Ago 032021
 

Uno dei principali obiettivi a livello internazionale, è quello di riuscire ad eliminare o a ridurre sensibilmente l’utilizzo di materie plastiche, grande fonte di inquinamento dei mari e delle terre e anche a causa di un’impronta ecologica piuttosto negativa dal punto di vista delle emissioni nocive sia per la sua produzione che per il suo smaltimento.

Questo è diventato l’obiettivo della maggior parte delle multinazionali le quali sono sempre più impegnate nella realizzazione di prodotti e soluzioni alternative all’uso delle materie plastiche. Una delle più grandi aziende a livello mondiale la Procter and Gambler, in collaborazione con Paboco (The Paper Bottle Company) ha avviato la produzione della prima bottiglia che utilizza materiali riciclabili e bio-compatibili riducendo, così, drasticamente l’utilizzo della plastica. La società, multinazionale nota per marchi quali Gilet, Panten, Oral-B, ha avviato un progetto pilota che si svolgerà in Europa nel 2022. Lo scopo è quello di estendere l’utilizzo di confezioni di carta realizzate in modo da integrarle sempre di più nel portfolio dei propri prodotti.

Il progetto, sviluppato dalla Fabric & Home Care, una delle società facenti parte del gruppo internazionale, riferisce di essere fortemente impegnata nella riduzione della plastica nelle sue confezioni. Il progetto ambizioso è quello di arrivare nel 2030 a ridurre l’uso della plastica vergine del 50%, ma già prima ridurre l’utilizzo della plastica del 30% entro il 2025 e realizzare packaging 100% riciclabili già entro il 2022.

Il progetto, promette di diventare realtà e di avere un grande successo anche perché patrocinato da altri giganti del settore come la the Coca-Cola company, CarlsBerg Group, l’Oréal e tante altre impegnati tutti nell’obiettivo comune di sviluppare la prima bottiglia al mondo in carta riciclabile di origine completamente biologica.

Il progetto pilota ha già prodotto il primo di questi nuovi contenitori per uno dei marchi del gruppo, Lenor, dove la società ha dovuto affrontare i grossi problemi legati all’adozione di un packaging in grado di conservare liquidi ma fatto di carta.

Questo prototipo, rappresenta il primo passo verso il packaging bio-based. Si tratta di un contenitore, in carta certificata FSC, quindi di origine sostenibile che presenta però una sottile barriera, attualmente in plastica PET riciclata al suo interno, ma l’obiettivo è quello di realizzare una bottiglia che possa integrare questa barriera direttamente nella fodera di plastica creando così una bottiglia 100% di origine biologica e completamente riciclabile.

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Giu 202021
 

Abbiamo spesso parlato della poca sostenibilità delle navi e del loro alto grado di inquinamento dovuto ai vetusti sistemi di propulsione che emettono grandi quantità di CO2 sia nell’atmosfera che in mare. Tante sono le soluzioni e gli studi in corso finalizzati a migliorare l’efficienza di queste e ridurne l’emissione di CO2, ma una originalissima idea è stata presentata al Movin’On 2021, il summit globale dedicato alla mobilità sostenibile, da uno dei giganti degli pneumatici ossia la Michelin. L’azienda ha presentato il progetto WISAMO acronimo delle parole Wing Sail Mobility e si tratta di una vela telescopica gonfiabile automatizzata compatibile sia con le navi mercantili che con le più piccole imbarcazioni private.

Il progetto, frutto della collaborazione con Michel Desjoyaux, skipper di fama mondiale e ambasciatore del progetto “all sustainable”, è stato presentato dal reparto ricerca e sviluppo Michelin e realizzato da due inventori svizzeri. Si tratta di una gigantesca vela gonfiabile strutturata e pensata per canalizzare il vento. Il sistema è adattabile sia a navi esistenti sia integrata all’interno di nuove imbarcazioni. Questa, è capace di fornire una nuova risorsa propulsiva gratuita, inesauribile e non inquinante così da permettere alla nave di consumare meno carburante ed impattare meno sull’ambiente.

L’idea nasce evidentemente per equipaggiare le navi cargo e le petroliere, le più inquinanti in modo da fornire un 20% di energia propulsiva in più riducendo drasticamente l’utilizzo dei loro motori. La vela è strutturata in maniera tale da massimizzare l’efficienza a molte andature, soprattutto nella modalità di bolina (sopravvento) e può essere utilizzata lungo tutte le rotte marittime. La vela è montata su un albero telescopico retraibile, per facilitare l’ingresso delle navi nei porti o per passare sotto i ponti.

La collaborazione di Desjoyaux, esperto velista è finalizzata a testare la soluzione in condizioni reali lungo le trafficate rotte marittime e questo sistema sarà installato probabilmente per la prima volta nel 2022 su una nave mercantile quando Michelin avrà completato la fase di test del sistema.

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Set 192019
 

Spesso veniamo informati dei media sulle condizioni non proprio ottimali delle nostre strade. Buche, manto stradale non idoneo alla carrabilità, cedimenti. Da anni si cerca una soluzione al problema utilizzando nuove miscele di asfalto capaci di resistere sempre di più all’usura, all’azione degli agenti atmosferici e a tutte quelle azioni meccaniche che tendono a modificarne la condizione iniziale.

Forse la soluzione a questo problema giunge proprio dall’Italia, dove Interchimica, un’azienda italiana leader mondiale nello sviluppo di soluzioni high-tech per l’asfalto e Directa Plus, produttore di prodotti a base di grafene, hanno stretto un accordo e realizzato per la prima volta una nuova miscela di asfalto basata sul materiale del futuro ( leggi, WONDER MATERIAL: GRAFENE), chiamato Gipave. 

Secondo quanto riportato dei calcoli della stessa Interchimica, la nuova super miscela stradale, permetterà di realizzare strade 3 volte più resistenti che con il tradizionale asfalto. Inoltre questo nuovo materiale resiste alla fatica il 250% in più e incrementa la resistenza al passaggio dei veicoli del 35% migliorando così anche la resistenza alla deformazione e riducendo in modo consistente le tracce lasciate dagli pneumatici.

L’esperimento è stato realizzato proprio lì dove le problematiche stradali sono state più volte evidenziate dai mass media, cioè a Roma sulla strada provinciale Ardeatina dove, una società indipendente ha effettuato l’analisi delle performance del manto stradale. I risultati sono stati in linea con quelli comunicati da Interchimica e questo aperto la strada alla sperimentazione in altre regioni italiane e in altri paesi quali Oman, Regno Unito e U.S.A.

L’amministratore delegato di Interchimica in un’intervista, ha affermato che gli esperimenti condotti sull’Ardeatina, sono stati effettuati semplicemente per validare sul campo i risultati già ottenuti in laboratorio. L’altro aspetto incredibile di questo nuovo materiale e che queste strade sono riciclabili al 100%, prodotte a bassa temperatura, durature, senza buche e rispettose dell’ambiente. Le strade infatti ottenute con questo nuovo materiale potranno essere smontate e ri-pavimentate all’infinito utilizzando sempre il materiale dello smontaggio riducendo così anche gli interventi di manutenzione.

Il punto di forza sicuramente di questo nuovo composto sta nella sua capacità di reggere meglio alle escursioni climatiche soprattutto al grande caldo e al grande freddo. Le sperimentazioni, infatti, in Gran Bretagna e in Oman hanno appunto questo scopo, ossia testare il prodotto in quelle condizioni estreme opposte.

Gipave è frutto di uno studio durato ben tre anni e al termine del quale, nel novembre 2017, la società ha depositato il brevetto di questo super modificatore.

L’uso di Gipave, è pensato per strade a grande traffico, quali autostrade, aeroporti e porti e l’obiettivo primario è quello di creare un nuovo sistema capace di essere al passo con le richieste tecnologiche del momento ed essere altamente sostenibile.

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Apr 182016
 

CASA OFF-GRID05

Anche l’architettura e gli architetti sono impegnati nella ricerca di soluzioni smart e soprattutto eco-compatibili. Il mercato vuole case in classe A e l’uso di materiali non inquinanti e riciclabili. Deve poi essere demotica e autosufficiente, cioè in grado di prodursi l’energia necessaria attraverso sistemi che sfruttano le fonti alternative non inquinanti.

E’ dello studio S.O.M., Skidmore, Owings & Merrill, l’ultimo progetto in ordine di tempo sulla sostenibilità e l’alta efficienza energetica. Realizzato a Oak Ridge in Tennessee (U.S.A.), i progettisti hanno costruito il più grande oggetto mai realizzato con una stampante 3D.

CASA OFF-GRID01

Il progetto prende il nome di AMIE 1.0 ed ha la conformazione di una grande roulotte facilmente trasportabile. Le pareti con cui è realizzata, assolvono molteplici funzioni; da quella strutturale a quella di isolamento termico capace di proteggere la casa anche dall’umidità. L’intera struttura è realizzata con materiali facilmente assemblabili senza necessità di manodopera e senza sprechi.

CASA OFF-GRID02

Presenta una superficie per l’80% opaca e per il restante 20% trasparente, studiata per ottimizzare l’irraggiamento solare invernale, l’ingresso naturale della luce e per evitare il surriscaldamento estivo.

La superficie di poco meno di 45 metri quadrati con un’altezza di 3,7 metri consente comodamente lo svolgimento delle attività al suo interno e l’organizzazione di più spazi funzionali.

CASA OFF-GRID03

Sulla copertura sono integrati pannelli fotovoltaici capaci di produrre energia sia per la costruzione che per l’automobile progettata per il suo spostamento. L’auto, inoltre, produce energia dalle frenate contribuendo tramite accumulatori a fornire energia durante la parte della giornata non irraggiata dal sole.

CASA OFF-GRID04

Questa casa off-grid, nasce dalla collaborazione dello studio S.O.M. con l’Università del Tennessee e mira a diventare un progetto pilota di abitazione sostenibile.

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https://www.youtube.com/watch?v=o3o-h8tsp2w

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Dic 102011
 

I prodotti della ricerca nel campo edilizio sono tantissimi; alcuni hanno la fortuna di passare dallo stadio di prototipo alla realizzazione vera e propria, altri rimangono allo stadio di idea progettuale. Ma in ogni caso, ognuna di queste bio-innovazioni, rappresenta un tassello in avanti, che l’architettura compie nel suo avvicinarsi oltre che alle esigenze della committenza anche a quelle dell’ambiente.

Di seguito alcune di queste realizzazioni e alcuni questi prototipi che, non hanno l’intenzione di essere i migliori, ma di rappresentare in qualche modo differenti modi o differenti proposte con cui gli architetti cercano di integrare la loro capacità creativa con le esigenze sempre più urgenti di un ambiente martoriato e per troppo tempo dimenticato. Buona lettura e buona visione.

WORLD TRADE CENTER

Città / Stato: Manama City / Bahrain

Si tratta di un edificio avveniristico e all’avanguardia ultimato nel 2008 progettato dallo studio Atkins: due grandi torri di vetro e acciaio che ricordano due grandi vele e sono unite da tre piloni su cui sono state montate altrettante grandi pale eoliche. L’architetto si è posto, in questo caso, anche il problema di rendere ecologica la sua creazione, dotandola di un sistema per produrre energia rinnovabile. Le due torri gemelle possono così autoprodurre il 15% dell’elettricità che consumano, anche grazie alla loro forma, che convoglia verso le grandi pale il vento che proviene dal golfo. All’interno delle vele panoramiche, alte 240 metri, si potranno trovare negozi, ristoranti, uffici e un albergo a 5 stelle.

COR BUILDING

Città / Stato: Miami / U.S.A.

Tra i progetti più recenti emerge quello per il “COR Building” un ecograttacielo che cambierà lo skyline del Design District di Miami, già famoso per l’architettura decò degli anni venti più che per le recenti realizzazioni contemporanee.

Il progetto, realizzato anche grazie alla consulenza in campo energetico di Buro Happold, ed in ambito strutturale di Ysreal Seinuk, incorpora sia residenze che uffici che spazi commerciali ed integra tecnologie pulite con l’uso di turbine eoliche pannelli fotovoltaici e pannelli solari per la produzione di acqua calda. L’elemento
 chiave del progetto è il design delle
 facciate, caratterizzato da una serie
 di fori il cui diametro cresce progressivamente approssimandosi alla vetta
 al fine di evidenziare il graduale alleggerimento delle masse. Attraverso i fori il sole irraggia la parete fotovoltaica ed il vento aziona una serie di pale eoliche collocate agli ultimi livelli dell’edificio appositamente pensati a cielo aperto.

VERTICAL FARM

Città / Stato: Milano / Italia

Sfida tecnologica per far fronte alla carenza di verde nelle nostre città cementificate. Le Vertical Farm o fattorie verticali, sono il risultato di questi sforzi e dell’impegno di studi di architettura per ottenere questo incredibile risultato. L’idea del nuovo bosco verticale, un progetto tutto italiano di riforestazione urbana che si sviluppa in altezza, ideato da Stefano Boeri Architetti è talmente innovativo e originale da aver catturato l’attenzione anche del prestigioso Financial Times, che lo descrive come “La Torre più eccitante al mondo”. Per la prima volta, un grattacielo ospiterà querce, cedri e pini pronti a far da filtro antismog e a offrire ombra d’estate e luce d’inverno, quando i rami si spoglieranno dalle loro foglie.

Concepito per essere realizzato a Porta Nuova, il nuovo quartiere milanese che viene su al ritmo di un piano ogni quindici giorni, “Bosco Verticale”, che nasce per contribuire a rigenerare l’ambiente e la biodiversità urbana senza espansione del territorio della città. Si tratta di un complesso composto da due torri residenziali di 110 e 76 metri. La sua particolarità è che ospiterà circa 900 alberi alti dai 3 ai 9 metri, diverse piante floreali e arbusti, distribuiti in relazione all’esposizione al sole di ogni facciata. In termini di quantità di alberature il Bosco Verticale di Milano equivale a una superficie boschiva di circa 10.000 mq, mentre, se “sparsa” sul territorio in “orizzontale”, l’intera costruzione equivarrebbe a 50.000 mq di villette unifamiliari. Il sistema, inoltre, contribuisce a ottimizzare, recuperare e produrre energia. I vantaggi ricavati dalla realizzazione di questa innovativa soluzione architettonica sono davvero tanti: la costituzione di un microclima, l’assorbimento di CO2 e polveri sottili, produzione di umidità e di ossigeno, riduzione dell’inquinamento acustico e riparo dal vento. Un sistema di energia fotovoltaica (500 mq di pannelli), eolica e geotermica garantirà, poi, l’autosufficienza delle due torri, mentre l’irrigazione delle piante avverrà per larga parte attraverso un impianto centralizzato di filtrazione dell’acque grigie. Infine, una gestione centralizzata controllerà l’efficenza e l’efficacia di ogni cellula di verse in modo da poter utilizzare i dati raccolti sulla funzionalità ecologica del sistema, in futuro.

CASE DI POLISTIROLO

Città / Stato: / Giappone

Il polistirolo, tradizionalmente associato dai più al packaging, è tra i materiali di costruzione che si stanno ritagliando uno spazio importante nei progetti di architettura sostenibile. Il polistirene espanso, meglio noto come polistirolo, è infatti un materiale riciclabile, dal peso ridotto, economico, trasportabile e assemblabile, con elevate proprietà termoisolanti e molto resistente al fuoco, agli stimoli e alle sollecitazioni ambientali. Caratteristiche che ne fanno un’alternativa valida ai tradizionali materiali di costruzione e in particolar modo in quelle realtà ad alto rischio sismico come il Giappone.

Oltre all’adattabilità del polistirolo a contesti e ad esigenze diverse, le sue proprietà termoisolanti consentono un notevole risparmio sulle spese di raffreddamento/riscaldamento delle strutture.

Il progetto è quello di realizzare strutture a forma di igloo di circa 7 metri di diametro e con uno spazio interno di circa 40mq, le cui pareti sono di polistirolo, che costituiscono il modulo base delle case a cupola e delle case a fungo progettate dalla giapponese International Dome House.

Si tratta di moduli prefabbricati assemblabili a piacere, a partire dai quali costruire strutture di estensione e forme diverse. Le pareti hanno uno spessore di circa 20 cm e vengono rivestite da intonaco, in modo da creare un vero e proprio “effetto muratura”. Gli interni possono essere suddivisi, soppalcati e arredati a piacere, per personalizzare gli ambienti secondo il proprio gusto e le proprie esigenze. Infine, tutta la struttura è protetta da sostanze ritardanti di fiamma che, a contatto con il fuoco, non emettono fumi tossici.

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http://www.youtube.com/watch?v=9acohtrYDyc[/&w=560&h=420&rel=0

SOLAR WIND

Città / Stato: Calabria / Italia

Uno studio di architettura di Roma ha progettato la riqualificazione di un tratto autostradale (10 km circa) della A3 Salerno-Reggio Calabria. Gli architetti della Coffice hanno firmato il progetto Solar Wind che coniuga energie rinnovabili, fruizione del paesaggio ed elementi di turismo sostenibile, un mix virtuoso che è valso agli ideatori Francesco Colarossi e Giovanna e Luisa Saracino la seconda posizione al concorso “Parco Solare Sud – L’autostrada del sole”.

La parte più interessante del progetto è l’integrazione: turbine eoliche vengono disposte tra un pilone e l’altro e si affiancano alle cosiddette Solar Road, tratti stradali rivestiti da un manto fotovoltaico che, ad oggi, sono in fase di sperimentazione anche in altre parti del mondo. In più, come da regolamento del concorso, le aree adiacenti alle carreggiate sono state convertite in zone pedonali con tanto di belvedere, alberi e serre dedicate all’agricoltura biologica. Il concorso ha premiato veramente i più meritevoli; infatti, la giuria del concorso on-line bandito dalla Regione Calabria non sapeva nemmeno chi erano gli autori dei progetti da votare. L’anonimato ha quindi garantito un risultato trasparente e immune da qualsiasi sospetto.

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