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Un personale ringraziamento va alla dott.ssa Vanessa Vinciguerra, tecnico dell’apprendimento specializzato in attività doposcolastiche per DSA, per la consulenza e i preziosi consigli fornitimi sia per i contenuti di questa pagina, sia per la fattiva collaborazione a scuola per ogni aspetto riguardante gli alunni con disturbi specifici. Con l’augurio che questo possa essere l’inizio di una proficua collaborazione. Trovate informazioni sulla dott.ssa Vinciguerra sul sito VolaDigitando oppure sulla nostra pagina LINKS.


Anche su EDUCAZIONETECNICA ho deciso, visto il grande lavoro che facciamo già in classe, di affrontare il tema degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento e BES. In realtà si tratta semplicemente di una rivisitazione di alcuni contenuti e dell’integrazione di altri per consentire un accesso sempre più friendly e sempre più inclusivo degli argomenti trattati su queste pagine.

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La presenza di questa icona, ricorderà al lettore che il contenuto che sta leggendo è adatto o rimodulato per alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, per cui semplificato o specificatamente realizzato.

La tabella di seguito fornisce i link per gli argomenti o le pagine realizzate per questo scopo.

CONTENUTI SPECIFICI PER D.S.A. e B.E.S.
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LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE

Da qualche anno, si è iniziato a parlare in Italia di “scuola dell’inclusione” termine che in qualche modo completa e sostituisce il precedente “scuola dell’integrazione“.

L’Italia è un paese che ha grande esperienza, circa trentennale, nell’integrazione scolastica per quanto riguarda gli alunni con disabilità. Infatti, già la legge 118 del 1971 dava indicazioni precise in merito, legge che è stata integrata e completata da altre disposizioni normatorie fino alla Legge Quadro 104 del 1992.

Il termine integrazione, è stato comunque superato nel 2013 quando il CM n.8 del MIUR ha stabilito: “Indicazioni operative sulla Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.

La differenza non è solo terminologica; integrazione è un’azione compensatoria, esclusivamente educativa, riguardante il singolo e solo dopo il contesto richiedendo una risposta specialistica.

Inclusione, invece, è un processo che coinvolge aspetti diversi come quello affettivo, educativo, sociale e riguarda tutti gli alunni indistintamente, intervenendo prima sul contesto e poi sul soggetto. La risposta è ordinaria.

Inclusione è l’opposto di esclusione. Per cui una scuola inclusiva, è una scuola che combatte l’esclusione, ossia le differenze, le diversità. E’ una scuola profondamente democratica in cui le differenze diventano una risorsa e una ricchezza.

Ogni individuo è considerato e valutato a prescindere dagli altri, nella sua individualità di genere, di linguaggio, di origine, di etnia, di cultura.

L’ambiente inclusivo, è un ambiente che consente la piena realizzazione dell’individuo, rendendolo parte del processo vitale della scuola, sia sociale che didattico. L’ambiente inclusivo è quello che elimina gli ostacoli e fornisce pari opportunità a tutti gli individui per consentire loro di realizzare la propria crescita personale.

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Molto di recente, ed esattamente dalla fine del 2012, è entrato a par parte del gergo scolastico il termine B.E.S. acronimo di Bisogni Educativi Speciali. E’, infatti, del 27 dicembre 2012 la Direttiva Ministeriale “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“.

Con questo termine, la Direttiva vuole chiarire che lo svantaggio scolastico non è riferibile solamente alla presenza di un deficit fisico o mentale, ma può essere collegato ad una serie molto più ampia di problematiche. In ogni classe esistono alunni che richiedono un’attenzione particolare per un’ampia serie di ragioni:

  • svantaggio socio/culturale;
  • svantaggio dovuto a disturbi specifici dell’apprendimento;
  • svantaggio dovuto all’appartenenza a culture e lingue diverse.

A questi come agli altri deve rivolgersi la scuola dell’inclusione.

Sulla base dell’esperienza tra i disturbi più comuni che può manifestare un alunno BES, troviamo:

DISPRASSIA – trattasi di un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento. Il classico esempio è il bambino che non riesce ad allacciarsi le scarpe. I bambini disprassici spesso, non riescono a mettere in ordine le varie fasi di un racconto.

DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO – trattasi di un disturbo legato all’acquisizione delle normali abilità linguistiche.

DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

All’interno dei BES, rientrano anche i cosiddetti D.S.A. acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Si tratta il più delle volte di lievi disturbi che interessano maggiormente le attività di lettura, scrittura e calcolo che rallentano e non rendono totalmente autosufficienti gli alunni durante il percorso scolastico. Non si tratta di disabilità, né fisiche né mentali, ma di difficoltà che rallentano o ostacolano l’acquisizione in alcune specifiche abilità che i ragazzi devono realizzare in età scolastica.

Queste difficoltà, oramai certificate, non danno diritto al sostegno non essendo disabilità permanenti, ma grazie al legislatore e alla Legge 170 del 2010, danno diritto a strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo. In classe è possibile utilizzare in base al tipo di disturbo strumenti quali sintesi vocale, PC, calcolatrice, mappe concettuali, correttore ortografico, mentre in sede di esame o verifica, a misure dispensative quali altri tipi di prove o sistemi equipollenti in grado di permettere loro il raggiungimento del risultato come gli altri alunni non D.S.A.

Sulla base delle certificazioni oggi rilasciate e per le quali la scuola (L.170/10) deve intervenire, abbiamo:

DISLESSIA – trattasi di un disturbo che inficia la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Non dipende da deficit cognitivi né da problemi sensoriali, neurologici o psicologici. Ha origini neurobiologiche.

DISGRAFIA – trattasi di un disturbo che rende difficoltosa l’esecuzione del tratto grafico, nella riproduzione di segni sia alfabetici che numerici, caratterizzata da una scorretta impugnatura, da un’eccessiva o ridotta pressione sul foglio, rendendo la scrittura illeggibile, spesso per lo stesso ragazzo.

DISCALCULIA – trattasi di un disturbo riguardante le abilità numeriche e aritmetiche. Si manifesta nelle difficoltà di identificare i numeri e scriverli, nel memorizzare i fatti cronologici, nel calcolo, nel riconoscimento dei segni aritmetici e del loro significato, nella risoluzione di problemi.

DISORTOGRAFIA – trattasi di un disturbo che interessa l’ortografia. A differenza del disgrafico, il disortografico non riesce a trasformare il linguaggio parlato in quello scritto, trovando difficoltà nel tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici.

Per ciascuno di questi disturbi una volta ottenuta la certificazione dallo specialista o dall’ASL, è possibile chiedere alla scuola la redazione di un apposito P.D.P. o P.E.P. ossia Percorso Didattico Personalizzato o Percorso Educativo Personalizzato che obbliga la scuola a predisporre tutte le misure dispensative e compensative necessarie e appropriate all’entità del problema.

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