Feb 052019
 

I sistemi di riconoscimento biometrici, sono dei sistemi informatici oramai molto sviluppati che consentono di riconoscere con assoluta precisione una persona rispetto, invece, alla semplice analisi fatta dall’occhio umano. Per fare un esempio, alcuni smartphone, già oggi, riconoscono il proprietario semplicemente avvicinando il volto al terminale oppure poggiando il dito sullo schermo per riconoscere la conformazione della sua impronta digitale. In pratica ognuno di noi è unico non tanto perché ha un taglio di capelli, la barba, un colore degli occhi e una precisa altezza, ma perché ha altri caratteri molto più difficili da sostituire o modificare come, ad esempio, la distanza tra gli occhi, i dettagli dell’iride, i tratti somatici o la conformazione stessa del viso. In pratica attraverso il riconoscimento biometrico è quasi impossibile essere ingannati perché i parametri che vengono misurati, ho presi in considerazione, non possono essere falsificati con la stessa facilità con cui cambiamo il colore dei capelli o la montatura degli occhiali. In pratica, il sistema biometrico non si affida a parametri consueti come il colore degli occhi facilmente modificabile con delle semplici lenti a contatto o un taglio o colore di capelli, bensì misura dettagli minuscoli ma che tracciano una mappa impossibile da modificare come ad esempio il disegno dell’iride umano.

Qual è lo scopo di tutto ciò? Una prima applicazione potrebbe essere quella di sostituire il passaporto, ossia il documento con il quale viaggiamo per recarci fuori dalla nostra nazione, semplicemente con il nostro viso. Non sarà più necessario portare documenti ma semplicemente farsi scannerizzare il volto per avere certezza di essere noi stessi ed essere riconosciuti da un database che fornirà tutte le informazioni necessarie. Si tratta di un cambiamento epocale che, però, ha visto il 45% delle persone disposta a farsi conoscere attraverso le caratteristiche biometriche, proprio per motivi di sicurezza così come afferma l’International Air Transport Association (IATA) l’ente di sicurezza per il trasporto aereo.

Molti però sono i critici riguardo questa innovazione: il sistema è hackerabile? Quali sono i rischi per la privacy? L’argomento è al centro di ampi dibattiti, ma l’innovazione spingere in questa direzione. Oramai molti campi sono legati alla riconoscimento biometrico per migliorare la precisione e la qualità di alcune funzioni anche se questo porta con sé qualche svantaggio come la possibile perdita di posti di lavoro.

Ma la sicurezza e l’impedire a qualcuno la possibilità commettersi crimini camuffandosi o utilizzando documenti falsi, diventerà soltanto un ricordo da film d’epoca. Siamo di fronte a un cambiamento epocale? Tutti documenti verranno sostituiti dal riconoscimento biometrico? Per ora questo sembra impossibile ma nel giro di pochi anni le tecnologie e la necessità di sicurezza sicuramente spingeranno in questa direzione.

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
Nov 122016
 

Cerotto01Indossare dispositivi smart, in grado di consentirci di restare connessi e interagire con il mondo esterno e con i social cui siamo iscritti e contemporaneamente prestare attenzione al nostro stato fisico monitorandone le funzioni principali stanno diventando abitudini non più remote nel comportamento delle persone.

Il problema sorge quando è necessaria leggerezza e soprattutto autonomia. Come fare ad avere queste caratteristiche su un oggetto da indossare quotidianamente?

Scienziati e centri di ricerca sono costantemente all’opera consapevoli dell’enorme fetta di mercato che questi dispositivi trascinano con se. E le soluzioni ipotizzate sono tante anche se tra le molte, una si sta affermando proponendosi come la soluzione definitiva al problema.

Dalla ricerca del National Science Foundation Nanosystems Engineering Research Center condotta per conto dell’Advanced Self-Powered Systems of Integrated Sensors and Technologies (ASSIST) dell’Università del North Carolina, è stato sviluppato un sistema in grado di ottenere energia sfruttando il sudore o il calore che il corpo emette durante l’attività fisica.

Cerotto smart

Il sistema prevede una sorta di cerotto di circa 2mm di spessore, flessibile e di dimensioni contenute che una volta indossato impedisce al calore di dissiparsi. Lo strato adesivo sulla pelle è conduttivo e agisce in modo di far passare questo calore prima attraverso uno strato in cui è disposto un generatore termoelettrico, per poi disperdersi nell’aria. Contiene all’interno di una lamina flessibile, un generatore termoelettrico in grado di produrre elettricità quando la differenza di temperatura è di almeno 3 Celsius tra la pelle e l’aria circostante.

La piastrina, occupa una superficie di circa 7 cm quadrati ed è in grado di generare corrente per 40-50 μW (microwatt), ma nel caso in cui il soggetto che la indossa stia effettuando attività fisica, l’energia prodotta viene triplicata.

Questa quantità di energia consente di far funzionare un processore a basso consumo, sensori di pressione e temperatura e monitorare anche lo stato di idratazione della pelle. Potrà esservi inserito in seguito anche un sistema di trasmissione dati wireless o Bluetooth a basso consumo capace di far comunicare il cerotto con uno smartphone per la raccolta e elaborazione delle informazioni.

I ricercatori sono molto ottimisti in merito ai primi risultati ottenuti con questa soluzione e trovano che il sistema sia l’ideale per poter utilizzare dei dispositivi per il monitoraggio a lungo termine. Pensano, inoltre, che se la sperimentazione continuerà a dare questi risultati, molto presto vedremo questa tecnologia applicata su indossabili posti in commercio.

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Gen 122016
 
VOTA QUESTO ARTICOLO SU:logo

BIOPROCESSORE01I devices indossabili, tipo smartwatch o le fasce sportive digitali, stanno diventando sempre di più un oggetto desiderato e ricercato da molti di noi, soprattutto per il fatto che non hanno solo una funzione estetica o di scansione temporale, ma perché fungono anche da sistema di controllo biometrico delle funzioni vitali di ogni individuo.

Legare sport e medicina alla tecnologia, e se poi mettiamo che questa è anche esteticamente gradevole, si è rivelata una scelta azzeccata per alcune aziende che stanno investendo enormi quantità di risorse nello sviluppo e produzione di questi dispositivi.

Questi, parimenti ad un mini computer, sono forniti di componenti mediche e ottiche che funzionano tramite un processore ed altre componenti tipiche di un PC.

Samsung, proprio in quest’ottica, sta sviluppando il primo Bio-Processore, cioè un chip studiato a posta per i prodotti indomabili con funzioni biometriche, capace di funzionare indipendentemente e di monitorare tutte le funzioni biometriche stand-alone.

BIOPROCESSORE02

Il bio-processore, integra al suo interno tutta una serie di sensori e centraline capaci di misurare l’impedenza bio-elettrica, effettuare misurazioni volumetriche degli organi, temperatura corporea, elettrocardiogramma e altri parametri.

Samsung, è già in fase finale di sviluppo e si propone di utilizzarlo già nei prossimi indossabili. Una prima presentazione del prodotto dovrebbe avvenire in concomitanza con il C.E.S. di Las Vegas o al più tardi  alla fiera dell’informatica di Barcellona in Spagna a febbraio.

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO: