Nov 112018
 

Oramai potremmo definire la Cina il paese al mondo con la maggiore esperienza nelle costruzioni di ponti e viadotti. Quello più lungo, quello più alto, il ponte annodato (vedi: LUCKY KNOT BRIDGE IL PONTE ANNODATO). Adesso, nella Cina centromeridionale, gli architetti hanno sfidato la gravità e costruito un ponte che entra direttamente in competizione con il Grand Canyon Skywalk negli Stati Uniti.

Esperienza terrificante che porta il visitatore a immergersi nella natura, nel vuoto del canyon con sotto solo una lastra di vetro che sembra infrangersi ad ogni passo che vi si compie sopra. Siamo a  Chongqing, nel parco geologico Yunyang Longgang. Il ponte di vetro è sospeso su un dirupo profondo 718 metri e si allontana dalla montagna, sulla quale è ancorato, pensate di ben 26,68 metri e questo lo fa entrare nel Guinness dei primati com il ponte a sbalzo più lungo del mondo.

Un’esperienza forte per chi si sgancia dalla terraferma per trovarsi sospeso nel vuoto lontano da ogni possibile appiglio. Luogo ideale per selfie assurdi e per foto originalissime.

Il ponte ha una forma inconsueta a ferro di cavallo, molto scenografica e l’intera struttura, assomiglia ad una grande rosa adagiata sulle montagne. Il costo di quest’opera unica è anch’esso in linea con la qualità di quanto realizzato; 5,6 milioni di dollari e rappresenta un successo architettonico e ingegneristico, visti i numerosi problemi riscontrati sia in fase progettuale che realizzativa. Il costo è stato ampiamente ripagato dal suo successo turistico, visitato annualmente da migliaia di turisti, attratti dalle caratteristiche costruttive o dalla voglia di superare l’ancestrale paura di camminare nel vuoto.

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Giu 132018
 

Si chiama The Pad Tower ed è una delle nuove torri che si sta completando a Dubai. L’ispirazione è chiara, basta vederla e poi tutti già la chiamano iPAD Tower, ma questo ovviamente non è il suo vero nome proprio per evitare problemi legali con la Apple. Ma a parte questo, sono molti i riferimenti al piccolo player della casa della Mela morsicata.

Non è una torre paragonabile alle altre costruite nella megalopoli emiratina, che competono per svettare nel cielo sempre più alte. Qui l’idea che sta alla base del progetto è diversa. Una architettura tecnologica che vuole avviare una tipologia nuova di edificio, spinto all’estremo in connettività e digitalizzazione.

The Pad è una palazzina di soli 26 piani nel verticale skyline di Dubai che riprende nelle forme il player musicale di Apple. Non è dritto, ma risulta inclinato di 6,5 gradi, scelta stilistica ancora una volta in riferimento al piccolo device. Infatti questa posizione inclinata, richiama quella che assume l’iPod quando è posizionato su un dock di sostegno.

La costruzione è iniziata nel 2006, ma i lavori si sono dovuti fermare nel 2010 a causa della crisi economica che ha colpito l’intero pianeta. Nel 2013 sono ripresi e si presume che The Pad possa vedere il suo completamento proprio quest’anno.

The Pad sorge sulla Business Bay di Dubai ed è opera dell’architetto di Hong Kong, James Law dello studio James Law Cybertecture. Il progetto è il risultato di un concorso per idee in cui James Law ha vinto contro mostri sacri quali Foster & Partner e Zaha Hadid Architects.

Nella visione del progettista, l’edificio nasce non per superare records come per molti altri edifici in città, ma per rappresentare un nuovo tipo di architettura, quella che Law chiama Cybertecture. Ossia un’architettura connessa, fusa con elementi tecnologici di grande innovazione, quasi futuristici. Il ritardo nella costruzione ha richiesto anche l’aggiornamento di questo aspetto, per cui molte idee iniziali sono state adattate alle nuove tecnologie resesi disponibili sul mercato dal 2010 in poi. The Pad ha così chiusure biometriche, pareti visore per simulare la vista su località differenti, luci con sensori, dispositivi che analizzano la salute delle persone e restituiscono questi dati sullo specchio del bagno con avvisi e promemoria, un po’ alla Mission Impossible.

L’edificio, ovviamente è completamente cablato e già predisposto per le tecnologie del futuro, dal controllo vocale ai sensori di posizione per luci e musica.

Insomma, un edifico completamente digitale che, nella visione del suo progettista, sia come i nostri amati dispositivi mobili e da questi controllabile. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire un palazzo in grado di aggiornarsi digitalmente come oggi facciamo con il nostro cellulare, scaricando un’app e utilizzando nuove caratteristiche e funzioni.

Ovviamente la sua costruzione a Dubai è garanzia di tutto ciò e la scelta di Law non sarà stata sicuramente casuale.

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Ago 242017
 

Nella ricerca finalizzata alla realizzazione di nuovi tessuti, di nuove fibre in grado di possedere caratteristiche migliori, sono spesso stati presi in considerazione i ragni e le proprie magnifiche realizzazioni. Le ragnatele, infatti, hanno proprietà meccaniche straordinarie, ma gli studi condotti fino a qui non hanno portato a nessun risultato tale da giustificarne il loro utilizzo. Si è tentata anche la via dell’allevamento, cercando di raccogliere questi animali in luoghi idonei, come si fa per i bachi da seta; ma l’operazione si è dimostrata impossibile perché i ragni tendono a divorarsi reciprocamente.Ragnatela01

Ma cos’è e com’è fatta una ragnatela? Si tratta di una sottile tela costituita da microscopici fili di materiale viscoso e non viscoso prodotti dalle loro ghiandole interne, chiamate seritteri. Ciò che risulta incredibile di questa secrezione, è l’estrema resistenza. Una ragnatela può infatti essere paragonata a un buon acciaio, ma con una densità 5 volte minore, per cui il carico di rottura è, a parità di sezione, 5 volte superiore.

L’osservazione e lo studio delle ragnatele, ha portato gli scienziati dell’Università di Cambridge in Inghilterra a realizzare una nuova fibra partendo da un nuovo materiale chiamato idrogel, che è composto per il 98% da acqua e per il restante 2% da silice e cellulosa. Questi componenti, sono poi tenuti insieme da particolari molecole.

Ragnatela02

Durante la lavorazione, l’acqua viene fatta evaporare lasciando soltanto questo filamento sottile e leggero, ma super-resistente. L’ulteriore vantaggio, deriva dal fatto che la lavorazione può avvenire a temperatura ambiente e senza l’uso di sostanze chimiche, quindi con un processo molto più green rispetto a quelli utilizzati per la produzione di fibre sintetiche tipo il nylon.

La sperimentazione è ancora in corso e sono stati prodotti solo pochi milligrammi di questa nuova fibra, ma gli scienziati sono ottimisti e sperano presto di poter replicare su larga scala la produzione di questo incredibile filato i cui usi potrebbero spaziare dal campo aeronautico a quello della sicurezza a quello manifatturiero specifico dell’abbigliamento.

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Giu 162014
 

Gianpaolo ed Edoardo ci raccontano della loro passione per il Cavallino Rampante attraverso la descrizione e la narrazione di una delle opere architettoniche più originali e grandiose mai realizzate. Terra di costruzione, sempre gli Emirati Arabi e in particolare il ricchissimo emirato di Abu Dhabi. Un parco a tema tra i più grandi al mondo e soprattutto monotematico sull’isola artificiale di Yas che ospiterà nel tempo altri parchi analoghi. Buona lettura.

FERRARI WORLD

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Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàAbu Dhabi

Tipologiaparco di divertimenti

Caratteristiche: montagne russe più veloci al mondo – unico parco a tema sulla Ferrari

Ferrari World Abu Dhabi, la cui apertura è avvenuta il 27 ottobre 2010, è il primo parco a tema Ferrari oltre che la più grande attrazione di questo tipo. Un’intensa esperienza multisensoriale e un luogo unico nel suo genere dedicata ad appassionati, fan e famiglie. Il Parco rende omaggio alla passione, l’eccellenza, le prestazioni e le innovazioni tecnologiche che Ferrari ha raggiunto nel corso degli anni e che rappresenta oggi nel mondo. Il suo iconico e sinuoso tetto rosso si ispira direttamente al classico profilo laterale a curva doppia delle scocche Ferrari, con un’estensione di 200.000 mq e sormontato dal più grande logo Ferrari mai creato.

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La sagoma della copertura è studiata sul profilo di una Ferrari

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Caduta libera a 240Km/h

Ferrari World Abu Dhabi offre oltre 20 attrazioni, per adulti e bambini, per un’esperienza Ferrari completa, ognuna studiata per raccontare un aspetto diverso della storia Ferrari, comprese le montagne russe più veloci del mondo, che raggiungono i 240 km/ora e che simulano la sensazione mozzafiato di una monoposto Ferrari, oppure l’esperienza di G-force, con un’eccitante corsa fino ai 62 metri di altezza, oltre il tetto del Parco, per poi tornare fino a terra.

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Il parco si trova su Yas Island, destinata a diventare una meta turistica globale con una ampia offerta di strutture, sul lato nord-orientale del territorio di Abu Dhabi. Abu Dhabi, al crocevia tra Europa, Asia ed Africa, è stata scelta come location ideale per costruire il parco a tema Ferrari, essendo il mondo delle corse automobilistiche estremamente popolare negli Emirati Arabi Uniti. Ferrari World Abu Dhabi offre un divertimento unico ed intenso, insieme ad una vasta gamma di prelibatezze italiane, e, ovviamente, esperienze di shopping esclusive.

Planimetria di Yas Island

Planimetria di Yas Island

l parco è di proprietà di Aldar Properties PJSC, azienda di gestione, investimenti e sviluppo immobiliare leader nel settore ad Abu Dhabi. Farah Leisure Parks Management L.L.C, joint venture tra Aldar Properties PJSC e ProFun Management Group Inc. (azienda internazionale che si occupa della gestione e attività di strutture per il tempo libero) saranno responsabili della gestione e dell’attività del Ferrari World. Ogni aspetto del progetto rifletterà i principi fondamentali di Ferrari, di eccellenza e prestazioni nell’ambito dell’innovazione tecnologica.

LA STRUTTURA

Per ospitare questo modernissimo Parco, è stato realizzato un edificio che riflette la forma sinuosa di una Ferrari, direttamente ispirato al classico profilo laterale a curva doppia della scocca.

La forma, molto semplice “che abbraccia il terreno”, stagliandosi dal paesaggio con linee fluenti come una duna di sabbia rossa. La struttura e la forma visivamente caratteristiche, coronano il Circuito di Yas Marina, creando uno skyline immediatamente riconoscibile.

Circuito di Yas Marina

Circuito automobilistico di Yas Marina

Dati principali:

  1. Il volume racchiuso è di oltre 3.000.000 metri cubi
  2. La superficie della piazza centrale è di 86.000 m2
  3. La superficie totale dei tre i livelli è 176.000 m2
  4. L’edificio ha un’altezza di 50 metri sul livello del mare, con passaggio centrale a 62,5 m, la più alta struttura sulla rotta aerea verso l’aeroporto.
  5. La copertura ha un diametro di oltre 700 metri
  6. La superficie totale della copertura è 200.000 m2
  7. Il logo Ferrari sul tetto, il più grande al mondo, è di 65 m e copre una superficie di 3.000 m2
  8. Il terreno complessivo di Ferrari World Abu Dhabi ha una superficie di oltre 700.000 m2
  9. La copertura ha un’altezza di 48 metri, con un grande imbuto centrale in vetrata di 100 m di diametro all’apice e base di 17 metri.
  10. Sono 12 le colonne primarie che supportano la copertura, posizionate a formare un modello a stella araba a 12 punte, modello usato per descrivere la geometria primaria dello spazio complessivo del tetto e che si estende ad incontrare la facciata primaria a punta con lo scudetto.
STUDIO DI PROGETTAZIONE

LOGOBenoy Architects, è un premiato studio di Architettura, Interni e Graphic designer con sedi nel Regno Unito, India, Medio Oriente e Cina fondato nel 1947 e ritenuto a livello mondiale come un punto di riferimento per la progettazione. La filosofia con la quale il gruppo opera è l’integrazione tra creatività e vitalità.

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GIANPAOLO RAGUSA – EDOARDO ANDO’
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Giu 052014
 

Torniamo negli Emirati Arabi, questa volta nella capitale Abu Dhabi nonché città più ricca al mondo. Abu Dhabi sta vivendo una profonda trasformazione che la vedrà cambiare totalmente nei prossimi 20 anni, frutto di un ambiziosissimo e avveniristico piano urbanistico. E in questa prospettiva che si inserisce uno degli edifici più straordinari dell’architettura contemporanea, sede della società immobiliare Aldar. Stiamo parlando dell’Aldar Headquarters, soprannominato anche la conchiglia di Abu Dhabi per la sua incredibile forma. Gabriela ci racconta con dovizia di particolari questa magnifica opera architettonica. Buona lettura.

ALDAR HEADQUARTERS

Aldar_Cartina

Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàAbu Dhabi

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: forma di conchiglia – facciata vetrata

21 - ALDAR

Il grattacielo Aldar Headquarters soprannominato “La Grande Conchiglia” è il primo edificio a forma lenticolare del medio oriente e nasce per ospitare il quartier generale della più grande società di sviluppo immobiliare di Abu Dhabi e le sedi delle più importanti società internazionali operanti nell’area.

Esso è stato inserito all’interno di un progetto di sviluppo del nuovo distretto urbano di Abu Dhabi del costo di circa 14 miliardi di dollari e progettato dagli architetti MZ & Partners.

Schema costruttivo

L’edificio è composto da tre diversi sistemi di facciata a moduli preassemblati con telaio in alluminio e vetrocamera di forma triangolare (22.000 mq). Ha una superficie maggiore all’altezza, rispettivamente 123.000 mq e 110 m, ed è costituito da 23 piani in cui sono presenti 12 ascensori principali.

12 - ALDAR

Spettacolare scorcio dell’edificio

La facciata si contraddistingue per una porzione centrale (2.200 mq) e per la presenza di una parte di connessione (di circa 4.500 mq) a pannelli ciechi in alluminio composito con materiale plastico.

Una particolarità di questo edificio consiste nello studio fatto per realizzare l’impianto di raffreddamento. L’intero edificio che appare, infatti, come una grande lente vetrata è completamente esposto al clima desertico di Abu Dhabi, con temperature che d’estate possono anche superare i 40°C. Si tratta di condizioni molto difficili che rendono indispensabile l’adozione di sistemi di condizionamento ad elevate prestazioni ed affidabilità.

A causa della particolare struttura architettonica si è reso impossibile l’utilizzo degli spazi esterni per i necessari impianti di condizionamento. Proprio per le esigenze estetiche e visive si è quindi pensato di collocare tutti gli impianti (macchine e rete di distribuzione) all’interno di tutto l’edificio. Tra l’altro la società committente aveva richiesto esplicitamente la totale qualità dell’aria ed il massimo comfort acustico.

E’ stato quindi realizzato un sistema di raffreddamento di tipo idronico basato su otto centrali di produzione e due reti indipendenti per la distribuzione dell’acqua refrigerata. Grazie alle scelte progettuali effettuate, l’impianto di condizionamento risulta invisibile dall’esterno, integrandosi appieno nella struttura architettonica. In esso inoltre è stato utilizzato il criterio dell’uso razionale dell’energia e del basso impatto ambientale.

LA COSTRUZIONE

L’edificio è stato realizzato in soli 12 mesi. Fu ideato da Stuart Clark che lo aveva pensato come un edificio circolare; idea che successivamente perfezionò accostando le due facciate.

17 - ALDAR

GLI INTERNI

Realizzato su 23 piani può ospitare 120.000 persone mentre i piani interrati sono in grado di portare 1.184 veicoli. Ogni piano varia tra 1.700 e 2.700 mq, lo spazio per gli uffici è di 61.900 mq.

Interni

Interni

GLI ESTERNI

La fama di questo edificio deriva dall’originalità, pertanto, come si può non parlare dell’aspetto, che ricorda innumerevoli situazioni, come, ad esempio il sole che sorge, una moneta gettata nel deserto, o, una chiocciola che striscia… i motivi del suo aspetto circolare sono due: dal significato della figura geometrica, appunto, circolare per eccezione, la circonferenza, simbolo dell’ infinito, della mancanza di un vero inizio e di una vera fine e, simbolo della perfezione. Ma anche perché Abu Dhabi è una città marina, e in quel caso perché non pensare ad una conchiglia in mare?

Ma l’edificio non è caratteristico solo per la forma, ma anche per il materiale adottati che, fanno pensare a un diamante nella ricca Abu Dhabi.

STUDIO DI PROGETTAZIONE

ALDAR architettoTra i componenti dell’agenzia di architettura MZ & Partners, ideatori dell’edificio, nonché vincitori del premio “Best Futuristic Design”, il fondatore e direttore è Marwan Zgheib. Laureatosi in architettura presso USEK nel 1993, Marwan Zgheib fin da studente è sempre stato un uomo visionario. E’ stato, infatti, uno dei primi a studiare la “teoria del caos” in architettura. Ha lasciato il Libano nel 1999 per il Qatar. E’ lì che ha ottenuto il suo primo grande progetto cioè un composto di 62 ville. Verso la fine del 2002, ha costituito la MZ & Partners, uno studio di architettura e di consulenza ingegneristica. Uno dei suoi progetti più importanti è la città di energia in Qatar.

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Alunno/i autore/i dell’articolo:
GABRIELA RISCICA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 292014
 

Prefazione a cura del prof. Betto

Un’icona dell’architettura contemporanea e mondiale nonché patrimonio dell’UNESCO. Questa volta parliamo di una costruzione unica e non di un grattacielo. L’Opera House di Sydney, ricordata da tutti per la sua forma unica e inconfondibile. Gabriele e Claudia hanno affrontato il tema con grande attenzione e partecipazione assecondando ogni mia indicazione. Il risultato, ottimo, lo offro come sempre al vostro giudizio e lettura. Buon divertimento.

SYDNEY OPERA HOUSE

OPERA HOUSE MAPPA

Area geograficaAustralia

StatoAustralia

CittàSydney

Tipologia: Teatro

Caratteristichecopertura a vele – più grande teatro al mondo

11 - OPERA HOUSE

Il Teatro dell’Opera di Sydney (Sydney Opera House) è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei simboli più rappresentativi dell’Australia. Situato in posizione dominante sulla baia di Sydney, sorge sopra a una sottile lingua di terra chiamata Bennelong Point, ed è circondato dal mare per tre lati. Più precisamente, si trova a nord del Giardino Botanico Reale, a 800 metri dalla stazione ferroviaria di Circular Quay.

15 - OPERA HOUSE

L’Opera House sulla penisola di Bennelong Point

L’Opera di Sydney è la sede nazionale australiana delle arti e dello spettacolo: qui si tengono ogni anno più di 2500 spettacoli tra concerti sinfonici, d’opera, di musica di vario genere e rappresentazioni teatrali. Dal 2007 è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

13 - OPERA HOUSE

Progetto

LA STORIA DEL TEATRO

L’edificio è stato realizzato su progetto dell’architetto danese Jørn Utzon, vincitore del concorso internazionale per il nuovo centro artistico polifunzionale di Sydney, indetto all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso. Iniziato a costruire nei primi anni ’60, il teatro è stato ultimato nel 1973 e inaugurato il 20 ottobre dello stesso anno da Elisabetta II, Regina del Regno Unito.

Pare che la scelta del progetto fu alquanto controversa. Una giuria di grandi architetti, chiamati a scegliere il vincitore del concorso bandito per la realizzazione dell’opera, aveva dapprima scartato il progetto del giovane Utzon. Eero Saarinen, architetto finno-americano che faceva parte della giuria, arrivato in ritardo ai lavori della giuria, esaminò i progetti scartati dai colleghie e trovò i bozzetti di Utzon. Colpito dal progetto, riprese i lavori e esercitò pressioni sui colleghi affinché fosse proclamato vincitore proprio quel lavoro. Il 30 gennaio 1957 il Sidney Morning Herald, uno dei più importanti quotidiani australiani, annunciò la vittoria di Utzon pubblicando al contempo una foto a quattro colonne del progetto: il titolo principale di quell’edizione era “Il controverso progetto di un danese vince il concorso del teatro dell’opera”.

Anche la realizzazione avvenne in modo alquanto sofferta. Problemi con la committenza e soprattutto con la allora gestione politica e amministrativa della città, rallentarono e molto la costruzione dell’opera. Il ministro della infrastrutture era uomo poco attento alle questioni architettoniche e molto più alle questioni economiche e pose grossi limiti alla libertà professionale e progettuale di Utzon. Costrinse il progettista a redigere continuamente rapporti sulla fasi costruttive e sui costi di realizzazione e impose la scelta di imprese e manovalanza di sua indicazione. A queste condizioni, Utzon fu costretto a dimettersi anche perché furono sospesi anche i finanziamenti per cui l’architetto si trovò impossibilitato a pagare le maestranze. L’opera fu completata dagli architetti Peter Hall, Lionel Todd, David Littlemore e dall’architetto ufficiale dello Stato Ted Farmer.

Utzon tornò in terra australiana per collaborare ad ampliamenti dell’opera nel 1999, ventisei anni dopo l’inaugurazione del teatro e nel 2003 vinse il Premio Pritzker, il riconoscimento più importante per un architetto: la giuria del premio scrisse che “il teatro dell’opera di Sydney è uno degli edifici simbolo del 20esimo secolo, un’immagine di grande bellezza conosciuta in tutto il mondo – oltre che un simbolo della propria città, della nazione e dell’intero continente“.

L'Opera House durante la sua costruzione

L’Opera House durante la sua costruzione

LA STRUTTURA

La struttura costituisce un interessante esempio di architettura contemporanea. Riconosciuta ovunque per la particolarissima forma della copertura la costruzione poggia su una grande piattaforma in granito lunga 185 metri e larga 120: fu finita nel febbraio del 1963. I gusci della copertura sono composti da “costole” di calcestruzzo ricoperto da piastrelle bianche che formano a coppie delle originali volte e le più grandi sono chiuse dal lato principale da vetrate molto alte. Si è stimato che sono state utilizzate circa 2400 costole prefabbricate, realizzate in cantiere e montate sull’edificio durante la costruzione.

Il teatro è composto al suo interno da diverse sezioni, ognuna delle quali, secondo le proprie caratteristiche, è dedicata a ospitare vari tipi di spettacolo. La sala più importante è la concert hall, mega sala da 2600 posti a sedere, strutturata come una cattedrale gotica con altezze vertiginose, totalmente rivestita in legno ospita al suo intona le canne d’organo più grandi al mondo. Costò 1,2 milioni di dollari e fu inaugurata nel 1979. Il teatro dell’Opera è la vera sala del teatro, la più importante anche se la seconda per dimensione. Può ospitare fino a 1500 ospiti seduti e le sedie sono tutte in legno di betulla. Completano l’opera sale di dimensione minore (tra i 600 e i 400 posti a sedere) utilizzate per manifestazioni minori o DJ set. Un’ultima sala, più recente è stata realizzata dalla stesso Utzon al sul ritorno nel 1999 per concerti particolari o piccole manifestazioni.

16 - OPERA HOUSE

JØRN UTZON

Jorn Utzon Opera House

Jørn Utzon è il progettista dell’Opera House di Sydney. A 18 anni comincia a collaborare con suo padre disegnando barche. Si iscrive all’Accademia Reale di Belle Arti di Copenaghen dove studia architettura. Parte per la Finlandia dove lavora nello studio di Alvar Aalto, che assieme a Gunnar Asplund e Frank Lloyd Wright, e questa esperienza influenzerà fortemente il suo lavoro. Alla fine della guerra torna con la sua famiglia in Danimarca e apre il proprio studio. In questi anni viaggia molto, soprattutto in America (Messico, Stati Uniti) e in Asia (Cina, Giappone, India). Nel 1947 lavora per alcuni mesi in Marocco; l’incontro con l’architettura islamica avrà un’influenza decisiva sul suo lavoro.

Nel 1957 vince il concorso per l’opera di Sydney in Australia, dove nel 1962 si trasferisce per seguire meglio il cantiere. Dopo numerosi problemi con la committenza si trova costretto ad abbandonare il progetto nel 1966 e a lasciare l’Australia. Il progetto che ha subito numerose modifiche rispetto al progetto di Utzon, è stato poi ultimato da Peter Hall, David Littlemore e Lionel Todd.

Morì il 29 novembre 2008.

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GABRIELE CRISCI – CLAUDIA SCALIA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Seconda D – 2013/14 ARCHITETTURA
Mag 232014
 
Alunni Articolo scritto da: ROBERTA SOLARINO – ALICE FRANCALANZA – CRISTINA ALIOTTA
Classe: 2D – Anno: 2013-14

Prefazione a cura del prof. Betto

Questa volta siamo a Londra continuando il percorso virtuale del PROGETTO INFORMATICA che gli alunni della 2D hanno affrontato con passione e cura. L’obiettivo è ancora una volta una torre, il grattacielo frutto del genio creativo di un italiano che svetta come il più alto edificio in Europa. Cristina, Alice e Roberta hanno dato anch’esse il meglio, riuscendo a realizzare un lavoro completo, dettagliato e davvero molto interessante. Sono molto felice di avviarvi alla lettura di questa serie di articoli che potremmo denominare SERIE ARCHITETTURA, e ancora più felice nel correggere e verificare la qualità del lavoro prodotto da studenti non più che dodicenni. Vi auguro anche questa volta buona lettura.


LONDRA THE SHARD

Area geograficaEuropa

StatoInghilterra

CittàLondra

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: rivestimento in vetro – giardini di inverno – edificio più alto d’Europa


Shard01The Shard è un grattacielo progettato da Renzo Piano nel cuore del London Bridge Quarter (LBQ), ed è finalmente aperto al pubblico.

The Shard sorge nell’area dove fino al 2008 c’era la Southwark Towers, un edificio di 28 piani demolito su decisione del proprietario, Irvine Sellar, che voleva costruire qualcosa di veramente spettacolare e unico dal punto di vista architettonico.

Data la crisi e le critiche da parte di chi vedeva fuori contesto un grattacielo di quel genere, i lavori iniziarono solo nel 2009, grazie anche all’aiuto di potenti sponsor che riuscirono a superare le difficoltà economiche che un’opera del genere richiedeva.

Oggi per l’80% la società che gestisce l’ edificio è in mano a investitori provenienti dallo stato del Qatar. Le polemiche pubbliche da parte di una buona fetta della popolazione londinese erano dovute al fatto che appariva troppo elevato il contrasto tra vecchio e nuovo. In realtà, appena terminati i lavori, molti si sono ricreduti, incominciando a sentire lo Shard così come soprannominato dai londinesi (scheggia di cristallo), come qualcosa di estremamente importante per l’economia e l’immagine di Londra, e soprattutto stanno incominciando a considerare il grattacielo come parte integrante delle attrattive della città. É stato progettato circa tredici anni fa (2001). Alto 310 metri, ricoperto da 11 mila pannelli di vetro (l’equivalente di 8 campi da calcio messi insieme) si scaglia verso il cielo dominando la città, con un panorama senza precedenti cambiandone per sempre lo skyline. In solo 2 mesi è diventato una delle mete più importanti della capitale inglese. 130 mila i biglietti prenotati in anticipo prima dell’opening ufficiale del 1 febbraio 2013 e un’affluenza continua che dicono «aver superato le aspettative».

Le gallerie presentano il massimo della tecnologia con mappe multimediali di tutto ciò che circonda lo Shard. Si possono quindi vedere foto e filmati delle maggiori attrattive della città e sentire l’audio di presentazione di diversi personaggi che hanno fatto la storia di Londra.

London Eye

London Eye

Chiaramente a farla da padrone è la vista immensa che si ha dai quasi 300 mt di altezza (pensate che il London Eye, la ruota panoramica di Londra, raggiunge poco più di 100 mt di altezza). Dalle Gallerie panoramiche dello Shard, che si raggiungono in 30 secondi con uno dei 44 ascensori supersonici, si può vedere fino a 64 km di distanza (in giornate serene) a 360 gradi.

Il biglietto di ingresso costa dai 24 a 29 sterline circa e si può prenotare anche online.

C’è chi se ne è innamorato subito, apprezzandone l’eleganza, la modernità e il suo lato ecosostenibile (il 95% dei materiali di costruzione è riciclato e la posizione degli specchi è pensata per sfruttare al meglio la luce e il vento) e chi ancora non ne capisce il motivo, lo critica per le dimensioni troppo importanti o per il prezzo del biglietto.

IL PROGETTO

09 - SHARD

Tavole di progetto

L’edificio è caratterizzato da una doppia “pelle” costituita da una vetrata passiva che avvolge l’anima centrale in cemento armato in cui trovano posto i 44 ascensori che connettono i piani ai vari ingressi dell’edificio. Per il comfort ambientale l’involucro vetrato è dotato di un sistema di oscuramento meccanizzato e tra le “fratture” in cui si articola il volume sono stati ritagliati giardini d’inverno ventilati naturalmente che offrono a uffici e residenze uno spazio vitale spesso negato in edifici di questo tipo.

Section top200_A2La forma piramidale deriva da una scelta architettonica che, come spiega Renzo Piano, non nasce per caso ma “segue il decrescente peso delle funzioni (uffici, hotel, appartamenti) e ricorda le guglie a spirale delle chiese di Londra costruite dall’architetto di St. Paul, Christopher Wren, come precisi segnali urbani nella ricostruzione della città dopo il grande incendio del 1666”.

Nel suo insieme, The Shard è una sorta di città verticale, «pensato fin da subito con spazi aperti a tutti» spiega il suo creatore Renzo Piano, altri più conviviali come i ristoranti e i lounge bar tra i piani 31 e 33 e alcuni decisamente privati come gli appartamenti luxury tra i piani 53 e 65, ampi, con una vista invidiabile e, anche per questo, decisamente costosi (tra i 30 e i 50 milioni di sterline, circa 6.000 sterline per metro quadrato). Ma non solo, nell’estate del 2013 vi è stata l’inaugurazione del lussuoso Shangri-la Hotel che si è aggiudicato gli spazi tra i piani 34 e il 54 e che include 202 camere con vista, una palestra aperta 24 ore su 24, una piscina infinity e diversi ristoranti internazionali.

A disposizione del visitatore, i Tele:scope, la versione aggiornata dei classici telescopi a monetine che servono per guardare il panorama. Questi, oltre a essere potentissimi, hanno in più uno schermo touch che offre la possibilità di conoscere la storia dei monumenti inquadrati. Un’altra funzione, davvero suggestiva, permette di avere quattro diverse visioni del panorama che si sta guardando: quella reale, quella in un giorno di sole, al tramonto e by night. Un modo semplice per non avere rimpianti se il giorno scelto o l’orario prenotato non sono dei migliori. Dal 69esimo al 72esimo in parte a cielo aperto, da qui si possono vedere le ultime lastre di vetro, vere e proprie schegge nel cielo.

16 - SHARD

La Scheggia “The Shard” in una suggestiva vista notturna

RENZO PIANO

Renzo PianoRenzo Piano è nato il 14 settembre 1937 a Genova, é un architetto italiano molto famoso e importante, si laurea al Politecnico di Milano è negli anni 70, insieme Richard Rogers fonda uno studio a Londra che quasi immediatamente diventa uno dei principali studi di architettura del Mondo, aggiudicandosi il progetto del Centro Pompidou di Parigi.

Successivamente si separa dal vecchio socio per lavorare con Peter Rice, ingegnere civile, lasciando traccia di se in tante città europee e mondiali. Vincitore del Premio Pritzker consegnatogli dal Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton alla Casa Bianca nel 1998. Nel 2006 diventa il primo italiano inserito dal TIME nella Time 100, l’elenco delle 100 personalità più influenti del mondo, nonché tra le dieci più importanti del mondo nella categoria Arte e intrattenimento.

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Apr 172014
 
Alunni Articolo scritto da: ALESSANDRO MARCELLINO e ANTONIO TARTAGLIA
Classe: 2D – Anno: 2013-14

Prefazione a cura del prof. Betto

Sono orgoglioso di presentarvi il primo prodotto realizzato dagli studenti della classe Seconda D all’interno del PROGETTO INFORMATICA. Il progetto li vede impegnati nella realizzazione di monografie di strutture contemporanee utilizzando esclusivamente strumenti e fonti digitali. Alessandro e Antonio, i primi ad aver completato il loro lavoro si sono cimentati nella descrizione di un’opera architettonica di indubbia bellezza, oltre a rappresentare un miracolo di ingegneria strutturale. Si tratta del Capital Gate di Abu Dhabi uno degli edifici più straordinari che mente umana abbia mai concepito. Gli Emirati oramai ci hanno abituato a stupirci con architetture incredibili, frutto della fantasia dei più grandi architetti, ma si pensa subito alla città degli eccessi, Dubai. Questa volta no; questo prodigio architettonico sorge nella vicina Abu Dhabi, la città più ricca al mondo. L’edificio, è unico e non ha paragoni ne precedenti nella storia dell’architettura e il tema è stato affrontato con passione e grande perizia dai miei alunni. Alessandro e Antonio hanno svolto, con precisione e seguendo con cura le indicazioni del docente, il loro compito raggiungendo da subito un grande livello descrittivo. Non voglio neppure commentarlo, ma lascio a voi il piacere di leggerlo e di darne, infine, un giudizio attento. Buona lettura.


Capital gate plan

Area geograficaMedio Oriente

StatoEmirati Arabi Uniti

CittàAbu Dhabi

Tipologia: grattacielo

Caratteristiche: edificio più inclinato al mondo – rivestimento in vetro – piscina a sbalzo a 200 m di altezza


CAPITAL GATE (Abu Dhabi – Emirati Arabi Uniti)

22 - Capital Gate

05 - Capital Gate

Sezione

I lavori sono iniziati nel 2007 e sono terminati nel 2010. Ha un’inclinazione di 18 gradi, quasi quattro volte superiore a quello della Torre di Pisa, ed è stato nominato dal Guinness World Record “l’edificio più pendente al mondo”. Progettato dallo studio RMJM è di proprietà dell’ADNEC (Abu Dhabi National Exhibitions Company). La torre è alta 160 metri e ha in tutto 35 piani destinati ad accogliere uffici e un hotel a cinque stelle, lo Hyatt Capital Gate, con ristoranti, meeting rooms, reception, tea lounge, spa, centro fitness, piscina e terrazza esterna per un totale di 53.100 mq.

Schema degli edifici più pendenti

Schema degli edifici più pendenti

I solai del Capital Gate sono sovrapposti verticalmente fino al 12° piano; fino alla cima vi è poi un graduale sfalsamento, da 30 a 140 cm, che da luogo all’impressionante inclinazione della Torre. L’edificio possiede anche altre caratteristiche tecnico-costruttive innovative, tra cui il primo utilizzo noto al mondo di un ‘nucleo pre-incurvato’, che contiene più di 15.000 mc di cemento armato rinforzato con 10.000 tonnellate di acciaio. Il nucleo, deliberatamente costruito un po’ fuori centro nella direzione opposta a quella dell’edificio, è stato raddrizzato con l’aumentare dell’altezza della costruzione e posizionato in verticale con il variare del centro di gravità e con l’aumento di peso dei piani aggiunti.

02 - Capital Gate

Dispositivo di ombreggiamento “splash”

07 - Capital Gate

Planimetria

25 - Capital Gate

Particolare delle vetrate esterne

Per la costruzione sono stati utilizzati:

  • circa 8.500 elementi strutturali in acciaio (travi, colonne, lastre, etc.);
  • più di 12.500 diverse lastre di vetro che formano in facciata più di 720 differenti pannelli a forma di diamante; ogni ‘diamante’ ha un peso di circa 5 tonnellate e contiene 18 pannelli di vetro;
  • in totale 21.000 mq di vetro in facciata;
  • 13.200 tonnellate di acciaio strutturale.

06 - Capital GateLa facciata è a doppio vetro per ottenere una maggiore efficienza energetica. L’aria di scarico è pre-raffreddata tra la facciata interna ed esterna in modo da ridurre il consumo energetico dell’edificio riciclando l’aria usata. Il vetro utilizzato sulla facciata della torre è a bassa emissività. È stato progettato per mantenere l’interno dell’edificio fresco ed eliminare i riflessi, pur mantenendo la trasparenza della facciata. L’acciaio inossidabile ‘splash’ è un dispositivo di ombreggiamento che elimina più del 30% del calore del sole prima che raggiunga l’edificio, comportando un risparmio sulla necessità di raffreddamento all’interno dell’edificio.


RMJM
RMJM (Robert Matthew Johnson Marshall) è uno studio di architettura internazionale che offre architettura, progettazione e design a livello mondiale. Fondato in Scozia nel 1956 dagli architetti Robert Matthew e Stirrat Johnson-Marshall ebbe i suoi primi uffici a Edimburgo e Londra. Nei primi anni, RMJM progettava in uno stile moderno e funzionale, con Matthews e Johnson-Marshall come forti sostenitori nel Regno Unito.

Johnson-Marshall
Johnson MarshallPercy Edwin Alan Johnson-Marshall CMG (20 gennaio 1915 – 14 luglio 1993) è stato un urbanista britannico, pianificatore regionale e accademico. Nato in India, studiò presso l’Università di Liverpool, e lavorò inizialmente con le autorità locali nel sud dell’Inghilterra. Nel 1956 fondò insieme ad Robert Matthew la RMJM. Nel 1959 prese un posto come docente presso l’Università di Edimburgo e fu nominato Professore di Progettazione Urbana e Pianificazione Territoriale nel 1964. Nel 1962 fondò la società di consulenza di pianificazione Percy Johnson- Marshall & Associates, che fu incaricato di realizzare il masterplan della University of Comprehensive Development Area di Edimburgo.

Robert Matthew
Robert MatthewE’ nato e cresciuto a Edimburgo, e ha frequentato l’Edinburgh College of Art. Robert è stato apprendista presso la ditta di suo padre anch’esso architetto. Poi, nel 1936, entrò a far parte del Dipartimento di Salute (Scozia), dove nel 1945 riuscì a diventare il Chief Architect and Planning Officer. Nel 1946, Matthew si trasferì a Londra, divenendo Chief Architect and Planning Officer del County Council di Londra, dal 1946 al 1953, lavorando sulla ricostruzione post-bellica della Greater London. Nel 1956 fondò insieme a Johnson-Marshall l’RMJM.
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Feb 132014
 
Alunni Articolo scritto: VALENTINA DI GRAZIA, VIRGINIA PODESTA’, NAUSICA ANTONELLI, GABRIELE BUDA, MARCO DELLA MONICA
Classe: 3E – Anno: 2007-08

Prefazione a cura del prof. Betto

Ancora architettura e ancora un lavoro realizzato dagli studenti della Dante Alighieri. Anche questo edificio rientra in un progetto più grande che ha consentito agli studenti di cimentarsi con la realizzazione di elaborati, anche complessi, e con la manualità del costruire all’interno del laboratorio tecnologico. Questa volta si parla dell’icona della città di New York, il suo maestoso grattacielo noto come Empire State Building, meta annuale di milioni di turisti. Un racconto dettagliato, curioso e divertente su un simbolo dell’architettura contemporanea. Buona lettura a tutti.

Empire01

informazioni generali anno
Preceduto da CHRISLER BUILDING
Superato da WORLD TRADE CENTER 1972
Stato Completato
Costruito 1929-31
Inaugurazione 1 maggio 1931
misure
Antenna/guglia 449 metri
Tetto 381 metri
Peso 275.000 tonnellate 
Numero piani 102 (86 disponibili) 
Area calpestabile 254.000 mq 
Ascensori 73 
Finestre 6.500
dati progettuali
Architetto SHREVE, LAMB AND HARMON
Costruttore STARRETT BROTHERS AND EKEN


EMPIRE STATE BUILDING

Gli oltre 5000 metri cubi di pietra calcarea insieme alle travi di acciaio e i 10 milioni di mattoni utilizzati conferiscono all’Empire State Building il peso di circa 332.000 tonnellate! In questo gigante di 102 piani, ci sono 73 ascensori, 1860 scalini e 6500 finestre e al suo interno vi lavorano oltre 15.000 persone.

Rimase il grattacielo più alto al mondo dall’anno della sua costruzione (1931) fino al 1972, anno in cui vennero inaugurate le torri gemelle. Dopo l’attentato dell’11 settembre è rimasto il secondo edificio più alto degli Stati Uniti d’America.

Quando iniziarono i lavori di costruzione, nel 1929, l’Empire era straordinariamente avanzato. Era il primo edificio a non avere una cisterna d’acqua sul tetto, ma si serviva di pompe sistemate, ogni 20 piani. Gli operai – in certi giorni in cantiere c’erano più di tremila persone – potevano contare su misure di sicurezza all’avanguardia per l’epoca e nei 13 mesi che furono necessari per costruirlo, si contarono ‘solo’ 12 incidenti mortali.

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TRA STORIA E IMMAGINARIO

Nel periodo immediatamente successivo alla sua costruzione, in piena grande depressione, gli uffici erano quasi interamente vuoti e la sera le luci venivano accese appositamente per evitare che ciò si capisse: questa situazione iniziale valse al grattacielo il nomignolo di Empty State Building.

King Kong

Empire06L’Empire State Building è una delle mete obbligate per chi si reca a New York: ormai non è più il grattacielo più alto del mondo, ma rimane uno dei simboli della Grande Mela, ed è entrato anche nell’immaginario cinematografico. King Kong racconta di un gorilla gigante strappato all’isola fantastica dove viveva; trasformato in fenomeno da baraccone per la gioia dei newyorkesi, il potente gorilla riesce a scappare dalla gabbia e scalato l’Empire come fosse una montagna viene assassinato da un attacco aereo. Nel celebre film di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack non mancano i riferimenti al mito della bella e la bestia. Infatti Kong si innamora della bella Ann Darrow e sacrifica la sua vita pur di salvarla. Il film portò molta notorietà all’attrice che interpretò il ruolo, Fay Wray, e quando l‘attrice è scomparsa nel 2004, le luci che perennemente illuminano l’Empire sono state spente in suo onore.

Una storia di “luci”

Empire04Poco sotto la sua cima esiste un osservatorio che offre una notevole vista sulla città sottostante e che è un’importante meta turistica. La cima stessa è generalmente illuminata con colori che corrispondono alle varie ricorrenze (ad esempio, dopo gli attentati del settembre 2001 le luci sono rimaste a lungo dei colori della bandiera americana).

L’Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, è stato illuminato giorno 07/04/2004 completamente di rosso, per celebrare i 50 anni della presenza della Ferrari negli Stati Uniti. Un tributo al cavallino rampante, con una mostra di Ferrari d’epoca al Rockefeller Center, e un galà al Javits Center per raccogliere fondi per la East Side House del Bronx, un’istituzione che aiuta bambini in difficoltà.

Il DVD del film dei Simpson ha superato niente meno che Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Il merito, oltre all’impagabile simpatia di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie, va senza dubbio ricercato nell’imponente campagna pubblicitaria fatta dalla Fox, che non si è limitata a un classico annuncio sulla stampa specializzata e, in stile perfettamente americano, ha preferito “colorare” il mitico Empire State Building di giallo in onore della famiglia Simpson.

Nel 1995 e nel 1998, rispettivamente per gli 80 anni e per la morte di Frank Sinatra, tutte le luci del grattacielo assunsero il colore blu, in omaggio al colore degli occhi del leggendario cantante italo-americano.

Accendere le luci del grattacielo è ormai da vari anni un’usanza. Per il Columbus Day, ad esempio, l’Empire State Building viene illuminato coi colori del tricolore italiano.

L’incidente aereo

Nel 1945 l’Empire State Building fu coinvolto in un incidente aereo, quando un bombardiere B-25 Mitchell si schiantò accidentalmente sul suo lato nord, fra il settantanovesimo e l’ottantesimo piano, uccidendo 14 persone. La struttura non subì nessun danno di rilievo.

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L’antenna

Negli anni ’50 sulla sua cima fu aggiunta l’antenna per le trasmissioni televisive, alta oltre 50 metri. L’Empire State Building è un perfetto punto di trasmissione per le stazioni radiotelevisive di New York, tanto che diversi dei suoi ultimi piani sono occupati da studi televisivi.

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Il record di scalini

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A proposito di scalini: il Guinnes dei Primati riporta il miglior tempo impiegato per “scalare” l’Empire: 10 minuti e 47 secondi e annualmente un gruppo di atleti ripete questa impresa nella speranza di battere questo record. E’ vivamente consigliato salire almeno all’osservatorio dell’86° piano, utilizzando i velocissimi ascensori (impiegano meno di un minuto), oppure per i più audaci percorrendo i 1860 gradini per raggiungere il centoduesimo piano. Se la giornata è limpida, è anche spettacolare salire all’ultimo piano per godersi il panorama di sera, lasciandosi incantare dalla vista delle luci di New York. L’osservatorio, infatti, è aperto tutti i giorni dalle 9.30 del mattino a mezzanotte (l’ultima salita è alle 23.15). L’ingresso agli ascensori è 350 5th Ave alla W. 34th St.

Chico Scimone run-up

Empire09Quante volte vi è capitato di fare qualche rampa di scale di corsa perchè avevate fretta? Ecco, dovete sapere che qualcuno ha trasformato tutto questo in una competizione. Chi? Gli americani, Ogni anno si corre l’Empire State Building Run-Up. Al via si inizia a correre salendo i 1576 per raggiungere l’86° piano e diventare così il numero uno. Per dovere di cronaca vi informiamo che la vittoria per quanto riguarda gli uomini è andata al 22enne tedesco Thomas Dold che ha chiuso in 10 minuti e 25 secondi. Tra le donne ha trionfato l’australiana Suzy Walsham in 13 minuti e 12 secondi. Non c’era, chiaramente, il grande Chico Scimone l’italiano scomparso il 9 aprile del 2005 all’età di 93 anni. Chico partecipò a questa corsa ben 15 volte, l’ultima qualche mese prima di morire. Ancora qualcuno gareggia indossando una maglietta con la scritta “Chico Runs” in memoria dell’arzillo vecchietto che portava il sorriso sul viso di tutti.

L’uomo ragno

Empire10Il francese Alain Robert ha scalato a mani nude l’Empire State Building. Come già successo altre volte, una volta sceso a terra, è stato fermato dalla polizia. Dopo qualche controllo Robert è stato rilasciato con una bella multa per turbativa dell’ordine pubblico.

Il quarantacinquenne francese ha iniziato la sua carriera off-limits (e fuori anche dalle leggi) nel 1982. Prima di allora era un famoso freeclimber, ma un incidente lo ha reso invalido al 66%. I medici, dopo avergli salvato la vita, si erano detti certi che non sarebbe più stato in grado di scalare pareti di roccia: in un certo senso, lui ha cercato di non smentirli.

LA SUA STORIA

L’edificio dell’Empire State Building sorge dove un tempo c’era la prima sede del Walford Astoria Hotel. Nel 1929 il Walford spostò la sua sede in quella attuale e al suo posto venne dificato l’Empire.

Gli scavi delle fondamenta di questo prestigioso edificio iniziarono poche settimane prima del terribile crollo della borsa dell’ottobre 1929 e i lavori furono ultimati nel 1931, non molti mesi dopo l’inaugurazione del Chrysler, a cui rubò il primato di edificio più alto del mondo, superandolo di circa 60 metri.

Per innalzare l’Empire State Building occorsero 14 mesi di lavori serrati, durante i quali fu battuto il record di costruzione di quattro piani alla settimana e, cosa mai successa prima di allora, le spese furono inferiori a quelle previste durante la progettazione.

L’inaugurazione avvenne il 1° maggio del 1931 anche se meno della metà degli spazi erano già stati affittati, cosa che gli valse il nomignolo di Empty (vuoto) State Building. Ma il vero successo dell’edificio che si affaccia sulla Fifth Avenue furono le terrazze panoramiche aperte al pubblico. Per la prima volta infatti si pensò di dotare un edificio di quell’altezza di un osservatorio panoramico aperto ai turisti. Alle terrazze, come ai piani superiori, ci si accedeva con gli ascensori in grado di arrivare all’86° piano in meno di un minuto.

Empire11In un secondo momento si pensò di dotare l’edificio di un pennone di attracco per dirigibili, ma l’operazione risultò essere più ardua del previsto e così questo divenne una torre per la ricezione di programmi radiotelevisivi. Il pennone alto 46 metri ancora oggi trasmette i programmi di diverse reti tv e radio in altri 4 stati oltre New York.

Nel 1933 l’Empire fece la sua apparizione nel cinema, diventando celebre la sua scalata da parte di King Kong, che da lassù cercava di catturare gli aerei che lo attaccavano. Infatti, negli ascensori che portano all’80° piano è possibile incontrare King Kong che vi tiene compagnia lungo il percorso verso l’alto.

Nel 1945 questo celebre edificio fu protagonista di un triste incidente in cui un caccia bombardiere, persosi nella nebbia della città, volando troppo basso andò a schiantarvici all’altezza del 78° piano. Era il 28 luglio del 1945 e il tenente William Franklin Smith su un Bombardiere B-25 voleva atterrare all’aereoporto di Newark, non avendo ottenuto immediatamente l’autorizzazione deviò verso l’aeroporto di La Guardia, e quindi la torre di Newark gli diede il permesso immediato. A questo punto il La Guardia lanciò il suo messaggio: “al momento non riusciamo a vedere la sommità dell’Empire State Building…” poco dopo, alle 9:49 il suo arereo si schiantò sul 79° piano dell’edificio. Smith morì nello schianto, insieme al copilota, e ad un giovane marinaio di 20 anni che era stato rimandato a casa per assistere i genitori che avevano appena perso un altro figlio nel Pacifico.

L’Empire oscillò di circa un metro, mentre l’aereo provocò un foro di 7 metri nella parete, il carburante fuoriuscito dai serbatoi provocò un incendio su due piani, il motore di sinistra attraversò l’edificio e uscì dalla parte opposta andando a distruggere un attico della 34th Street. Il motore di destra cadde nella tromba di uno degli ascensori, tranciandone i cavi, e facendolo precipitare per circa 300 metri, ma grazie ai freni di emergenza, l’addetta all’ascensore Betty Lou Oliver riuscì a sopravvivere nonostante le ferite riportate. Nell’incidente persero la vita altre dieci persone, e questo perchè non era un giorno lavorativo normale, altrimenti le vittime sarebbero state molte di più.

IL MITO

Ancora oggi il mito dell’Empire State Building sopravvive intatto, diventando con la sua altezza e la sua storia l’icona della città di New York. Sopravvissuto alla tragedia dell’11 settembre ha da quella data, suo malgrado, riconquistato il primato sottrattogli dal World Trade Center di edificio più alto. Oggi è nuovamente secondo dietro alla Freedom Tower, che ha sostituito le torri gemelle nella loro collocazione a Ground Zero. Ma se pensiamo a New York, la prima cosa che ci viene in mente è proprio lui, il gigante della V strada, la metà più ambita dal turista che si reca nella Grande Mela.

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Feb 062014
 
Alunni Articolo scritto: NAUSICA ANTONELLI, GABRIELE BUDA, MARCO DELLA MONICA, VALENTINA DI GRAZIA, VIRGINIA PODESTA’
Classe: 3E – Anno: 2007-08

Prefazione a cura del prof. Betto

Pubblico con grande piacere un articolo scritto da un gruppo di studenti di una terza classe di qualche anno fa. Un lavoro completo, approfondito, appassionato di cui questo estratto è solo una parte di un lavoro molto più ampio condotto lungo l’intero anno scolastico e attraverso tante ore di laboratorio pomeridiano. Un percorso teorico-pratico che ha portato alla realizzazione, tra l’altro, di un modello in scala dell’Empire State Building di New York e di una serie di volumi scritti su grandi temi di architettura. Una racconto entusiasmante sulle caratteristiche e sulla storia di una delle tipologie costruttive più discusse e controverse dell’umanità, i GRATTACIELI. Buona lettura a tutti.

Grattacieli01
Il grattacielo è un edificio altissimo, caratteristico dell’architettura urbana del XX secolo. La nascita e la diffusione della tipologia edilizia del grattacielo furono rese possibili dall’introduzione di nuove tecnologie ingegneristiche e costruttive, dall’invenzione e messa a punto di nuovi impianti (ad esempio l’ascensore) e dall’utilizzo di nuovi materiali, principalmente dell’acciaio. Infatti, a differenza degli edifici tradizionali, nei quali la struttura portante è costituita dai muri, i grattacieli sono generalmente retti da solide intelaiature d’acciaio, alle quali vengono fissate solette destinate a sopportare carichi non grandi. Tale tecnica architettonica consente attualmente di realizzare edifici alti anche più di 600 metri.
UN PO’ DI STORIA: GRATTACIELI FAMOSI
Monadnock Building

Monadnock Building

La storia del grattacielo ebbe inizio a Chicago negli anni Ottanta del XIX secolo. Dopo il grande incendio che aveva distrutto la città nel 1871 si rese necessaria una rapida e massiccia ricostruzione, che vide affermarsi il modello dell’edificio molto alto. Alcuni architetti realizzarono per la prima volta palazzi con più di dieci piani, retti tuttavia ancora da spessi muri portanti (il Burnham & Root’s Monadnock Building, 1889-1892, ad esempio, si leva per 16 piani su una struttura tradizionale in mattoni). Tra le prime testimonianze dell’uso di pilastri portanti d’acciaio nell’edilizia civile (già da tempo la pratica era diffusa, soprattutto in Gran Bretagna, nell’architettura industriale), significativo è il brevetto depositato nel 1888 dall’architetto di Minneapolis Leroy S. Buffington, per una struttura in acciaio destinata a uffici e appartamenti.

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Manhattan Building

Il primo edificio costruito con questa nuova tecnica fu il Manhattan Building, progettato a New York da William Le Baron Jeney nel 1890-91. Lo sviluppo verticale degli edifici rese necessarie non solo nuove ricerche sui problemi ingegneristici, ma anche una nuova concezione dell’architettura, e portò allo sviluppo di inedite convenzioni estetiche.

Nel saggio Theall Building Artistically Considered (1896), Louis Sullivan affermò che “la forma segue sempre la funzione”: fu questa fondamentale impostazione teorica a determinare i caratteri dello sviluppo architettonico a Chicago. Le innovazioni tecniche e stilistiche statunitensi influenzarono profondamente anche gli architetti europei, molti dei quali trascorsero lunghi periodi oltreoceano per studiare attentamente le maggiori opere.

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Seagram Building

Il tedesco Ludwig Mies van der Rohe, ad esempio, si trasferì negli Stati Uniti, dove, sviluppando intuizioni già abbozzate in Germania, ideò una nuova tipologia di grattacielo, ben esemplificata dal Seagram Building (1958) di New York, disegnato insieme a Philip Johnson. A Chicago, lo studio Skidmore, Owings and Merrill progettò il John Hancock Center (1970) e la Sears Tower (1974), che con i suoi 443 metri fu l’edificio più alto del mondo per oltre vent’anni. Nel 1974 l’architetto statunitense di origine giapponese Yamasaki Minoru firmò, insieme con Emery Roth and Sons, le famose Twin Towers (Torri gemelle) del World Trade Center a New York, alte 110 piani: costruiti secondo le più avanzate tecnologie antisismiche, i due grattacieli vennero distrutti nel corso di un catastrofico attentato terroristico l’11 settembre del 2001. In anni più recenti, architetti come Philip Johnson, Michael Graves, César Pelli, Norman Foster e Helmut Jahn sono andati evolvendo la concezione architettonica del grattacielo.

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Sony Building

Ad esempio, il Sony Building (ex AT&T Building, 1978-1984) di New York, di Johnson, è un tipico grattacielo postmoderno; il Portland Building (1982) di Graves (a Portland, Oregon) appare improntato a uno stile “tecnologico” ancora più estremo.

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Portland Building

 

 

 

 

 

 

La Millennium Tower di Tokyo, progettata a partire dal 1989 da Norman Foster, sarà, una volta terminata, un edificio di 170 piani alto circa 800 metri; al suo interno troveranno posto, oltre agli uffici, alberghi, centri commerciali e appartamenti privati. Benché vengano sempre considerati criticamente per il loro forte impatto ambientale, i grattacieli diventano sovente simboli di orgoglio nazionale. La corsa alla costruzione più alta ora coinvolge, oltre alle metropoli statunitensi ed europee, anche le città asiatiche. Al momento l’edificio più alto del mondo è il Burj Khalifa alto 828 metri e sorge a Dubai (Emirati Arabi Uniti) seguito dal Taipei Financial Center, noto come Taipei 101, che raggiunge i 509 m d’altezza a Taipei (Taiwan). Seguono le Petronas Towers di Kuala Lumpur (Malaysia), progettate da César Pelli, che raggiungono i 451,9 metri attualmente le torri gemelle più alte al mondo.

TIPOLOGIE DI GRATTACIELI NEWYORKESI

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Equitable Building

Il Woolworth Building progettato da Cass Gilbert nel 1910 e completato nel 1913; in basso si nota il corpo centrale dell’edificio che è stato il più alto del Mondo fino al 1930. Il problema dell’eccessiva elevazione verticale del fronte degli edifici era sorto nel 1915 quando al termine della costruzione, tutti si accorsero che l’Equitable Building, alto 164 metri e a pianta molto estesa, soffocava le strade a sud di Wall Street e rendeva perennemente bui (anche in pieno giorno) due interi isolati del centro finanziario di Manhattan.

Nel 1916 l’entourage del governo municipale newyorkese stabilì tre diverse tipologie (o modelli) strutturali a cui architetti ed ingegneri dovevano adeguarsi:

  • modello a campanile;
  • modello a ziggurat;
  • modello a plaza.

MODELLO A CAMPANILE

Woolworth Building

Woolworth Building

L’edificio doveva essere concepito con una base ben ancorata al terreno che doveva elevarsi per non più di 15-17 piani e che doveva occupare tutta l’estensione territoriale del lotto. Il fronte della torre poteva elevarsi solo nella parte centrale del nocciolo (del core) dell’edificio. Da qui deriva il nome a campanile dal momento che tutti gli edifici di questo tipo mostravano un’esile ma alta torre che emergeva dal corpo centrale dell’edificio proprio come un campanile. Questa limitazione non solo garantiva una normale illuminazione naturale delle strade ma permetteva (al largo della base della costruzione) uno sviluppo in altezza teoricamente infinito per la torre. L’esempio più celebre di questa tipologia di edificio è rappresentato dal Woolworth Building che, con il suo “campanile”, raggiunge già nel 1913 quota 241 metri senza problemi.

MODELLO A ZIGGURAT

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General Electric Building

Secondo questo modello strutturale l’edificio poteva svilupparsi in altezza teoricamente all’infinito ma con un progressivo arretramento del fronte che doveva culminare con l’apice della costruzione. Da qui deriva il nome che fa riferimento alle antiche piramidi mesopotamiche e che porta qualche suggestione d’antichità alle più moderne costruzioni dell’uomo. Questo nuovo modello garantiva sì (ancora una volta) un’illuminazione naturale sufficiente alle strade sottostanti ma permetteva uno sviluppo più dinamico e vertiginoso agli edifici, eliminando quel forte stacco architettonico fra la base dell’edificio e la torre vera e propria (che si elevava già a partire dai primi piani della base), permettendo agli architetti di poter raggiungere quote considerevoli dell’ordine degli oltre 200 metri. Così fu concepita l'”ammiraglia” del famoso Rockefeller Center: il celebre General Electric Building, che l’architetto Raymond utilizzando i caratteristici set-backs (o rientri del fronte) è riuscito a elevare per oltre 260 metri di altezza dal suolo. L’edificio è stato definito new babylon per la sua complessa struttura.

MODELLO A PLAZA

L’ultimo modello elaborato dai tecnocrati del grattacielo rappresenta la soluzione più tecnologica e complessa al problema dell’elevazione degli edifici nella città moderna. In base a questo modello (che ricalca l’antico “campanile”) la torre viene concepita direttamente nel centro esatto del lotto di terreno, nel quale quasi tutta l’area rimane libera e costituisce una vera e propria piazza, sottostante tutto il perimetro dell’edificio (da cui il nome di derivazione spagnola). Questo sistema non solo crea nell’immaginario collettivo la torre dalla classica forma di parallelepipedo regolare, ma permette, senza oscurare le strade, uno sviluppo teorico completo e complessivo della torre infinito che dà ad architetti e scienziati delle costruzioni la possibilità di utilizzare tutta la tecnologia necessaria per poter arrivare ad altezze dell’ordine di centinaia di metri giungendo quasi al mezzo chilometro di altitudine dal suolo.

Grattacieli17Gli esempi di questo genere di costruzioni possono naturalmente essere infiniti poiché questa tipologia di edificio non solo è quella attualmente “in vigore” a New York, ma è anche quella utilizzata in tutto il Mondo per costruire grattacieli ed è per questo motivo che si dice che gli edifici costruiti in questo modo hanno uno stile internazionale (international style). Tuttavia si possono fare esempi celebri di edifici costruiti secondo questo criterio quali le Torri Gemelle del World Trade Center (alte rispettivamente 417 e 415,5 metri ma distrutte l’11 settembre del 2001), o la Sears Tower di Chicago che con i suoi 108 piani raggiunge i 442 metri. Da notare che è in questo momento storico e tecnologico che gli edifici concepiti come grattacieli perdono il nome classico di building (palazzo) per acquisire, per la prima volta, l’appellativo forte ed inequivocabile di tower (torre).

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Articoli1
Gen 242014
 

OTTAGONO_2

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4matita HB/2, squadretteriganormografo e compasso.

Livello: classi seconde.

Difficoltà: bassa.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare l’esercitazione della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. disegnare al centro del foglio gli assi orizzontale e verticale che si incontrano in un punto O detto centro;
  2. puntare in compasso in O e tracciare la circonferenza di raggio 9 cm;
  3. la circonferenza interseca gli assi orizzontale e verticale nei punti A, B, C e D;
  4. puntando il compasso nei punti ABC e D, con apertura 9 cm tracciamo gli archetti come in figura intersecantesi a due a due;
  5. uniamo questi punti, tracceremo così le diagonali che intersecano la circonferenza nei punti E, F, G e H;
  6. uniamo, infine, i punti ABCDEFG e H trovati sulla circonferenza per ottenere l’ottagono regolare inscritto ad una circonferenza.
Apr 222013
 

ASSO_ISO_SCALA

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4 liscio gr.220, matita HB/2, squadretterigacompasso e normografo.

Livello: classi terze.

Difficoltà: alta.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare l’esercitazione della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. tracciamo gli assi X, Y e Z come per l’assonometria isometrica;
  2. tracciamo l’asse Y’ per costruire la nostra figura di riferimento per il ribaltamento;
  3. disegniamo, ora, sul piano virtuale Y’Z (ortogonale) la nostra figura di riferimento per la costruzione della rampa, ossia la sua vista dall’alto riportando in scala le misure come indicate nei dati dell’esercitazione;
  4. proiettiamo ciascun punto di questa proiezione sugli assi Z e Y’;
  5. puntando il compasso sul centro degli assi, ribaltiamo queste proiezioni sugli assi X e Y;
  6. proiettiamo ora parallelamente a X e Y tali ribaltamenti, ricostruendo sul piano XY la figura di riferimento già disegnata sul piano Y’Z;
  7. da ciascun punto tracciamo una parallela a Z della lunghezza del relativo gradino;
  8. disegnano ora prima le pedate di ogni singolo gradino come nell’animazione sotto e poi le diverse alzate;
  9. completiamo la figura rinforzando le basi della scala (solo quelle visibili dalla nostra posizione);
  10. abbiamo così costruito l’assonometria isometrica di una rampa formata da 3 gradini

Scala_movie

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Apr 152013
 
INVILUPPO ESAGONALE
Dati
AREA DA DISEGNO QUADRATA
LINEE distanti 1 centimetro e 1/2 centimetro
CONSEGNE:
Consegna 1 INVILUPPO ESAGONALE 1
Consegna 2 INVILUPPO ESAGONALE 2
Digit ESEGUI LE CONSEGNE 1 E 2 IN DIGITALE USANDO IL CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne delle 2 schede sotto.

COME INIZIARE

Per prima cosa, dovremo disegnare un’area perfettamente quadrata:

  • contiamo in orizzontale il numero di quadretti dell’area da disegno, come in figura;
  • dovremo considerare il numero massimo di quadretti pari; quindi, se per caso il foglio avrà 47 quadretti, dovremo fermarci a 46, il numero pari più grande possibile;

  • stabilito il numero di quadretti massimo orizzontali, riportiamoli in verticale come in figura;

  • adesso tracciamo l’area quadrata composta in orizzontale e verticale dallo stesso numero di quadretti;

  • tracciamo adesso le mediane come in figura sotto;

  • puntiamo il compasso nell’intersezione tra i due assi, al centro dell’area e tracciamo una circonferenza di diametro pari al lato del quadrato;

  • il cerchio così creato, sarà tangente al perimetro dell’area quadrata;
  • puntiamo il compasso con la stessa apertura precedente in A e tracciamo un semicerchio come nel disegno sotto;

  • allo stesso modo puntiamo il compasso con la stessa apertura in B e tracciamo un altro semicerchio come in A;

  • uniamo adesso i punti C con D e E con F sulla circonferenza; in questo modo la circonferenza risulterà divisa in 6 parti uguali;

INVILUPPO ESAGONALE 1
  • adesso, su ciascuno dei 6 bracci, tracciamo dei puntini distanti tra di loro 1 centimetro avendo l’accortezza di tracciarli a partire dal centro verso la circonferenza;
  • a questo punto, come nell’animazione sotto, uniamo ciascun primo punto con l’ultimo dal lato opposto di ogni singolo quadrante;

Inviluppo_esagonale_movie

  • nella prima consegna, dovrete unire punti distanti 1 centimetro come nell’immagine sotto;
INVILUPPO ESAGONALE 2
  • nella seconda consegna, dopo aver seguito la stessa procedura, dovrete unire punti distanti 1/2 centimetro. Otterrete una griglia più fitta con il doppio delle linee;
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