Ott 152021
 

Smart city è un concetto che va sempre più diffondendosi nel gergo comune e significa città intelligente, ossia una città concepita in maniera diversa, rispettosa dell’ambiente, della persona, inclusiva, totalmente digitale.
Molti sono i progetti di città di questo tipo, già presenti come la incredibile Dubai negli Emirati Arabi o in via di sviluppo in varie parti del mondo, come Lusail City in Qatar o Neom City in Arabia Saudita di cui abbiamo già parlato, o come la città del futuro inaugurata ad Higashi-Fuji, in Giappone nella città di Susono (prefettura di Shizuoka) da Toyota il 27 febbraio di quest’anno chiamata Woven City.

Sulla scia di questa grandi idee utopiche è nato il progetto di un’altra città super moderna il cui nome dovrebbe essere Telosa, nome che ti arriva dal greco telo s’utilizzato da Aristotele il cui significato è fine obiettivo scopo. L’idea è nata a un miliardario americano Marc Lore, chi ha deciso di investire buona parte del suo patrimonio economico nella costruzione di una innovativa metropoli che secondo la sua visione dovrebbe stabilire uno standard di vita urbana diventando modello per le generazioni future.

La città, progettata da un gruppo di architetti danesi, prende ispirazione da altre grandi metropoli dalle quali intende raccogliere gli aspetti migliori; da New York sempre negli Stati Uniti la vivacità e la grande vitalità, da Tokyo la pulizia, l’ordine, l’organizzazione ed a Stoccolma, la sostenibilità. Il neologismo adottato nella progettazione di questa città è la parola equitismo, il cui significato dovrebbe rappresentare un sistema economico in cui gli abitanti diventano parte integrante della città in cui vivono. Questo significa che se migliora la città, migliorano anche le condizioni di vita dei suoi abitanti e che se i suoi abitanti migliorano la qualità della città ne riceveranno un beneficio anch’essi.


Non è ancora stato stabilito quale sarà il luogo dove verrà edificata la prima pietra anche se alcuni degli Stati americani come Nevada, Arizona, Texas o la regione degli Appalachi, probabilmente potranno essere le aree più papabili. Il progetto prevede un’estensione di circa 600 km² capaci di ospitare fino a 5 milioni di abitanti nel 2060 con una densità abitativa non eccessivamente elevata e con l’avvio dell’urbanizzazione intorno al 2030.

Ovviamente, come ogni sogno utopico, anche quello di questo miliardario americano che sta nel frattempo cercando altri finanziatori, potrebbe finire in un nulla di fatto perché ovviamente questo mega progetto si basa sempre sulla disponibilità economica di fiumi di denaro. L’idea è sicuramente innovativa, e sicuramente ardita per cui non ci resta altro che attendere qualche altro anno per verificare se dalla fantasia e dai sogni di un individuo facoltoso questa possa diventare realtà ed assistere, tutto il mondo, alla cerimonia di inaugurazione di questo prestigioso progetto.

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Giu 172018
 

L’effetto Emirati Arabi sta contagiando l’intera penisola arabica al punto da provocare una epocale trasformazione nel più integralista dei paesi musulmani: l’Arabia Saudita.

In realtà questo processo è stato avviato dalla visione futuristica e cosmopolita del reggente attuale, il principe Mohammed bin Salman che passo dopo passo sta aggiornando questo paese chiuso in se stesso trasformandolo in una nuova meta per gli scambi commerciali e il turismo internazionale.

Mohammed bin Salman, sta modificando l’immagine del suo paese a colpi di riforme sociali, politiche e culturali, con l’intento di attirare i grandi capitali esteri e gli investimenti. Trasformazioni che passano dalla riforma sulle limitazioni per le donne, ora libere di guidare, di partecipare agli eventi sportivi, di vestirsi in modo più occidentale e soprattutto non di nero. Politica permissiva verso le imprese estere e private, maggiore apertura al mondo e soprattutto al turismo. Riapertura dopo 35 anni di tutte le sale cinematografiche, facilitazioni per ottenere i visti turistici, cosa prima riservata solo a islamici che andavano a visitare la Mecca. Possibilità di entrare con maggiore facilità in questo Paese e di conseguenza creazione di strutture ricettive e luoghi da poter visitare per chi proviene dall’estero.

Nasce da tutto ciò NEOM, un grande progetto visionario che concretizza il sogno di questo sovrano illuminato. Di cosa si tratta? Di un enorme polo industriale e una gigantesca città sul mar Rosso le cui dimensioni saranno 33 volte quelle dell’attuale New York negli Stati Uniti. Un investimento colossale, stimato in 500 miliardi di dollari, il più grande e importante investimento nel progetto di rinnovamento dell’Arabia Saudita.

Si chiama Saudi Arabia Vision 2030, il grandioso progetto di rinnovamento. Salman ha compreso che l’enorme ricchezza accumulata per anni grazie agli sconfinati giacimenti di petrolio non possono più bastare per far si che l’Arabia Saudita resti il paese guida nella mutata realtà geopolitica del Medio Oriente.

Il primo passo è quello di un cambiamento di immagine; più aperta, più moderna, più attrattiva. Incentivi economici vengo forniti alle startup saudite in modo da favorire l’innovazione e la modernizzazione di un paese per troppi anni chiuso nel muro del proprio integralismo, indifferente a tutto ciò che accadeva fuori dai suoi confini, forti degli ottimi rapporti instaurati con gli Stati Uniti. Ora realtà come Amazon e tante altre sono pronte a espandere le proprie attività sulle terre arabiche.

L’ambiziosissimo principe ha così lanciato al forum “Future investment initiative” il suo faraonico progetto, a cui hanno aderito ben 3500 grandi uomini d’affari provenienti da ben 88 differenti nazioni. Neom, un polo industriale, una zona franca al confine tra Egitto, Giordania e Arabia Saudita nel Golfo di Aqaba, dove la tecnologia la farà da padrona. Megacity completamente alimentata da fonti alternative, strade ad esclusiva guida autonoma, ossia senza guidatori umani, smart tecnology in ambito amministrativo, medico, industriale.

Una città che sorgerà su di una superficie di 26.500 chilometri quadrati dove la faranno da padrone attività come biotecnologie, scienze digitali, bio-alimentare, produzioni avanzate. Un immenso ponte collegherà quest’area con l’Egitto attraversando il mar Rosso e puntando a diventare il centro degli scambi tra tre diversi continenti proprio in virtù della sua posizione geografica.

Il progetto Neom dovrebbe vedere la luce, se tutte le profezie di Salman si avvereranno, tra circa 7 anni. Nel frattempo la gestione dell’immenso progetto è stata affidata ad un top manager di fama internazionale Klaus Kleinfeld ex amministratore delegato di Siemens.

Tanti dovranno essere i cambiamenti e le riforme che il principe dovrà varare per far si che il suo paese si tolga di dosso l’immagine ultra integralista che si è creato nel tempo. E soprattutto fatto questo dovrà trovare i fiumi di denaro da utilizzare in questi ambiziosissimi progetti. Soprattutto difficile sarà vincere la concorrenza di altre città arabe come Dubai che già sono una realtà nel panorama mondiale e che quindi godono di un cospicuo vantaggio temporale.

Solo il tempo potrà dirci se il sogno visionario di questo principe diventerà un’altra grande realtà e un altro paradiso turistico da visitare in un non lontano futuro.

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