Gen 092021
 

Sembra quasi un’utopia, ma presto, forse quest’anno stesso, sorgerà in Norvegia, l’hotel Svart con vista sui ghiacciai dell’Artico. Frutto dell’ingegno degli architetti Snøhetta, questa struttura nasce con l’idea di prolungare la costa dell’Holandsfjord, quasi una piattaforma galleggiante che sporge de estende la superficie terrestre all’interno dei ghiacciai perenni del Circolo Polare Artico.

Questo hotel, fornirà al suo interno tutti i comfort necessari tipici degli hotel di alta categoria, ma porterà con sé i frutti di studi ed analisi condotte dal team di architetti al fine di creare il primo albergo del Circolo Polare Artico ad energia positiva. In pratica gli architetti hanno studiato il modo di convogliare quanta più energia possibile sfruttando il sole della zona in modo che l’hotel, non solo risulti essere autosufficiente, ma in periodo relativamente breve di circa sessant’anni, riuscire a produrre più energia di quanta necessaria per costruirlo azzerando, quindi, il suo impatto sull’ambiente con un’impronta di carbonio molto ridotta.

Gli stessi pannelli fotovoltaici che ricoprono il tetto della struttura, sono stati realizzati con prodotti totalmente riciclabili ottenuti con energia idroelettrica pulita, e le stesse camere d’albergo e i ristoranti sono stati pensati in modo tale che l’energia del sole sia sempre presente al loro interno. Il sistema ad intreccio della struttura proteggerà durante il periodo estivo dall’irraggiamento solare gli spazi interni, mentre consentirà la massima penetrazione della luce e del calore durante il periodo invernale.

Tutto questo è da mettere in relazione al luogo nel quale sorge la struttura, ossia il Circolo Polare Artico dov’è offerto uno skyline assolutamente unico sul ghiacciaio di Svartisen. Le facciate sono state realizzate con materiali in grado di resistere ai climi estremi, creando addirittura delle terrazze con una struttura a nido d’ape capaci di proteggere la struttura e la privacy dei visitatori.

Quando completato, questo spettacolare anello, alzerà l’asticella dell’intrattenimento alberghiero, creando nuove suggestioni e attirando a se turisti e curiosi di ogni parte del mondo attirati dall’idea di passare una vacanza diversa in un luogo normalmente inaccessibile, ma con la consapevolezza di partecipare ad un progetto per il bene del Pianeta creando le basi per un nuovo concetto di architettura di svago che possa essere non soltanto svago, ma anche utile.

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Dic 082013
 
Alunni Articolo scritto da: MATTEO MAZZA
Classe: 2H – Anno: 2012-13

Prefazione a cura del prof. BETTO

E’ l’edificio contemporaneo più famoso al mondo; è l’hotel più incredibile e più alto del pianeta; è il simbolo di Dubai e della ricchezza sfacciata di questo Emirato. Saranno forse questi gli aspetti che hanno ispirato Matteo a narrarci le meraviglie del Burj Al-Arab? Torre degli Arabi, questa è la traduzione del suo nome. Un capolavoro di ingegneria e di visione architettonica. Ispirato al vento e alle vele degli Abra arabi, questo edifico è diventato una icona architettonica, un immagine a cui ispirarsi nella progettazione. Leggiamo insieme quanto descrittoci da Matteo e sogniamo con lui in questo viaggio nel Mar dei Pirati.

BURJ AL-ARAB

Burj-Al-Arab

Burj-Al-Arab-logoIl Burj al-Arab con la sua inusuale forma “a vela” è il successo di una equipe di architetti che aveva il compito di progettare uno dei migliori alberghi del mondo per lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum. L‘albergo è situato su un isola artificiale collegata da un ponte di 280 metri, la sua altezza di 320 metri lo rende il 2° albergo più alto al mondo dopo la Rose Tower anch’essa a Dubai. L’hotel è provvisto di eliporto dove nel 2005 per l’occasione fu allestito un campo da tennis all’altezza di 211 metri sul mare per una partita di esibizione tra i due campioni Roger Federer e Andrè Agassi. Tutte le camere sono suite e hanno superfici variabili tra i 170mq e i 780mq producendo una rendita annuale di circa 100 milioni di euro; le stanze vengono a costare da un minimo di 600 euro a notte fino ai 9.000 euro per la royal suite.

Burj Al-Arab

La facciata principale del Burj Al-Arab è fatta in materiale tessile rivestito di teflon, inoltre il Burj Al-Arab è l’unico edificio che vanta le sette stelle. Oro 22 carati, stoffe preziose e marmi di Carrara e brasiliani, rivestono ogni angolo di questo meraviglioso edificio.

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La notte, a intervalli di 15 minuti, l’albergo cambia colore attraverso un sofisticatissimo sistema di illuminazione studiato per creare un effetto scenico ma in modo da non infastidire gli ospiti che soggiornano all’interno. L’albergo è dotato anche di un ristorante al livello del mare circondato da un acquario immenso. Oltre ai vari record il Burj Al-Arab vanta anche quello dell’atrio più alto del mondo, ben 181 metri. Una curiosità: 90 delle 200 suite dell’hotel furono prenotate dalla modella Naomi Campbell per ospitare gli invitati al suo compleanno.

GENESI PROGETTUALE:

La sua costruzione iniziò nel 1994 e finì nel 1999 e la sua realizzazione non fu libera da difficoltà realizzative e progettuali.

20 - Burj Al-Arab

Blocchi di pietra cavi dell’isola artificiale

I primi problemi nella costruzione dell’hotel sorgono nel momento della realizzazione dell’isola artificiale. Inizialmente si volevano fare i margini in roccia, un materiale facilmente reperibile, però l’altezza delle onde avrebbe facilmente superato la barriera; allora gli ingegneri risolsero il problema sostituendo alle rocce, blocchi in pietra cavi. Quando arrivava un onda, questi la facevano filtrare attraverso i buchi creando dei mulinelli; nella sua forma finale, l’isola arrivò a misurare un’altezza di 7 metri.

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Burj Al-Arab in costruzione

Il successivo passo attuato dagli ingegneri fu quello di mettere delle travi d’acciaio a 20 metri di profondità in modo da creare una base triangolare che, grazie a degli scavatori che rimuovendo la sabbia in eccesso, hanno creato una fossa che successivamente è diventata una parte delle fondamenta. Nonostante i blocchi di pietra cavi gli addetti alla sicurezza temevano che l’acqua spinta dalla pressione potesse comunque passare attraverso la sabbia allagando la struttura dal basso. Il problema venne risolto grazie a una parete di cemento che fu posta sotto la struttura.

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Burj Al-Arab prospetti

Ulteriori problemi sono comparsi quando cercando i fondali rocciosi si scoprì che questi si trovavano a circa 180 m di profondità, perciò si sarebbe dovuto costruire l’edificio sulla sabbia dunque l’hotel sarebbe stato soggetto ai pericoli causati dalle intemperie ma soprattutto dai terremoti. Per risolvere questi problemi gli architetti sono ricorsi all’attrito di superficie cioè, una volta accertato che la sabbia nel fondale fosse stata decalcificata, hanno impiantato 250 pali per una lunghezza totale di 10 chilometri fino a che la forza di spinta sul palo, per farlo entrare nel terreno, e la forza di resistenza della sabbia non fossero stati uguali.

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Esoscheletro e travi in acciaio

Le fragili pareti però non avrebbero potuto resistere agli elementi perciò gli architetti risolsero il problema ricoprendo tutto con un esoscheletro d’acciaio. Ma i problemi non finirono li: la struttura era costituita da 3 grandi pilastri portanti che rendevano l’edificio ancora più instabile; per rinforzare tutta la struttura i pilastri furono legati tra di loro con delle travi.

Anche il posizionamento delle travi risultò un ulteriore ostacolo perché queste dovevano essere inserite con molta precisione e a Dubai gli sbalzi di temperatura possono essere anche di 14 gradi tra giorno e notte. Questo faceva dilatare il ferro fino a 5 centimetri. Ancora una volta fu richiesta un’innovazione tecnologica per sopperire a questo nuovo intoppo. Uno dei progettisti lo risolse modo ingegnoso, realizzando dei fori “mobili”, cioè capaci di spostare la propria posizione in modo da far combaciare il perno d’acciaio e lasciarlo libero di scorrere durante le dilatazioni naturali del metallo, stabilizzando comunque la struttura.

Copertura in Teflon

Nonostante tutto la parte superiore dell’edificio risultava ancora fragile e facilmente attaccabile dai feroci venti di Dubai. Non si potevano usare altre travi perché avrebbero ulteriormente appesantito la facciata dell’edificio rovinandone l’eleganza e la leggerezza. Per salvaguardare la struttura vengono montati 11 ammortizzatori di massa cosi che il peso di 5 tonnellate oscillasse insieme al palazzo riportando le oscillazioni nella norma.

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Ristorante sospeso

Ma per gli ingegneri non finì qui. Lo sceicco pose una nuova sfida al team; quella di realizzare un ristorante posto di fianco all’hotel tale da dare l’impressione a chi vi sta all’interno di stare in cielo. Un ristorante in quella posizione è destinato a cadere a causa della forza di gravita; però grazie all’idea di un membro della squadra il ristorante fu costruito in modo da avere la struttura portante principale integrata, così da nasconderla, e sporgersi nel vuoto per tutta la sua estensione.

Per lavorare con materiali sensibili al calore venne posto un enorme telo bianco rivestito di teflon il cui colore fu scelto proprio perché lo respingeva. Quasi arrivati alla fine del progetto il team assunse una nuova dipendente per arredare gli interni perché lo sceicco trovò i precedenti poco sfarzosi. Inoltre, chiese di dotare le stanze di ogni gadget tecnologico possibile e questo richiese una quantità di energia elettrica pari a 14 kilobyte di potenza per camera. Le frequenze emesse dai fili, avrebbero potuto sciogliere il rivestimento in teflon e causare un incendio. La soluzione fu quella di generare un’onda con frequenza opposta a quella creata dal sistema elettrico in modo da annullare la precedente e scongiurare il pericolo di incendio.

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Finalmente nel 1999 il Burj Al-Arab venne completato diventando il simbolo che noi oggi tutti conosciamo. Durante la sua costruzione ha totalizzato ben 3 record: il primo è quello dell’edificio con il più grande atrio del mondo, poi quello dell’edificio ricoperto dalla tela più grande al mondo mentre il terzo record è quello dell’unico hotel a poter vantare ben sette stelle.

PROGETTISTA:

Tom WrightL’architetto che ha realizzato il Burj Al-Arab è Tom Wright, britannico, nato il 18 settembre 1957. Tom è nato a Croydon una cittadina vicino Londra ed ha studiato alla Royal Russel School e alla Kingston University dove si è laureato in architettura. Abilitato nel 1983, diventò architetto svolgendo questa professione dal 1991 fino ad oggi.

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https://www.youtube.com/watch?v=647fNem490k

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Dic 082013
 
Alunni Articolo scritto da: MARTINA ALICATA
Classe: 2D – Anno: 2012-13

Prefazione a cura del prof. BETTO

E’ la volta di Martina che ha sviluppato il tema a lei assegnato, all’interno di quello che abbiamo chiamato “PROGETTO INFORMATICO” approfondendolo e ricercando informazioni sulla rete. Ho trovato la sua ricerca molto ben narrata e sufficientemente approfondita e, sottolineando ancora una volta come questi ragazzi riescano a realizzare lavori pregevoli e molto ben curati, invito anche voi alla lettura. Si tratta di un grandioso progetto architettonico in via di realizzazione nella periferia di Shanghai, famosissima metropoli cinese. Un albergo a 5 stelle costruito su di una cava, un capolavoro di bio-architettura e creatività. Scopritelo anche voi insieme a Martina Alicata. Buona lettura.


INTERCONTINENTAL SHIMAO WONDERLAND

Wonderland_ScrollViaggio al centro della Terra a sette stelle. Nei piani dei suoi progettisti l’Intercontinental Shimao Wonderland sarà l’hotel sotterraneo più invidiato al mondo, abbarbicato a una parete dell’ex cava di Tianmashan, profonda oltre 100 metri. Un albergo verticale nell’oasi a 30 chilometri da Shanghai, pensato per chi non soffre di vertigini. Si svilupperà su 19 piani di cui solo tre a livello strada e tutti affacciati sul lago smeraldo incastonato sul fondo della gola. Un paradiso nel cuore della roccia. Tutto l’opposto dei grattacieli che fino a oggi hanno attratto i capitali del settore ricettivo internazionale.

18 - Wonderland ShimaoQuesto progetto è il vincitore di un concorso internazionale di design. Hotel a 7 stelle, ha una collocazione insolita all’interno di una cava di acqua di grandi dimensioni nel quartiere Songjiang vicino a Shanghai.

Questa zona di Songjiang è di particolare bellezza naturale e questo progetto prevede una struttura volta ad armonizzarsi con un ambiente di alta qualità vicino a Shanghai. I committenti hanno chiesto una soluzione unica al problema dell’ubicazione dell’hotel, in modo tale che solo 2 livelli fossero proiettati al di sopra della parete di roccia della cava di 90m di profondità.

WONDERLAND SHIMAO: vista del sito dall'alto

La particolare richiesta di collocare le aree comuni e le stanze sotto il livello dell’acqua e’ stato inserito nel progetto. É stata realizzata l’immagine di una verde collina a cascata lungo la parete di roccia, come una serie di terrazze a giardini pensili. L’atrio centrale, che collega la base cava con il livello del suolo, ha la forma di una ‘cascata’ in vetro trasparente. Le ali curve del corpo principale delle camere conterranno atri interni, la cui peculiarità sarà l’utilizzazione dell’esistente e robusta facciata rocciosa.

WONDERLAND SHIMAO: sezione

Il design scelto sfrutta il tema dell’acqua sia visivamente che nelle sue molteplici funzionalità. Il piano più basso della struttura conterrà un’area per lo sport ed il tempo libero ed un complesso termale con piscina. Un livello subacqueo ospiterà un ristorante e delle camere che si affacceranno su un acquario tematizzato.
Sopra il piano terra ci sarà la hall d’ingresso principale, spazi per conferenze per 1000 persone ed una serie di ristoranti con vista sulla cava, sul paesaggio circostante e sulle cascate.
Un centro per sport estremi, come arrampicata su roccia e bungee jumping, sarà costruito a sbalzo sopra la cava ed avrà accesso da ascensori posti al livello dell’acqua della struttura.

WONDERLAND SHIMAO: bozze progettuali planimetria

La sostenibilità ambientale è alla base del progetto, a partire dall’utilizzazione del tetto verde posto a livello del terreno per la realizzazione di strutture per l’estrazione dell’energia geotermica. Esso è inoltre destinato all’uso di pannelli solari fotovoltaici ed all’utilizzazione dell’energia solare termica prodotta all’interno dell’alto atrio a forma di cascata.
Il progetto è attualmente in fase di progettazione esecutiva e la costruzione delle infrastrutture è già stata avviata; il completamento è previsto entro il 2013. L’hotel sarà gestito dal gruppo Intercontinental Hotels e sarà uno dei loro alberghi di punta in cina.

WONDERLAND SHIMAO: planimetria

PROGETTISTI

La squadra vincente  comprende Paul Rice, Hu Yali, Zhang Jian e Ding Fang da Atkins Shanghai guidato da Martin Jochman. Si tratta di una multinazionale composta da 650 architetti che condividono la passione per l’eccellenza. A differenza di molte aziende di design, sono convinti che le soluzioni progettuali devono essere aderenti al momento, al luogo e alla cultura in cui si trovano. Non hanno un unico “stile” ma un’architettura e un design di ispirazione urbana che riflette la loro diversità.
Atkins è una delle aziende più grandi del mondo dell’architettura.
Ma l’architettura è solo una parte della sua storia. Con studi di design di tutto il mondo – in luoghi come Londra, Dubai, Shanghai e Bangalore – fa parte di una società di consulenza leader multidisciplinare che impiega 18.000 professionisti. Architetti e urbanisti lavorano senza problemi a fianco di ingegneri strutturali e civili, ambientalisti, audioprotesisti, idrologi e molti esperti di ambiente più costruiti. Con questa ampiezza e la profondità delle competenze all’interno della rete di multinazionali, sono in grado di realizzare soluzioni di design davvero sorprendenti.

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