Feb 162014
 
Alunni Articolo scritto: GIULIA CATANIA, ELENA CIRNIGLIARO, ROBERTA COMPAGNINI, ELEONORA LOMBARDO, RUGGERO RUSSO
Classe: 3E – Anno: 2007-08

Prefazione a cura del prof. Betto

L’evento storico contemporaneo più cruento e più conosciuto. Una ferita aperta nel cuore degli Stati Uniti d’America ma soprattutto una grande tragedia per molte famiglie d’America e non solo. Purtroppo questo evento ha cancellato anche due delle opere architettoniche più maestose e inconfondibili che l’uomo era riuscito a costruire. Le hanno raccontate alcuni miei alunni qualche anno fa. Un racconto dettagliato che non ho voluto toccare, lasciandolo fermo al momento in cui l’anno descritto, cioè 6 anni fa. Sappiamo tutti che la Freedom Tower e il nuovo volto di Ground Zero sono ormai una realtà. Ma alcune cose vanno oltre il tempo, per cui vi invito ancora una volta a una attenta lettura. Buon divertimento.

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WORLD TRADE CENTER – NEW YORK

All’inizio del 1960 la Porth Authority (autorità portuale) of New York and New Jersey stabilì che gli oltre 500 milioni di dollari che erano stati ricavati dai pedaggi sulle merci e sulle navi in transito nel porto di New York dovevano essere investiti in un progetto architettonico che niente doveva aver a che fare con il porto e con le navi.

L’autorità Portuale di New York e del New Jersey aveva già costruito opere imponenti come il Lincoln Tunnel, una galleria autostradale che attraversa il fiume Hudson e giunge a Manhattan e il George Washington Bridge, un ponte che collega Manhattan al New Jersey che avevano portato la sua giurisdizione fuori dal mare e dai vascelli.

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George Washington Bridge

La somma da investire era troppo grande per fare qualsiasi cosa e il presidente dell’Autorità Portuale, Austin J. Tobin decise che l’unico modo realisticamente possibile per poter spendere tutti quei soldi era costruire un grattacielo o addirittura una serie di grattacieli. Ma dove sarebbero stati costruiti? New York non poteva che non essere la scelta ideale ed obbligata. Ma l’Autorità Portuale non era solo dello stato di New York, era anche sotto la giurisdizione dello stato del New Jersey. Quindi bisognava trovare un luogo dal quale l’opera eventualmente costruita fosse stata visibile anche dagli abitanti del New Jersey. Fu deciso allora che l’opera sarebbe stata costruita nel West Side di Manhattan (separato dal New Jersey da appena 1 kilometro dal fiume Hudson) e che avrebbe occupato un’area di 65.000 metri quadrati. Ma ancora non si sapeva chi l’avrebbe progettata. Tobin si trovò costretto a scegliere fra una rosa di architetti di primo piano, ma la scelta cadde inaspettatamente su Minoru Yamasaki, un architetto giapponese nato negli Stati Uniti che allora lavorava nei pressi di Chicago. Dotato di una personalità geniale, Yamasaki aveva fatto da apprendista presso la bottega degli architetti Shreve Lamb ed Harmon (che nel 1931 avevano costruito l’Empire State Building). Non aveva costruito nulla di così di imponente. Le sue opere essenziali e raffinate (come ad esempio un palazzo d’uffici del Michigan) non facevano presagire che all’inizio del 1973 avrebbe terminato di costruire l’opera umana in assoluto più grande mai concepita in tutta la storia della civiltà: le Torri Gemelle del World Trade Center di New York. Gli spazi dovevano essere ampi e luminosi come in Piazza San Marco a Venezia, e le finestre dovevano essere progettate in modo da far sentire al sicuro le persone anche a grandi altezze dal suolo. Inoltre l’aspetto degli edifici doveva essere completamente nuovo e gli edifici stessi dovevano sembrare come degli oggetti “alieni” mai visti prima sulla Terra.

WTC08Quando furono costruite sembrarono a tutti come dei siamesi monoliti alieni, come oggetti che non potevano ancora appartenere alla cultura umana e che ricordavano al visitatore immagini fantastiche ed elementi della fantascienza più bella (come il monolite di Kubrick del film 2001 Odissea nello Spazio).

Entrambe le torri erano alte ciascuna 110 piani ma differivano lievemente per altezza effettiva: la prima torre (Torre Nord o 1 WTC) era alta 417 metri, mentre la seconda torre (Torre Sud o 2 WTC) era più bassa e misurava dal suolo 415,5 metri. Furono per un anno gli edifici più alti del Mondo per poi venire superate nel 1973 dalla Sears Tower di Chicago.

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Sears Tower

Rimasero comunque gli edifici più alti di New York e i più grandi del Mondo fino alla loro distruzione. Ogni torre contava un’area calpestabile di 400.000 metri quadrati e, contando l’insieme di tutti gli edifici presenti nel complesso si raggiungeva una superficie calpestabile pari a 1.200.000 metri quadrati di superficie, in grado di ospitare ogni giorno quasi 80.000 persone. Questi dati fecero molto scalpore e furono in tanti a storcere il naso di fronte all’opera definendola come una “mostruosità”, un’espressione della civiltà frutto di una tecnologia che era stata portata ormai agli estremi delle sue possibilità. Le Torri Gemelle erano viste come un’opera pionieristica ed erano diventate il simbolo della potenza degli Stati Uniti. L’ossessione estrema per la grandezza fu come un motore che non era più possibile fermare e in quegli anni videro la luce i primi esemplari di aerei Boeing 747 che rappresentavano ancora una volta una fede incrollabile nella tecnologia degli Stati Uniti. L’insieme dei due edifici contava 43.600 finestre oltre a tanti cavi, fra linee telefoniche e linee elettriche, quanti se ne potevano utilizzare per cingere la circonferenza terrestre non per una, ma per più volte consecutive.

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Schema Strutturale

La Porth Authority era ormai anni luce avanti a tutti e Tobin chiese addirittura alla Otis di progettare un sistema di ascensori pionieristici con porte scorrevoli sul davanti e sul retro in modo che i primi a salire fossero stati anche i primi a scendere. Date le dimensioni “fuori scala” degli edifici si rese necessario realizzare un sistema di ascensori completamente nuovo che fosse in grado di servire quella che era diventata a tutti gli effetti “una città verticale” dentro la città. Fu così che si giunse a un compromesso che adottava una soluzione particolarissima che vedeva gli edifici scomposti in più unità sovrapposte l’una all’altra. In pratica si trattava di 3 edifici sovrapposti che, complessivamente, contribuivano a creare l’edificio vero e proprio nella forma fisica ed estetica con la quale era identificabile dall'”esterno”. In questo modo le torri erano divise in 3 zone contenenti ciascuna i propri ascensori di servizio accessibili dal proprio “piano terra” (detto “skylobby”) che era evidenziato già all’esterno da delle “strisce” che formava l’acciaio stesso della struttura con una tecnica che rendeva quella sezione leggermente più scura rispetto alla lucentezza abbagliante del resto dell’edificio. In corrispondenza della prima “striscia” partivano da terra, formando bellissimi archi gotici, le immense colonne d’acciaio della struttura portante dell’edificio, che permettevano per la prima volta di eliminare i pilastri interni della struttura ottenendo maggiore superficie ed area calpestabile all’interno dell’edificio.

WTC09Alla seconda “striscia” corrispondeva invece il “piano terra” della seconda sezione della torre (a ridosso del 44esimo piano), mentre la seconda “striscia” evidenziava il “piano terra” della terza sezione (corrispondente al 74esimo piano) dell’edificio e infine l’ultima striscia, nella quale l’acciaio si piegava ulteriormente intersecandosi in eventi architettonici di natura goticheggiante, conteneva gli ultimi piani estremi della torre con l’accesso al tetto. I visitatori e gli utenti del complesso per accedere ai piani relativi a ciascuna sezione delle torri dovevano quindi effettuare 2 corse con più ascensori diversi per arrivare a destinazione. La soluzione, che a molti sembrò un po’ troppo artificiosa, permetteva invece di risparmiare tempo e di evitare lunghe code per poter salire sulle torri. Tuttavia un sistema di ascensori espressi permetteva comunque di “scavalcare” il locale garantendo un accesso rapido e completo a tutte le aree degli edifici. Per costruirle fu necessario creare nuove strade e abbattere più di 200 edifici nei quali vi erano negozi e abitazioni. La terra che venne portata via dal luogo dove dovevano essere costruite le fondamenta delle torri era in quantità talmente elevata che non sarebbe stato possibile neppure scaricarla nel fiume, poiché si sarebbe creata un’isola artificiale che avrebbe sconvolto l’intero equilibrio geologico di tutta la regione. Fu allora utilizzata per incrementare gli argini del fiume Hudson del sud di Manhattan; vennero creati nuovi isolati e fu possibile così ottenere nuovo territorio dove erigere altre torri. Il valore di questi nuovi terreni si aggirava sui 900 milioni di dollari e per terminare la costruzione delle Torri venne speso oltre 1 miliardo e mezzo di dollari. Quasi 220 piani, un chilometro di altezza complessiva, avrebbero ornato il cielo degli Stati Uniti che si affaccia sull’Atlantico. L’opera fu portata a termine in ben 10 anni, con interruzioni ai lavori e timori che la tecnologia del XX secolo non fosse ancora pronta per realizzare simili manufatti. Alcuni poi temettero addirittura che se le torri fossero state costruite il sud di Manhattan si sarebbe trovato completamente isolato dal resto del mondo come racchiuso nel bel mezzo di un immensa, gigantesca gabbia di Faraday che non avrebbe permesso alle trasmissioni radio di attraversare le strutture metalliche degli edifici. Nonostante tutto questo il 4 aprile del 1973 vennero inaugurate le Torri Gemelle (o Twin Towers) del centro del commercio mondiale e i giornali di tutto il mondo titolarono che era iniziata una nuova era: due edifici talmente grandi da poter ospitare ogni giorno più di 60.000 persone in quasi 900 metri di piani, stanze, ascensori, scale e finestre. Nel timore che davvero le trasmissioni radio potessero essere disturbate o addirittura interrotte dai 2 edifici le autorità, appena terminati i lavori, installarono un gigantesco pennone radio-televisivo in cima alla torre più alta (1 WTC).

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Windows On The World

Alla fine del 1973 venne aperto al centosettesimo piano della torre nord il ristorante Windows On The World (Finestre Sul Mondo) che sarà frequentato negli anni a venire da Frank Sinatra e John Lennon; e sul tetto della Torre sud (al centodecesimo piano) venne creato un super osservatorio a quasi 420 metri di altezza dal suolo dal quale era possibile vedere persino la frontiera col Canada (distante quasi 500 chilometri da New York). Appena terminati i lavori di costruzione, nel 1973, all’interno delle torri venne creata la prima rete audio-video a fibre ottiche al mondo, che permetteva di comunicare e trasmettere dati non utilizzando per la prima volta gli elettroni, ma fasci di luce laser proiettati all’interno di fili vitrei. Vennero utilizzate tecnologie talmente avanzate che il mercato mondiale avrebbe dovuto attendere 3 decenni per vederne la luce. Venne inoltre realizzato un collegamento computerizzato fra l’osservatorio della torre sud e il pennone radio-televisivo della torre nord, che venne integrato con un circuito di trasmissione a raggi laser che permetteva ai visitatori dell’osservatorio di scrivere su una postazione informatica un messaggio che poi veniva immediatamente trasmesso e inviato nello spazio. Come un ultimo “schiaffo” che veniva dato alla modernità stessa, come per dire che le torri erano esse stesse la rappresentazione fisica e tangibile che la modernità dava di se medesima.

LA “TRAGICA” STORIA RECENTE

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Il World Trade Center di New York “era” un complesso di sette edifici situato nella parte sud dell’isola di Manhattan (in inglese locale, Lower Manhattan), famoso in particolare per le torri gemelle o ‘Twin Towers’. Con il crollo delle torri (denominate WTC 1 e WTC 2) anche gli altri edifici minori (WTC 3, WTC 4, WTC 5, WTC 6 e WTC 7) furono distrutti o danneggiati irreversibilmente, e quindi abbattuti nei mesi successivi. Le torri gemelle furono costruite dall’architetto giapponese-americano Minoru Yamasaki tra il 1966 e il 1977. Ogni torre aveva un’area calpestabile complessiva di ben 400.000 metri quadrati; questo significa che sommando le superfici calpestabili complessive dei due edifici (400.000 + 400.000 metri quadrati) e aggiungendovi quelle degli altri edifici facenti parte del complesso (oggi anch’essi distrutti) si raggiungeva una superficie calpestabile pari a oltre 1.000.000 di metri quadrati (circa 1 chilometro quadrato di superficie!). Si tratta in assoluto (insieme al Pentagono e alla Muraglia cinese) dell’opera più imponente mai costruita dall’uomo.

L’11 SETTEMBRE 2001

WTC12Attorno alle ore 9, durante la mattina dell’11 settembre 2001 due aerei di linea (della American e della United Airlines) si schiantano, a distanza di alcuni minuti l’uno dall’altro, contro le due torri, causandone l’incendio e la parziale distruzione di alcuni piani. Le vittime totali furono 2817. La versione ufficiale dei fatti (quella comunicata dalle autorità americane) dice che il dilagare dell’incendio provocò l’indebolimento della struttura portante in acciaio atta a sorreggere le torri. Tale indebolimento, indotto dalle alte temperature sviluppatesi al momento dell’impatto, provocò il collasso totale delle stesse, evento drammatico entrato di fatto a far parte della Storia contemporanea degli Stati Uniti d’America. L’amministrazione statunitense dichiarò che l’attentato fu ordinato da Osama Bin Laden, terrorista islamico.

RICOSTRUZIONE

WTC13La ricostruzione del World Trade Center è al momento affidata all’architetto polacco-americano Daniel Libeskind e al suo Master Plan for the New World Trade Center. L’edificio di punta del New World Trade Center sarà la Freedom Tower, un edificio di 541 metri (cioè 1776 piedi, un riferimento simbolico alla data della Rivoluzione Americana e della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America).

Le date previste per la realizzazione del nuovo complesso sono però ancora incerte, visto l’acceso (e spesso polemico) dibattito e le tante pastoie burocratiche e politiche che circondano il progetto.

WTC15Indipendentemente dal Master Plan e da Libeskind, si sta al momento ricostruendo il WTC 7 (la parte esterna è stata completata nel 2005) sebbene il nuovo edificio, architettonicamente, non abbia molto a che vedere con il vecchio. Non è chiaro se il WTC 7 verrà considerato parte del nuovo World Trade Center.

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MINORU YAMASAKI

WTC16Architetto, Minoru Yamasaki è nato il 1° dicembre 1912 a Seattle, Washington, da immigrati giapponesi di seconda generazione. Nonostante provenisse da una famiglia dalle modeste possibilità economiche, Minoru Yamasaki si laureò presso l’Università di Washington; pagò i propri studi lavorando, quando non doveva frequentare le lezioni, presso un conservificio di salmone d’Alaska. Nel 1930, dopo essersi trasferito a New York City si iscrisse alla facoltà d’architettura dell’Università di New York ed ottenne lavoro presso lo studio di Shreve, Lamb and Marmon, progettisti dell’Empire State Building. Formatosi sulla scuola di pensiero di Mies van der Rohe, cercò tuttavia di rompere col clima razionalista mediante un’adesione, assai discussa, a eclettismi neogotici con ricordi orientali. Autore di molte opere, è noto soprattutto per aver disegnato le due torri principali del World Trade Center.

WTC17Il suo primo progetto importante fu Pruitt-Igote housing project in 5t. Luis Missouri, 1955. Nonostante la sua predilezione per il desing tradizionale giapponese, questa fu una struttura in cemento armato rigida e modernista, divenuta talmente impopolare da venire demolita nel 1972; distruzione considerata da alcuni, come l’inizio dell’architettura postmoderna. Minoru Yamasaki disegnò anche parecchie costruzioni di aereoporti internazionali. Molti dei suoi edifici sono ispirati dall’architettura gotica e fanno uso di finestre verticali molto strette; è stato da più parti detto che lo stile di queste deriva dalla sua particolare paura per l’altezza. Yamasaki non è vissuto abbastanza per assistere alla distruzione delle torri l’11 settembre 2001. Morì di cancro nel 1986. Fra le sue realizzazioni di maggiore importanza vanno ricordati Aluminium Building l’aereoporto di Saint Louis, il Reynoids Aluminium Building (1959-61) di Detroit, e il Community Center della Wavne Uiversity, oltre alle citate torri del World Trade Center di New York.

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http://www.youtube.com/watch?v=p4nolhGeJ0Q

Articoli1

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Ancora una volta pubblico sul nostro sito, un interessantissimo articolo realizzato dagli alunni della Dante per l’expo di fine anno, manifestazione che premia attraverso la visibilità, gli elaborati migliori realizzati durante l’anno scolastico in ogni disciplina. E ancora una volta sottolineo, l’impegno, l’attenzione e la passione che ognuno di loro ha saputo mettere nella realizzazione dell’elaborato. Opportunamente guidati e stimolati sono stati in grado di esprimere un ottimo livello di maturazione e hanno raggiunto il grande risultato che vorrei condivideste con me. A questo lavoro è seguita la pubblicazione di un volume di 46 pagine di cui presento qui un estratto. Vi invito, perciò ad una lettura critica di questo articolo con la consapevolezza che la realizzazione è stata effettuata da alunni di 13 anni.

Articolo scritto dagli alunni Gemma Aloisi, Edoardo Cusenza, Russo Claudia, Giulia e Giuseppe Signorelli della classe 3E 2007/08.

La storia del Chrysler Building, inizia agli albori della fortuna di Walter Percy Chrysler, che da apprendista presso i laboratori della Union Pacific Railroad, divenne uno dei più famosi produttori di automobili. Nel 1925 fondò la compagnia che ancora oggi porta il suo nome e per dare alla società una sede degnamente rappresentativa decise di riprendere una vecchia idea costruendo un grattacielo sulla Lexington.

Esso doveva diventare un simbolo, quindi doveva essere il palazzo più alto della città, se non del mondo intero.

L’edificio fu progettato da William Van Alen, allievo dell’Ecole des Beaux Arts di Parigi. Il Chrysler Building fu ideato con una guglia in acciaio inox che con le sue campate a tre archi e le finestre triangolari doveva riprendere il motivo dei radiatori delle auto dell’epoca. Terminato nel 1930, detenne per un breve periodo il primato di edificio più alto del mondo, e anche quando fu superato in altezza dall’Empire State Building, continuò a restare un simbolo inconfondibile della città. La guglia che sovrasta la cima dell’edificio fu mantenuta segreta fino all’ultimo per riuscire a superare in altezza la sede della Bank of Manhattan che, progettata da Severance rivale di Van Alen, stava per essere terminata nello stesso periodo. Il Chrysler Building fu commissionato nel 1929 da Walter Chrysler, magnate dell’omonima industria automobilistica, questo maestoso edificio, che sorge nell’East Side di Manhattan lungo la Lexington Avenue (una delle vie più prestigiose al mondo), è stata la costruzione più alta della Terra fino al 1931. Definita da sempre come l’edificio più lussuoso del mondo, è alta 319 metri e conta 77 piani culminanti con una colossale guglia di acciaio inox (detta Vertex) alta 60 metri che termina con un appuntito pinnacolo.

Van Allen fu contattato dalla Chrysler Corporation per costruire un edificio assolutamente inedito, che si discostasse completamente col filone architettonico tipico dei grattacieli dell’epoca. Nelle intenzioni di Van Allen la torre doveva sembrare simile ad una cattedrale come per stabilire una nuova tipologia di monumentalità per la città moderna. Nonostante la progettazione di uno degli edifici più importanti del Mondo, Van Allen viene ricordato soprattutto per un’aspra controversia avuta col committente Walter Chrysler che, al termine della realizzazione non gli versò nessun compenso per l’opera da lui progettata. In alto, a quota 270 metri di altezza dal suolo, aquile d’acciaio si affacciano minacciose sulla strada per celebrare tutta la potenza di New York.


DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO

Di colore grigio-argento chiaro, si erge su una base di venti piani, al di sopra della quale si staglia un fusto intermedio alto 170 metri. Progressivamente, la sezione del fusto si restringe e culmina in una raggiera di acciaio inossidabile con finestre smerlate, sormontata da una guglia.

L’atrio è stato concepito come un mondo magico dagli effetti luminosi, dai costosi marmi color ruggine e dai lucidi metalli e riprendeva l’atmosfera di un allestimento hollywoodiano. Ogni ascensore è stato rivestito internamente con un differente intarsio in legno, con motivi ornamentali che richiamano gli stemmi araldici riportati sul corpo principale dell’edificio. Il rivestimento della torre è intarsiato con mattoni color grigio scuro che risaltano sulle superfici argentee, mentre gli spigoli danno l’impressione di conci angolari di massa maggiore. Le finestre al centro di ogni facciata sono dettagliate per conferire un senso di forze verticali percorrenti l’intera altezza del fusto e terminanti sotto forma di un elemento centrale curvo; esse vogliono simulare i reali movimenti degli ascensori che salgono e scendono nel cuore dell’edificio. Comunque si classifichi stilisticamente il Chrysler building (Art Dèco o forse anche “espressionista”) le sue forme furono tra le più eleganti realizzate fino a quel momento nel campo della progettazione dei grattacieli.

Ma queste apparenze erano anche manifestazioni di fantasia ispirate al cliente: agli spigoli del quarantesimo piano, alla base del fusto principale, furono collocati quattro giganteschi tappi di radiatori Chrysler, in metallo, con relative alette. Accanto ad essi, corre tutto intorno all’edificio un fregio raffigurante ruote di automobili stilizzate con enormi perni argentati per coprimozzi. Il logo zigzagato della Chrysler appariva sulla muratura in mattoni a diversi livelli; in origine, all’interno della cuspide a raggiera e sotto la guglia, si trovava una scatola di vetro che conteneva il primo campionario di strumenti di Walter Chrysler. Intorno alla base della cuspide vennero sistemate delle colossali aquile americane, che si proiettavano come grondoni verso l’orizzonte. Il composito messaggio era chiaro: una celebrazione individuale nell’ambito del sistema economico americano.


IL CHRYSLER IN DATI

Nome: CHRYSLER BUILDING

Tipologia: GRATTACIELO

Città: NEW YORK CITY

Autore: WILLIAM VAN ALEN

Stile: ART DECO’

EpocaNOVECENTO

Realizzazione: PROGETTATO NEL 1928 e cOMPLETATO NEL 1930

Materiale: CEMENTO ARMATO, ACCIAIO e VETRO

Stato di conservazione: OTTIMO

Interno: MARMI E GRANITI, SOFFITTI DECORATI IN ART DECO’

Completato nel 1930, il Chrysler Building è uno dei simboli più noti di New York City. Alto 319 metri, si trova nell’east side di Manhattan, all’incrocio tra la Quarantaduesima strada e Lexington Avenue. Costruito per la Chrysler, l’edificio è oggi posseduto da due società immobiliari, la TMW Real Estate (per il 75%) e la Tishman Speyer Properties (per il restante 25%).

Ultimamente Sorgente Sgr, una delle prime società di gestione del risparmio del settore immobiliare, ha fatto il suo ingresso nel capitale di questo famoso edificio di Manhattan, con il 27,5%. Il Chrysler Building è oggi la costruzione cittadina più alta soggetta a vincolo monumentale. Il 30° piano, riservato alle attrezzature tecniche, è senza finestre ed al loro posto vi è un fregio bicolore in mattoni che rappresenta ruote di automobile con tanto di parafanghi in metallo. Gli angoli dell’edificio sono invece ornati da fregi che riproducono, enormemente ingranditi, i tappi dei radiatori delle vetture della Chrysler.

Tutta la parte alta del grattacielo è rivestita in acciaio inox ed ha una forma tanto caratteristica da essere unica. In puro stile Art Decò, è composta da una serie di archi sovrapposti per ogni lato con le caratteristiche finestre triangolari, che durante la notte vengono illuminate. Infine troviamo la guglia di 60 metri di altezza che fu montata per ultima in gran segreto, la leggenda vuole che ci si impiegasse meno di due ore. All’interno della base della guglia fu realizzata una lussuosa suite di due piani per lo stesso Chrysler. Se l’esterno di questo prestigioso edificio è tanto particolare, l’interno non può essere da meno. L’atrio fu progettato come un immenso salone per esporre le automobili, nel 1978 fu restaurato e ancora oggi si possono ammirare le decorazioni in marmo, granito e acciaio cromato.

Notevoli sono i 18 ascensori le cui porte sono in legno pregiato decorate a intarsio con motivi che ricordano un loto stilizzato. Si può anche ammirare un soffitto dipinto da Edward Rumball che rappresenta i mezzi di trasporto innovativi del XX secolo. Particolarità da notare del Chrysler Building è che al contrario di altri edifici dell’epoca, non presenta né una terrazza panoramica, né ristoranti nei piani più alti.


IL MARCHIO CHRYSLER

La Chrysler, industria automobilistica statunitense, fu fondata nel 1920 da Walter P. Chrysler, un ex dirigente della General Motors, e dalla Maxwell Motor Corporation, un piccola industria del settore. Produsse la sua prima vettura nel 1925 e ha operato a lungo sul mercato nordamericano con i marchi Chrysler, Dodge, Eagle, Jeep e Plymouth. La società ha il suo quartier generale a Auburn Hills, nel Michigan.

Dopo aver rilevato nel 1928 l’azienda auto-mobilistica Dodge, nello stesso anno iniziò la produzione di due nuovi modelli, la Plymouth e la DeSoto, il cui suc-cesso consentì alla Chrysler di supe-rare nel 1933 le vendite della Ford. Interrotta la produzione di autovetture durante la seconda guerra mondiale, in seguito l’azienda non riuscì a innovare né la tecnologia né la linea delle sue vetture, e la sua quota di mercato scese dal 21% del 1952 al 9 % del 1979; questo declino fu solo in parte attenuato dalle commesse della NASA, per la quale costruì diversi elementi delle navicelle spaziali Saturn 1 e 2.

Nel 1978 Lee Iacocca assunse la direzione di un’industria sull’orlo del fallimento, evitato solo grazie a un prestito del governo federale di 1,5 milioni di dollari, molto contestato dalle altre case automobilistiche le cui vendite erano crollate in seguito alla crisi petrolifera del 1979. Il rilancio della società, tuttavia, poté avvenire solo con la chiusura di numerosi stabilimenti e un massiccio ricorso ai licenziamenti. Nel 1984, con una linea di vetture rinnovata, la società iniziò la sua ripresa, soprattutto grazie ai buoni risultati di vendita del Dodge Caravan e della Plymouth Voyager; nel 1987 rilevò l’American Motors Company, la casa produttrice della celebre Jeep. Al momento del pensionamento di Iacocca, nel 1992, l’azienda era al terzo posto nel mercato statunitense. Dopo una serie di risultati non del tutto brillanti, nel 1998 venne annunciata la fusione tra Chrysler e il colosso tedesco Daimler-Benz. Walter P. Chrysler inoltre si occupò di far costruire il grattacielo, avente appunto il suo nome grazie all’aiuto dell’architetto Van Alen.


Galleria

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