Dic 112021
 

L’Esposizione Universale 2020 si sta svolgendo per la prima volta in un paese del Medioriente ed esattamente negli Emirati Arabi Uniti. Doveva tenersi, secondo il programma originale, nel 2020 tra il 1 ottobre 2020 e il 31 marzo 2021 ma causa della pandemia da COVID-19, che ha bloccato tutti gli spostamenti tra paesi, l’evento è stato posticipato, grazie all’unanimità del comitato organizzativo, di un anno, svolgendosi così, sempre a Dubai ma tra il 1 ottobre 2021 e il 31 marzo 2022, conservando però la vecchia denominazione di Expo 2020. 

La capitale araba, ha vinto la selezione come sede dell’Expo concorrendo contro altre grandi città della Russia, della Turchia e San Paolo del Brasile, aggiudicandosi tutte e tre le votazioni.

Come sempre in questa grande città cosmopolita e in continua evoluzione, tutto è stato fatto in grande. È stata realizzata una nuova metropolitana che collega l’area espositiva di circa 400 ettari, posta all’esterno della città in direzione di Abu Dhabi e vicina al nuovo aeroporto internazionale Al Maktum (sarà inaugurato nel 2025).

Il progetto ha la forma di un fiore a tre petali il cui centro è la piazza chiamata Al Wasl, dall’antico nome della città di Dubai il cui significato è appunto “connessione”,  su cui si basa, appunto, il tema dell’esposizione, cioè “Connecting Minds, Creating the Future”, ossia collegare le menti per creare il futuro. L’esposizione, inoltre, cade in un anno molto particolare e molto importante per gli Emirati Arabi Uniti coincidendo, infatti, con il 50º anniversario della loro fondazione e con il giubileo d’oro dello Stato due degli eventi maggiormente significativi per il paese arabo.

I tre petali su cui si sviluppa l’immenso impianto dell’Expo, rappresentano le tre aree tematiche della manifestazione ossia opportunità, sostenibilità e mobilità. Ognuna di esse ospita i padiglioni progettati secondo le linee e il design dei suck arabi e tra i petali troviamo dislocati i tre padiglioni più rappresentativi, cui il padiglione del benvenuto, il padiglione dell’innovazione e il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Sulla restante area trovano posto  tutti i tradizionali padiglioni nazionali come per ogni Expo.

Tutta l’area è ricoperta da vele in materiale fotovoltaico capaci di generare il 50% dell’energia richiesta dall’intero sito espositivo inoltre queste tende vengono, utilizzate durante la sera, per le proiezioni digitali. Lo spostamento all’interno del sito dell’Expo, avviene tramite una cabinovia e un sistema di 750 bus a emissioni zero chiamati Expo Riders.

Al Wasl, è il cuore dell’Expo 2020 e rappresenta il luogo ideale per lo scambio e l’incontro tra le civiltà, ricordiamo che a Dubai convivono circa 200 etnie differenti. Un enorme sfera semi trasparente, quasi una bolla impercettibile capace di costituire il centro nevralgico e planimetrico di tutto l’impianto dell’Expo, ma capace di trasformarsi di notte in un enorme area di proiezione dove le immagini della cultura, della storia, della scienza, della fantasia animano il cielo sopra gli spettatori creando suggestioni uniche capaci di conquistare e ammaliare chiunque si trovi sotto questa volta celeste digitale.

Come ogni progetto, anche quello dell’Expo 2020 di Dubai, è stato concepito per proseguire oltre il periodo dell’esposizione. Quest’area, infatti, verrà denominata Dubai District 2020 e negli obiettivi degli organizzatori sarà il luogo ideale dove far incontrare pensatori, creatori e innovatori, progettisti del nostro futuro. Un luogo, quindi, per collegare, creare e innovare.

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Mar 212021
 

Che i grattacieli si sviluppano in verticale, lo sappiamo tutti. È proprio una loro caratteristica quella di sfidare le leggi di gravità correndo alti verso il cielo. Ma c’è un luogo nel mondo dove sovvertire le leggi dell’ingegneria e della fisica è ormai la norma; sono gli Emirati Arabi Uniti, diventati patria dell’architettura d’avanguardia e dell’ingegneria estrema. Si chiamerà the Link, il primo grattacielo orizzontale, sospeso a 100 metri di altezza tra il 23º e 25º piano delle due gigantesche torri del complesso One Za’abeel. Si tratta dell’ennesimo progetto estremo che cambia lo skyline di una città in continua evoluzione quale Dubai.

Costruite nel quartiere Za’abeel situato tra la città antica e il nuovo quartiere degli affari, questo complesso di grattacieli diventerà una nuova icona per la città, già ricca di esempi architettonici estremi come il grattacielo più alto del mondo il Burj Khalifa, l’unico albergo a sette stelle il Burj Al Arab, e presto anche la ruota panoramica più grande del mondo Ain Dubai.

La torre più alta, 304 metri, ingloberà nei sui 67 piani uffici, un resort-hotel e appartamenti di lusso, mentre in quella più bassa di soli 54 piani alta 241 metri sarà destinata a residenze di lusso da affittare.

The link, invece, l’incredibile grattacielo orizzontale lungo e ben 225 metri, avrà una destinazione a se stante, con ristoranti stellati Michelin, ponti di osservazioni a 360° sulla città, una piscina a sfioro panoramica sospesa sopra il ristorante che avrà il soffitto in vetro.

Anche l’hotel che avrà la grande firma One&Only proprietaria dell’iconico Atlantis the Palm, avrà la caratteristica unica di diventare il primo resort urbano del pianeta. Infatti, le suite potranno essere personalizzate e trasformate in qualsiasi cosa, da una sala giochi per bambini a studio d’arte o a qualunque altro spazio su scelta dell’ospite. Il resort consentirà anche di conservare le proprie cose fino al soggiorno successivo per gli ospiti abituali. Saranno presenti anche studi yoga, uffici privati, night club, palestre e spazi per eventi.

Ma non finisce qui, infatti questo grattacielo incorpora le migliori tecnologie di automazione e efficienza energetica tant’è che è stato premiato dal Construction Innovation Awards come miglior progetto innovativo dell’anno.

Progettato dallo studio di architettura giapponese Nikken Sekkei, il complesso dovrebbe essere terminato entro l’anno in corso nella location strategica tra il centro finanziario internazionale e l’aeroporto Al Maktum. Esteso su una superficie totale di 470.000 m² il complesso avrà sette piani interrati scendendo ad una profondità di ben 38,5 metri fissando un nuovo record con il piano interrato più profondo del Medioriente, in modo da ottimizzare l’efficienza fuori terra. 

L’edificio passerà sopra la superstrada e the Link ingloberà una piscina sul tetto lunga 140 m con una vista panoramica sul parco Za’abeel e sulla Downtown della città.

The link, la torre orizzontale è stata da poco sollevata al 25º piano delle due torri attraverso un sistema complesso di sistemi idraulici che sono riusciti, in 4 giorni, a portare in posizione l’incredibile struttura dal peso di circa 13.000 t, raddrizzando, una volta fissata, attraverso il suo peso, i nuclei portanti delle due torri verticali, costruite volutamente inclinate così da poter essere poi riportate in asse dalla gigantesca struttura orizzontale.

Il progetto è stato premiato anche con il Big Project Middle Est Award e come miglior progetto ad uso misto. I progettisti mirano ad ottenere per l’edifico la certificazione LEED Gold per la sostenibilità ambientale utilizzando sistemi a pompe di calore acqua-acqua per il riscaldamento dell’edificio e per la produzione di acqua sanitaria ed incorporando le più recenti tecnologie intelligenti per l’automazione per l’illuminazione e la climatizzazione.

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Ago 312020
 

Il più grande simbolo moderno della tecnologia sta per vedere la luce proprio nella città del futuro, Dubai. Un’opera ingegneristica incredibile, realizzata attraverso un algoritmo matematico capace di generare una struttura a forma di occhio, dalle curve eclettiche, rivestite da piastre in acciaio in cui sono intagliate in vetro, forme libere che richiamano la calligrafia araba.

Fortemente voluto da sua maestà Al Maktoum Bin Rashid primo ministro degli Emirati Arabi e sceicco di Dubai, quest’opera mastodontica, iconica, fantascientifica, sorge in un punto strategico della città sotto le incredibili Emirates Tower lungo la Sheik Zayed road la strada principale che unisce tutti gli emirati arabi e si appresta a diventare il punto di convergenza mondiale sulla tecnologia, innovazione e futuro. Si tratta del museo del futuro la cui ultimazione è prevista per la fine di quest’anno e Doveva essere una delle grandi opere da presentare al mondo durante l’Expo che per via della della pandemia di covi da 19 è stata rinviata di un anno.

Si tratta di una delle opere ingegneristiche più complesse mai realizzate dalla forma ovale eclettica con un’altezza di 78 m è una superficie complessiva di 30.000 m². Per la prima volta è stata utilizzata una tecnologia innovativa chiamata bim building information model ling che sfruttando l’intelligenza artificiale è un particolare algoritmo è riuscita a semplificare la struttura reticolare è estremamente complessa in modo da renderla più semplice nella realizzazione è ingegneristicamente realizzabile.

Anche questo edificio, come molti altri nel mondo, utilizza un Diagrid una struttura di travi reticolari che costituisce il sostegno principale dell’edificio e quello dei solai interni che lo dividono in sette differenti piani.

La tecnologia e l’innovazione si vedono già nella fase progettuale, infatti il sistema Been attraverso un algoritmo matematico è riuscito a progettare una taglia Grid trovando tra le possibili infinite permutazioni quella della forma definitiva. In questo modo la struttura riesce ad auto sorreggersi farne fungendo da guscio dell’edificio e sostenendo i solai interni che lo dividono in sette differenti piani.

Un’opera incredibile sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista strutturale, unica, iconica, capace di rappresentare appieno l’innovazione e la tecnologia, fortemente voluta dal Primo Ministro e mi latino che già prima ancora della realizzazione dell’opera nel 2015 affermava “Il futuro appartiene a coloro che stanno immaginarlo, disegnarlo ed eseguirlo. Non è qualcosa da attendere, ma da creare”.

Non ci resta a questo punto che attendere la sua apertura che avverrà a breve e se possibile visitarlo personalmente recandoci nella capitale e mi Latina oppure attraverso tour virtuali e sicuramente saranno resi disponibili nel sito ufficiale del della struttura.

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Dic 142019
 

Mentre fervono i lavori di costruzione di tutte le magnifiche opere che arricchiranno l’Expo 2020 di Dubai, in altre zone della città prosegue la realizzazione di nuovi megaprogetti che renderanno la capitale dell’emirato ancora più abbagliante, lucente, eccentrica, di quanto non lo sia già oggi.Una nuova impressionante opera affidata dalla holding dell’emiro al pluripremiato studio internazionale di architettura SOM, Skidmore, Owings e Merrill, vedrà come suo fulcro iconico un nuovo super grattacielo alto 550 metri di cui già si conosce il nome, Burj Jumeirah. Farà parte di una vasta area, il distretto di Jumeirah, una delle più rinomate zone residenziali della costiera di Dubai. Si tratta di un’area che avrà un uso prevalentemente pedonale misto con alberghi di lusso, appartamenti, centri commerciali, ristoranti e negozi di fama internazionale e immensi parchi verdi. Fiore all’occhiello di questo nuovo quartiere sarà l’uso di soluzioni sostenibili d’avanguardia nella costruzione, alta tecnologia e una incredibile infrastruttura intelligente che renderà tutto connesso e accessibile.

Il progetto nasce dallo sviluppo planimetrico di, pensate un po’, l’impronta digitale di sua maestà Mohammed bin Rashid al Maktum governatore degli Emirati Arabi Uniti e reggente di Dubai. Ad inizio 2019 sono iniziati i lavori di costruzione di questo incredibile grattacielo ispirato alle dell’increspature naturali delle dune di sabbia del deserto. Un gigante di acciaio e cemento le cui facciate saranno ricoperte di display digitali che renderanno la sua intera superficie capace di proiettare immagini e suggestioni durante tutte le festività o in momenti di particolare importanza pubblica nel paese.

Con la sua incredibile altezza, 550 metri il Burj Jumeirah, diventerà un altro elemento chiave dello skyline di Dubai, dotato di diversi punti di osservazione capaci di offrire una visione completa a 360° sull’intera città. I suoi ascensori saranno dotati di display digitali che renderanno un’esperienza emozionale la risalita verso la vetta e uno sky restaurant a 450 metri garantirà un’immersione totale e un colpo d’occhio privilegiato sull’intera città L’involucro della torre avrà una forma aerodinamica ispirata, come detto, al movimento delle dune di sabbia desertiche, ma ottimizzata per resistere alle sollecitazioni laterali del vento e con un vuoto centrale quasi a simboleggiare due ali che si sfiorano, all’interno del quale sarà possibile posizionare i terrazzamenti per le vedute panoramiche sulla città.

L’intero complesso poggerà su un enorme piazza il cui disegno è proprio ispirato alla riproduzione dell’impronta digitale dello sceicco con fontane d’acqua e attrazioni di diverso tipo. Il termine per la realizzazione di questa grandiosa opera è previsto per il 2023.

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Giu 132018
 

Si chiama The Pad Tower ed è una delle nuove torri che si sta completando a Dubai. L’ispirazione è chiara, basta vederla e poi tutti già la chiamano iPAD Tower, ma questo ovviamente non è il suo vero nome proprio per evitare problemi legali con la Apple. Ma a parte questo, sono molti i riferimenti al piccolo player della casa della Mela morsicata.

Non è una torre paragonabile alle altre costruite nella megalopoli emiratina, che competono per svettare nel cielo sempre più alte. Qui l’idea che sta alla base del progetto è diversa. Una architettura tecnologica che vuole avviare una tipologia nuova di edificio, spinto all’estremo in connettività e digitalizzazione.

The Pad è una palazzina di soli 26 piani nel verticale skyline di Dubai che riprende nelle forme il player musicale di Apple. Non è dritto, ma risulta inclinato di 6,5 gradi, scelta stilistica ancora una volta in riferimento al piccolo device. Infatti questa posizione inclinata, richiama quella che assume l’iPod quando è posizionato su un dock di sostegno.

La costruzione è iniziata nel 2006, ma i lavori si sono dovuti fermare nel 2010 a causa della crisi economica che ha colpito l’intero pianeta. Nel 2013 sono ripresi e si presume che The Pad possa vedere il suo completamento proprio quest’anno.

The Pad sorge sulla Business Bay di Dubai ed è opera dell’architetto di Hong Kong, James Law dello studio James Law Cybertecture. Il progetto è il risultato di un concorso per idee in cui James Law ha vinto contro mostri sacri quali Foster & Partner e Zaha Hadid Architects.

Nella visione del progettista, l’edificio nasce non per superare records come per molti altri edifici in città, ma per rappresentare un nuovo tipo di architettura, quella che Law chiama Cybertecture. Ossia un’architettura connessa, fusa con elementi tecnologici di grande innovazione, quasi futuristici. Il ritardo nella costruzione ha richiesto anche l’aggiornamento di questo aspetto, per cui molte idee iniziali sono state adattate alle nuove tecnologie resesi disponibili sul mercato dal 2010 in poi. The Pad ha così chiusure biometriche, pareti visore per simulare la vista su località differenti, luci con sensori, dispositivi che analizzano la salute delle persone e restituiscono questi dati sullo specchio del bagno con avvisi e promemoria, un po’ alla Mission Impossible.

L’edificio, ovviamente è completamente cablato e già predisposto per le tecnologie del futuro, dal controllo vocale ai sensori di posizione per luci e musica.

Insomma, un edifico completamente digitale che, nella visione del suo progettista, sia come i nostri amati dispositivi mobili e da questi controllabile. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un palazzo in grado di aggiornarsi digitalmente come oggi facciamo con il nostro cellulare, scaricando un’app e utilizzando nuove caratteristiche e funzioni.

Ovviamente la sua costruzione a Dubai è garanzia di tutto ciò e la scelta di Law non sarà stata sicuramente casuale.

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Nov 062016
 

Superare l’insuperabile? C’è un luogo in cui si può.

Realizzare un grattacielo alto 200 metri oltre il  chilometro? Li è possibile.

Dove, il petrolio e il denaro vengono spesi per realizzare bellezza? A Dubai, ovviamente.

LA TORRE DEI RECORD: THE TOWER DUBAI

Lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, sovrano dell’Emirato di Dubai ha posto il 10 ottobre la prima pietra per la costruzione di quello che diverrà, da qui a 3 anni, il più alto edificio del pianeta superando abbondantemente l’altra torre dei records, il Burj Khalifa.

calatravaA progettarlo, una archistar di fama internazionale, l’architetto dei ponti e delle tensiostrutture, lo spagnolo Santiago Calatrava, vincitore pochi mesi fa del concorso per la realizzazione della torre di osservazione prevista nell’area di prossima edificazione di Dubai Creek Harbour per l’Expo del 2020.

Ed entro quella data la Emaar Properties, il colosso mondiale del settore immobiliare, ha previsto la fine dei lavori per la realizzazione dell’intera area del Creek Harbour il cui gioiello sarà la nuova torre The Tower appunto.

 

TheTower02

L’incredibile grattacielo dovrebbe superare abbondantemente l’altezza del Khalifa, ma il riserbo in tal senso è massimo per evitare che il preannunciato record possa essere vanificato da qualche altra costruzione sul pianeta, presumibilmente in Cina.

Il nuovo quartiere e la mega torre diverranno i nuovi simboli di una città oramai iconica, piena zeppa di edifici e opere architettoniche uniche, biglietto da visita della città degli eccessi per il prossimo Expo mondiale.

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Il progetto vincitore, vede le classiche nervature di Calatrava sposarsi con simboli ed elementi tipici della cultura islamica.

Un minareto sospeso ad un’altezza vertiginosa, con un impianto che richiama il fiore del giglio, collegato al terreno da una struttura esile circondata da una complessa rete di cavi strutturali che ne assicurano la stabilità. Questo sistema consente di dare alla torre una forma slanciata, esile, e leggera; una freccia pronta ad essere scagliata contro il cielo le cui curve disegnate dai cavi, tracciano nell’aria le forme stilizzare delle foglie del giglio.

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Architettura, avanguardia ma soprattutto sostenibilità, nelle soluzioni e nei materiali. La cima sarà completata con la Pinnacle Room, un enorme spazio aperto a 360° per una visione della città senza limiti giorno e notte.

Un grandioso giardino a 1.000 metri di altezza sopra il deserto, apribile come le finestre intarsiate di un minareto e dotato di balconate girevoli per creare punti di osservazione unici e sorprendenti.

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Le nervature non avranno solo la funzione strutturale, ma diventeranno l’elemento più appariscente della città. Un sistema di illuminazione dinamico farà letteralmente vivere l’opera sia di giorno che di notte creando giochi di luce incredibili e personalizzabili per ogni occasione.

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Sostenibilità garantita dalle innovative soluzioni studiate dal team di Calatrava. L’edificio sarà dotato di un innovativo sistema di raccolta delle acque per il raffreddamento ad alta efficienza e usato per la pulizia delle facciate.

Sistemi di protezione all’irraggiamento solare consentiranno di regolare la temperatura durante l’arco di tutta la giornata e di migliorare l’efficienza energetica dell’intero complesso.

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https://www.youtube.com/watch?v=3U30OBUJ6iI
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Mag 032014
 

Per la serie grandi architetture, vi presento oggi il lavoro svolto da Giulio, Sara e Grazia che ispirati dalla sinuosa forma della Torre Cayan a Dubai, ci raccontano con meticolosità la storia e la genesi di questa magnifica struttura che completa lo skyline del quartiere Marina a Dubai. Scopriamo insieme quest’altra magnifica opera dell’architettura contemporanea leggendo il loro articolo. Buona lettura.

CAYAN TOWER

DUBAI CAYAN

Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàDubai (Marina Dubai)

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: primo edificio con rotazione di 90° sull’asse

01 - InfinityLa Torre Cayan o Infinity Tower è una delle torri più alte del mondo, con i suoi 310 metri di altezza e una torsione di 90 gradi ed è uno dei grattacieli più originali e particolari nel suo genere, costato $272,000,000. Ha una forma a spirale che si sviluppa dal basso verso l’alto, ispirata al DNA. L’edificio situato nella Marina di Dubai è stato progettato dal gruppo Skidmore, Owings e Merrill (studio SOM) e costruito dalla società Cayan Real Estate Investiment e Development e Khatib and Alami.

03 - InfinityLa costruzione dell’Infinity Tower iniziò nell’anno 2006, ma il completamento della costruzione fu ritardato dalla crisi finanziaria che ha colpito l’Emirato Arabo nel 2009 e a causa di problemi tecnici.

La torre fu inaugurata finalmente il 10 giugno 2013, con una cerimonia accompagnata da fuochi d’artificio e display a luce laser.

I lavori sono stati finanziati dall’imprenditore Arabtec, che ha donato per la sua costruzione 270 milioni di dollari.

Per la Torre sono state utilizzate armature di rinforzo in barre di acciaio ed è stata realizzata in calcestruzzo ad altra concentrazione.

Le facciate sono state realizzate di color grigio chiaro in titanio, con un sistema chiamato facciata continua, particolare tipologia di involucro leggero, generalmente in vetro, che garantisce tutte le funzioni normali di una parete esterna, che non porta altro carico che il peso proprio e la spinta del vento.

Il grattacielo è costituito da 80 piani di cui 5 sotterranei. All’interno dell’edificio sono stati realizzati 570 appartamenti che ospitano uffici, piscine, centri benessere, asili, palestre, centri commerciali e molti altri servizi, secondo alcuni dati della CNN un appartamento di un vano costerebbe circa 435mila dollari.

Ogni appartamento ha vista mare su Palm Jumeirah, isola artificiale a forma di palma.

Ogni piano è ruotato di 1.2 gradi, per garantire una completa spirale a novanta gradi, creando così la forma di un’elica dal basso verso l’alto.

08 - Infinity

Tutti gli appartamenti sono stati realizzati con tonalità moderne e provvisti di soggiorno con TV a schermo piatto, zona pranzo, cucina con forno a microonde e piano cottura e bagno con vasca e doccia. I pavimenti sono stati realizzati in legno, i ripiani in marmo e gli infissi con materiali altamente tecnologici.

Le camere sono state progettate in modo da non essere esposte all’influenza della luce del sole, grazie all’uso di pannelli metallici in titanio e in ghisa-in-place.

L’Infinity, inoltre, è provvista di 5 piani garage realizzati nei piani sotterranei adiacenti alla torre.

L’intenzione dei costruttori e dei progettisti era quella di realizzare un progetto unico al mondo e nel discorso inaugurale dell’edificio speravano che la torre non venisse imitata, in modo da rimanere l’unica nel suo genere.

02 - Infinity

I PROGETTISTI

La Cayan Tower è stata progettata dagli architetti Ross Wimer e George J. Efstathiou.

Infinity Ross WimerRoss Wimer è noto per integrare il rigore e la logica di ingegneria nei suoi disegni. Fino al novembre 2013, è stato direttore di design presso l’ufficio di Chicago Skidmore, Owings & Merrill, LLP. L’architetto americano ritiene che la sostenibilità ambientale e l’espressività della struttura contribuiscono a definire l’estetica dell’architettura. Egli ritiene che sia gratificante, creare qualcosa che colpisca la quotidianità della vita delle persone. Nei suoi progetti, egli sottolinea l’importanza di esporre il sito su cui sorge un progetto piuttosto che imporre il progetto su di esso.

Infinity EfstathiouL’altro architetto che ha realizzato il progetto della Infinity Tower, e’ George J. Efstathiou, americano di origine greca. Con Skidmore, Owings e Merrill, dal 1974, è stato un Partner Consulting in ufficio di Chicago. Quando la carriera di George con Skidmore, Owings e Merrill, è iniziata nel 1974, i suoi primi 10 anni con la società  furono concentrati principalmente su progetti nazionali. Durante la sua permanenza a Londra, ha studiato e ha ottenuto un piena comprensione, conoscenza ed esperienza dei metodi di studio nel Regno Unito e delle tecniche per la fornitura di servizi di architettura professionali che, accanto alle tecniche statunitensi, sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo.

Lo studio di architettura SOM ha progettato la Torre Cayan con la stessa mentalità della Willis Tower: la forma esteriore deve essere l’espressione diretta del suo quadro strutturale. La forma a elica, creata dai piani rotanti, sottolinea la filosofia di design di SOM e l’utilizzo di tecniche all’avanguardia. L’idea progettuale che sta alla base della forma a spirale unica dell’Infinity Tower, è la rappresentazione delle forme mutevoli dei deserti, dei venti e dei mari che la circondano.

Infinity schema strutturale Willis Tower

Schema strutturale della Willis Tower

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Alunno/i autore/i dell’articolo:
G. SUBBA – G. PRIVITERA – S. INZIRILLO
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Dic 082013
 
Alunni Articolo scritto da: MATTEO MAZZA
Classe: 2H – Anno: 2012-13

Prefazione a cura del prof. BETTO

E’ l’edificio contemporaneo più famoso al mondo; è l’hotel più incredibile e più alto del pianeta; è il simbolo di Dubai e della ricchezza sfacciata di questo Emirato. Saranno forse questi gli aspetti che hanno ispirato Matteo a narrarci le meraviglie del Burj Al-Arab? Torre degli Arabi, questa è la traduzione del suo nome. Un capolavoro di ingegneria e di visione architettonica. Ispirato al vento e alle vele degli Abra arabi, questo edifico è diventato una icona architettonica, un immagine a cui ispirarsi nella progettazione. Leggiamo insieme quanto descrittoci da Matteo e sogniamo con lui in questo viaggio nel Mar dei Pirati.

BURJ AL-ARAB

Burj-Al-Arab

Burj-Al-Arab-logoIl Burj al-Arab con la sua inusuale forma “a vela” è il successo di una equipe di architetti che aveva il compito di progettare uno dei migliori alberghi del mondo per lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum. L‘albergo è situato su un isola artificiale collegata da un ponte di 280 metri, la sua altezza di 320 metri lo rende il 2° albergo più alto al mondo dopo la Rose Tower anch’essa a Dubai. L’hotel è provvisto di eliporto dove nel 2005 per l’occasione fu allestito un campo da tennis all’altezza di 211 metri sul mare per una partita di esibizione tra i due campioni Roger Federer e Andrè Agassi. Tutte le camere sono suite e hanno superfici variabili tra i 170mq e i 780mq producendo una rendita annuale di circa 100 milioni di euro; le stanze vengono a costare da un minimo di 600 euro a notte fino ai 9.000 euro per la royal suite.

Burj Al-Arab

La facciata principale del Burj Al-Arab è fatta in materiale tessile rivestito di teflon, inoltre il Burj Al-Arab è l’unico edificio che vanta le sette stelle. Oro 22 carati, stoffe preziose e marmi di Carrara e brasiliani, rivestono ogni angolo di questo meraviglioso edificio.

12 Burj_Al_Arab

La notte, a intervalli di 15 minuti, l’albergo cambia colore attraverso un sofisticatissimo sistema di illuminazione studiato per creare un effetto scenico ma in modo da non infastidire gli ospiti che soggiornano all’interno. L’albergo è dotato anche di un ristorante al livello del mare circondato da un acquario immenso. Oltre ai vari record il Burj Al-Arab vanta anche quello dell’atrio più alto del mondo, ben 181 metri. Una curiosità: 90 delle 200 suite dell’hotel furono prenotate dalla modella Naomi Campbell per ospitare gli invitati al suo compleanno.

GENESI PROGETTUALE:

La sua costruzione iniziò nel 1994 e finì nel 1999 e la sua realizzazione non fu libera da difficoltà realizzative e progettuali.

20 - Burj Al-Arab

Blocchi di pietra cavi dell’isola artificiale

I primi problemi nella costruzione dell’hotel sorgono nel momento della realizzazione dell’isola artificiale. Inizialmente si volevano fare i margini in roccia, un materiale facilmente reperibile, però l’altezza delle onde avrebbe facilmente superato la barriera; allora gli ingegneri risolsero il problema sostituendo alle rocce, blocchi in pietra cavi. Quando arrivava un onda, questi la facevano filtrare attraverso i buchi creando dei mulinelli; nella sua forma finale, l’isola arrivò a misurare un’altezza di 7 metri.

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Burj Al-Arab in costruzione

Il successivo passo attuato dagli ingegneri fu quello di mettere delle travi d’acciaio a 20 metri di profondità in modo da creare una base triangolare che, grazie a degli scavatori che rimuovendo la sabbia in eccesso, hanno creato una fossa che successivamente è diventata una parte delle fondamenta. Nonostante i blocchi di pietra cavi gli addetti alla sicurezza temevano che l’acqua spinta dalla pressione potesse comunque passare attraverso la sabbia allagando la struttura dal basso. Il problema venne risolto grazie a una parete di cemento che fu posta sotto la struttura.

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Burj Al-Arab prospetti

Ulteriori problemi sono comparsi quando cercando i fondali rocciosi si scoprì che questi si trovavano a circa 180 m di profondità, perciò si sarebbe dovuto costruire l’edificio sulla sabbia dunque l’hotel sarebbe stato soggetto ai pericoli causati dalle intemperie ma soprattutto dai terremoti. Per risolvere questi problemi gli architetti sono ricorsi all’attrito di superficie cioè, una volta accertato che la sabbia nel fondale fosse stata decalcificata, hanno impiantato 250 pali per una lunghezza totale di 10 chilometri fino a che la forza di spinta sul palo, per farlo entrare nel terreno, e la forza di resistenza della sabbia non fossero stati uguali.

21 - Burj Al-Arab

Esoscheletro e travi in acciaio

Le fragili pareti però non avrebbero potuto resistere agli elementi perciò gli architetti risolsero il problema ricoprendo tutto con un esoscheletro d’acciaio. Ma i problemi non finirono li: la struttura era costituita da 3 grandi pilastri portanti che rendevano l’edificio ancora più instabile; per rinforzare tutta la struttura i pilastri furono legati tra di loro con delle travi.

Anche il posizionamento delle travi risultò un ulteriore ostacolo perché queste dovevano essere inserite con molta precisione e a Dubai gli sbalzi di temperatura possono essere anche di 14 gradi tra giorno e notte. Questo faceva dilatare il ferro fino a 5 centimetri. Ancora una volta fu richiesta un’innovazione tecnologica per sopperire a questo nuovo intoppo. Uno dei progettisti lo risolse modo ingegnoso, realizzando dei fori “mobili”, cioè capaci di spostare la propria posizione in modo da far combaciare il perno d’acciaio e lasciarlo libero di scorrere durante le dilatazioni naturali del metallo, stabilizzando comunque la struttura.

Copertura in Teflon

Nonostante tutto la parte superiore dell’edificio risultava ancora fragile e facilmente attaccabile dai feroci venti di Dubai. Non si potevano usare altre travi perché avrebbero ulteriormente appesantito la facciata dell’edificio rovinandone l’eleganza e la leggerezza. Per salvaguardare la struttura vengono montati 11 ammortizzatori di massa cosi che il peso di 5 tonnellate oscillasse insieme al palazzo riportando le oscillazioni nella norma.

23 - Burj Al-Arab

Ristorante sospeso

Ma per gli ingegneri non finì qui. Lo sceicco pose una nuova sfida al team; quella di realizzare un ristorante posto di fianco all’hotel tale da dare l’impressione a chi vi sta all’interno di stare in cielo. Un ristorante in quella posizione è destinato a cadere a causa della forza di gravita; però grazie all’idea di un membro della squadra il ristorante fu costruito in modo da avere la struttura portante principale integrata, così da nasconderla, e sporgersi nel vuoto per tutta la sua estensione.

Per lavorare con materiali sensibili al calore venne posto un enorme telo bianco rivestito di teflon il cui colore fu scelto proprio perché lo respingeva. Quasi arrivati alla fine del progetto il team assunse una nuova dipendente per arredare gli interni perché lo sceicco trovò i precedenti poco sfarzosi. Inoltre, chiese di dotare le stanze di ogni gadget tecnologico possibile e questo richiese una quantità di energia elettrica pari a 14 kilobyte di potenza per camera. Le frequenze emesse dai fili, avrebbero potuto sciogliere il rivestimento in teflon e causare un incendio. La soluzione fu quella di generare un’onda con frequenza opposta a quella creata dal sistema elettrico in modo da annullare la precedente e scongiurare il pericolo di incendio.

Burj Al Arab08

Finalmente nel 1999 il Burj Al-Arab venne completato diventando il simbolo che noi oggi tutti conosciamo. Durante la sua costruzione ha totalizzato ben 3 record: il primo è quello dell’edificio con il più grande atrio del mondo, poi quello dell’edificio ricoperto dalla tela più grande al mondo mentre il terzo record è quello dell’unico hotel a poter vantare ben sette stelle.

PROGETTISTA:

Tom WrightL’architetto che ha realizzato il Burj Al-Arab è Tom Wright, britannico, nato il 18 settembre 1957. Tom è nato a Croydon una cittadina vicino Londra ed ha studiato alla Royal Russel School e alla Kingston University dove si è laureato in architettura. Abilitato nel 1983, diventò architetto svolgendo questa professione dal 1991 fino ad oggi.

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Dic 042012
 

Dubai sogno2

A distanza di qualche tempo riprendiamo il discorso su una delle capitali mondiali più controverse: DUBAI.

L’avevamo lasciata con la REALTA’, il realizzato, i progetti faraonici che si sono trasformati in icone dell’architettura contemporanea mondiale. Opere destinate a lasciare un segno e a divenire i nuovi modelli di riferimento nella progettazione. Opere che per la loro grandiosità hanno stupito, hanno superato i limiti fino ad ora consentiti, hanno acceso il dibattito, hanno trasformato Dubai nella mecca dell’architettura moderna.

I mesi a Dubai sono come gli anni; la velocità con la quale questa capitale cresce e prospera sono spaventosi. Pochi decenni fa non era altro che un villaggio nel deserto, ora svettano grattacieli, opere faraoniche, ponti e isole da sogno progettate e realizzate sfidando la natura e fissando nuovi standards di riferimento. Andare a Dubai significa ogni volta andare in una città nuova, in cui lo skyline si modifica di giorno in giorno, in cui la vita scorre frenetica. I più grandi architetti del mondo sono ormai di casa in questa modernissima città del medio oriente. Tutti la sfidano, ma nessuno la eguaglia; Dubai ormai è circondata da un’aurea di magia che le consente di mantenere il primato e di attirare turisti e curiosi in quantità.

Ancora una volta mi piace sottolineare che la si può amare o odiare, ma bisogna prima conoscerla e vederla per giudicarla, ma vi assicuro che le tante sfaccettature di cui si compone, l’affascinante bagliore delle sue costruzioni, i contrasti cromatici, i sapori e gli odori orientali, finiranno per conquistarvi. E proprio per celebrare queste virtù vi invito alla lettura di questo nuovo capitolo sulla capitale del Golfo Persico: signore e signori se siete pronti a volare benvenuti a…

Iniziamo il nostro viaggio con un video intitolato “Vibrant Dubai“, la Dubai vibrante, nel senso della vita pulsante che la contraddistingue; si tratta di un promo realizzato dal Dipartimento per il Turismo e il Commercio della capitale, un inno a Dubai e alle sue meraviglie, un video che spero vi possa fare sognare come lo ha fatto con me, descrivendo in pochi minuti l’accogliente e dorato mondo di questa infinita città. Buona visione e buona lettura…

Il realizzato, come abbiamo già visto, è eccezionale, ma quello che si sta progettando a Dubai ha dell’incredibile. L’asticella è stata spinta molto più in alto. Svincolata da riferimenti iconici del passato, priva di vincoli urbanistici e paesaggistici, senza un impianto di crescita rigido o legato ai limiti del territorio, questa città è diventata terra di conquista dell’architettura contemporanea. I più grandi studi e i migliori architetti si sfidano in una gara senza vincitori, una competizione che vede vincente solo lei, l’affascinante Dubai. Dal Waterfront alla spiaggia di Jumeira, passando per la sontuosa Sheikh Zayed Road (la strada che unisce tutti e sette gli emirati), è un susseguirsi di opere architettoniche e di ingegneria facilmente identificabili, progetti unici e irripetibili, nuovi monumenti del pensiero e delle capacità contemporanee. Ogni opera sorge con l’intento di diventare l’emblema della città, il simbolo di questa crescita e di questo sviluppo e finisce per integrarsi e amalgamarsi in un tutt’uno che lascia senza respiro. L’acqua è senza dubbio uno dei motivi che predomina nella progettazione, ma le dune del deserto, le linee aggraziate delle abra (imbarcazioni dei pescatori arabi), le onde dell’oceano, forniscono un’infinità di spunti ai progettisti di questo immenso harem architettonico.

Vediamo, quindi, come vorrà stupirci ancora una volta questa capitale dell’eccesso scoprendo i progetti che ne cambieranno la fisionomia negli anni a venire. Si tratta di una selezione di progetti particolarmente ambiziosi, effettuata dal sottoscritto, che non ha la pretesa di essere esaustiva ma semplicemente descrittiva di quanto si sta progettando a Dubai.

Quindi non mi resta che augurarvi, BUON VIAGGIO.

ARCH BRIDGE

Se qualcuno pensava che a Dubai i records venissero battuti solo in altezza o ampiezza, si sbagliava di grosso. Un concorso internazionale, bandito come al solito dall’emirato più avanzato al mondo, ha visto in gara molti studi di architettura internazionali e la vittoria del newyorkese Fxfowle International. Per realizzare cosa? Il futuro ponte ad arco più lungo e più alto del mondo. Il ponte sarà lungo 1,7 km e alto 205m, e la data di ultimazione è prevista per il 2012. Il ponte è chiaramente ispirato alle sinuose coste del mar Arabico e alle magnifiche dune del deserto che circonda Dubai. Il ponte, per ora noto come Arch Bridge, si chiamerà effettivamente Sheikh Rashid bin Saeed Crossing e potrà portare il peso di 2000 veicoli l’ora, sulle 12 corsie per senso di marcia. Il Dubai Arch Bridge è un ponte a mezza corsa, e sarà il più lungo mai realizzato con questa tecnologia: sino ad oggi il primato di lunghezza è detenuto dal Chaotianmen Bridge, a Chongquing (Cina), con una campata di 552 metri (per una lunghezza complessiva di 1742 metri), e dal Lupu Bridge, a Shangai (Cina), con una campata di 550 metri ed una lunghezza complessiva di 3900 metri.

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DUBAI AIRPORT


Ogni grande città ha un grande aeroporto famoso in tutto il mondo. New York ha il JFK, Los Angeles ha il LAX, Londra ha Heathrow; ma a Dubai hanno pensato ancora più in grande: il Dubai World Central International Airport sarà dieci volte più grande degli attuali International e Cargo Villane messi insieme. Per capirne la portata, basti pensare che sarà un aeroporto in grado di accogliere 120 milioni di passeggeri in un anno. Nel 2004, per fare un paragone, l’aeroporto con il maggior traffico passeggeri è stato quello di Atlanta negli Stati Uniti con 83,5 milioni di passeggeri.
Il progetto prevede un’aerostazione con 6 piste parallele tutte di 4,5 chilometri di lunghezza, ossia in grado di far atterrare e decollare il superjumbo A380 fiore all’occhiello della Ethiad e della Emirates. Ogni pista sarà distanziata dall’altra da uno spazio di circa 800 metri e sarà attrezzato con le più attuali tecnologie in campo aeronautico. La torre di controllo, per fare un esempio, sarà alta 92 metri, la più alta del medio oriente, ed avrà un design a “fiore”, idea progettuale che secondo i creatori dovrebbe diventare il simbolo aeronautico della regione.
L’aeroporto sarà dotato di tre terminal, di cui due di lusso (uno per le compagnie degli Emirati) e uno per le altre compagnie aeree ed uno ad alta funzionalità per i viaggi a basso costo e le compagnie charter. Ovviamente completeranno la faraonica opera, centri di ristorazione, grandi alberghi, centri commerciali e tutte le strutture di manutenzione e controllo in grado di effettuare i check-up su ogni tipo di velivolo compreso il già citato Airbus A380.
JXB sarà collegato all’attuale già premiato Dubai International Airport (DXB) attraverso una ferrovia veloce, e poi anche servito dalla Dubai Light Railway Network (Dubai Metro). Saranno resi disponibili circa 100.000 posti a parcheggio per automobili, e servizi di autonoleggio.

Il nuovo Terminal 3 sarà l’edificio più grande al mondo come superficie, con uno spazio di oltre 1.500.000 mq e si dice sarà  “l’opulenza costruita”. Avrà una capacità di 43 milioni di passeggeri con 82 tappeti mobili, 97 scale mobili, otto sky train, 82 moving, e 157 ascensori. La sua forma ricorda l’ala di un aereo ed è lunga 1 km. Ma a Dubai nulla è mai il massimo, ed ecco che sono iniziati i lavori per il Terminal 4 che dovrebbe portare l’aeroporto a servire tra i 70 e gli 80 milioni di passeggeri entro il 2013.

Al Maktoum International Airport (JXB)” questo il nome ufficiale, era noto precedentemente come “Jebel Ali International Airport” e “Dubai World Central International Airport”. Il nuovo nome è diventato ufficiale a partire da novembre 2007, in onore dell’ormai scomparso Sceicco Maktoum bin Rashid Al Maktoum, che era precedentemente a capo dell’Emirato.

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DUBAI WATERFRONT

Il Dubai Waterfront è un’agglomerato di isole e canali artificiali in corso di costruzione a Dubai: è per portata la più grande costruzione architettonica di questo tipo al mondo e occuperà tutte le coste ancora libere sul Golfo persico controllate da Dubai.

Queste isole avranno una forma di arco, e racchiuderanno al loro interno Jebel Ali, una delle tre Palm Islands, a forma di palma e anch’esse costruite dalla Nakheel Properties. Il progetto include anche un grande porto commerciale ed un canale di 75 km, l’Arabian Canal, che partendo dalla costa entrerà fin dentro il deserto. In totale, comprende 440 km quadrati di costruzioni su acqua e terra, in un area grande sette volte l’isola di Manhattan a New York. Includerà una serie di aree residenziali, commerciali, e di svago. Il progetto sarà gestito dalla Dubai Waterfront Company ed aperto agli investimenti stranieri. La costruzione si trova in una posizione strategica vicino al Dubai World Central International Airport, con accesso diretto alla Sheikh Zayed Road e direttamente collegata alla vicina Abu Dhabi. 10 aree principali di prestigio che, una volta completate saranno dominate dall’Al Burj, una magnifica torre che dovrebbe svettare tra i 700 e 1000 metri di altezza diventando l’edificio più alto del mondo.

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DUBAILAND

Se la vostra passione sono, invece, i parchi di divertimento, Dubai ha in serbo un tale progetto da far impallidire tutti gli altri. Ma non si tratta di un semplice parco, ma ben 6 grandi parchi tematici integrati in un’unica struttura, 279 milioni di metri quadrati. Una superficie in grado di superare di ben due volte la superficie di tutti i DisneyLand e DisneyWorld del mondo. Si tratterà di una vera e propria città che vivrà di vita autonoma, crescerà e si svilupperà secondo le proprie esigenze.

Il progetto di Dubailand fu ufficializzato il 23 ottobre del 2003 e prevede la costruzione di 6 mega parchi a tema. Alcune strutture, come ad esempio l’autodromo, sono già in funzione e le altre sono in fase di costruzione.

L’immensa superfici, sarà occupata oltre che dai parchi, anche da tutte quelle infrastrutture che fanno da contorno a questo tipo di realizzazione: alberghi, ristoranti, centri commerciali. Una gigantesca città del divertimento che vivrà all’interno di Dubai; potrai essere a Dubailand e non accorgerti di essere nell’Emirato.

Il completamento di questa Megastruttura è previsto per una data compresa tra il 2015 e il 2018, ma i problemi economici di Dubai legati alla crisi mondiale, rendono questa data molto improbabile. Il progetto si pensa sarà in grado di attrarre una quantità enorme di visitatori, circa 200.000 al giorno.

I parchi a tema che saranno costruiti sono i seguenti:

Attractions & Experience World (13km2)

  • Theme parks
  • The Global Village
  • Kids City
  • Giants World
  • Water Parks

Retail and Entertainment World (4 km²)

  • Flea Market
  • World Trade Park
  • Auction World
  • Factory Outlets

Themed Leisure and Vacation World (29 km²)

  • Women’s World
  • Destination Dubai
  • Desert Kingdom
  • Andalusian Resort and Spa

Eco-Tourism World (75 km²)

  • Desert Safari
  • Sand Dune Hotel
  • Desert Camps
  • Dubai Heritage Vision

Sports and Outdoor World (19 km²)

  • Dubai Sports City
  • Emerat Sports World
  • Plantation Equestrian and Polo Club
  • Autodromo di Dubai (già costruito)
  • Dubai Golf City

Downtown (1.8 km²)

  • Mall of Arabia, il più grande centro commerciale del mondo
  • City Walk
  • The Great Dubai Wheel, il secondo osservatorio più grande al mondo dopo il Shanghai Kiss.
  • Virtual Game World
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MAHAMMED GARDENS

Sicuramente uno dei più ambiziosi, colossali, smisurati mega-progetti sviluppati per Dubai. La Dubai Properties ha rivelato, infatti, le incredibili immagini e il plastico di questo immenso progetto. Tra Al Khail e la Emirates Road, questo immenso parco includerà aree smisurate, attrezzate a verde e centri per l’intrattenimento. All’interno comprenderà abitazioni, laghi, corsi d’acqua, strutture dedicate al commercio, alla finanza e al turismo. Una superficie che, se paragonata, supera per estensione tutti i parchi di Londra e New York messi insieme. Un progetto ambizioso, ma anche estremamente verde, un progetto che doterà Dubai di quel polmone di cui adesso manca dato il torrido clima desertico.

Questo progetto faraonico comprenderà 4 gigantesche aree a verde così individuate:

The House of Humanity (la casa dell’umanità), un’area nella quale sarà centrale la civiltà umana in tutte le sue manifestazioni e dislocazioni geografiche. Qui troveranno sede le organizzazioni umanitarie e caritatevoli, come la Sheik Mohammed’s own Humanitarian Establishment e svariati musei che raccoglieranno opere incentrate sull’uomo e la società che ha sviluppato.

The House of Commerce (la casa del commercio), nella quale troveranno sede gli uffici delle più importanti società multinazionali.

The House of Wisdom (la casa della saggezza), un’area in cui la cultura la farà da padrona; qui verranno costruite biblioteche, università internazionali, esposizioni dedicate alla cultura, alla storia e la scienza, ed infine una moschea.

The House of Nature (la casa della natura), qui l’ambiente la farà da padrona. Parchi, giardini zoologici, strutture alberghiere, strutture mediche, laboratori scientifici.

Questo progetto occuperà la discreta superficie di circa 300 milioni di metri quadrati e costerà la bellezza di 40 miliardi di euro.

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WATER DISCUS

Nella città degli eccessi non manca nulla e quel che manca si sta attrezzando per averlo. Dalla collaborazione tra una società di ingegneria svizzera, la Big Invest Group e la Drydocks World, nasce il progetto del Water Discus Hotel il primo hotel subacqueo al mondo. In realtà questo è il secondo progetto, infatti, il Discus Hotel nasce dalle ceneri dell’Hydropolis Underwater Hotel bocciato precedentemente. Enormi piloni contengono ascensori e scale, nonché tutti i  sistemi di risalita verso la superficie. Situati a 10 metri di profondità si trovano, invece, le zone relax e i ristoranti. Trovano, inoltre, posto 21 camere affacciate sulla barriera corallina e l’incontaminato mare del Golfo di Dubai. Le zone comuni, come quelle delle camere sono progettate in modo da potersi adattare a fondali di differente profondità e sono progettate per risalire in superficie e galleggiare in caso di emergenza e fungere quasi da scialuppe di salvataggio. La versatilità della struttura presuppone variazioni di budget economico e la possibilità di essere realizzato anche in altri contesti geografici.

Nella progettazione del Discus, si è cercato di porre al primo posto la questione ambientale. I realizzatori definiscono il Discus una piattaforma per l’osservazione e il monitoraggio dell’eco sistema marino di quella zona, anche se le dimensioni e la tipologia dell’intervento gettano parecchi dubbi su questa funzione. Sicuramente il Discus Hotel contribuirà a far crescere la fama di città degli eccessi e dei record, attirando ancora una volta folle di turisti curiosi di vedere queste meraviglie architettoniche.

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BUSINESS BAY

La città degli affari, la città nella città. Ovviamente Dubai non poteva in questa sua sete espansionistica lasciare fuori gli investitori stranieri, lasciare fuori i capitali e le holding che l’hanno fatta grande. E non potendo realizzare qualcosa di normale o di consueto, Dubai si è presentata al mondo con un altro mega progetto: Business Bay. Dubai non ha mezze misure, e pensa in grande; Business Bay è pensata per trasformare la città nella capitale economica del medio oriente, a rivaleggiare con realtà quali New York, Tokyo e Londra. Business Bay nasce come un altro progetto che difficilmente avrà eguali nel mondo: 65.000 metri quadrati destinatia più di 240 edifici a torre, tutti con design e caratteristiche uniche e innovative, troviamo infatti la Business Bay Tower, a forma di cuneo con una superficie crescente con l’aumentare della costruzione, la Prism Tower a forma di prisma con un eliporto in cima, la Iris Bay Tower  a forma ovale come una luna crescente.

Business Bay si propone di essere una zona di libero scambio dopo il successo sperimentale del libero commercio sulla zona di Dubai Internet City e Dubai Media City. Creare le condizioni commerciali più favorevoli per attirare capitali e investimenti, multinazionali e organizzazioni internazionali. Le premesse ci sono tutte; inoltre essendo attrezzata con tutte le infrastrutture necessarie e con una posizione privilegiata con all’interno dell’area un porto, il Dubai Business Bay Port, copre tutti gli aspetti e si propone come infrastruttura dinamica e vitale, centro nevralgico del commercio negli Emirati Arabi Uniti.

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NAKHEEL TOWER

Non si sono ancora spenti gli echi del record raggiunto dal Burj Khalifa che già si pensa al prossimo record in altezza. La torre Nakheel Harbour & Tower nuovo prodigio architettonico dovrebbe essere pronta nel 2020. Raggiungerà l’altezza incredibile di 1400 metri (4593 piedi), e vanterà più di 200 piani. Il progetto dello studio inglese Woods Bagot, è concepito come una vera e propria gigantesca città verticale in cui potranno vivere e lavorare ben 15.000 abitanti.

L’imponente progetto nasce per dare forma e rimarcare le origini della città e della cultura islamica. Non una, ma ben quattro torri parallele unite tra di loro ogni 25 piani da un ponte, quasi dei “corridori nel cielo”, che lasciano in questo modo, il nucleo dell’edificio vuoto con fessure laterali verticali di chiara ispirazione ai modelli architettonici islamici delle torri delle moschee. Le fessure hanno anche una funzione tecnica, quella di attenuare l’effetto del vento a causa dell’altezza dell’edificio. Le quattro torri parallele rappresentano quattro quartieri con caratteristiche diverse e richiamano quattro grandi città islamiche del passato: il grande lungomare di Tangeri in Marocco, il porto di Alessandria d’Egitto, i ponti di Isfahan in Iran e i giardini di Alhambra in Spagna. Residenza, commercio, ricreazione, saranno alcune delle attività che è possibile svolgere all’interno di questo immenso edificio. Ma la complessità e dimensioni non hanno fatto dimenticare ai progettisti l’aspetto ambientale ed ecologico richiesto ad un edificio di moderna concezione. La Nakheel Harbour & Tower punta ad ottenere la certificazione LEED platinum utilizzando una vasta gamma di tecnologie verdi come il trattamento delle acqua nere, la raccolta delle acque piovane, il riutilizzo dell’acqua usata nelle prove antincendio, pannelli solari, turbine eoliche ed altre tecnologie.

Il basamento dell’edificio avrà una forma che, ancora una volta, richiamerà la simbologia dell’antica cultura islamica. Un immenso podio a forma di mezzaluna si avvolge fino ad immergersi nel canale arabo creando per la prima volta in assoluto, un porto all’interno di una città. In questo modo, si realizza la parte commerciale di questa piccola ma gigantesca città nella città.

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Il tempo impiegato per scrivere questa seconda parte su Dubai, per raccontare luci ed ombre, per far sognare (come ho sognato io) nel raccontare le impensabili meraviglie che si stanno pensando e costruendo in questa città, vi fa capire quale siano state le difficoltà nel selezionare i progetti. Molti dei quali sono rimasti solo grandiose idee sulla carta. La crisi economica ha smorzato lo slancio incredibile con cui questa metropoli cresceva. Ha ridimensionato la visione, ma non ha spento la capacità attrattiva e non ha spento i sogni di un’umanità che vede realizzarsi, in quell’angolo del pianeta, meraviglie e prodigi impensabili in altri luoghi. Ciò che salta all’occhio guardando Dubai è il contrasto tra tanta modernità e il tradizionalismo islamico della cultura di questo popolo. Si percepisce la formazione euro-americana di questa nuova generazione di reggenti, capaci di visioni illuminate e grande apertura mentale nei riguardi di tutte le culture. Dietro ogni ostentazione, c’è sempre il pensiero alle tradizioni, al ripetere antichi riti, a riscoprire l’appartenenza di questo popolo. Dubai è certamente eccessiva, dichiarandosi capitale del lusso, esplicita questa sua vocazione, ma per far ciò usa strumenti comunicativi trasversali, non dirompenti, ma ammalianti e coinvolgenti.

In pochissimo tempo si è ritagliata uno spazio nel panorama mondiale, una moderna Las Vegas che non usa però le sue luci per conquistare orde di giocatori, ma diversifica questi sforzi per attirare diverse forme di turismo e capitali al fine di garantirsi la sopravvivenza anche dopo che il petrolio avrà finito di costituire una forma incredibile di ricchezza. Da questo punto di vista Dubai si presenta come la formica e non come la cicala, parafrasando una nota fiaba, investendo sul proprio futuro, forse in alcuni casi in maniera eccessiva costruendo pian piano quello che la sta trasformando in un incredibile SOGNO.

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Mar 062012
 

Dubai realtà2

Sogno o realtà. Forse tutti e due insieme. Dubai, la capitale di uno dei sette emirati arabi, è divenuta in pochissimo tempo una delle mete turistiche più ambite e ricercate al mondo. Tutti i tour operator, propongono la città dei sogni nei loro cataloghi, una quantità smodata di alberghi fornisce al turista ogni forma di comfort e ogni tipo di divertimento. L’illuminata visione dei propri emiri, formati nelle più grandi università del mondo occidentale, hanno trasformato una piccola città dispersa negli aridi deserti di quella parte del pianeta, nella più dinamica, sfrontata, caleidoscopica città del mondo intero. Paragonata più volte a New York City, non tende a imitarla, bensì a superarla. Questa città sembra in competizione con tutti ma soprattutto, oggi, con se stessa avendo superato con slancio ogni records con il quale si è confrontata. Alberghi maestosi, ponti avveniristici, grattacieli infiniti, conquista del mare con isole artificiali da sogno, piste da sci nel deserto, centri commerciali smisurati. Tutto a Dubai è pensato in grande, anzi grandissimo. In pochissimo tempo questa frenetica ed esotica città, si è trasformata nella mecca del turismo di lusso ma soprattutto dell’architettura contemporanea. Oggi, Dubai, è proprio sinonimo di architettura come l’Italia lo è stata per il passato e Manhattan nell’ultimo secolo. Gli architetti e gli studi di progettazione fanno a gara per proporre idee ardite a emiri dagli insaziabili appetiti, lungimiranti visionari, capaci di proiettare il loro paese verso orizzonti appena trent’anni fa inimmaginabili. Ma per Dubai le parole non sono sufficienti a descriverla; le immagini delle sue meraviglie possono solo in parte colmare questo gap. Solo girando per le sue strade, attraversando il Creek in Abra, respirando gli speziati odori del suo antico Suk, possiamo sentirci parte di questa epocale trasformazione. Amata o odiata, Dubai è sempre più il luogo deputato in cui tecnologia e innovazione hanno trovato la propria dimora.

Vi invito a seguirmi in questo magico viaggio come moderni Sinbad alla scoperta della nuova Perla d’Oriente: signori e signore…

Raccontare di Dubai non è semplice. Pur avendola vista più volte, questa città non è mai uguale a se stessa. Un’infinità di cantieri modifica continuamente il suo skyline e la bussola dell’immediato futuro, punta decisamente verso ulteriori cambiamenti. Intere aeree sono soggette a progetti faraonici e opere grandiose come il Burj Khalifa, sono già li a dimostrare che questa città non è solo una raccolta di intenti, ma fa sul serio. La recente crisi economica ha in qualche modo rallentato questo sviluppo, proprio in virtù del fatto che, l’Emirato di Dubai, non basa la sua ricchezza sul petrolio. Ma con l’aiuto del vicino Emirato di Abu Dhabi, la città sta ricominciando a crescere e a sognare. Nuovi cantieri e nuove opere, prodigi della tecnologia, sono in realizzazione. Sulla base di questa continuità di trasformazione architettonica e tecnologica, ho deciso di raccontarvi Dubai fermando idealmente il tempo in questo momento storico; da qui vedremo Dubai tra presente e futuro, tra ciò che è realizzato e ciò che deve essere realizzato. Iniziamo con quanto già realizzato e buona lettura.

BURJ AL-ARAB

Non si può parlare di Dubai senza citare il suo simbolo per eccellenza, il sogno divenuto realtà, l’unico albergo a sette stelle sul pianeta. Sto parlando ovviamente di “Burj Al Arab” che in arabo significa “Torre dell’Arabia”. Considerata ormai da lungo tempo il simbolo stesso della ricchezza, opulenza e fasto di Dubai, Burj al Arab è stato costruito su di una isola artificiale nei pressi della spiaggia di Jumeirah a 280 metri dalla costa. L’isola è stata collegata alla terra ferma con un ponte per il passaggio delle auto e degli ospiti. Il progettista, Tom Wright, esperto navigatore e appassionato di vela, si è ispirato per la realizzazione di quest’edificio, alle vele delle imbarcazioni che solcano il mare arabico. 321 metri di altezza totalmente dedicati ad un edificio alberghiero. In questo, Burj al Arab, fissa un record essendo la più alta costruzione al mondo completamente dedicata ad hotel. La struttura è formata da un esoscheletro di acciaio e da una torre interna di cemento armato. Le due strutture sono collegate tra loro, oltre che da montanti di acciaio, da una vela di teflon che contribuisce a dare la caratteristica forma alla costruzione. In un lato della vela trova posto una piattaforma sospesa circolare, usata come pista di atterraggio per gli elicotteri. Gli interni, disegnati dalla grande stilista Khuan Chew, chiamata a Dubai dall’emiro in persona perché aveva ritenuto la prima soluzione non sufficientemente sfarzosa, sono uno degli esempi di arredo di interno attraverso l’uso di luci e colori tra i più incredibili al mondo. 180 metri di atrio (il più alto al mondo) in grado di mozzare il fiato all’ospite che entra. Burj Al Arab fissa records anche nei prezzi. Infatti, lo sfarzo e il lusso profusi in ogni suo angolo si pagano e a caro prezzo. Le 202 suites dell’albergo (la più piccola di 169 metri quadrati e la più grande di 780 metri quadrati) hanno un prezzo compreso tra i 1.000 ed i 15.000 dollari a notte. Tra le attrazioni Al Mahara, il ristorante sottomarino che offre specialità a base di pesce immersi in un immenso acquario tropicale.

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SKI DUBAI

Cosa potreste pensare di fare in una calda (42°) giornata estiva a Dubai? Sciare, ovvio! Ebbene si, a Dubai potete pure sciare; e non sulla sabbia come si potrebbe supporre, bensì su neve vera, fresca e a -4°C. Terza stazione sciistica coperta al mondo e prima per il Medio Oriente a poche centinaia di metri dal Burj Al Arab, sorge questa magnifica opera della tecnologia umana Ski Dubai. 22500 metri quadrati di superficie (come tre campi di football) per 400 metri di piste e discese, 5 in tutto di diversa difficoltà. Ogni cosa è studiata per simulare l’ambiente alpino: baite, pini, bob, seggiovie, ski-lift e soprattutto la neve, che a intervalli regolari cade sulle piste rendendo l’esperienza unica e emozionante (basti pensare che fuori il caldo infernale del deserto incendia l’aria). Ma i progettisti hanno pensato proprio a tutto: la volta dell’impianto dipinta di azzurro simula il cielo facendo credere di sciare all’aperto. 6000 tonnellate di neve per uno spessore medio di 50 centimetri; di notte l’impianto produce 30 tonnellate di neve fresca per sistemare le piste. Ski Dubai può accogliere fino a 1500 persone contemporaneamente con una previsione di 500.000 visitatori l’anno. Con circa 30€ si può sciare ricevendo, compresa nel costo, tutta l’attrezzatura.

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PALM JUMEIRAH

Con Palm Jumeirah, Dubai ha superato se stessa imponendosi al mondo come la mecca dell’architettura e della progettazione futuristica. La realizzazione di questo visionario e gigantesco progetto ha consentito di estendere la costa di Dubai di 520 chilometri; 94 milioni di metri cubi di sabbia e 7 milioni di tonnellate di roccia sono state versate a largo della città per realizzare il mega-progetto dell’isola Jumeirah. Il nome deriva dal fatto che il complesso delle isole hanno la forma di una gigantesca palma stilizzata con 17 rami, circondata da un’altra serie di isole che formano una corona circolare. Anche in questo caso Dubai ha infranto un altro record con l’isola artificiale più grande al mondo e la sua sagoma è ben visibile dallo spazio. Lungo i rami ville indipendenti faraoniche si affacciano su un mare cristallino mantenuto limpido attraverso un sofisticato sistema di correnti interne che consentono un continuo ricambio dell’acqua. Lungo il tronco condomini di lusso e in cima alla palma l’Atlantis nuovo albergo a 7 sette.

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MEYDAN HOTEL

Quale records mancava ancora nella città degli eccessi? A gennaio 2010 è stato inaugurato a Dubai l’ippodromo più grande del mondo sulla cui area è stato realizzato il più lungo hotel del pianeta, il Meydan Hotel. Il complesso, del valore di circa 2 miliardi di dollari è uno dei luoghi più lussuosi del globo. Il Meydan è un complesso di oltre 6,7 milioni di metri quadri e comprende un hotel di lusso a 5 stelle, 10 ristoranti di lusso con la migliore cucina internazionale, un parcheggio privato con 10.000 posti auto, un cinema IMAX e un museo tematico interno. Completano l’opera una piscina a sfioro sul tetto da dove godersi le gare internazionali che si svolgono nell’ippodromo antistante Meydan Racecourse, giardini rigogliosi, una lobby da mozzare il fiato, sale per incontri, spa e immensi spazi esterni curati in ogni dettaglio. L’opera è stata inaugurata in tempo per il prestigioso torneo ippico del Dubai World Cup.

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BURJ KHALIFA

L’edificio che ha schiacciato qualunque record in architettura. Un’opera immane dalle proporzioni inimmaginabili senza il livello tecnologico raggiunto oggi soprattutto nei cantieri di Dubai. La meravigliosa torre argentata, alta 828 metri è la rappresentazione concreta del futuro della progettazione di edifici verticali. Come avete già letto nell’articolo specifico sulla torre Khalifa in queste stesse pagine, questo prodigio architettonico è stato reso possibile grazie all’intervento dell’emiro di Abu Dhabi che ha salvato Dubai dalla bancarotta durante la recente crisi economica mondiale. Burj Khalifa ha superato di slancio la torre che, prima di lei vantava il primato di torre più alta del mondo, ossia la taiwanese Taipei 101, superandola di ben 319 metri. Quattro anni di lavoro, l’edificio è stato inaugurato il 4 gennaio 2010 con una festa da mille e una notte, con giochi pirotecnici e d’acqua grazie alle gigantesche fontane alla base dell’edificio (più grandi di quelle del Bellagio a Las Vegas). 12 mila operai al giorno, 160 piani, 900 appartamenti, una balconata panoramica e diversi piani interamente dedicati al primo Armani Hotel, che è stato inaugurato il 18 marzo 2010.

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ATLANTIS THE PALM

Se il Burj Al Arab vi aveva stupito, l’Atlantis vi lascerà senza parole. Solo a Dubai potevano superare l’insuperabile. All’estremità di Palm Jumeirah, sorge uno spettacolare hotel super-lusso inaugurato con una indescrivibile festa in mondo visione (vedi video). L’hotel è dotato di 1539 camere è stato costruito con un immenso parco acquatico che ospita 65000 pesci. La struttura è costata oltre un miliardo di euro ed è dotata di immense suite extralusso tra cui la «Bridge suite» di oltre 900 metri quadrati che costa 18.500 euro a notte e due junior-suite da 5.900 euro circa dalle quali si ammira il parco acquatico. Il nome dell’albergo fa esplicito riferimento alla splendida civiltà di Atlantide e di quella vuole riprendere i fasti e le meraviglie. Ambientazioni faraoniche, accolgono all’interno di spazi raffinati e iper-lussuosi, camere e ristoranti immersi in un acquario tropicale e uno splendido delfinario in cui sono presenti numerosi tursiopi (delfini abilissimi a compiere acrobazie fuori dall’acqua). Completano l’opera 17 ristoranti gourmet, centri benessere e conferenze, boutique con le griffe più alla moda.

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https://www.youtube.com/watch?v=M_dU4s_eD2M

DUBAI MALL

Nella città della ricchezza e dell’opulenza non poteva mancare il commercio e Dubai anche in questo caso supera di slancio tutto e tutti. Nasce così Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo per superficie occupata. 1200 negozi in almeno 10 centri all’interno di un’unico grande complesso dotato tra l’altro di 16000 posti auto. Intorno residenze in grattacielo o complessi a pochi piani e poi per completare l’opera il Burj Khalifa. Il complesso in parte già aperto continua a cresce e si prevede il completamento definitivo entro il 2015 per un costo complessivo dell’investimento di circa 20 miliardi di dollari. Attualmente i centri commerciali come il South China Mall (il più grande al mondo), il Golden Resources Mall, l’SM City North EDSA, e l’SM Mall of Asia, superano Dubai Mall, ma quando l’opera sarà completata diventerà il più grande centro commerciale al mondo. Intanto all’apertura ha già infranto un record essendo il centro che ha aperto con il maggior numero di negozi (circa 600) il 4 novembre 2008. Con quasi 400.000 metri quadrati di superficie (l’equivalente di circa 50 campi di calcio), il Dubai Mall ha un’area interna di circa 200.000 m² ed un’area commerciale di 150.000 m². Tra le attrazioni del centro il più grande suq dell’oro al mondo, “SEGA Republic” il primo parco a tema coperto SEGA nel Medio Oriente, un cinema multisala con 22 schermi, 160 ristoranti.

All’interno, inoltre, Dubai Mall’s Aquarium e il Discovery Centre, acquario nel Guinness World Record per il possesso del pannello in vetro acrilico più grande del mondo. Il suo spessore di può resistere alla pressione dei 10 milioni di litri d’acqua dell’acquario e la sua trasparenza permette ai visitatori di osservare le oltre 33 000 specie marine. Inoltre la capacità di 10 milioni di litri, lo rende l’acquario sospeso più grande del mondo.

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THE WORLD

Infine, se quello che avete visto fino ad ora vi è sembrato incredibile, quest’ultima realizzazione le supera tutte per grandezza visionaria. Un arcipelago di trecento isole artificiali a 4 chilometri dalla costa di Dubai. Dopo Palm Jumeirah, l’Emirato di Dubai ha superato se stesso in grandezza; ha realizzato il MONDO. Gruppi di isole artificiali che viste dall’alto compongono i diversi continenti del mondo, ognuna rappresenta ed è conformata come una nazione. Ogni isola è posizionata in maniera tale che tutte assieme rappresentino fedelmente la terra. La grandiosa visione di questo progetto è quello di dare la possibilità di comprare una nazione. Chiunque ha la disponibilità economica può diventarne il padrone. The World è il nome di questo incredibile (per idea e dimensione) progetto che ha attirato l’attenzione dei media sul piccolo emirato, stimolando i ricchi della terra ad una corsa di conquista, un reale Monopoli del lusso. Ad esempio il patron della Virgin, Richard Branson, ha acquistato la Gran Bretagna.

Ogni isola ha una superficie compresa tra i 22.000 e gli 84.000 metri quadrati e disteranno tra i 50 ed i 100 metri. L’arcipelago ha una dimensione di circa 9 chilometri per 6 ed i collegamenti possono avvenire solo via mare o via aria con un servizio apposito di elicotteri.

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Con il sogno visionario di The World, voglio chiudere questo primo appuntamento con Dubai, meta della teknologia e dell’architettura mondiale, luogo amato o odiato, ma pur sempre il luogo dove i sogni, sempre di più, diventano realtà. La posizione geografia, la storia, la cultura di cui è intrisa questa terra creano in questo scenario un’aurea di fascino e intrigante magia. Questa grandiosa realtà del panorama mondiale è ormai assurta a mecca del lusso, della progettazione e delle realizzazioni fantastiche. La magia di Aladin e del genio della lampada hanno dimora qui, a Dubai e anche se a qualcuno potrà apparire eccessivo e inutile, mi chiedo se in un’epoca così difficile, un luogo del genere, un nuovo sogno americano, non possa servire a ridare speranza e fiducia per il futuro. Ma comunque nel bene e nel male Dubai è li a rappresentare se stessa e la grandezza a cui l’uomo può aspirare.

Se questo articolo vi è piaciuto, vi aspetto alla prossima puntata di questo percorso nella tecnologia delle mega strutture e se quello che avete visto o letto vi ha sorpreso, non avete idea di cosa a Dubai si stia realizzando. Vi aspetto a….Dubai city of Future #2, ossia i progetti, le strutture, le follie non ancora realizzate nella città dei records.

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Gen 212012
 

Rotating Tower (rendering)Dopo il grande successo dell’articolo sul Burj Khalifa, che è di gran lunga l’articolo più letto su questo blog e quello maggiormente votato nel sondaggio di novembre, vi propongo un altro spaccato sull’architettura contemporanea. Una visione, una illuminazione progettuale che ha portato l’arch. David Fisher a progettare un’edificio che, apre una nuova era nell’architettura. Fisher immagina un’architettura non più statica ma dinamica, capace di cambiare continuamente.

Un’architettura contemporanea, legata al dinamismo e alla velocità del nostro tempo; un’architettura che oltrepassi i limiti dell’attuale costruire, capace di aprire nuove prospettive e un nuovo modo di concepire gli edifici. Un sogno, una visione come la chiama lui che, ha trovato un grande riscontro internazionale. I suoi edifici, previsti a Dubai, Mosca, New York e Milano per cominciare, hanno subito momentaneamente una battuta d’arresto a causa della crisi economica, ma l’idea di un’architettura viva ed eco-sostenibile è solo rinviata.

Per ora non mi resta che invitarvi a vivere insieme questo sogno visionario leggendo l’articolo e guardando le immagini e i video che lo completano. Come sempre buon viaggio.

ROTATING TOWER – Un edificio, infinite forme

La creatività italiana debutta a Dubai prima di raggiungere altre 11 capitali economiche nel mondo. Uso dinamico dello spazio ed efficienza energetica sono i due principi ispiratori del progetto di Fisher. La Rotating Tower sarà infatti la prima costruzione interamente girevole al mondo.

Rotating Tower (schema di assemblaggio)

Grazie ad un meccanismo che consente ad ogni piano di ruotare in modo autonomo, in ogni momento si potrà scegliere il panorama che si desidera, decidere come sfruttare la luce del giorno o lasciare che sia una lenta rotazione ad offrire un panorama sempre diverso della natura circostante. Il risultato sarà dal punto di vista scenico un continuo apparire di forme diverse, dettate dal fluire del tempo.

Gli spostamenti, spiega Fisher, avranno una velocità molto lenta, così da non risultare fastidiosi per gli inquilini della torre, che non percepiranno il movimento”.

L’architetto fiorentino ha dunque inaugurato un nuovo modo di concepire l’architettura, che cessa di essere fissa e immutabile, per celebrare il trionfo della dinamicità. Non solo spettacolarità scenica. La torre girevole di Dubai sarà inoltre esempio di sostenibilità ambientale.

Rotating Tower (pale eoliche)

pale eoliche

Rotating Tower (pannelli solari)

pannelli solari

Grazie allo sfruttamento dell’energia del sole e del vento, il grattacielo sarà infatti autosufficiente dal punto di vista energetico. Il segreto, è nelle 48 turbine montate orizzontalmente tra un piano e l’altro. In più ci saranno i pannelli solari, che verranno posizionati sui tetti di ciascun piano e che durante la giornata, ruotando, rimarranno parzialmente esposti alla luce. In questo modo l’edificio non solo produrrà l’energia che gli è necessaria ma sarà anche in grado di venderla all’esterno. Secondo i calcoli in un anno la torre fornirà circa 190 milioni di kilowatt di energia, per un valore di oltre 7 milioni di euro.

Rotating Tower (villas)

Villa “Penthouse”

A conclusione dei lavori il grattacielo avrà 68 piani e sarà alto 313 metri. Costruito in associazione con imprenditori locali, la torre ospiterà al suo interno un albergo a sei stelle, uffici e appartamenti di varie metrature e, negli ultimi piani, cinque ville da 1.500 mq cadauna. Ognuna di queste avrà inoltre un parcheggio riservato sullo stesso piano e i veicoli saranno trasportati grazie a speciali ascensori. La villa “Penthouse” avrà sul tetto una piscina e un giardino.

Per consentire di raggiungere più velocemente la residenza, la Rotating Tower sarà inoltre dotata di un eliporto a scomparsa: “una piattaforma che, al livello del 64simo piano, uscirà dal ‘guscio’ dell’edificio al momento dell’atterraggio dell’elicottero, mantenendo così la totale dinamicità architettonica della Torre”. Questa innovativa procedura comporterà una serie di vantaggi significativi: prima di tutto l’applicazione delle tecniche industriali di controllo qualità del prodotto finito, poi la possibilità di valorizzare i singoli appartamenti, tempi e costi di produzione ridotti e, non ultima, la riduzione dei rischi di incidenti ed infortuni in cantiere.

Rotating Tower (planning di costruzione)Per la produzione e l’installazione è infatti richiesta in cantiere la presenza di soli 90 tra tecnici e operai contro gli oltre 2.000 di una comparabile costruzione tradizionale. Per rendere questo possibile, numerosi professionisti e società leader mondiali nei rispettivi settori sono stati chiamati a partecipare a questo progetto. Alcune di queste società, pur essendo globalmente riconosciute per la loro principale area di attività, stanno lavorando per la prima volta su un progetto di costruzione correlato, ed integrato, perché consapevoli del fatto che questa è l’architettura del futuro.

Il fascino del progetto, il riconoscimento della validità dei plus che ne derivano e, allo stesso tempo, il livello delle sfide tecniche e tecnologiche proposte hanno fatto si che nomi del calibro di Bosch, LERA, Viega, Kerakoll, Kri- ston e Bovis Lendlease, Barker Mohandas, IV Industrie, siano entrati a far parte del “Club” creato appositamente per sviluppare gli edifici del futuro; altre importanti candidature sono già pervenute all’architetto Fisher. Alcuni dei membri del “Club” sono già presenti a Dubai e stanno già lavorando come costruttori o appaltatori di progetti, quali la Metropolitana di Dubai e il Burj al Water-front. Il progetto ha suscitato il più vivo interesse da parte di investitori istituzionali e privati. I primi appartamenti potranno essere consegnati agli acquirenti dieci mesi prima rispetto ai tempi di consegna tradizionali.

“L’architettura dinamica, dichiara David Fisher, stabilisce nuovi paradigmi estetici e, perchè no, culturali; una rivoluzione totale nella storia dell’arte del costruire. Questa architettura è unica in quanto riunisce in un edificio la capacità di adattarsi alla vita ed alla natura, di generare energia pulita e garantire standards di qualità a livello industriale.

Il concetto è nato a Firenze, la città del Rinascimento, ed ora verrà realizzato per la prima volta a Dubai, la città del futuro”.

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Tutte le novità dell’ARCHITETTURA DINAMICA

Rotating Tower (rendering)

Rotating Tower di Mosca

Un edificio che continua a muoversi, i cui piani ruotano in modo indipendente l’uno dall’altro cambiando continuamente la forma esterna della costruzione, per adattarsi e seguire le esigenze dei suoi “abitanti”. Destinata a sfidare buona parte delle tradizioni nel campo dell’edilizia, la Rotating Tower sarà il simbolo di una nuova filosofia urbanistica già battezzata con il nome di Architettura Dinamica. D’ora in avanti gli edifici non saranno più rappresentati dalle tre dimensioni tradizionali (lunghezza, larghezza e altezza): se ne aggiungerà una quarta, il tempo, che supererà i limiti tradizionali dell’arte del costruire introducendo nuovi parametri formali e applicando nuove tecnologie che fino a oggi erano rimaste ai margini dei processi costruttivi. Ed è proprio questa nuova “Quarta Dimensione” a rappresentare il cuore dell’invenzione dell’architetto fiorentino David Fisher, aprendo una nuova era da quando l’uomo ha cominciato a costruire le proprie abitazioni. Prepariamoci quindi a vedere cambiare le nostre città, più rapidamente di quanto non immaginiamo: il progetto della Rotating Tower sta infatti concentrando su di sé molta attenzione anche da parte dei sindaci di molte città del mondo. Come cambieranno i nostri palazzi? Le forme non resteranno più fossilizzate nell’istantanea immaginata dal progettista, ma si evolveranno, come esseri viventi, dando alla città una nuova capacità di innovarsi. Non più immagine fissa, ma forma quasi vivente, scolpita dal tempo e disegnata dalla vita e dalle esigenze dei suoi stessi occupanti. Cambia anche la filosofia stessa dell’abitare: non più costretti a subire l’ambiente così come imposto dalla matita del progettista e dalle esigenze strutturali e urbanistiche, ciascuno sarà protagonista. Oltre alla capacità di modificare continuamente la sua forma, la Rotating Tower rappresenta una novità assoluta nel mondo dell’edilizia anche per altre due ragioni: da una parte l’innovativo sistema di costruzione, dall’altra la capacità di provvedere da sola al proprio mantenimento energetico. La Rotating Tower vanta un contenuto di innovazione tecnologica che fino ad oggi non era nemmeno stata considerata: la componente rotante che permette il movimento dei piani, la completa industrializzazione, le tur- bine per la produzione di energia. Tutto ciò senza considerare i vari sistemi di controllo elettronico necessari per una struttura così complessa nonché le rifiniture, ai massimi livelli in fatto di lusso e design. Un oggetto unico e peculiare. A conti fatti, nonostante l’altissima qualita dell’edificio ed il contenuto di innovazione e di tecnologia modernissima, la Rotating Tower costerà solo il 10% in più rispetto a un grattacielo tradizionale “non-rotante”, questo grazie alla sua industrializazzione e produzione in una sede diversa dal cantiere stesso.

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DAVID FISHER

Arch, David Fisher

David Fisher ha iniziato la sua carriera a Firenze dopo la laurea con lode in Architettura; in seguito ha insegnato Architettura presso la facoltà della stessa città. Nello stesso tempo, l’arch. Fisher si è anche occupato di restauro di monumenti antichi e di progettazione di edifici pubblici. Negli ultimi 30 anni ha focalizzato la sua attività sulla progettazione di edifici con una particolare relazione con la natura; attraverso l’ufficio di New York della Fiteco Ltd è stato coinvolto in progetti di ricerca sulla tecnologia della costruzione e della prefabbricazione. “Infinity design” è il nome del suo studio di architettura a Firenze, città in cui l’Arch. Fisher vive con la sua famiglia.

Il Dr. Fisher non può essere considerato un architetto nel senso tradizionale della parola. Nella sua carriera ha avuto un’esperienza a 360° nel mondo della costruzione: da insegnante a progettista, dalla preparazione di studi di fattibilità al finanziamento di grandi progetti, dal project management al THE DYNAMIC ARCHITECTURE. Considera l’architettura una combinazione di fattibilità, funzionalità e ingegneria. In realtà ha avuto l’opportunità di sperimentare tutti gli aspetti dell’architettura. L’insieme di tante esperienze gli ha dato una vastissima conoscenza nel campo, preparandolo a rivoluzionare le tecniche edilizie tradizionali con l’architettura del futuro. La sua attività professionale è ora concentrata su due temi: un approccio industriale con lo sviluppo di unità prefabbricate e la Dynamic Architecture, secondo la quale il design tridimensionale incontra una quarta dimen- sione, il Tempo. Secondo l’arch. Fisher, il tempo è la dimensione più importante della vita poiché strettamente legato alla relatività.

Per la realizzazione di questo articolo debbo ringraziare gli alunni della classe 3E dell’anno 2008/09.

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Set 222011
 

  • Visibile da 60 miglia di distanza;
  • Costato 4,1 miliardi di dollari;
  • 230.000m3 di cemento usato durante la costruzione;
  • 22 milioni di ore lavoro per la realizzazione;
  • 26.000 pannelli di vetro di rivestimento;
  • 10° di differenza di temperatura tra la base e la sommità;
  • 160 stanze nell’Armani Hotel;
  • 3.000 gradini dal terreno alla cima;
  • 217 milioni di dollari per la costruzione delle fontane esterne;
  • 160 piani;
  • la mosche più alta del mondo al 158° piano;
  • la discoteca più alta del mondo al 148° piano;
  • 308 metri più alto del Taipei 101 a Taiwan;
  • la più alta piscina al mondo 76° piano.

Questi alcuni dei numeri dell’ottava meraviglia del mondo moderno, l’edificio più alto del pianeta che, alla data della sua inaugurazione ha raggiunto quota 828 metri superando di ben 308,8 metri l’edificio fino a quel momento più alto al mondo, il Taipei 101.

Opera architettonica destinata a diventare il simbolo di un’epoca, rappresentazione di un nuovo traguardo umano, destinata a travalicare il tempo rappresentando nell’immaginario collettivo l’ingegno e la capacità umana.

Il 4 gennaio 2010 resterà una data storica, quella in cui è stato inaugurato il più alto grattacielo al mondo nonché la più alta struttura mai realizzata dall’uomo. 1325 giorni di lavoro hanno visto coinvolti nell’opera faraonica migliaia di operai e tecnici.

Il 4 gennaio 2010 è nato il BURJ KHALIFA, la meraviglia architettonica che ha consacrato definitivamente l’Emirato di Dubai come la mecca dell’architettura contemporanea, il luogo in cui ogni sogno può diventare realtà. Inizialmente la torre si sarebbe dovuta chiamare BURJ DUBAI (burj in arabo significa torre, quindi la Torre di Dubai), ma la crisi economica ha colpito duramente anche quest’Emirato che non basa la sua ricchezza sul petrolio come gli altri. L’intervento dell’Emiro Khalifa bin Zayed Al Nahayan, attuale presidente degli Emirati Arabi Uniti, ha scongiurato il crack finanziario di Dubai, salvandone l’immagine e il prestigio. Il principe emiro Mohammed bin Rashid Al Maktum, attuale presidente dell’Emirato di Dubai, nonché vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, per ringraziare l’amico ha cambiato all’ultimo momento il nome in Burj Khalifa ossia la Torre di Khalifa.

Per rendersi conto dell’immensità dell’opera realizzata, basti pensare che l’edifico più alto fino al 4 gennaio 2010 era il Taipei 101 di Taiwan “solo” 509 metri e che l’Empire State Building, l’edificio più alto della città dei grattacieli, New York, è solo 381 metri.

Tanti sono stati i progetti e le idee che hanno infiammato il mondo, per la realizzazione di edifici che superassero le leggi stesse della fisica, ma per ora solo lui, Burj Khalifa, ha concretizzato i sogni dell’umanità, dei suoi progettisti e della società che lo ha realizzato. Record che probabilmente per le difficoltà tecniche e costruttive, è destinato a resistere per molto tempo.

La EMAAR (in collaborazione con la Samsung C&T e la Arabtec), società che ha finanziato l’opera ha mantenuto il segreto sulle tecniche costruttive e sulle soluzioni da adottare per la sua realizzazione. Le difficoltà sono state tante, soprattutto per le temperature estive che, di giorno possono raggiungere con facilità anche i 50° C e i venti fortissimi che, ad alta quota, insistono con violenza sulle superfici esposte dell’edificio.

L’inaugurazione, come tutto in questa parte del mondo, è stata grandiosa. Fuochi d’artificio sincronizzati con la musica, fontane d’acqua realizzate dagli stessi realizzatori del Bellagio a Las Vegas, mega-screen che proiettavano immagini epiche e suggestive, cannoni di luci e oltre 100.000 persone ad assistere all’evento. Riprese in mondovisione e festeggiamenti da Mille e una Notte. Alla base della Torre è stato anche inaugurato il Mall of Dubai, ovviamente il più grande centro commerciale al mondo.

L’evento è stato particolarmente seguito per una serie di colpi di scena creati ad arte per aumentare nell’opinione pubblica l’attesa e lo stupore. Infatti, fino al momento dell’inaugurazione sono stati tenuti segreti l’altezza e il nome.

700 appartamenti, dal 45° al 108° piano venduti in otto ore al prezzo modico di 35.000$ al metro quadrato. Il primo Armani Hotel al mondo fino all’ottavo piano, con le suite al 38° e 39° piano. Centosessanta stanze, cinque ristoranti, una spa, l’Armani Privè e gli spazi Armani Fiori, Armani Dolci e Armani Galleria al costo di 600€ a notte.

Al 124° piano, il 5 gennaio 2010 è stato inaugurato l’Osservatorio, la più alta piattaforma di osservazione al mondo. Qui, migliaia di turisti possono osservare l’intera città (con una visione a 360°), attraverso l’uso di un sofisticato cannocchiale dotato di schermo LCD anziché il classico oculare. Ingresso al costo non economico di 20€ con prenotazione obbligatoria e limite di orario oppure 80€ per l’ingresso VIP senza le limitazioni precedenti.

Nel regno dell’eccesso non poteva mancare lo shopping che qui assume proporzioni gigantesche. Mall of Dubai ossia il più grande centro commerciale del mondo 420.000 m2, 1300 negozi, 16.000 posti auto. All’interno di un’area così vasta e rappresentativa, non potevano mancare le attrazioni: un cinema Multiplex con 22 sale e il “Dubai Aquarium & Underwater Zoo” anche esso nel Guinness dei primati per innumerevoli records infranti.

All’esterno del Dubai Mall è presente la più grande ed alta fontana luminosa con getti d’acqua servo-controllati al mondo. Pilotata da un sofisticatissimo sistema informatico con centinaia di valvole elettromeccaniche, la fontana luminosa crea ogni 20 minuti uno spettacolo serale fantasmagorico di luci e colori. Questa, spara l’acqua ad un’altezza di 150 metri in modo sincrono con il brano musicale che viene eseguito. La lunghezza è di circa 275 metri e si trova all’interno del lago artificiale di fronte al Burj Khalifa ed al Mall of Dubai.