Set 212018
 

Uno dei sogni degli uomini, oltre a saper volare, è quello di poter nuotare negli abissi marini come un pesce. Nei film di fantascienza e nei fumetti con i supereroi questo è già possibile, ma nella realtà questo resta un sogno. Usando maschere, bombole e altre attrezzature ingombranti, l’uomo riesce ad immergersi ad alcune decine di metri per un tempo piuttosto limitato, ma il nuotare liberi come i pesci certo è ancora un sogno. Almeno fino ad adesso.

Infatti, grazie agli studi di Jun Kamei, un designer e scienziato dei materiali del Royal College of Art, questo sogno potrebbe diventare una realtà. Lo scienziato ha realizzato un particolare equipaggiamento per immersioni in grado di trasformare gli uomini in creature marine capaci di respirare anche nell’acqua. Si chiama Amphibio, l’equipaggiamento leggero e facilmente indossabile che dota gli uomini di questa incredibile capacità. Si indossa quasi fosse una sciarpa, questo indumento realizzato in uno speciale materiale poroso e idrofobico che dona le branchie agli uomini. Il materiale con cui è realizzato, infatti, consente la respirazione prelevando l’ossigeno dall’acqua circostante e espellendo l’anidride carbonica accumulata nel sistema, verso l’esterno.

Questo materiale è stampabile e configurabile attraverso un processo 3D, quindi con relativa facilità.

Il prototipo funziona perfettamente, ma per la realizzazione di branchie umane, ancora il lavoro da fare è tanto. Infatti, realizzare un sistema funzionante su un uomo adulto richiederebbe con l’attuale capacità di scambio ossigeno-CO2, una superficie di circa 32 metri quadrati, evidentemente eccessivi per poter scendere in acqua.

La strada è stata aperta, vedremo se lo scienziato riuscirà a cambiare radicalmente il nostro modo di osservare il mondo sottomarino.

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Feb 112017
 

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La carta è un materiale riciclabile al 100% anche se questo processo richiede l’impiego di tanta energia e l’uso in alcuni casi di prodotti tossici o non propriamente compatibili con l’ambiente. Inoltre, la quantità che se ne produce, da sola è un grande carico per il nostro sistema di smaltimento. Molta della carta che utilizziamo ha, se ci facciamo caso, una vita utile molto breve; si pensi ai quotidiani o agli imballaggi di prodotti freschi che vengono utilizzate per tempi molto brevi a volte solo pochi giorni.

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E’ proprio su questa specifica tipologia di carta che il ricercatore Wenshou Wang della Shandong University cinese, insieme ai ricercatori della University of California e della Berkley University, stanno lavorando. In pratica, hanno realizzato un nuovo tipo di carta basata su nanotecnologie, in grado di essere scritta con la sola presenza della luce ed esattamente con i raggi Ultra Violetti.

Il team di ricercatori ha ricoperto un normale foglio di carta con un materiale nanotecnologico che è possibile stampare e cancellare senza l’utilizzo dei colori o degli inchiostri.

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Wenshou Wang

Si tratta di un materiale che cambia colore quando viene esposto a sorgenti luminose. In pratica questo foglio è rivestito con una pellicola composta da due nanoparticelle: il blu di Prussia, un inchiostro molto conosciuto dagli artisti, non tossico ed economico e il biossido di titanio (TiO2) un semiconduttore. L’inchiostro blu ha la caratteristica che diventa completamente trasparente se acquisisce elettroni, mentre il biossido è un materiale fotocatalitico in grado di accelerare le reazioni chimiche in presenza di raggi UV.

Approfondisco: la fotocatalisi è l’azione in virtù della quale alcuni materiali semiconduttori, per es. l’ossido di zinco e il biossido di titanio, sotto l’azione della luce possono dar luogo a reazioni di riduzione o di ossidazione di sostanze indesiderate presenti anche in piccole quantità.

Il foglio si presenterà di conseguenza di colore blu prima di essere utilizzato per la presenza del blu di Prussia. La stampa avviene attraverso l’esposizione del foglio ai raggi UV; in questo modo, lo strato di biossido di titanio verrà eccitato dalla luce emettendo elettroni che, catturati dallo strato di colore ne realizzeranno la depigmentazione. In pratica, il foglio diventerà completamente trasparente tranne nelle parti non toccate dai raggi UV. In questo modo il testo o le immagini stampate resteranno in evidenza, in questo caso di colore blu.

Questa trasformazione, resta attiva per un periodo di circa 5 giorni, dopo i quali, lentamente ritornerà alla condizione iniziale, ossia completamente blu. Tale processo può essere accelerato, sottoponendo il foglio all’azione di un calore a 120°C per circa 10 minuti.

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Usando pigmenti diversi dal blu di Prussia, è possibile stampare in altri colori. Ora i ricercatori stanno lavorando per la realizzazione di una stampante in grado di stampare e cancellare immagini su fogli trattati con queste nanoparticelle.

E’ possibile già immaginare l’impatto sull’ambiente e sui costi di una carta del genere che non deve essere riciclata, ma solo ristampata infinite volte senza mai essere gettata; non saranno necessari colori di alcun genere e smaltimento di toner e cartucce esauste. Giornali, volantini pubblicitari e tutto ciò che necessita solo una stampa temporanea potranno essere realizzate con questo nuovo prodotto e risparmiare all’ambiente processi lunghi e comunque inquinanti per il recupero della carta da macero.

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Ago 042016
 

Basti pensare ai Pokemon che in pochissimo tempo hanno conquistato il mondo video ludico per capire come alcune tecn0logie, figlie di un’intuizione azzeccata possano creare mode, dare dipendenza, cambiare il modo con il quale noi interagiamo con ciò che i circonda.

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A Londra, sulla scia di una innovazione del momento, la stampa in 3D, è stato aperto il primo ristorante in 3D FoodInk. Qui, tutto ma proprio tutto, incluso il cibo sono ottenuti attraverso l’uso di stampanti tridimensionali.

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Tavolo, posate, piatti e bicchieri sono stampati in tempo reale per l’uso all’interno del locale. Anche il cibo, una selezione di piatti a metà tra la cucina tradizionale è quella molecolare, è ottenuto tramite stampanti apposite che plasmano le pietanze utilizzando prodotti da cucina al posto delle resine. I piatti del menù sono per il momento solo 9 e la stampante è realizzata dalla byFlow, azienda specializzata nel settore.

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I commensali che hanno potuto provare queste delizie culinarie sono stati pochi e selezionati clienti, ed hanno dovuto sborsare la non indifferente cifra di 264 euro per la cena in 3D.

Questo progetto innovativo ha avviato il suo tour promozionale a Londra, ma presto sarà allestito anche a New York, Berlino, Dubai e Seoul in Korea. In Italia il ristorante 3D è atteso per il mese di ottobre di quest’anno probabilmente nelle città di Roma e poi di Torino.

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Feb 182014
 

Stampa01Il professor Sean Xia-An Zhang della Jilin University, insieme ad un team di stretti collaboratori ha inventato una stampante che, al posto del normale inchiostro, usa l’acqua per imprimere testo e immagini su carta. La nuova stampante, denominata “water-jet” permette di riscrivere su un foglio speciale, non quindi della solita carta che utilizziamo per stampare, fino a 50 volte. Questo è possibile in quanto, l’inchiostro si dissolve dal foglio dopo meno di un giorno dalla sua stampa, se mantenuto a una temperatura inferiore ai 35 gradi. A temperature più elevate la dissolvenza risulta ancora più rapida. Ancora questa tecnologia presenta dei limiti dovuti al fatto che è possibile stampare in un solo colore, il blu ma sono allo studio nuove tecnologie per stampare a colori come un comune stampante.

La caratteristica della dissolvenza dell’inchiostro in così poco tempo rende questa stampante realmente “green” ed è compatibile con il dato che ci riferisce che in un ufficio, mediamente le stampe sono lette solo una volta prima riessere cestinate. Ancora meglio se si considera che il foglio può essere ristampato fino a 50 volte con un risparmio di carta e alberi non indifferente.

Vedremo quali saranno gli ulteriori sviluppi di questa tecnologia di stampa.

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