prof. Davide Betto

laurea in Architettura conseguita presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria; dottorato di ricerca conseguito presso la Facoltà di Napoli in Metodi di Valutazione. Si è abilitato all'insegnamento nella classe di concorso "A033 - Educazione Tecnica nella scuola media" nel 2004 e dal 2007 è diventato docente di ruolo. Insegna a Catania presso la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri. Appassionato di informatica che, insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione. Autore di questo blog e vincitore del premio internazionale come miglior sito dell'anno 2016 nell'area Carriera e Formazione. Autore per casa editrice Lattes Editori di Torino per la quale cura il blog iLTECHNOlogico.it e le pubblicazioni di tecnologia.

Gen 122017
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

SnapDisegnare con un programma C.A.D. deve servire a facilitare l’utente in questa operazione coadiuvandolo nell’azione con strumenti ad hoc. Uno dei più utili è sicuramente il comando SnapO (snap ad oggetto). In pratica, questa modalità fa in modo che il programma individui i punti importanti di un oggetto, come ad esempio il punto finale e quello medio, al posto dell’utente in automatico. Ogni volta che il puntatore passa vicino ad un punto importante, dei simboli e un suggerimento compaiono sullo schermo per indicare l’individuazione di uno snap (bottone o nodo dell’oggetto).

Snap011

Esempi

ATTIVARE IL COMANDO OSNAP

Modalità 1:

  1. Clic su Menu Finestra > Tavolozze > Matrice Strumento;

Snap04

      2.  Palette Matrice strumento > Snap entità:

Snap05

Modalità 2:

  1. Digitare la parola Opzioni;
  2. Si aprirà la palette Preferenze utente > Opzioni disegno > SnapOggetto:

Snap07

Modalità 3:

  1. Snap06

    Tipologie di SNAP

    In un punto qualunque dell’area di disegno premere il tasto destro del mouse insieme al tasto Shift (maiuscole) della tastiera;

  2. Si aprirà un menù contestuale dal quale scegliere lo Snap necessario:

Una volta dentro il comando OSNAP è possibile stabilire quali funzioni di snap debbano essere attive e di conseguenza quali simboli debbano essere visualizzati.

La modalità di snap ad oggetto visualizza i simboli indicanti i punti geometricamente significativi, soltanto quando è attivo un comando che richiede l’inserimento o la selezione di un punto.

SnapUna volta attivato dall’apposito pulsante, il comando OSnap funziona in base:

  • al tipo di oggetto del disegno;
  • alla funzione di snap scelta;
  • al punto specifico sull’oggetto selezionato.
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Gen 042017
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

Motivo00

Il comando SERIE (vedi SERIE LINEARE), serve a disegnare con un solo comando, una sequenza anche infinita di oggetti. Questi possono essere ripetuti secondo una direzione, SERIE LINEARE, oppure secondo un angolo SERIE POLARE.

In questa lezione impareremo la:

SERIE POLARE

Immaginiamo di voler dividere una torta in parti uguali o di voler disegnare i raggi di una ruota di bicicletta.

Tracciamo, quindi, un cerchio utilizzando il comando apposito (figura 1):

SeriePOLARE01

Figura 1

Disegniamo, poi, una linea dal centro della circonferenza fino al suo quadrante superiore (figura 2):

SeriePOLARE02

Figura 2

Apriamo adesso il comando SERIE tramite la palette MODIFICA (figura 3 – quello con l’icona di un gruppo di 9 quadratini bianchi di cui uno grigio) o tramite il menu MODIFICA (figura 4) comando SERIE:

Motivo01

Figura 3 – Palette MODIFICA

Motivo041

Figura 4 – Menu MODIFICA

Si aprirà automaticamente la palette (figura 5) relativa al comando SERIE.

SeriePOLARE03

Figura 5 – Palette comando SERIE

Scegliamo SERIE CIRCOLARE e tramite il bottone Selezione, selezioniamo l’oggetto da moltiplicare, cioè la Linea.

Da Impostazioni Ripetizione Base attiva: scegliamo: Angolo di Riempimento e Numero Totale di Elementi. In questo modo si attiveranno i comandi Angolo di Riempimento: e Numero Totale:. Possiamo così definire la misura dell’angolo da riempire (360° per l’intero cerchio) e il numero di oggetti da ripetere al suo interno (ossia il numero di parti in cui vogliamo dividere l’angolo).

Se fissiamo 360° come angolo e 4 il numero degli elementi, la nostra torta verrà divisa in 4 parti uguali.

Ultimo passo prima di dare l’OK, dobbiamo indicare il centro di rotazione dal quale saranno moltiplicati gli oggetti selezionati. Dobbiamo cliccare il bottone posto sotto il comando Punto asse.

Saremo di nuovo sul disegno dove dovremo indicare il centro di rotazione (figura 6):

SeriePOLARE04

Figura 6 – Selezione centro di rotazione

Confermando, si apre nuovamente la palette (figura 7) del comando SERIE.

SeriePOLARE05

Figura 7 – Dati inseriti

Se i dati sono esatti (possiamo vedere un’anteprima in alto a destra sulla stessa palette), possiamo confermare premendo il pulsante OK.

Immediatamente vedremo il risultato sullo schermo (figura 8):

SeriePOLARE06

Figura 8 – Risultato

ESEMPIO 2:

Proviamo adesso a dividere il primo quadrante in 5 parti uguali. Apriamo il comando SERIE, selezioniamo la stessa Linea verticale di prima e impostiamo i valori necessari (figura 9):

SeriePOLARE08

Figura 9 – Inserimento dati

Digitiamo l’angolo pari a 90 gradi e 6 il numero degli elementi da moltiplicare in modo che gli spazi tra questi siano 5 (figura 10):

SeriePOLARE09

Figura 10 – Risultato finale

Confermiamo premendo il pulsante OK e verifichiamo il risultato sul disegno.

P.S. la piccola anteprima in alto a destra sulla palette SERIE ci mostrerà in anticipo una simulazione del risultato finale.

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Dic 312016
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

Motivo00Ripetere un oggetto, anche centinaia di volte, con un programma CAD è un’operazione semplicissima. Si può procedere in differenti modi, ma è comunque disponibile il comando SERIE che serve proprio per questo scopo.

Immaginiamo di voler creare una griglia di linee parallele verticali e orizzontali.

Tracciamo un linea orizzontale sulla sommità di un rettangolo già disegnato (linea rossa in figura 1):

Motivo02

Figura 1 – Clicca per ingrandire

Clicchiamo adesso sul comando SERIE posto sulla palette MODIFICA (quello con l’icona di un gruppo di 9 quadratini bianchi di cui uno grigio) o sul menu MODIFICA comando SERIE:

Motivo01

Palette MODIFICA

Motivo041

Menu MODIFICA

Si aprirà automaticamente la palette relativa al comando SERIE.

Potremo selezionare, quindi, il tipo di ripetizione che vogliamo realizzare. LINEARE per ripetere un oggetto lungo un direzione o CIRCOLARE per una ripetizione di tipo polare, ossia attorno ad un centro di rotazione (ad esempio i raggi di una ruota).

SERIE LINEARE

Immaginiamo di dover moltiplicare una Linea Rossa verso il basso fino a riempire il rettangolo che la contiene.

Selezioniamo LINEARE (1), e premiamo il pulsante (2) che ci consentirà di scegliere l’oggetto che vogliamo ripetere.

Motivo03

Palette strumenti comando SERIE

La palette si chiuderà e ci consentirà di selezionare uno o più oggetti sul disegno. Selezioniamo gli oggetti che vogliamo moltiplicare, in questo caso solo la Linea Rossa.

Motivo05

Selezionare la Linea Rossa


Approfondisco: ASSI CARTESIANI

Motivo08

Assi Ortogonali Cartesiani

Ora ricordando la trigonometria pensiamo al sistema di assi cartesiani ortogonali X e Y, chiamati rispettivamente delle ascisse e delle ordinate; questi sono uno orizzontale e uno verticale e si intersecano in un punto O chiamato origine degli assi. Guardando l’asse X delle ascisse, tutti i valori alla destra del punto origine O saranno positivi (semiasse positivo), mentre quelli alla sinistra negativi (semiasse negativo). La stessa cosa per l’asse Y delle ordinate: i valori sopra l’origine O saranno positivi  (semiasse positivo), mentre quello al di sotto saranno negativi  (semiasse negativo).

Questa precisazione serve per chiarire che un programma CAD funziona seguendo le regole della trigonometria, quindi per stabilire in che direzione un oggetto deve essere creato, spostato o come in questo caso moltiplicato, bisogna inserire le giuste indicazioni trigonometriche.


Selezionato l’oggetto e confermato con il comando INVIO, si riaprirà la palette del comando SERIE:

Motivo09

Stabiliamo quante volte la linea dovrà essere moltiplicata verticalmente (3) selezionando il valore nel campo Numero di elementi su: Asse verticale: e quante in orizzontale nel campo Asse orizzontale: (il valore 1 corrisponde a nessuna moltiplicazione).

A questo punto, come nella trigonometria, stabiliamo in quale direzione dovremo moltiplicare la nostra linea. Se vogliamo che questa sia ripetuta verso il basso (4), il valore nel campo Spaziatura tra gli elementi su: Asse verticale: dovrà essere preceduto da un segno meno (semiasse negativo) e da un valore a nostra scelta (in questo caso ho inserito -0.4), mentre nel campo Asse orizzontale: potremo inserire qualunque valore, tanto non avrà effetto perché non abbiamo moltiplicazioni in quella direzione.

Approfondisco: il valore della distanza 0.4 preceduta dal segno meno, deve essere scritta con il punto “.” e non con la virgola “,” perché nel CAD, le virgole separano le coordinate spaziali, mentre il punto separa i decimali.

L’anteprima del risultato delle nostre scelte verrà mostrato in tempo reale nel riquadro in alto a destra sulla palette. Questo ci permetterà di capire subito se stiamo operando correttamente.

Il comando Angolo di serie: serve ad aggiungere una rotazione di un determinato angolo all’oggetto durante la sua moltiplicazione lungo una direzione.

Se tutti i valori sono corretti non resta altro che dare la conferma premendo OK.

Motivo10

Risultato della SERIE LINEARE

Vedremo a schermo il risultato ottenuto, ossia la Linea Rossa orizzontale ripetuta 75 volte con un passo di 0.4 verso il basso.


Proviamo a fare lo stesso esercizio nella direzione opposta.

Tracciamo una Linea gialla verticalmente e scegliamo il comando SERIE come prima.

Motivo11

Come prima scegliamo LINEARE e premiamo il pulsante per selezionare gli oggetti da moltiplicare.

Selezioniamo la Linea gialla e confermiamo premendo il tasto INVIO.

Anche in questo caso si riaprirà la palette del comando SERIE per permetterci di inserire i dati di moltiplicazione.

In questo caso dobbiamo ripetere la Linea gialla tante volte lungo una direzione orizzontale in modo da creare una griglia.

Motivo12

Nel campo Numero di elementi su: Asse orizzontale: metteremo un valore diverso da 1 perché ricordo, 1 equivale a zero per cui l’oggetto selezionato non sarà moltiplicato.

Nel campo Spaziatura tra gli elementi su: Asse orizzontale: inseriremo il valore di distanza tra le linee (io ho inserito a titolo esemplificativo 0.8 doppio rispetto al valore sull’asse verticale).

Anche in questo caso la piccola anteprima in alto a destra ci confermerà se i dati inseriti sono corretti.

Confermando, premendo OK, potremo vedere il risultato sul nostro disegno.

Motivo13

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Dic 182016
 

E’ natale e anche le tradizioni diventano smart. L’albero, storicamente uno dei simboli di queste festività si aggiorna grazie al contributo di una startup tutta italiana. Si tratta di Twinkly, una società che ha combinato un sistema di luci LED di ultima generazione con le decorazioni natalizie.

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Il progetto inizialmente promosso sulla notissima Kickstarter, ha raccolto più dei 50.000 euro previsti dalla campagna di finanziamento. La società italiana, insieme ad un consorzio di altre ditte internazionali, ha sviluppato un nuovo concetto di illuminazione basato su un sistema di 100 luci LED multicolore gestite autonomamente attraverso un software e comandate dallo smartphone tramite una connessione wi-fi diretta, quindi senza il passaggio da router.

Una App per sistemi iOS e Android, consente di comandare con un semplice tocco tutte le 100 luci singolarmente e di combinarle in infinite soluzioni con il solo limite imposto dalla nostra fantasia.

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Sul nostro smartphone comparirà l’immagine spaziale delle singole luci rilevate dal sistema attraverso la connessione wi-fi e con un dito ed un semplice tocco potremo cambiare colore, velocità, sequenza e disegno dell’illuminazione del nostro albero direttamente sullo schermo.

Albero03Il software mette a disposizione una serie di sequenze già pronte da utilizzare, ma fornisce tutti gli strumenti necessari a creare nuove e infinite combinazioni. E’ possibile realizzare fasce colorate, ma per i più bravi e pazienti anche banner animati, scritte o loghi personalizzati.

Il gruppo di luci, della lunghezza di 10 metri circa consente di addobbare un albero ad altezza uomo, ma la casa di produzione sta lavorando ad una nuova versione del software in grado di gestire fino a tre gruppi di luci contemporaneamente.

Già adesso comunque le luci sono disponibili per l’acquisto ad un costo di circa 70 euro, giusto in tempo per le imminenti vacanze natalizie.

Non mi resta quindi che augurarvi buon natale e buon divertimento con le luci smart.

 

GUARDA I VIDEO:
https://www.youtube.com/watch?v=w4iDFovueXY
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Dic 152016
 

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Innanzitutto grazie a tutti quelli che mi hanno votato e che sono stati i veri protagonisti di questo successo. Per me si tratta di un grande riconoscimento al lavoro, l’impegno e la passione con i quali ho costruito e contribuito a far crescere queste pagine.

Ci ho messo del tempo a realizzare che questo risultato era reale. In classe gli alunni mi chiedevano di verificare le votazioni visto che oggi era il 15, data della pubblicazione dei risultati. Non pensavo assolutamente di poter vincere per cui non ho dato peso alla cosa. Contemporaneamente mi è arrivata la email dal sitowebdellanno nella quale mi comunicavano che ero uno dei vincitori ed esattamente come sito dell’anno nella categoria “Carriera & Formazione”. Devo essere sincero ho riletto la email più di 5 volte non capacitandomi di quanto c’era scritto, anzi pensando si trattasse dello scherzo di qualcuno in coincidenza della data.

Solo dopo ho realizzato quanto letto. E ancora adesso stento a crederci.
Voti

Non posso che dedicare questa vittoria a tutti voi che ogni giorno mi seguite con passione e attenzione, a tutti quelli che mi hanno supportato e sopportato, a tutti i miei alunni che oggi hanno festeggiato in ogni modo possibile e immaginabile, a tutti quelli che mi hanno scritto congratulandosi e spronandomi. Grazie, grazie e ancora grazie.

Prof. BETTO

LINK:
Dic 092016
 

ROSE02

La navigazione sulla rete offre sempre nuovi spunti per articoli interessanti da raccontare e pubblicare. Questa volta mi sono imbattuto in un’opera architettonica che non supera alcun record, ma ha conquistato la mia attenzione per la sua unicità.

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Si tratta di un edificio realizzato nell’antica capitale del grande impero cinese, Beijing famosa in tutto il mondo per la grandiosità e raffinatezza delle sue opere architettoniche (la Muraglia Cinese, il Tempio del Cielo, la Città Proibita, ecc.) e la grazia delle decorazioni sulle sue pregiate sete. Dalle antiche tradizioni e dall’arte della decorazione dei tessuti è stato ispirato il team di architetti della NEXT Architects per la realizzazione di un edificio unico nel suo genere, il Museo delle Rose.

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Si tratta del primo Museo dedicato esclusivamente ad un fiore, alla sua storia, alla tradizione, al suo simbolismo. E questo edificio ne rappresenta in ogni angolo l’espressione più alta. Un enorme involucro traforato quasi fosse una texture di rose tridimensionali. Un guscio di acciaio che descrive il contenuto e consente alla luce di penetrare all’interno creando un contatto diretto tra lo spazio immenso dell’interno, circa 30.000 metri quadrati e l’esterno con i suoi giardini.

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La tradizione e la cultura cinese si mischiano con la tecnologia più avanzata all’interno dell’installazione; stampanti e tecnologie 3D consentono al visitatore non solo di conoscere e approfondire le informazioni sulle centinaia di specie di rose esistenti al mondo, sulla loro distribuzione geografica, sulla loro storia, sul loro utilizzo e sulla loro iconografia nella pittura e nelle arti, ma anche di poter creare liberamente e virtualmente la propria specie di questo fiore.

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La mostra prosegue all’esterno dell’edificio, con giardini d’autore, istallazioni artistiche e opere d’arte a tema, creando così nello spettatore il percorso virtuale che lo guida verso la conoscenza e l’approfondimento di questo elemento floreale tipico della cultura cinese, ricco di significati e simbolismi.

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Nov 272016
 

Abbiamo parlato molte volte di nuove tecnologie per la realizzazione di batterie per prodotti indossabili e per gli smartphone. Le batterie rappresentano oggi proprio per questi ultimi il vero tallone di Achille. I moderni cellulari, infatti svolgono una quantità enorme di funzioni e vengono usati in modo continuativo dai loro proprietari. Questo purtroppo si traduce in un consumo della batteria molto rapido che richiede continue ricariche anche giornaliere.

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Le nueve batterie cercano di far fronte a questi limiti e anche i produttori ottimizzando i software e l’hardware cercano di limitare i danni, ma la realtà è che bisogna ricaricare il proprio cellulare almeno una volta al giorno e serve del tempo affinché questa non raggiunga un livello accettabile. Inoltre, le batterie sono soggette a un lento ma progressivo decadimento dovuto all’uso; cioè man mano che le si utilizza, la durata diminuisce e i tempi di ricarica crescono.

Dagli studi condotti sulle nanotecnologie all’Università della Florida Centrale dal ricercatore Yeonwoong ‘Eric’ Jung forse si apre uno spiraglio per una soluzione definitiva.

Si tratta di un sistema che utilizza super condensatori flessibili che rispetto alle normali batterie utilizzate oggi, riescono a mantenere la propria stabilità per almeno 30.000 cicli di ricarica, ossia molto di più delle attuali. La loro struttura, inoltre, consente di immagazzinare l’energia molto più rapidamente di quelle al litio potendo così ridurre drasticamente i tempi di ricarica da qualche ora a pochi secondi.

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In pratica, questi condensatori sono composti da milioni di microscopici filamenti rivestiti da materiali bidimensionali capaci di far fluire gli elettroni molto più velocemente così da avere tempi di ricarica inferiori e sono rivestiti da nanomateriali capaci di fornire una superiore densità che consente un maggior accumulo di energia e potenza.

Si tratta è vero di un progetto ancora in fase sperimentale, ma i risultati fin qui ottenuti fanno ben sperare che si sia imboccata finalmente la giusta strada per realizzare la batteria definitiva, sia per gli indossabili che per le auto elettriche. Staremo a vedere.

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Nov 272016
 

Il futuro inizia ad essere presente. Alcune delle scene più incredibili viste in films di fantascienza che ci sembravano lontane o impossibili stanno per diventare realtà grazie ad una grande innovazione realizzata da un team di ricercatori internazionali a cui ha partecipato anche il fisico italiano Cristiano De Michele dell’Università la Sapienza di Roma.

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Si tratta di una nuova generazione di cristalli liquidi biocompatibili che consentono di trasmettere informazioni a grandissima velocità. Queste nuove fibre sono ottenute da filamenti di DNA sintetico disciolto in acqua le cui proprietà sono davvero straordinarie.

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Queste incredibili fibre sono state ottenute disegnando delle sequenze di DNA artificiale che a temperatura ambiente si allineano tra di loro disponendosi come delle barrette tutte nelle stessa direzione e con un certo ordine spaziale.

La disposizione di queste nanoparticelle è a gomito come nella foto qui di fianco con un preciso ordine spaziale, e la loro dimensione è davvero infinitesimale.

Ma qual’è il vantaggio e le straordinarie proprietà di queste microscopiche nanoparticelle? Oltre alla dimensione sono biocompatibili, ossia possono essere metabolizzate dall’organismo di qualunque essere vivente senza che queste possano in qualche modo danneggiarlo o interferire con le sue funzioni vitali.

DNA02

E’ facile adesso immaginare quali possano essere gli impieghi di questa incredibile innovazione. Schermi LED ad altissima resa e grande velocità di trasmissione direttamente sulla pelle del nostro corpo. Sistemi di trasmissione attivabili direttamente sul nostro corpo per ricevere chiamate anche in video, guardare trasmissioni televisive sul nostro braccio o su qualunque altra parte del corpo, tatuaggi luminescenti che cambiano colore o si accendono in base alle variazioni della temperatura del nostro corpo avvisandoci di ogni possibile variazione del nostro stato fisico.

Siamo solo all’inizio, ma questa scoperta è già molto promettente sin dai suoi inizi. Vedremo quali potranno essere le possibili applicazioni reali di questa nuova scoperta, ma è sicuro che presto ne sentiremo ancora parlare.

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Nov 262016
 

L’idea è avveniristica, e ne abbiamo già parlato ripetutamente. Il patron dell’impresa è uno che non conosce la parola impossibile: il miliardario Elon Musk promotore di idee fantastiche quali SpaceX per portare l’uomo su Marte e Tesla la prima autovettura completamente elettrica.

Hyperloop001

Ma tra i fantastici progetti che il denaro e la fantasia creativa di Musk stanno portando avanti, quella del treno a levitazione magnetica che viaggerà dentro un tubo a 1.000 Km/h, è probabilmente quella che vedrà la luce per prima. Soprattutto se il progetto approda negli Emirati Arabi Uniti, nazione dove anche qui, la parola impossibile non esiste.

Il progetto conta di collegare con il supertreno Hyperloop One (forse prima dell’Expo a Dubai del 2020) le due grandi capitali, Abu Dhabi e Dubai, che vedrebbero così ridotti i tempi di percorrenza e collegamento dall’attuale ora e mezza circa ad appena 10 minuti.

La società che fa capo a Musk, ma che dietro ha grandi nomi dell’industria mondiale, ha presentato i rendering di un ambizioso progetto che porterebbe l’incredibile treno fin nel cuore delle due città, creando delle stazioni chiamate “Hyperportals” dalla base del Burj Khalifa e del Dubai Mall a Dubai e alle Etihad Towers nel pieno nucleo vitale di Abu Dhabi.

I rendering mostrano come le strutture di questo tipo di trasporto potrebbero integrarsi perfettamente con realtà urbane già costituite portando il sistema di trasporto più innovativo al mondo fin nel cuore pulsante ed economico di queste, diversamente dagli aeroporti che restano confinati ben lontani dai centri abitati.

Hyperloop3 Hyperloop4
Ethiad Towers – Abu Dhabi Burj Khalifa – Dubai

A Dubai l’Hyperloop potrebbe giungere fin nel centro vitale della city, alla base del Burj Khalifa dove l’Hyperportal configurato come un sistema di anelli concentrici si fonderebbe perfettamente con lo spazio già antropizzato del contesto.

Hyperloop7

Stazione Hyperportal alla base del Burj Khalifa

Questa struttura ad anelli, all’interno, diventa un sistema di smistamento degli Hyperpod (le capsule dell’Hyperloop), sala di controllo, sala di accesso, giardino coperto. Lo sfasamento di altezza tra gli anelli serve a filtrare la luce naturale, impedendo di fatto la creazione di un ambiente cupo e angusto.

Percorsi circolari, ariosi, luminosi, ipermoderni, stabiliscono un nuovo modo per definire la stazione di un sistema di trasporto terrestre. L’ampio spazio centrale permetterebbe di creare uno spettacolare giardino al chiuso consentendo di aumentare l’ariosità e l’oasi di naturalezza all’interno di uno spazio costruito.

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Centro di controllo dell’Hyperportal

Un sistema di controllo computerizzato e proiettato su mega schermi, consentirebbe al viaggiatore di tenersi informato sullo spostamento di tutti gli Hyperpod in arrivo e partenza.

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Accessi all’Hyperportal

Hyperloop funziona infatti come una capsula che contiene un numero variabile di navette (pods) agganciate le une con le altre in fila. I pods hanno funzione diversificata: trasporto persone, trasporto merci, altro. Gli anelli concentrici fungono da sistema di smistamento dei pods; il viaggiatore acquistato il biglietto si reca nella postazione indicata per individuare il pod a lui assegnato per il viaggio. All’orario di partenza il pod si chiude e tramite un sistema di spostamento autonomo, si reca alla postazione di partenza dove viene assemblato dentro un Hyperloop per la partenza.

I sedili sono leggermente orientati verso la direzione di marcia soprattutto per le fasi di accelerazione, ma consentono loro liberamente di ruotare per consentire la socializzazione.

Nella configurazione meeting, invece, tavoli e sistemi elettronici consentono di creare un ufficio temporaneo dove poter coordinare e organizzare il proprio lavoro una volta giunti a destinazione.

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Hyperpod – configurazione Lounge per singolo viaggiatore

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Hyperpod – configurazione meeting o ufficio per chi viaggia per lavoro o in gruppo

12 minuti di viaggio e i circa 140 chilometri che separano Dubai da Abu Dhabi saranno percorsi.

L’Hyperportal di Abu Dhabi sorgerebbe alla base delle Ethiad Tower, uno dei simboli economici della città e si strutturerebbe come un sistema di ponti sospesi sopra il sistema di traffico e la grande viabilità della città.

Da un lato i box che conterrebbero i Pods che si sposterebbero solo su di un lato, dall’altro un’immensa vetrata aprirebbe la stazione con una vista spettacolare sulla città e sulle sue meraviglie architettoniche.

Vedremo se questo interessantissimo progetto vedrà la luce.

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Hyperportal di Abu Dhabi con vista delle Ethiad Tower

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Hyperportal di Abu Dhabi con il sistema di ponti ad anello

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Render notturno dell’Hyperportal di Abu Dhabi

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Nov 122016
 

Cerotto01Indossare dispositivi smart, in grado di consentirci di restare connessi e interagire con il mondo esterno e con i social cui siamo iscritti e contemporaneamente prestare attenzione al nostro stato fisico monitorandone le funzioni principali stanno diventando abitudini non più remote nel comportamento delle persone.

Il problema sorge quando è necessaria leggerezza e soprattutto autonomia. Come fare ad avere queste caratteristiche su un oggetto da indossare quotidianamente?

Scienziati e centri di ricerca sono costantemente all’opera consapevoli dell’enorme fetta di mercato che questi dispositivi trascinano con se. E le soluzioni ipotizzate sono tante anche se tra le molte, una si sta affermando proponendosi come la soluzione definitiva al problema.

Dalla ricerca del National Science Foundation Nanosystems Engineering Research Center condotta per conto dell’Advanced Self-Powered Systems of Integrated Sensors and Technologies (ASSIST) dell’Università del North Carolina, è stato sviluppato un sistema in grado di ottenere energia sfruttando il sudore o il calore che il corpo emette durante l’attività fisica.

Cerotto smart

Il sistema prevede una sorta di cerotto di circa 2mm di spessore, flessibile e di dimensioni contenute che una volta indossato impedisce al calore di dissiparsi. Lo strato adesivo sulla pelle è conduttivo e agisce in modo di far passare questo calore prima attraverso uno strato in cui è disposto un generatore termoelettrico, per poi disperdersi nell’aria. Contiene all’interno di una lamina flessibile, un generatore termoelettrico in grado di produrre elettricità quando la differenza di temperatura è di almeno 3 Celsius tra la pelle e l’aria circostante.

La piastrina, occupa una superficie di circa 7 cm quadrati ed è in grado di generare corrente per 40-50 μW (microwatt), ma nel caso in cui il soggetto che la indossa stia effettuando attività fisica, l’energia prodotta viene triplicata.

Questa quantità di energia consente di far funzionare un processore a basso consumo, sensori di pressione e temperatura e monitorare anche lo stato di idratazione della pelle. Potrà esservi inserito in seguito anche un sistema di trasmissione dati wireless o Bluetooth a basso consumo capace di far comunicare il cerotto con uno smartphone per la raccolta e elaborazione delle informazioni.

I ricercatori sono molto ottimisti in merito ai primi risultati ottenuti con questa soluzione e trovano che il sistema sia l’ideale per poter utilizzare dei dispositivi per il monitoraggio a lungo termine. Pensano, inoltre, che se la sperimentazione continuerà a dare questi risultati, molto presto vedremo questa tecnologia applicata su indossabili posti in commercio.

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Nov 062016
 

Superare l’insuperabile? C’è un luogo in cui si può.

Realizzare un grattacielo alto 200 metri oltre il  chilometro? Li è possibile.

Dove, il petrolio e il denaro vengono spesi per realizzare bellezza? A Dubai, ovviamente.

LA TORRE DEI RECORD: THE TOWER DUBAI

Lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, sovrano dell’Emirato di Dubai ha posto il 10 ottobre la prima pietra per la costruzione di quello che diverrà, da qui a 3 anni, il più alto edificio del pianeta superando abbondantemente l’altra torre dei records, il Burj Khalifa.

calatravaA progettarlo, una archistar di fama internazionale, l’architetto dei ponti e delle tensiostrutture, lo spagnolo Santiago Calatrava, vincitore pochi mesi fa del concorso per la realizzazione della torre di osservazione prevista nell’area di prossima edificazione di Dubai Creek Harbour per l’Expo del 2020.

Ed entro quella data la Emaar Properties, il colosso mondiale del settore immobiliare, ha previsto la fine dei lavori per la realizzazione dell’intera area del Creek Harbour il cui gioiello sarà la nuova torre The Tower appunto.

 

TheTower02

L’incredibile grattacielo dovrebbe superare abbondantemente l’altezza del Khalifa, ma il riserbo in tal senso è massimo per evitare che il preannunciato record possa essere vanificato da qualche altra costruzione sul pianeta, presumibilmente in Cina.

Il nuovo quartiere e la mega torre diverranno i nuovi simboli di una città oramai iconica, piena zeppa di edifici e opere architettoniche uniche, biglietto da visita della città degli eccessi per il prossimo Expo mondiale.

TheTower05

Il progetto vincitore, vede le classiche nervature di Calatrava sposarsi con simboli ed elementi tipici della cultura islamica.

Un minareto sospeso ad un’altezza vertiginosa, con un impianto che richiama il fiore del giglio, collegato al terreno da una struttura esile circondata da una complessa rete di cavi strutturali che ne assicurano la stabilità. Questo sistema consente di dare alla torre una forma slanciata, esile, e leggera; una freccia pronta ad essere scagliata contro il cielo le cui curve disegnate dai cavi, tracciano nell’aria le forme stilizzare delle foglie del giglio.

The-tower01

Architettura, avanguardia ma soprattutto sostenibilità, nelle soluzioni e nei materiali. La cima sarà completata con la Pinnacle Room, un enorme spazio aperto a 360° per una visione della città senza limiti giorno e notte.

Un grandioso giardino a 1.000 metri di altezza sopra il deserto, apribile come le finestre intarsiate di un minareto e dotato di balconate girevoli per creare punti di osservazione unici e sorprendenti.

TheTower03

Le nervature non avranno solo la funzione strutturale, ma diventeranno l’elemento più appariscente della città. Un sistema di illuminazione dinamico farà letteralmente vivere l’opera sia di giorno che di notte creando giochi di luce incredibili e personalizzabili per ogni occasione.

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Sostenibilità garantita dalle innovative soluzioni studiate dal team di Calatrava. L’edificio sarà dotato di un innovativo sistema di raccolta delle acque per il raffreddamento ad alta efficienza e usato per la pulizia delle facciate.

Sistemi di protezione all’irraggiamento solare consentiranno di regolare la temperatura durante l’arco di tutta la giornata e di migliorare l’efficienza energetica dell’intero complesso.

GUARDA I VIDEO:
https://www.youtube.com/watch?v=3U30OBUJ6iI
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Nov 052016
 
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Le pietre sono state tra i primi materiali utilizzati dall’uomo per le proprie esigenze. Esistono da milioni di anni e posseggono straordinarie caratteristiche di resistenza, compattezza e durata. Le pietre sono anche ignifughe, igieniche, atossiche.

Inizialmente l’uomo le utilizzò semplicemente trovando il modo di assemblarle, prima irregolarmente poi con maggiore precisione, ed in seguito con lo sviluppo di nuove tecnologie, riuscì a trasformarle profondamente creando nuovi materiali maggiormente resistenti, duraturi e qualitativamente migliori.

È per questo motivo che le pietre si possono classificare in naturali e artificiali.

LE PIETRE NATURALI

Le pietre naturali appartengono a tre grandi famiglie in base alla loro origine. Avremo così:

  1. rocce magmatiche o ignee;
  2. rocce sedimentarie;
  3. rocce metamorfiche.
Ciclo litogenetico

Ciclo litogenetico

1 – ROCCE MAGMATICHE o IGNEE

Sono rocce formatesi in seguito alla cristallizzazione di un magma (massa a temperatura elevata). Le rocce magmatiche possono classificarsi a loro volta in: rocce Plutoniche e rocce Vulcaniche.

  • Le rocce magmatiche Plutoniche, sono rocce formatesi all’interno della crosta terrestre e possono trovarsi in superficie per cause tettoniche e geomorfologiche;
  • Le rocce magmatiche Vulcaniche, sono rocce formatesi sulla superficie terrestre; il magma è portato in superficie attraverso il fenomeno del vulcanismo (fuoriuscita di lava).

Sono rocce ignee i graniti ed i basalti.

2 – ROCCE SEDIMENTARIE

Sono rocce costituite da materiali (chiamati sedimenti) provenienti dalla disgregazione di rocce preesistenti. La loro formazione avviene in quattro fasi, chiamate “ciclo sedimentario”:

  • I fase: alterazione delle rocce preesistenti sulla superficie terrestre con formazione di detriti solidi.
  • II fase: trasporto del materiale detritico ad opera dei fiumi, dei venti, dei ghiacciai, ecc.
  • III fase: deposizione (sedimentazione) del materiale in ambienti diversi (continentale, marino, ecc.). La sedimentazione avviene per strati successivi.
  • IV fase: formazione della roccia (litificazione dei sedimenti) dovuta alla pressione esercitata da altri sedimenti che si accumulano via via sopra di essi.

Sono rocce sedimentarie i calcari e le arenarie.

3 – ROCCE METAMORFICHE

Sono rocce che hanno subìto modificazioni nella composizione mineralogica o nella struttura e nella tessitura in seguito a mutamenti di temperatura e pressione (metamorfismo). Il metamorfismo avviene sempre in profondità nella crosta terrestre. Tutte le rocce (magmatiche, sedimentarie, metamorfiche) possono essere soggette al metamorfismo.

Sono rocce metamorfiche i marmi e gli alabastri.

LAVORAZIONI:

La lavorazione delle pietre naturali prevede una serie di operazioni che vanno dall’estrazione delle rocce dalla cava alla suddivisione in blocchi di forma e dimensioni determinate.

Il loro assemblaggio può avvenire o attraverso una sovrapposizione di elementi regolari e squadrati oppure attraverso una aggregazione di elementi grezzi utilizzando materiali esterni quali malte o cementi per garantire la loro tenuta.

Le pietre naturali venivano utilizzate per l’edificazione di strutture murarie, ma oggi grazie all’avvento delle pietre artificiali, vengono utilizzate per scopi decorativi o di rivestimento. A questo scopo le pietre subiscono ulteriori lavorazioni atte a conferire loro prestazioni ed estetica migliori. Le lavorazioni di finitura sono:

  • Levigatura;
  • Lucidatura;
  • Bocciardatura;
  • Sabbiatura;
  • Fiammatura.

Levigatura – E’ una lavorazione che conferisce al materiale una superficie liscia e piana.

Lucidatura - Dona alla superficie lucentezza, specularità esaltando al massimo la naturale colorazione della pietra.

Bocciardatura – Lavorazione che rende la superficie della pietra ruvida.

Sabbiatura – Consiste in una incisione della superficie per mezzo di getto di sabbia sotto pressione.

Fiammatura – Viene impiegata per conferire un aspetto di naturalezza alla pietra utilizzando il calore di una fiamma.

Levigatura/Lucidatura Bocciardatura Sabbiatura Fiammatura
LE PIETRE ARTIFICIALI

L’approfondita conoscenza delle pietre naturali, ha consentito all’uomo di creare nuovi materiali con caratteristiche eccezionali chiamate appunto pietre artificiali. Tra queste, quelle più utilizzate nel campo delle costruzioni o per la realizzazione di utensili e oggetti vari, sono i laterizi e le ceramiche.

Argilla

Argilla

In entrambi i casi la materia prima utilizzata per la loro creazione è una roccia di tipo sedimentario diffusa su tutto il pianeta nota con il nome di argilla. Questa, grazie all’acqua e al calore, può essere impastata e formata e mantenere la forma.

Le pietre artificiali possono essere di due tipi:

  • a pasta porosa;
  • a pasta compatta.

I prodotti a pasta porosa sono quelli che presentano una porosità più o meno accentuata in funzione del tipo di cottura o di impasto utilizzato. Sono pietre artificiali a pasta porosa i laterizi.

I prodotti a pasta compatta sono quelli che non presentano porosità e sono impermeabili per effetto della vetrificazione delle particelle avvenuta spingendo le temperature di cottura a gradi molto elevati. Sono pietre artificiali a pasta compatta le ceramiche, i grès e le porcellane.

PRODOTTI A PASTA POROSA: LATERIZI

I laterizi hanno un’origine antica, dovuta alla necessità dei popoli delle zone umide del pianeta di rendere impermeabili le coperture a terrazza. Il processo di cottura dei mattoni può essere attribuito ai Sumeri, estesosi poi all’intera Mesopotamia.

Si definiscono laterizi il mattone pieno o forato, la pignatta, la tavella, la volterrana, il coppo, la tegola, vari ornamenti architettonici ed altri elementi utilizzati in edilizia.

Laterizi04

I mattoni sono sicuramente i prodotti principali tra i laterizi ed hanno generalmente una forma parallelepipeda con misure regolari e uniformate di 25*12-5,5 cm. La loro produzione avviene in appositi forni continui di tipo a tunnel, in grado di cuocere contemporaneamente centinaia di essi.

Forno a tunnel

PROPRIETÀ

I laterizi impiegati nelle costruzioni devono possedere buone qualità di resistenza, di durezza, scarsa penetrabilità all’acqua e facile aderenza alle malte. Tra le proprietà di un buon laterizio, possiamo allora elencare:

Peso di volume – Il peso del laterizio dipende dal modo in cui viene prodotto. Se fatto a mano, la massa sarà più porosa e il peso di conseguenza minore. Per quelli pressati o estrusi sotto vuoto la massa sarà molto più compatta ed il peso maggiore.

Porosità e imbibizione – Il laterizio è un materiale poroso e questo è vantaggioso per le proprietà termiche, per lo scambio igrometrico e per l’areazione dei muri. Una eccessiva porosità può però essere pericolosa in caso di gelo.

Impermeabilità – E’ la capacità di non lasciarsi attraversare dall’acqua.

Gelività – I laterizi prodotti con argille che hanno una elevata temperatura di cottura risultano poco o affatto gelivi.

Resistenza a compressione

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PRODOTTI A PASTA COMPATTA: CERAMICHE

Vaso ellenicoLa parola ceramica deriva dal greco kèramos che significa appunto “argilla“.

Le prime ceramiche dipinte risalgono al periodo neolitico, nel quale si utilizzavano pigmenti naturali per dipingere l’argilla decorativa delle pareti delle grotte.

Nell’antica Grecia si dipingeva la ceramica con immagini color terracotta e nero a disegno geometrico.

Nel ‘700 si diffuse in Europa anche la porcellana tecnica importata dalla Cina.

La ceramica è un materiale molto duttile allo stato naturale, rigido dopo la fase di cottura e il suo colore varia, a seconda degli ossidi contenuti nelle argille: da giallo a rosso scuro con ossidi di ferro, da bianco a giallo con ossidi di titanio. Può essere smaltata e decorata.

Anche le ceramiche possono essere:

  • a pasta compatta con bassissima porosità e impermeabilità ai gas e ai liquidi, molto resistenti alla scalfitura; ad esempio grès e porcellane.
  • a pasta porosa hanno pasta tenera e assorbente, più facilmente scalfibile e tra queste troviamo le terraglie, le maioliche e le terracotte.

Gresgrès si ottengono mescolando argille naturali cotte ad una tempratura compresa tra i 1200 °C e i 1350 °C. L’alta temperatura fa si che avvenga un fenomeno detto di greificazione dell’impasto, che attribuisce a questo resistenza alle abrasioni, impermeabilità e longevità.

Approfondisco: la greificazione è il fenomeno di saldatura dei granuli, nel processo di cottura dei prodotti ceramici, che determina un aumento della resistenza meccanica e dell’impermeabilità.

Porcellane1
La porcellana è stata inventata in Cina attorno al VIII secolo. Il componente principale è una particolare argilla bianca chiamata caolino che viene cotta a temperature tra i 1300 e i 1400 °C. Tra le sue caratteristiche la lucentezza e l’assoluta mancanza di porosità.

TerraglieLe Terraglie sono tipi di ceramica a corpo bianco, impasto fine, leggero e poroso, ottenute per cottura al forno di una pasta di argilla, quarzo e feldspato ricoperti da una vernice trasparente.

Maiolica1Le Maioliche o Faenze sono tipi di ceramica a pasta colorata, porosa, rivestita con uno smalto bianco, brillante, a base di ossido di piombo e di stagno.

TerracottaLe Terracotte dopo la cottura presentano una colorazione che va dal giallo al rosso mattone, grazie alla presenza di ossidi di ferro. La cottura si effettua sotto i 1000 °C.

CICLO DI LAVORAZIONE

La produzione dei laterizi e delle ceramiche, prevede una serie di fasi ben precise attraverso le quali dalla materia prima, l’argilla, si produce ogni sorta di manufatto utile per la realizzazione dei nostri edifici come per gli oggetti di uso quotidiano. Le fasi di lavorazione per arrivare al prodotto finito sono le seguenti:

  1. Estrazione;
  2. Miscelazione;
  3. Formatura;
  4. Essiccamento;
  5. Prima cottura;
  6. Decorazione;
  7. Cottura finale.

1 – Estrazione – l’argilla viene estratta dai giacimenti superficiali o poco profondi per mezzo di ruspe o escavatrici.

2 – Miscelazione – per poter essere lavorata l’argilla deve essere impastata e resa omogenea attraverso la sua miscelazione con acqua eliminando le impurità all’interno di apposite macchine miscelatrici.

3 – Formatura – prima di essere inserita nei forni, l’argilla opportunamente impastata deve assumere la forma finale. Questo può avvenire per estrusione, pressaturacolaggio.

  • nell’estrusione, l’argilla è costretta a passare attraverso un’apertura detta filiera, con profilo prestabilito. Si crea così un filone continuo del manufatto da produrre che viene poi tagliato automaticamente dalla macchina in pezzi della lunghezza voluta. Si producono con l’estrusione la maggior parte dei mattoni pieni e forati per pareti e solai.
Estrusione

Estrusione di mattoni

  • nella pressatura, l’argilla viene costipata con delle presse all’interno di appositi stampi la cui forma riprende il manufatto da produrre. Sono ottenute con pressatura, le piastrelle e alcuni tipi di tegole.
Pressa per piastrelle

Pressa per piastrelle

  • nel colaggio, l’argilla resa particolarmente fluida, viene colata in stampi di forma anche molto complessa per realizzazione prodotti ceramici di forma irregolare. Sono ottenuti con il colaggio, gli apparecchi igienico sanitari.
Colaggio

Formatura di un WC per colaggio in stampi di gesso

4 – Essiccamento – prima della cottura, i manufatti in argilla debbono essere essiccati, ossia deve essere ridotta la percentuale di acqua in essi contenuta per evitare fratturazioni o deformazioni durante la fase di cottura per la sua rapida evaporazione.

5 – Prima cottura – è la fase più importante, quella in cui l’argilla subisce profonde trasformazioni fisico-chimiche. A seconda della temperatura raggiunta è possibile produrre laterizi o prodotti ceramici, quindi paste a base porosa o compatta.

6 – Decorazione – una volta cotto, il pezzo, può essere successivamente decorato attraverso l’applicazione di sostanze coloranti opache, gli smalti, o trasparenti, la vetrina.

7 – Seconda cottura – consiste in una seconda cottura del prodotto e serve a far fondere lo strato decorativo sul supporto in modo che gli smalti o la vetrina aderiscano profondamente al materiale sottostante.

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Fullrene02Alcuni nuovi materiali, potrebbero consentire nell’immediato futuro di inserire orologi dalla precisione assoluta all’interno di apparecchiature piccole e compatte come gli smartphone o gli smartwatch.

Alcune proprietà associate agli atomi di azoto contenuti nelle molecole di fullrene, potrebbero rendere questa possibilità una realtà facendo si che, sia il tempo che lo spazio (GPS), possano essere misurati con assoluta precisione.

E’ infatti frutto della ricerca che stanno conducendo gli scienziati del Designer Carbon Materials, una startup dell’università di Oxford, l’applicazione del fullrene (C60) come strumento per misurare il tempo. La combinazione con l’azoto rende questa incredibile molecola (N@C60) perfetta per misurarlo fornendo strumenti capaci di superare tutte le attuali limitazioni ed errori.

Fullrene03

Orologio al Fullrene

La startup ha da poco venduto ad un consorzio di società statunitensi e britanniche circa 200 milligrammi del suo fullrene (C60) alla modica cifra di 32.000 dollari statunitensi per lo studio delle sue proprietà. Per rendersi conto del valore di questo materiale basti pensare che 200 milligrammi corrispondono ad una quantità pari alla metà di un capello umano. Un grammo di fullrene può arrivare a costare anche 100 mila dollari.

Il fullrene è stato scoperto nel 1985 ed altro non è che una molecola che contiene 60 atomi di carbonio che racchiudono al loro interno un atomo di azoto (C60). E’ noto anche con il nome di buckminsterfullerene in onore dell’architetto Richard Buckminster Fuller famoso per la realizzazione della prima cupola geodetica nel 1954 la cui struttura richiama proprio quella del fullrene.

Fullrene01

Richard Buckminster Fuller e la sua cupola geodetica

Il fullrene può assumere due forme:

  • sferica (C60) e ellissoidale (C70) (buckyball);
  • tubolare (buckytube o nanotubolare).

Il problema allo sviluppo di queste tecnologie è legato al loro eccessivo costo, ragion per cui, una loro possibile utilizzazione in strumenti di massa come gli smartphone potrà avvenire solo nel momento in cui il loro prezzo scenderà ad un livello accettabile.

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