento alle questioni architettoniche e molto più alle questioni economiche e pose grossi limiti alla libertà professionale e progettuale di Utzon. Costrinse il progettista a redigere continuamente rapporti sulla fasi costruttive e sui costi di realizzazione e impose la scelta di imprese e manovalanza di sua indicazione. A queste condizioni, Utzon fu costretto a dimettersi anche perché furono sospesi anche i finanziamenti per cui l’architetto si trovò impossibilitato a pagare le maestranze. L’opera fu completata dagli architetti Peter Hall, Lionel Todd, David Littlemore e dall’architetto ufficiale dello Stato Ted Farmer.

Utzon tornò in terra australiana per collaborare ad ampliamenti dell’opera nel 1999, ventisei anni dopo l’inaugurazione del teatro e nel 2003 vinse il Premio Pritzker, il riconoscimento più importante per un architetto: la giuria del premio scrisse che “il teatro dell’opera di Sydney è uno degli edifici simbolo del 20esimo secolo, un’immagine di grande bellezza conosciuta in tutto il mondo – oltre che un simbolo della propria città, della nazione e dell’intero continente“.

L'Opera House durante la sua costruzione

L’Opera House durante la sua costruzione

LA STRUTTURA

La struttura costituisce un interessante esempio di architettura contemporanea. Riconosciuta ovunque per la particolarissima forma della copertura la costruzione poggia su una grande piattaforma in granito lunga 185 metri e larga 120: fu finita nel febbraio del 1963. I gusci della copertura sono composti da “costole” di calcestruzzo ricoperto da piastrelle bianche che formano a coppie delle originali volte e le più grandi sono chiuse dal lato principale da vetrate molto alte. Si è stimato che sono state utilizzate circa 2400 costole prefabbricate, realizzate in cantiere e montate sull’edificio durante la costruzione.

Il teatro è composto al suo interno da diverse sezioni, ognuna delle quali, secondo le proprie caratteristiche, è dedicata a ospitare vari tipi di spettacolo. La sala più importante è la concert hall, mega sala da 2600 posti a sedere, strutturata come una cattedrale gotica con altezze vertiginose, totalmente rivestita in legno ospita al suo intona le canne d’organo più grandi al mondo. Costò 1,2 milioni di dollari e fu inaugurata nel 1979. Il teatro dell’Opera è la vera sala del teatro, la più importante anche se la seconda per dimensione. Può ospitare fino a 1500 ospiti seduti e le sedie sono tutte in legno di betulla. Completano l’opera sale di dimensione minore (tra i 600 e i 400 posti a sedere) utilizzate per manifestazioni minori o DJ set. Un’ultima sala, più recente è stata realizzata dalla stesso Utzon al sul ritorno nel 1999 per concerti particolari o piccole manifestazioni.

16 - OPERA HOUSE

JØRN UTZON

Jorn Utzon Opera House

Jørn Utzon è il progettista dell’Opera House di Sydney. A 18 anni comincia a collaborare con suo padre disegnando barche. Si iscrive all’Accademia Reale di Belle Arti di Copenaghen dove studia architettura. Parte per la Finlandia dove lavora nello studio di Alvar Aalto, che assieme a Gunnar Asplund e Frank Lloyd Wright, e questa esperienza influenzerà fortemente il suo lavoro. Alla fine della guerra torna con la sua famiglia in Danimarca e apre il proprio studio. In questi anni viaggia molto, soprattutto in America (Messico, Stati Uniti) e in Asia (Cina, Giappone, India). Nel 1947 lavora per alcuni mesi in Marocco; l’incontro con l’architettura islamica avrà un’influenza decisiva sul suo lavoro.

Nel 1957 vince il concorso per l’opera di Sydney in Australia, dove nel 1962 si trasferisce per seguire meglio il cantiere. Dopo numerosi problemi con la committenza si trova costretto ad abbandonare il progetto nel 1966 e a lasciare l’Australia. Il progetto che ha subito numerose modifiche rispetto al progetto di Utzon, è stato poi ultimato da Peter Hall, David Littlemore e Lionel Todd.

Morì il 29 novembre 2008.

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GABRIELE CRISCI – CLAUDIA SCALIA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 252014
 

Prefazione a cura del prof. Betto

Ancora un lavoro eccellente da parte dei miei alunni. Questa volta Angelo, Riccardo e Andrea si sono cimentati con una avveniristica costruzione divenuta l’orgoglio del Bahrain, piccolo stato-isola situato a nord degli Emirati Arabi. L’edificio, straordinario per le forme e le soluzioni di finitura, è diventato un simbolo della nuova architettura eco-sostenibile, dotato di pale eoliche e rivestito di celle fotovoltaiche. Le sue forme, che ricordano da vicino le cattedrali gotiche e le vele delle imbarcazioni che solcano quei mari, realizzano un nuovo gradino verso un’architettura perfetta, integrata con l’ambiente e in grado di sfruttare positivamente l’ambiente. Leggiamo insieme questo racconto descrizione all’interno del nostro PROGETTO INFORMATICA. Buona lettura.

BAHRAIN WORLD TRADE CENTER

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Area geografica: Medio Oriente

Stato: Regno del Bahrain

Città: Manama City

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: torri gemelle – impianto eolico – impianto fotovoltaico

BWTC14Il Bahrain World Trade Center (BWTC) è costituito da due torri gemelle ed è il secondo edificio più alto del Bahrain, ubicato nella capitale Manama City.

Le torri, alte 240 metri ciascuna, furono costruite nel 2008 dallo studio di architettura multi-nazionale Atkins.

Questa struttura di 50 piani, è costruita in prossimità della King Faisal Highway, vicino ad altri grattacieli come il Bahrain Financial Harbour, la National Bank of Bahrain e il Abraj Al Lulu. È il secondo edificio più alto del Bahrain dopo le torri gemelle del Bahrain Financial Harbour.

Torri del Financial Harbour

Torri del Financial Harbour

Abraj Al Lulu

Abraj Al Lulu

Per le sue peculiarità, l’edificio ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sostenibilità. Infatti, il Bahrain World Trade Center è il primo edificio al mondo ad integrare turbine eoliche di grandi dimensioni nel suo design. Le turbine eoliche sono state sviluppate, costruite e installate dalla società danese Norwin A/S.

Le due torri sono collegate attraverso tre ponti esterni, ciascuno in possesso di una turbina eolica da 225kW, per un totale di 675kW di potenza di produzione eolica. Ognuna di queste turbine misura 29 m di diametro, ed è allineato a nord, che è la direzione da cui l’aria dal Golfo Persico soffia dentro le vele.

BWTC13

Planimetrie al livello delle 3 turbine

Entrambi i corpi laterali sono progettati a forma di imbuto per permettere al vento di passare accelerando attraverso le turbine. 
Questo progetto è stato confermato dal test della galleria del vento, che ha dimostrato che gli edifici a forma conica creano un flusso di aria tale che, qualsiasi vento che entra a 45° su entrambi i lati dell’asse centrale, crea un flusso che rimane perpendicolare alle turbine.

Particolare della Turbina Eolica

Particolare della Turbina Eolica

Le turbine eoliche forniscono dall’11% al 15% del consumo totale di energia delle torri che è pari a circa 1,1 – 1,3 GWh all’anno. Ciò equivale a fornire l’illuminazione per circa 300 abitazioni. Le tre turbine sono state accese per la prima volta l’8 aprile 2008.

Dati tecnici turbine eoliche:

BWTC10

Prospetti di una Torre

  • Corrente elettrica nominale generata: 225kW
  • Regolamento di potenza : 
 fisso
  • Diametro del rotore: 
 di 29m
  • Velocità del rotore al pieno carico: 38 giri/min.
  • Freno meccanico ad alta velocità: tipo freno a disco
  • 
Freno meccanico a bassa velocità: tipo 
a calibro
  • Generatore: chiuso, 4 poli a induzione asincrona 50Hz

  • Sistema di deviazione direzione: fisso
  • Tagli nella velocità del vento: 
4m/s
  • Velocità minima del vento: 20m/s (5 minuti la media di rotazione) 
  • Massima velocità del vento per le lame: 80m/s (in ogni direzione) Uragano Classe IV =>69m/s

Il tetto ricoperto di ghiaia e i vetri termici permettono un efficace isolamento, coadiuvato anche da balconi sporgenti, le cui zone d’ombra contengono il riscaldamento eccessivo e, di conseguenza, limitano l’utilizzo di aria condizionata necessario in zone così calde e naturalmente l’abnorme consumo di energia elettrica ad esso collegato.

Un altro importantissimo elemento di sostenibilità è, infine, il riciclo delle acque residue che evita lo spreco di una risorsa così limitata in quelle regioni e così importante per tutto il pianeta.

Sono presenti altresì collegamenti con i sistemi di raffreddamento e di isolamento termico, piscine a riflessione termica per il raffreddamento e per l’evaporazione.

Il BWTC racchiude l’essenza di una filosofia sostenibile e cioè coinvolgere tutti gli impatti sociali, economici e ambientali nella realizzazione di un progetto.

L’edificio, considerato come un significativo passo verso un’architettura equilibrata ed ambientale costituisce un impegno inequivocabile ad aumentare la consapevolezza globale per il design sostenibile.

Ingresso

Ingresso

Il BWTC è ormai considerato una fonte di orgoglio nazionale per i residenti in Bahrain, ed ad esso è attribuita la capacità di generare prosperità economica all’interno della capitale Manama.

Il BWTC ha dimostrato che gli sviluppi commerciali possono essere creati con una forte agenda ambientale e rispondere alle esigenze delle nostre generazioni future.

Il Bahrain World Trade Center ha infine avuto un posto di rilievo nella fantascienza ed il canale Sci-Fi ha trasmesso un film dove un incidente nel 2020 provoca un collisione subatomica che crea effetti catastrofici sul pianeta Terra.

IL PROGETTISTA
BWTC08

Shaun Killa

Shaun Killa è nato in Sud Africa ed ha studiato Architettura presso l’Università di Città del Capo, dove ha ricevuto i suoi titoli.

Ha lavorato presso grandi studi di architettura a Città del Capo prima di trasferirsi a Dubai e unirsi allo studio di architettura Atkins nel 1998, dove – divenuto direttore del design, Atkins Dubai – ha vinto commissioni importanti come la Torre del 21° secolo (270m), la Chelsea Tower (250m) e la Millennium Tower (285m).

E’ specializzato nella progettazione di grandi grattacieli ed ha una passione per il design sostenibile. Ultimamente ha concentrato la sua filosofia progettuale su costruzioni a bassa emissione di carbonio, e sfida le norme architettoniche per creare edifici senza tempo, come la Torre Faro DIFC (400m) e il Namaste Hotel di Mumbai.

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Progetto della Torre Faro del Financial District a Dubai

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Progetto del Namaste Hotel a Mumbai

Lo studio di architettura Atkins, che ha realizzato il progetto, ha vinto il “The Arab Construction World for Sustainable Design Award” ed il “2006 LEAF Award” per il miglior uso della tecnologia nella grande struttura, questo perchè  la costruzione del BWTC ha mantenuto un alto profilo di sostenibilità grazie ai numerosi e vari  accorgimenti eco compatibili che affiancano lo sfruttamento eolico

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R. CARUSO – A. PEPE – A. VISCUSO
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Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 242014
 

La grande Cina capitalista, Shanghai la capitale del benessere economico e dello sviluppo industriale, lontana dal controllo e dalla contaminazione del potere centrale di Pechino. E’ qui, in questa megalopoli che Clara ha deciso di focalizzare il suo interesse. E sicuramente la torre del World Financial Center incarna perfettamente tutto ciò. Maestoso, unico, icona cittadina, questo grattacielo frutto di soluzioni avveniristiche e dall’aspetto inconfondibile, ci viene raccontato con dovizia di particolari, con passione e curiosità. Come sempre vi invito ad una lettura attenta per scoprire ancora un monumento alle capacità costruttive e creative dell’umanità. Buona lettura a tutti.

WORLD FINANCIAL CENTER

SHANGHAI WFC01

Area geograficaAsia

StatoCina

CittàShanghai

Tipologiagrattacielo

Caratteristiche: ponte di osservazione più alto al mondo

09 - WFC

Lo Shanghai World Financial Center è il secondo più alto grattacielo di Shanghai e di tutta la Cina: la sua altezza è di 492 metri. Com’è possibile rilevare dalla tabella qui sotto, il WFC di Shanghai occupa il sesto posto tra i grattacieli più alti del mondo.

# Nome Città Stato Altezza  Piani  Anno
1 Burj Khalifa Dubai Emirati Arabi Uniti 828 163 2010
2 Shanghai Tower Shanghai Cina 632 121 2013
3 Abraj Al Bait La Mecca Arabia Saudita 601 95 2011
4 Freedom Tower New York Stati Uniti 541 104 2012
5 Taipei 101 Taipei Taiwan 509 101 2004
6 World Financial Center Shanghai Cina 492 101 2008
7 International Commerce Centre Hong Kong Hong Kong 484 118 2010
8 Petronas Tower Kuala Lumpur Malesia 452 88 1998
9 Greenland Square Zifeng Tower Nanchino Cina 450 89 2010
10 Willis Tower Chicago Stati Uniti 443 108 1973
Fonte principale dei dati: //www.emporis.com/statistics/worlds-tallest-buildings
Petronas

Petronas Towers a Kuala Lumpur

La prima pietra fu posta il 27 agosto, 1997.

Lo Shanghai World Financial Center anche soprannominato “Wall Street della Cina” è stato progettato per essere l’edificio più alto del mondo quando è stato creato nel 1997. L’edificio avrebbe superato le guglie della Petronas Towers in Malesia.

Alla fine degli anni ’90, la Mori Building Corporation giapponese aveva una carenza di fondi causata dalla crisi finanziaria asiatica, che fermò il progetto dopo che le fondamenta erano state completate. Il 13 febbraio 2003, il Gruppo Mori aumentò l’altezza dell’edificio a 492 metri e 101 piani rispetto al progetto iniziale che prevedeva un altezza di 460 metri per 94 piani.

11 - WFC

Realizzato (sinistra) e primo progetto (destra)

L’edificio si trova nella zona Lujiazui, nel distretto di Pudong. Copre una superficie di 381.600 metri quadrati, si alza per 101 piani più altri 3 sottoterra. La costruzione è proprietà della Shanghai Construction Group. I primi due piani sono riservati alle attività commerciali, dal terzo al quinto si trovano le sale per le conferenze. Dal settimo fino al settantasettesimo piano sono ospitati gli uffici. I piani dal 79 al 93 sono occupati dallo Park Hyatt Shanghai Hotel. Dal piano 94 fino al 101 è possibile l’osservazione della città su una grande struttura a ponte. Inizialmente il foro di osservazione era di forma sferica, per somigliare al sole; ma successivamente ci si rese conto che sarebbe stato più funzionale un foro di forma trapezoidale, soprattutto in funzione del fatto che la forma circolare ricordava troppo il simbolo del sole sulla bandiera giapponese mentre la costruzione sorgeva sul territorio cinese.

15 - WFC

Sky Bridge

Ogni anno, circa 3 milioni di turisti all’anno visitano il WFC di Shanghai e il suo SkyBridge. Il biglietto d’ingresso per l’osservatorio varia da 110 yuan (11 euro) a 150 yuan.

14 - WFCDopo gli attentati dell’11 settembre 2001, l’edificio è stato integrato con accorgimenti per poter resistere a un disastro come un incidente aereo; sono state inserite 12 aree ignifughe e due ascensori esterni.

Il ponte in cima all’edificio è il più alto ponte di osservazione all’aperto del mondo.

Il 14 agosto 2007 alcuni dei piani superiori sono stati distrutti dal fuoco durante la costruzione, ma fortunatamente l’incendio è stato neutralizzato e nessuno è rimasto ferito.

La trave in acciaio finale è stata installata il 14 settembre 2007, quando l’edificio ha raggiunto la sua massima altezza di 492 metri.

L’edificio è stato inaugurato il 28 agosto 2008.

I PROGETTISTI

WFC WILLIAM PEDERSENWilliam Pedersen fa parte del KPF (Kohn Pedersen Fox Associates), che è uno dei preminenti studi di architettura del mondo; fornisce servizi di architettura, di programmazione e pianificazione per i clienti sia nel settore pubblico che privato. KPF è guidato da 24 presidi e 27 consiglieri, più 600 membri dello staff che provengono da 43 paesi diversi, parlano più di 30 lingue, e includono oltre 80 professionisti accreditati LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). E’ un insieme di sistemi di rating per la progettazione, la costruzione, il funzionamento e la manutenzione di edifici verdi, case e quartieri.

Tra molti dei suoi progetti (Abu Dhabi Investment Authority Tower, Abu Dhabi International Airport, Financial Centre e Marina Bay a Singapore,… ecc.) ha realizzato anche lo Shanghai World Financial Center, in Cina.

WFC LESLIE ROBERTSONLeslie Robertson Earl (nato il 12 Febbraio 1928) è stato uno degli ingegneri strutturali del World Trade Center a New York. Da allora è stato ingegnere strutturale su numerosi altri progetti, tra cui lo Shanghai World Financial Center e la Bank of China Torre in Hong Kong.

La carriera di ingegneria di Robertson risale al 1952, quando si è laureato alla scuola di Berkeley di ingegneria civile. Nel 1958 entra a far parte della società di ingegneria strutturale e civile Seattle Worthington e Skilling.

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CLARA CATANIA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 232014
 
Alunni Articolo scritto da: ROBERTA SOLARINO – ALICE FRANCALANZA – CRISTINA ALIOTTA
Classe: 2D – Anno: 2013-14

Prefazione a cura del prof. Betto

Questa volta siamo a Londra continuando il percorso virtuale del PROGETTO INFORMATICA che gli alunni della 2D hanno affrontato con passione e cura. L’obiettivo è ancora una volta una torre, il grattacielo frutto del genio creativo di un italiano che svetta come il più alto edificio in Europa. Cristina, Alice e Roberta hanno dato anch’esse il meglio, riuscendo a realizzare un lavoro completo, dettagliato e davvero molto interessante. Sono molto felice di avviarvi alla lettura di questa serie di articoli che potremmo denominare SERIE ARCHITETTURA, e ancora più felice nel correggere e verificare la qualità del lavoro prodotto da studenti non più che dodicenni. Vi auguro anche questa volta buona lettura.


LONDRA THE SHARD

Area geograficaEuropa

StatoInghilterra

CittàLondra

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: rivestimento in vetro – giardini di inverno – edificio più alto d’Europa


Shard01The Shard è un grattacielo progettato da Renzo Piano nel cuore del London Bridge Quarter (LBQ), ed è finalmente aperto al pubblico.

The Shard sorge nell’area dove fino al 2008 c’era la Southwark Towers, un edificio di 28 piani demolito su decisione del proprietario, Irvine Sellar, che voleva costruire qualcosa di veramente spettacolare e unico dal punto di vista architettonico.

Data la crisi e le critiche da parte di chi vedeva fuori contesto un grattacielo di quel genere, i lavori iniziarono solo nel 2009, grazie anche all’aiuto di potenti sponsor che riuscirono a superare le difficoltà economiche che un’opera del genere richiedeva.

Oggi per l’80% la società che gestisce l’ edificio è in mano a investitori provenienti dallo stato del Qatar. Le polemiche pubbliche da parte di una buona fetta della popolazione londinese erano dovute al fatto che appariva troppo elevato il contrasto tra vecchio e nuovo. In realtà, appena terminati i lavori, molti si sono ricreduti, incominciando a sentire lo Shard così come soprannominato dai londinesi (scheggia di cristallo), come qualcosa di estremamente importante per l’economia e l’immagine di Londra, e soprattutto stanno incominciando a considerare il grattacielo come parte integrante delle attrattive della città. É stato progettato circa tredici anni fa (2001). Alto 310 metri, ricoperto da 11 mila pannelli di vetro (l’equivalente di 8 campi da calcio messi insieme) si scaglia verso il cielo dominando la città, con un panorama senza precedenti cambiandone per sempre lo skyline. In solo 2 mesi è diventato una delle mete più importanti della capitale inglese. 130 mila i biglietti prenotati in anticipo prima dell’opening ufficiale del 1 febbraio 2013 e un’affluenza continua che dicono «aver superato le aspettative».

Le gallerie presentano il massimo della tecnologia con mappe multimediali di tutto ciò che circonda lo Shard. Si possono quindi vedere foto e filmati delle maggiori attrattive della città e sentire l’audio di presentazione di diversi personaggi che hanno fatto la storia di Londra.

London Eye

London Eye

Chiaramente a farla da padrone è la vista immensa che si ha dai quasi 300 mt di altezza (pensate che il London Eye, la ruota panoramica di Londra, raggiunge poco più di 100 mt di altezza). Dalle Gallerie panoramiche dello Shard, che si raggiungono in 30 secondi con uno dei 44 ascensori supersonici, si può vedere fino a 64 km di distanza (in giornate serene) a 360 gradi.

Il biglietto di ingresso costa dai 24 a 29 sterline circa e si può prenotare anche online.

C’è chi se ne è innamorato subito, apprezzandone l’eleganza, la modernità e il suo lato ecosostenibile (il 95% dei materiali di costruzione è riciclato e la posizione degli specchi è pensata per sfruttare al meglio la luce e il vento) e chi ancora non ne capisce il motivo, lo critica per le dimensioni troppo importanti o per il prezzo del biglietto.

IL PROGETTO

09 - SHARD

Tavole di progetto

L’edificio è caratterizzato da una doppia “pelle” costituita da una vetrata passiva che avvolge l’anima centrale in cemento armato in cui trovano posto i 44 ascensori che connettono i piani ai vari ingressi dell’edificio. Per il comfort ambientale l’involucro vetrato è dotato di un sistema di oscuramento meccanizzato e tra le “fratture” in cui si articola il volume sono stati ritagliati giardini d’inverno ventilati naturalmente che offrono a uffici e residenze uno spazio vitale spesso negato in edifici di questo tipo.

Section top200_A2La forma piramidale deriva da una scelta architettonica che, come spiega Renzo Piano, non nasce per caso ma “segue il decrescente peso delle funzioni (uffici, hotel, appartamenti) e ricorda le guglie a spirale delle chiese di Londra costruite dall’architetto di St. Paul, Christopher Wren, come precisi segnali urbani nella ricostruzione della città dopo il grande incendio del 1666”.

Nel suo insieme, The Shard è una sorta di città verticale, «pensato fin da subito con spazi aperti a tutti» spiega il suo creatore Renzo Piano, altri più conviviali come i ristoranti e i lounge bar tra i piani 31 e 33 e alcuni decisamente privati come gli appartamenti luxury tra i piani 53 e 65, ampi, con una vista invidiabile e, anche per questo, decisamente costosi (tra i 30 e i 50 milioni di sterline, circa 6.000 sterline per metro quadrato). Ma non solo, nell’estate del 2013 vi è stata l’inaugurazione del lussuoso Shangri-la Hotel che si è aggiudicato gli spazi tra i piani 34 e il 54 e che include 202 camere con vista, una palestra aperta 24 ore su 24, una piscina infinity e diversi ristoranti internazionali.

A disposizione del visitatore, i Tele:scope, la versione aggiornata dei classici telescopi a monetine che servono per guardare il panorama. Questi, oltre a essere potentissimi, hanno in più uno schermo touch che offre la possibilità di conoscere la storia dei monumenti inquadrati. Un’altra funzione, davvero suggestiva, permette di avere quattro diverse visioni del panorama che si sta guardando: quella reale, quella in un giorno di sole, al tramonto e by night. Un modo semplice per non avere rimpianti se il giorno scelto o l’orario prenotato non sono dei migliori. Dal 69esimo al 72esimo in parte a cielo aperto, da qui si possono vedere le ultime lastre di vetro, vere e proprie schegge nel cielo.

16 - SHARD

La Scheggia “The Shard” in una suggestiva vista notturna

RENZO PIANO

Renzo PianoRenzo Piano è nato il 14 settembre 1937 a Genova, é un architetto italiano molto famoso e importante, si laurea al Politecnico di Milano è negli anni 70, insieme Richard Rogers fonda uno studio a Londra che quasi immediatamente diventa uno dei principali studi di architettura del Mondo, aggiudicandosi il progetto del Centro Pompidou di Parigi.

Successivamente si separa dal vecchio socio per lavorare con Peter Rice, ingegnere civile, lasciando traccia di se in tante città europee e mondiali. Vincitore del Premio Pritzker consegnatogli dal Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton alla Casa Bianca nel 1998. Nel 2006 diventa il primo italiano inserito dal TIME nella Time 100, l’elenco delle 100 personalità più influenti del mondo, nonché tra le dieci più importanti del mondo nella categoria Arte e intrattenimento.

Galleria

Video1

http://www.dailymotion.com/video/xpuscv_londra-acrobazie-a-310-metri-d-altezza-per-operai-di-the-shard-ultimi-ritocchi-al-grattacielo-proget_news

Articoli1

Mag 172014
 

Plastica01

Non tutti sanno che le materie plastiche (e mi riferisco a quelle sintetiche, ossia ottenute dalla raffinazione degli idrocarburi) una volta policondensate o polimerizzate, ossia formate attraverso l’aggregazione di molecole semplici che si chiamano “monomeri”, producono due tipi di sostanze denominate termoplastiche e termoindurenti.

Le prime, sono quelle che se sottoposte a calore dopo la prima lavorazione tornano ad uno stato plastico e quindi lavorabili (riciclabili), mentre le seconde una volta formate non possono più cambiare la loro forma e se sottoposte a calore bruciano emettendo sostanze tossiche (non riciclabili).

Questo fino ad ora. Infatti, la dottoressa Jeanette Garcia dell’Almaden Research Center di IBM ha scoperto una nuova classe di polimeri, soprannominato PHT, per un caso felice. Lei stava lavorando ad un materiale ad alta resistenza. Ma per puro caso ha tralasciato un ingrediente. Il risultato è stato qualcosa di molto diverso da quello che si aspettava. Ha dovuto rompere la sua provetta per tirarlo fuori, e ha poi verificato che era praticamente indistruttibile. A questo punto una squadra di esperti è stata impegnata a lavorare sulla chimica computazionale per risalire a quale casuale percorso aveva portato a un tale risultato e alla creazione del nuovo materiale.

Plastica02

Il nuovo polimero al microscopio

Questo nuovo materiale è resistentissimo e aggiungendo nanotubi di carbonio si è riusciti ad aumentare di un ulteriore 50% la sua già alta resistenza avvicinandosi a quella dei metalli. Vantaggi? Applicazioni? Infinite. E’ un materiale dalla resistenza simile a quella di un metallo ma pesando molto meno, totalmente bio-degradabile, resistente ai solventi, ma la cosa più incredibile è quella che viene definita auto-guarigione. Di cosa si tratta? La nuova plastica, tagliata in due, può essere ricomposta come un solo pezzo in maniera molto semplice, autoguarendo la sua “ferita”. Un miracolo della chimica, in pratica.

Quali le possibili applicazioni delle nuove plastiche? Aerospaziali, collanti, informatica, medicina, e molte altre.

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Video1

Articoli1

Mag 162014
 

SUCCEDE che alla Dante accada sempre qualcosa. Questa volta grazie agli insegnanti di musica, i cosiddetti “MUSICI” come li chiamo io, SUCCEDE che un grande evento, un grande concerto di fine anno, si svolgerà presso il nostro istituto, un’occasione unica per vedere i nostri ragazzi all’opera, suonare con disinvoltura grandi e piccole opere.

Il concerto ha una finalità; la nostra è una scuola a indirizzo musicale e a causa dei recenti avvenimenti (furti), molti strumenti e attrezzature audio, acquistate con fatica e sacrificio negli anni, sono stati portati via definitivamente. Proprio per consentire alla scuola di continuare a formare i nostri ragazzi nelle ore pomeridiane fornendo loro gli strumenti per apprendere l’arte del musicista, l’evento sarà anche l’occasione per una raccolta fondi al fine di poter riacquistare quanto sottratto. Si chiede, quindi, ai nostri alunni, di non disertare l’evento, ma anzi di promuoverlo e di portare tutti ma proprio tutti i parenti e amici. Dimostriamo che la solidarietà vince su tutto e facciamo veder che queste cose SUCCEDONO proprio alla Dante.

400 brochure SAGGIO

Di seguito i link al sito della scuola per poter avere maggiori informazioni sull’evento.

Mi raccomando, non manchiamo nessuno in Aula Magna giorno 30 di questo mese alle ore 17:30.

Buon concerto a tutti.

Links

Mag 132014
 

04 - MAPPE
Ammetto di non essere un grande fautore delle mappe concettuali perché non le ritengo “personalmente” idonee al mio modo di svolgere la lezione o di interfacciarmi con la classe, ma registro anche, che molti miei colleghi lavorano produttivamente e con soddisfazione utilizzando tale strumento didattico.

Ma partiamo dalla base: che cos’è una mappa concettuale?

Teorizzate per la prima volta da Joseph Novak (accademico statunitense), si possono definire come uno strumento grafico in grado di rappresentare un’informazione o una conoscenza. L’idea parte dal concetto costruttivista per cui ognuno è autore del proprio percorso all’interno di un contesto e hanno lo scopo di creare modalità di apprendimento non più mnemoniche ma frutto di un preciso ragionamento e pensiero.

Contrariamente alle mie convinzioni, determinate da una profonda e accurata sperimentazione nel passato, insegnando nella classe 2.0, forse per caso, forse per volontà sperimentativa, ne ho riscoperto in parte l’utilità e ne ho rivalutato alcuni aspetti funzionali. Proporre la lezione attiva, comporta diversi cambiamenti sia nella metodologia del docente che nei processi apprenditivi degli alunni. La costruzione della lezione da parte dell’alunno, anche se coadiuvato dal docente-coach e coordinato dal segretario di gruppo (come sperimentato), potrebbe risultare dispersiva e irta di ostacoli, sia per l’alunno che deve costruire un percorso che non conosce, sia per il docente che deve guidarlo. Ragion per cui, la costruzione di una mappa (meglio se interattiva) consente in qualche modo di semplificare la pianificazione e guidare gli alunni all’interno di un percorso obbligato nel senso di aver fissato alcuni punti chiave (è come avere dei tag nella ricerca di contenuti sulla rete). Le mappe in questo percorso diventano strumento attivo della lezione, momento in cui il docente insieme ai discenti costruisce le basi per il futuro lavoro. È come il momento del briefing di un team di progettazione prima di passare alle fasi esecutive di un progetto.

03 - MAPPE

L’aver sperimentato l’uso di tale strumento sulla LIM con gli alunni e l’aver rivalutato questo strumento, mi ha portato ad approfondire il tema “software” per la realizzazione di mappe concettuali o mentali. La rete da questo punto di vista rappresenta il luogo ideale dove approfondire e trovare soluzioni adatte alle singole esigenze. Mi sono così ritrovato a cercare una soluzione che rispondesse a precise esigenze e finalità. Il software doveva soddisfare determinati requisiti che di seguito elenco:

  • MULTIPIATTAFORMA
  • MULTILINGUA
  • FREE
  • MULTIMEDIALE
  • SEMPLICE

Apple-Rainbow-iconMultipiattaforma – lavorando in ambiente misto con soluzioni Mac e PC, non volevo una soluzione diversa per ogni piattaforma, ma un software unico assolutamente trasparente e indifferente al sistema operativo sul quale sta girando.

language-iconMultilingua – fondamentale per il fatto che lo strumento dovrà essere utilizzato da docenti di discipline diverse e anche di lingue diverse.

linux-iconFree – esistono numerose soluzioni sul mercato a pagamento, ma esistono anche delle ottime soluzioni assolutamente gratuite sulle rete. Questo ci avvantaggia nella scelta (soprattutto nella sperimentazione) e non aggrava le nostre tasche e le casse della scuola di oneri aggiuntivi.

multimedia-iconMultimediale – questa è una caratteristica che ho scoperto solo in un secondo momento, ossia la possibilità di inserire contenuti multimediali, quali video, foto, collegamenti ipertestuali, suoni e quant’altro all’interno della stessa mappa rendendola di fatto “viva”.

Semplice – sono convinto che un software è utile e valido quando non richiede una lunga curva di apprendimento. I software debbono facilitarci il compito, non complicarcelo. Non dobbiamo perdere tempo a studiare complesse procedure per realizzare cose semplici che manualmente facciamo in pochi minuti, ma al contrario una applicazione deve rendere immediata e rapida questa realizzazione per poter essere preferita ad un approccio classico. La semplicità d’uso, inoltre, facilità anche quei docenti che non hanno particolari competenze o attitudini con lo strumento digitale.

mindomo iconMINDOMO DESKTOP

Avviata la ricerca, ho trovato molte soluzioni, alcune valide, alcune che soddisfacevano parzialmente i criteri di ricerca, altre completamente lontane da ciò che stavo cercando. In questo navigare, mi sono imbattuto per caso, come sempre capita, in un software che mi ha colpito per la sua interfaccia pulita, semplice e immediata. Approfondendo, ho scoperto uno strumento validissimo, in grado di soddisfare qualunque esigenza, semplicissimo da utilizzare e rispondente a tutti i criteri.

05 - MAPPE

Il programma sfrutta l’Adobe Air di Adobe Software (la casa di Photoshop) che rappresenta un substrato su cui ogni programma può girare indipendentemente dal sistema operativo su cui si lavora (l’installer dell’applicazione è infatti lo stesso). Basta scaricare il software dal sito del produttore (anch’esso localizzato in più lingue tra cui l’italiano) http://www.mindomo.com/it/, registrarsi e iniziare il download. Troviamo nello stesso sito il link diretto per il download dell’Air di Adobe. Questo va installato per primo per poi poter lanciare il programma.

01 - MAPPE

L’interfaccia è assolutamente intuitiva e di immediato utilizzo. Dal menu “option” si può configurare il programma modificando anche la lingua (italiano compreso). Al centro del foglio un bottone con scritto “radice“, rappresenta l’inizio della mappa. Menù contestuali e poche semplici icone come menù, consentono di modificare qualunque cosa.

06 - MAPPEPoi la barra laterale ci proietta nell’universo di MINDOMO. Link a pagine internet, inserimento immagini sia dalla rete che dal proprio computer, contenuti multimediali quali video e suoni provenienti da diverse fonti tra cui Youtube, smile, tag e commenti ci permettono di personalizzare totalmente la nostra mappa trasformandola in uno strumento interattivo e dinamico, salvabile sul PC o sul cloud dove possiamo decidere di condividerla e renderla pubblica per tutti gli utenti del software.

Per finire, un browser internet integrato completa la dotazione della nostra barra laterale.

E’ possibile anche svolgere delle presentazioni registrando passo passo quello che stiamo realizzando in modo che ogni elemento si disponga nella sequenza che abbiamo stabilito realizzando così una mini lezione animata.

Le caratteristiche, la semplicità d’uso, la versatilità ne fatto quindi un elemento ideale da suggerire per i docenti 2.0 e per l’uso in classe con la LIM. Troverete nel widget “I Software Consigliati da Educazionetecnica.com” inserito anche il link a Mindomo come gli altri software che già fanno parte della collezione di suggerimenti.

Articoli1