prof. Davide Betto

laurea in Architettura conseguita presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria; dottorato di ricerca conseguito presso la Facoltà di Napoli in Metodi di Valutazione. Si è abilitato all'insegnamento nella classe di concorso "A033 - Educazione Tecnica nella scuola media" nel 2004 e dal 2007 è diventato docente di ruolo. Insegna a Catania presso la scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri. Appassionato di informatica che, insegna nelle classi 2.0 e 3.0, webmaster per diletto e utilizzatore avanzato di programmi C.A.D., grafica e video produzione. Autore di questo blog e vincitore del premio internazionale come miglior sito dell'anno 2016 nell'area Carriera e Formazione. Autore per casa editrice Lattes Editori di Torino per la quale cura il blog iLTECHNOlogico.it e le pubblicazioni di tecnologia.

Mar 302014
 

office_ipadDopo tanta attesa, e ricerca di soluzioni alternative, via cloud o con programmi compatibili, Microsoft ha finalmente lanciato la sua serie di programmi anche per l’iPAD. La suite di applicazioni consta degli arcinoti Word (videoscrittura), Excel (foglio di calcolo) e Power Point (presentazioni) e vengono rilasciati gratis o per dirla tutta, quasi gratis. Infatti, i programmi sono liberamente scaricabili e hanno subito occupato i primi tre posti della classifica sull’iTunes Store sezione apps gratuite, ma le loro funzionalità sono limitate. Ossia, senza una registrazione in abbonamento al servizio Office 365, i programmi saranno in grado solo di leggere e visualizzare i files, ma non di modificarli. In questo modo, chi vorrà lavorare con files nei formati legati a questi programmi, dovrà sganciare 99 euro a Microsoft che, comunque nell’importo consentirà di utilizzare anche Word, Excel e Power Point su PC e su Mac con un’unica licenza oltre a fornire spazio sul proprio servizio cloud denominato OneDrive.


Le tre applicazioni appena rilasciate da Microsoft in App Store hanno il preciso scopo di riportare sul tablet della casa di Cupertino l’esatta esperienza d’uso che si ha su PC e Mac. Sarà possibile però creare documenti solo con le versioni tablet di Word e Excel, ma non con quella Power Point. Sarà possibile, inoltre, lasciare qualsiasi lavoro a metà per riprenderlo da dove lo si è interrotto a prescindere dal dispositivo che si sta utilizzando.

Articoli1

Mar 302014
 

Prefazione prof. Betto

Un altro ottimo lavoro realizzato questa volta da tutti gli alunni della classe 2.0 durante l’attività di Flipper Class. Quattro isole, quattro gruppi di lavoro che hanno prodotto in sinergia le differenti parti di questo argomento, sviscerandolo e poi sintetizzandolo per realizzarne un documento di studio. Partendo dalla mappa concettuale gli alunni hanno assemblato in un unico documento digitale il lavoro che vi presento qui di seguito. Buona lettura.

I METALLI
Indice degli argomenti
titolo gruppo
METALLI Favignana
I METALLI NELLA STORIA Favignana
PROPRIETA’ FISICHE Sardegna
PROPRIETA’ MECCANICHE Sardegna
PROPRIETA’ TECNOLOGICHE Sardegna
NON METALLI Favignana
SEMI-METALLI Favignana
LEGHE METALLICHE Favignana
SIDERURGIA Sicilia
FERRO E LE SUE LEGHE Sicilia
ALTOFORNO E GHISA Sicilia
CONVERTITORE E ACCIAIO Sicilia
IL LAMINATOIO Sicilia
METALLURGIA Salina
IL RAME E LE SUE LEGHE Salina
L’ALLUMINIO E LE SUE LEGHE Salina
ALTRI METALLI Salina

Sono un gruppo di elementi chimici con determinate caratteristiche: sono generalmente resistenti e brillanti, e soprattutto sono buoni conduttori di elettricità e di calore. La maggior parte dei metalli sono opachi, cioè non si può guardarvi attraverso e a temperatura ambiente sono solidi. Alcuni elementi, come il sodio, sono estremamente reattivi, cioè tendono a reagire con altri elementi per formare composti. Altri, come l’oro, non lo sono quasi per niente.

Tavola Periodica degli Elementi

Tavola Periodica degli Elementi

I METALLI NELLA STORIA

ts1262v3-41Durante tutto il Paleolitico e buona parte del Neolitico, il materiale più usato fu la pietra. Gli oggetti in pietra erano però di difficile lavorazione.

Verso il 4000 a.C. alcuni artigiani scoprirono che alcune “pietre”, se riscaldate al punto giusto, si liquefacevano: fu così che l’uomo venne a contatto con i metalli. Il primo metallo a essere usato fu il rame che, in quell’epoca, nell’area del Mediterraneo, si trovava allo stato nativo, cioè puro e non unito ad altre sostanze. Le “pietre” di rame venivano riscaldate fino a quando si scioglievano e poi il metallo fuso veniva colato in stampi. Grazie al rame fu possibile costruire strumenti non fabbricabili con la pietra e, in caso di rottura, bastava fondere nuovamente lo strumento rotto e colarne uno nuovo.

Verso il 3000 a.C. però il rame nativo si esaurì e fu necessario utilizzare rocce che contenevano, oltre al rame, altri minerali. Questo rese più difficoltoso il processo di estrazione e lavorazione, ma le difficoltà vennero via via superate, mentre la richiesta di oggetti di rame aumentava, tanto che cominciarono a essere organizzate spedizioni marittime per andare a rifornirsi ovunque fosse possibile.

Anche le scoperte riguardanti la lavorazione dei metalli non si arrestavano. Fu scoperto, infatti, che, se invece di usare un solo metallo, se ne fondevano assieme due, si otteneva una lega, più resistente e quindi adatta a produrre oggetti prima non fabbricabili. La prima lega scoperta dall’uomo fu il bronzo, una lega di rame e stagno. Il procedimento per fabbricare oggetti di bronzo era identico a quello usato per fabbricare oggetti in rame; lo stagno era però poco o per nulla presente nell’area del Mediterraneo orientale, quindi fu necessario organizzare spedizioni marittime verso la Spagna e l’Inghilterra, dove questo metallo era presente in grande quantità.

Verso il 1200 a.C. gli uomini impararono a usare un nuovo metallo, il ferro, anche se inizialmente ci furono notevoli difficoltà relative alla sua lavorazione.

PROPRIETA’

Mappa concettuale proprietà

Mappa concettuale sulle Proprietà dei Metalli

PROPRIETA’ FISICHE E CHIMICHE

  • Massa volumica: la massa volumica è il rapporto fra la massa e il volume.
  • Corrosione: fenomeno chimico che provoca il graduale deterioramento di una sostanza solida, per lo più un metallo, per effetto di agenti esterni.
  • Conduttività termica: la conduttività termica descrive il trasporto di energia sotto forma di calore.
  • Conducibilità di elettricità: misura della capacità di un materiale a condurre una corrente elettrica.
  • Temperatura di fusione: la temperatura di fusione è la temperatura alla quale un materiale passa dallo stato solido a quello liquido.

PROPRIETA’ MECCANICHE

  • Trazione: forza che agisce su un corpo in modo da provocarne l’allungamento nella direzione della forza stessa.
  • Compressione: quando le forze dirette lungo l’asse tendono ad accorciare il metallo.
  • Taglio: un corpo è sollecitato dal taglio quando le forze applicate tendono a far scorrere uno sull’altro due piani vicini.
  • Torsione: un corpo è sollecitato a torsione quando le forze applicate tendono a torcere le sue fibre.
  • Flessione: un corpo è sollecitato a flessione quando le forze applicate perpendicolarmente al suo asse tendono a curvarlo.
  • Durezza: è la resistenza che il materiale oppone alla penetrazione di una punta cioè alla scalfitura e non alla facilità che ha un minerale di rompersi.
  • Fatica: è la resistenza dei materiali a sforzi variabili e ripetuti.

PROPRIETA’ TECNOLOGICHE

  • Fusibilità: la fusibilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in prodotto finito mediante fusione.
  • Malleabilità: la malleabilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in lamine.
  • Duttilità: la duttilità è l’attitudine di un materiale a essere trasformato in fili senza rompersi quando sono tirati.
  • Saldabilità: la saldabilità è l’attitudine di un pezzo a unirsi con un altro pezzo mediante fusione.
  • Temprabilità: la temprabilità è l’attitudine delle leghe metalliche a trasformazioni della struttura cristalline.

NON METALLI

I non metalli sono quegli elementi chimici che presentano un aspetto opaco e sono cattivi conduttori di elettricità e di calore. Sono situati a destra della tavola periodica (tranne l’idrogeno che è in alto a sinistra) e presentano caratteristiche fisiche opposte a quelle dei metalli. A temperatura e pressione ambiente esistono in tutti gli stati di aggregazione della materia: possono essere allo stato gassoso (come l’ossigeno e l’azoto), allo stato liquido (come il bromo) e allo stato solido (come il carbonio e lo zolfo). Sono fragili e hanno solitamente bassi punti di fusione. Sono non metalli i seguenti elementi: Azoto, Idrogeno, Carbonio, Ossigeno, Fluoro, Fosforo, Zolfo, Cloro, Selenio, Bromo e Iodio. Fanno parte dei non metalli anche i gas nobili.

SEMI-METALLI

I semimetalli sono elementi che hanno proprietà intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli. Hanno aspetto lucente, conducibilità termica ed elettrica (come i metalli), fragilità, mediocre conduzione elettrica (come i non metalli). Se si combinano con elementi a carattere non metallico hanno un comportamento simile a quello dei metalli, mentre se si combinano con elementi a carattere metallico hanno un comportamento simile a quello dei non metalli. A temperatura ambiente sono allo stato solido e sono sette: silicio, germanio, antimonio, arsenico, boro, tellurio, astato.

I principali elementi semimetalli sono:

Chip

Silicio: è per abbondanza il secondo elemento della crosta terrestre. Grazie alla sua caratteristica di semiconduttore viene utilizzato per la costruzioni di numerosi strumenti elettronici. Combinato con l’ossigeno forma la silice.

Germanio: è poco abbondante ma molto diffuso. È un semiconduttore e viene utilizzato nella produzione di lenti per strumenti ottici e di transistor.

Antimonio: è poco abbondante in natura. Composto con il piombo viene utilizzato per la produzione di pallini da caccia. Alcuni suoi composti vengono utilizzati in medicina. 

LEGHE METALLICHE

Le leghe metalliche sono materiali ottenuti miscelando tra loro due o più metalli e altri elementi per ottenere prodotti di migliore qualità, per esempio meno soggetti all’arrugginimento o più duri o più flessibili. La maggior parte degli oggetti metallici attorno a noi è costituita da leghe, come nel caso del bronzo, dell’ottone e dell’acciaio; anche l’oro dei gioielli, in realtà, è una lega! Leghe metalliche sono utilizzate anche in campo medico, per esempio nelle protesi o nelle otturazioni dentarie.


LA SIDERURGIA

ciclo siderurgicoLa Siderurgia è il processo industriale della Metallurgia che si occupa della lavorazione del ferro.

Comincia con l’estrazione dei minerali metalliferi contenenti il ferro (che non si trova allo stato puro in natura) dalle cave o dalle miniere. Come per molti metalli, si effettua la frantumazione dei minerali estratti ed una successiva macinazione. Questi vengono lavati da polveri ed impurità e categorizzati a seconda della concentrazione dei metalli contenuti mediante separazione magnetica o gravitazionale. Seguono poi le operazioni di flottazione, vagliatura, calibratura, essiccazione, calcinazione e arrostimento dei minerali. A questo punto i minerali di ferro sono stati ripuliti dalla maggior parte delle impurità e sono pronti per essere fusi negli altiforni.

FerroFERRO

Il ferro è più usato di tutti i metalli, formando il 95% di tutto il metallo prodotto universalmente. La combinazione di basso costo ed alta resistenza lo rendono indispensabile: le sue applicazioni vanno da contenitori alimentati a automobili famigliari, dai cacciaviti alle lavatrici, dalle navi da carico alle graffette per la carta. Il ferro è il metallo più abbondante sulla terra ed è considerato il decimo elemento più abbondante nell’universo. Il ferro è inoltre (34,6% in massa) l’elemento più abbondante che forma la terra; la concentrazione di ferro nei vari strati varia da molto alta nel nucleo interno a circa 5% nella crosta esterna. La maggior parte di tale ferro si trova in vari ossidi di ferro, come i minerali ematite, magnetite e taconite. Il nucleo della terra è ritenuto essere formato in gran parte da una lega metallica di ferro-nichel. Il ferro è essenziale per gli esseri viventi, dai microorganismi agli esseri umani. La produzione mondiale di ferro nuovo è pari a oltre 500 milioni di tonnellate all’anno e di ferro riciclato aggiunge altre 300 milioni tonnellate. Le riserve economicamente sfruttabili di minerali ferrosi superano i 100 miliardi di tonnellate. Le zone estrattive principali sono la Cina, il Brasile, l’Australia, la Russia e l’Ucraina, con quantità rilevanti estratte negli Stati Uniti, in Canada, Venezuela, Svezia e in India.

ALTOFORNO E PRODUZIONE DELLA GHISA

ALTOFORNO

Altoforno

L’altoforno è un forno a funzionamento continuo per la fabbricazione della ghisa. È costituito da un’alta torre in muratura, formata da due tronchi di cono disuguali, quello superiore più lungo e quello inferiore più corto, raccordati da un elemento cilindrico. Il tino termina in alto con un orifizio (bocca); la sacca termina in fondo con un corto pozzo cilindrico detto crogiolo. La torre viene caricata, attraverso la bocca, con strati alterni di minerale (ossidi, preferibilmente piuttosto ricchi di ferro, come ematiti, limoniti, magnetiti), fondente (calcare, dolomite, silice e talvolta bauxite, utili a fornire una scoria fluida e a favorire quindi la discesa della carica) e coke (che viene acceso dal basso). L’ossido di carbonio, proveniente dalla combustione del coke, percorrendo in controcorrente l’intera torre, riduce i minerali a ferro, che si fonde nel crogiolo, uscendo sotto forma di ghisa assieme alle scorie, parimenti fuse. Il gas che fuoriesce in alto dalla bocca (una miscela di azoto, anidride carbonica, ossido di carbonio e idrogeno), bruciando completamente. Il gas è bruciato per circa il 25-30% entro i recuperatori Cowper, per riscaldare l’aria da insufflare attraverso gli ugelli, mentre il quantitativo restante può essere impiegato per scopi vari di processo. Tra gli impianti di più antica concezione (risale in forma primitiva al 13° sec.).


LA GHISA

GhisaLa ghisa è una lega ferro-carbonio, contenente anche altri elementi, come silicio, manganese, zolfo, fosforo, in percentuali varie, caratterizzata da un tenore di carbonio compreso fra l’1,9% e il 5,5%.

La ghisa che si ottiene direttamente nell’altoforno dai minerali di ferro, tramite processi detti siderurgici, è detta ghisa d’altoforno oppure ghisa di prima fusioneghisa madre, ghisa greggia e viene prevalentemente usata per produrre, mediante affinazione, i diversi tipi di acciaio.

Proprietà: è dura, fragile, resiste poco alla trazione e alla flessione, è resistente alla compressione e alla corrosione; la ghisa non può subire lavorazioni plastiche in quanto non è malleabile, né a caldo né a freddo; possiede un’ottima fusibilità: fonde a temperatura non molto elevata, è fluida, dà getti sani  e compatti, e consente una facile realizzazione di pezzi anche molto complicati.

IL CONVERTITORE

work-in-progress


L’ACCIAIO

L’acciaio in Metallurgia costituisce la categoria di prodotti industriali più importante nel mondo. Queste leghe si dividono in due grandi categorie:

  1. l’acciaio, malleabile e tenace, con tenori di carbonio compresi fra lo 0,09 e l’1,7%;
  2. la ghisa, fragile con colabilità in getti, con un contenuto di carbonio fra il 2 e il 4%.

L’acciaio si ottiene per affinazione della ghisa, decarburandola e depurandola al massimo dalle impurità dannose, soprattutto zolfo e fosforo, e correggendo contemporaneamente il tenore di altri elementi, quali silicio e manganese.

In passato l’acciaio era ottenuto direttamente dal minerale di ferro, il quale, ridotto dal carbone di legna, dava una ghisa che nella parte più calda del forno, dove entrava l’aria, si trasformava in acciaio (basso-fuoco catalano). Le dimensioni del forno vennero gradualmente aumentate per accrescere la produzione, ma seguendo questo metodo si arrivò alla realizzazione dell’altoforno per la sola produzione di ghisa, la quale doveva essere poi decarburata in un altro forno (basso-fuoco prima, convertitore e forno a suola poi, tuttora impiegati).

Le materie prime per la produzione dell’acciaio sono:

  1. la ghisa greggia, proveniente dall’altoforno, che viene affinata (riduzione della percentuale del carbonio e delle impurità) ;
  2. il rottame di ferro, derivato da recuperi civili e industriali ;
  3. le ferroleghe, che sono leghe di ferro particolari, che non hanno impiego autonomo ma vengono appunto preparate per essere usate nella produzione di acciai e ghise speciali; contengono una percentuale di carbonio generalmente molto bassa (dallo 0,1% all’1%), con massiccia presenza (che può superare l’80%) di altri elementi come silicio, manganese, cromo, nichel, cobalto ecc… che vengono aggiunte agli acciai per migliorarne le caratteristiche.

LA SIVIERA

SivieraHa la forma di una grande secchia, ed è costituita da un involucro di robusta lamiera rivestita internamente da materiale refrattario. Può avere diverse dimensioni, dalle più grandi, utilizzate nei centri siderurgici, capaci di trasportare fino a 400 tonnellate di metallo e che vengono movimentate e manovrate tramite carroponte o con appositi carri, fino alle più piccole, utilizzate nelle piccole fonderie, che si manovrano a mano tramite lunghe aste che fungono da manici, di cui una a forcella per facilitare il versamento. Un altro tipo di siviera è quella che viene montata su appositi carri ferroviari, per spostamenti più lunghi, e che viene chiamato carro siviera o carro siluro dalla sua forma. La siviera serve per raccogliere il metallo fuso che viene spillato da un forno fusorio, quale ad esempio l’altoforno o il cubilotto, per poi spostarlo fino alla successiva fase di lavorazione, che può essere la colata, il versamento in un convertitore per la produzione dell’acciaio, o un’altra fase del processo produttivo.

Carro siluro

Carro Siluro per il trasporto della ghisa al convertitore

IL LAMINATOIO

E’ un processo di riduzione dell’altezza o cambio di sezione di un pezzo attraverso la pressione applicata tramite due rulli rotanti. La laminazione rappresenta il 90% dei processi di lavorazione per deformazioni ed è stata sviluppata nel 1500, si producono principalmente laminati che si suddividono in: piastre (spessore minore 6 mm) fogli o lamiere (spessore maggiore 6 mm). Si parte da semilavorati da fusioni continue o semicontinue. La prima laminazione viene effettuata a caldo per cambiare la microstruttura da fusione in una grana più fine e regolare per la laminazione.

Laminatoio

Processo di Laminazione


METALLURGIA

La metallurgia è lo studio dei metalli; è il complesso dei trattamenti che devono essere eseguiti sui minerali dopo l’estrazione dalle miniere fino alla preparazione dei metalli e delle leghe per le diverse applicazioni. È definita come l’arte di ridurre i minerali metalliferi (ossidi, carbonati, ecc..) nelle forme e nelle condizioni atte al loro uso.

IL RAME E LE SUE LEGHE

RameIl rame è il metallo che l’umanità usa da più tempo. E’ un metallo di colore rosso o rossastro, di conducibilità elevatissima. È resistente alla corrosione e non è magnetico. È anche molto malleabile, molto resistente alla corrosione (per via di una patina aderente che si forma spontaneamente sulla superficie) e non è magnetico. È facilmente lavorabile, estremamente duttile, ma non è idoneo a lavorazioni con asportazione di truciolo, perché ha una consistenza piuttosto pastosa; i suoi impieghi possono essere per motori elettrici, rubinetti in ottone e per campane di bronzo. Inoltre il rame  è batteriostatico, cioè combatte la proliferazione dei batteri sulla sua superficie.

È molto importante perché è usato come base per produrre altre leghe come, ad esempio il bronzo e l’ottone.

BronziBRONZO – è una lega composta da rame e un altro metallo (alluminio, nikel, stagno, ecc.)  anche se spesso il termine bronzo viene inteso come lega rame-stagno. Queste leghe presentano buone caratteristiche meccaniche e grande resistenza alla corrosione e sono lavorabili plasticamente. I bronzi vengono usati per numerose applicazioni: monete, medaglie, ingranaggi, strumenti musicali.

SaxofonoOTTONE – è una lega di rame e zinco. È diviso in 2 tipi: ottone binario costituito solo da rame e zinco, e ottone ternario quando è presente  anche un altro componente. L’ottone è un materiale duttile, malleabile e ha una buona resistenza alla corrosione. Ha notevoli proprietà acustiche e quindi viene impiegato nella produzione di svariati strumenti musicali.

L’ALLUMINIO E LE SUE LEGHE

AlluminioSi tratta di un metallo duttile color argento. L’alluminio si estrae principalmente dai minerali di bauxite ed è notevole la sua morbidezza, la sua leggerezza e la sua resistenza all’ossidazione, dovuta alla formazione di un sottilissimo strato di ossido, impedisce all’ossigeno di corrodere il metallo sottostante. L’alluminio grezzo viene lavorato tramite diversi processi di produzione industriale, quali ad esempio la fusione, la forgiatura o lo stampaggio. L’alluminio viene usato in molte industrie per la fabbricazione di milioni di prodotti diversi ed è molto importante per l’economia mondiale. Le sue leghe sono il duralluminio, anticorodal, silumin, avional, ecc.

2010…J…^…“…O-00L”ƒout.pdfDURALLUMINIO – è una lega che ha assunto grande importanza nelle costruzioni aeronautiche. Deve le sue elevate proprietà meccaniche ad uno speciale trattamento termico, che ne aumenta la durezza, la resistenza e la tenacità, trattamento consistente nel temprare il metallo in acqua da 500° e nel lasciarlo invecchiare per alcuni giorni a temperatura ordinaria.

ANTICORODAL – si intende una serie di leghe di alluminio legate con magnesio, caratterizzate da buone caratteristiche meccaniche e ottima resistenza alla corrosione.

ALTRI METALLI

MercurioMERCURIO – è un metallo che in natura è allo stato liquido. Il mercurio era utilizzato nei termometri e in alcuni apparecchi per misurare  la pressione. Presenta bassa viscosità, elevate densità e tensione superficiale, mentre le conducibilità termica ed elettrica, per quanto elevate, risultano notevolmente inferiori rispetto a quelle degli altri metalli. È  altamente tossico.

OroORO – L’oro è un metallo tenero, pesante, duttile, malleabile di colore giallo. Può assumere anche una colorazione diversa a seconda delle sue leghe: rossa, violetta e nera. L’oro è così duttile che un  grammo d’oro può essere battuto in una lamina la cui area è un metro  quadrato. È usato principalmente per gioielli e ornamenti. Le leghe dell’oro sono:  l’oro verde, l’oro rosa, l’oro giallo, l’oro blu, l’oro bianco . Si usa in gioielleria, odontoiatria e industria elettronica.

Gruppi

Gruppo Segretario Alunni
FAVIGNANA Vitaliano Provvidenza-Longo-Giuffrida
SICILIA Spina Giordano-Bergamo-Maci-Maiorana-Fonti
SALINA Favara Bollo-Di Bella-Ferraro-Guardabasso-Cantarella
SARDEGNA Mollica Gueli-Strazzeri-Paradiso-Micena-Meli

Links

  1. http://www.ing.unitn.it/~luttero/TecnologieSistemiLavorazione/Laminazione.pdf
  2. http://www.treccani.it/enciclopedia/altoforno_(Dizionario_di_Economia_e_Finanza)/
  3. http://ungaretti.racine.ra.it/SeT/macvapor/accighi.htm
  4. http://doc.studenti.it/appunti/chimica/3/acciaio.html
  5. http://doc.studenti.it/appunti/chimica/3/acciaio.html
  6. http://it.wikipedia.org/wiki/Siviera
  7. http://www.paginefamily.it/articolo/ferramenta/processo-siderurgico
  8. www.sapere.it
  9. http://www.skuola.net/chimica/inorganica/trattazione-metalli
  10. www.scientific.fauser.edu
  11. www.sacrumluce.sns.it
  12. www.wikipedia.org
  13. www.chimica-online.it
  14. www.treccani.it
  15. www.iceuropa.it
Mar 272014
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

layersI C.A.D., lavorano per livelli, ossia come per i cartoni animati, possiamo posizionare oggetti diversi su più fogli trasparenti, costruendo il movimento dei personaggi semplicemente spostando uno o l’altro di questi fogli (l’immagine qui a lato, ci mostra come una planimetria possa essere ottenuta come sovrapposizione di elementi diversi: territorio, mare, strade, curve di livello, ecc.). L’immagine visualizzata sarà l’immagine complessiva della planimetria con tutti gli elementri insieme; il limite consiste nel fatto che potremo disegnare solo su di un LIVELLO, quello posto in primo piano. Ciò significa che se io voglio modificare ad esempio la mappa delle strade, dovrò posizionare in primo piano il livello con le “STRADE”. Ma vediamo praticamente come procedere.

Layer1

LIVELLI

Lanciamo Draftsight e apriamo il menù FORMATO. La prima voce è LIVELLI. Selezionando il comando si aprirà una finestra di dialogo nella quale potremo gestire i Livelli, appunto. Clicchiamo sul comando NUOVO per creare un nuovo Livello a cui daremo il nome “Foglio” assegnandogli come colore, il bianco. Clicchiamo adesso due volte sull’icona a sinistra del nome, nella colonna STATO. Si creerà una icona a forma di freccia; questa ci indica che il LIVELLO attivo in questo momento è proprio il livello “Foglio”, ossia abbiamo posizionato questo livello più in alto di tutti. Possiamo creare quanti livelli vogliamo e assegnare loro anche caratteristiche differenti come ad esempio colori diversi, formati di linee e spessori differenziati.

Possiamo, inoltre rendere i Livelli Visibili o Invisibili. Questo ci permetterà di lavorare sugli altri Livelli senza vedere ciò che sta sul Livello nascosto.

Possiamo Congelare o Scongelare un Livello. In questo caso nulla di ciò che si trova sul Livello sarà disponibile e sarà come se il Livello e gli oggetti in esso contenuti non esistano.

Possiamo, infine, Bloccare o Sbloccare un Livello, ossia pur rimanendo visibile gli oggetti saranno esitabili ma non modificabili, quindi potremo usare i punti di ancoraggio, ma non cancellare o spostare un oggetto su un Livello Bloccato.

 

ALTRE LEZIONI:

DRAFTSIGHT: I PRIMI PASSI

SCARICA L’ARTICOLO:
Mar 262014
 
SERIE DRAFTSIGHT::
DraftSight

DraftSight-IconIniziamo a parlare di C.A.D. (Computer Aided Design) ossia Disegno Assistito dal Calcolatore e iniziamo oggi un mini corso atto ad avviare gli studenti della classe 2.0 al disegno con lo strumento informatico. Come detto precedentemente, le soluzioni C.A.D. presenti sul mercato sono molte, altamente professionali e anche particolarmente costose. L’avvento dell’open-source, ha consentito lo sviluppo di soluzioni alternative alle blasonate soluzioni commerciali, ma con il vantaggio di essere assolutamente gratuite. Il software da me proposto è DraftSight, scovato in una mia ricerca sulla rete, ma in questa sede non voglio parlare di questo ne dei motivi della scelta in quanto già fatto in un precedente articolo che trovate al seguente indirizzo (DraftSight il C.A.D. per la 2.0).

TAVOLADISEGNOPRIME1L’attività iniziale proposta, è quella di ridisegnare al computer, il foglio con la squadratura che realizziamo e utilizziamo nelle attività grafiche in classe o a casa. Questa ci servirà da base per sviluppare tutte le altre attività successive.

Iniziamo, quindi, a scoprire i segreti del C.A.D. osservando alcuni dei comandi presenti nell’interfaccia grafica del programma.

RASTER E VETTORIALE

RasterVSvettorialeUna sola precisazione, prima di iniziare: un programma C.A.D. realizza le immagini sullo schermo del computer attraverso una grafica di tipo vettoriale. La differenza è sostanziale rispetto al raster usato dai programmi di grafica classica come Photoshop o altri (per capirci la grafica delle fotografie). Infatti, una grafica raster disegna un’immagine sullo schermo assegnando a ciascun punto (pixel) una posizione assoluta tramite coordinate XY, colore e intensità. In questo modo si riesce a disegnare con precisione assoluta qualsiasi immagine. Il problema sorge quando la ingrandiamo. Essendo disegnata per punti, il computer li ingrandirà e conseguentemente l’immagine risulterà sgranata e poco definita (immagine c). Al contrario, la grafica vettoriale è definita attraverso equazioni matematiche, per cui l’immagine viene ricalcolata ogni volta e ogni dettaglio ricostruito con assoluta precisione (immagine b).

INTERFACCIA

DRAFTSIGHT2Iniziamo a lavorare con DraftSight e ci accorgiamo subito come questo abbia un’interfaccia pulita ma non proprio di immediata comprensione.

Un grande schermo nero con due frecce indicanti le coordinate XY (il nero è utilizzato nei C.A.D. per riposare l’occhio e tenere spenti i pixel dello schermo al fine di preservare lo schermo stesso) e una serie di palette mobili “magnetiche” con tante informazioni e comandi. Vediamo di familiarizzare con alcuni di essi.

Nell’immagine qui a lato, vedete alcune delle palette “flottanti” di DraftSight, raccolte insieme in un’unica grande palette grazie alla loro capacità magnetica, ossia di potersi sistemare, proporzionare e ancorare con altre palette simili.

Nella prima DISEGNO, trovano posto solo strumenti da disegno quali linee, curve, archi, poligoni, ecc.

Nella seconda, MODIFICA trovano posto gli strumenti necessari ad apportare modifiche o correzioni al disegno che stiamo realizzando.

TESTO, contiene gli strumenti idonei ad aggiungere scrittura al disegno, quali informazioni, descrizioni, ecc.

QUOTA, ossia l’insieme di strumenti atti a quotare, ossia descrivere metricamente l’oggetto che stiamo disegnando.

SNAP ENTITA’, i C.A.D. hanno la proprietà di riconoscere alcuni punti importanti di un oggetto e di consentirci di agganciarci ad essi in maniera automatica. Quindi, se decidiamo di tracciare una retta a partire dalla fine di un altra o dal centro di un cerchio, basterà che siano attivi gli SNAP ESTREMO o SNAP CENTRO per vedere che il cursore ci segnalerà automaticamente quel punto e ci consentirà di ancorarci ad esso molto facilmente. Ogni oggetto può essere agganciato ad un altro semplicemente avvicinando il cursore ad esso ed aver attivato la funzione SNAP nell’apposita palette posta in basso della schermata.

DRAFTSIGHT2.1

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Mar 132014
 

02 - Ecocasa

Girovagando su internet mi sono imbattuto in una interessantissima iniziativa che vorrei condividere oggi con voi. Si tratta di un concorso a premi sulla Ecosostenibilità e sulle regole per un corretto uso delle risorse e del loro smaltimento. L’iniziativa è volta a sensibilizzare gli studenti in quanto ragazzi e abitanti di questo mondo, ma soprattutto le famiglie e i genitori in particolari modo. Il sottotitolo, infatti, è “Grande gioco a premi per i genitori”. Si tratta di completare una schema trovando le aree sensibili sul disegno interattivo di un grande albero-casa e di rispondere a dei quiz a sfondo ecologico. Il gioco è divertente oltre che istruttivo e formativo. Ci consente di confrontarci con elementi della realtà che ci circonda ma dei quali molte volte non sappiamo nulla o non abbiamo sufficienti conoscenze. Inoltre, ci aiuta a effettuare scelte consapevoli e ragionate per l’acquisto di un elettrodomestico eco o di come riutilizzare rifiuti oggi considerati a ragion veduta, risorse.

01 - EcocasaLa partecipazione al gioco prevede la nostra registrazione con l’inserimento di dati necessari a inviarci il relativo premio in caso di vincita. I premi consistono in giochi educativi per i nostri bambini e…perché non provare? Non costa nulla, solo un po’ del nostro tempo, ma vi assicuro ne vale la pena in quanto gioco istruttivo da poter fare da soli o in compagnia di tutta la famiglia come un classico gioco da tavolo.

Ci si può allenare prima di partecipare e si deve poi completare l’attività per ricevere il punteggio e sapere se si risulta tra i vincitori.

Io ho partecipato e VINTO, quindi perché non partecipate pure voi?

Buon divertimento.

Ah, per iniziare potete partire da qui: http://www.lamiacasasullalbero.com

Articoli1

Mar 012014
 

03 - Galaxy S5

In questi giorni si è tenuto a Barcellona il Mobile World Congress una delle manifestazioni più importanti per quanto riguarda il mondo della telefonia mobile e dei cellulari. In questa occasione è stato presentato nel corso di un evento chiamato Unpacked 5 da Samsung uno dei più attesi smartphone. La casa coreana ha infatti presentato il nuovo Galaxy S5 dotato di rilevatore di impronte digitali integrato nel tasto Home, come l’iPhone 5s, aggiungendo la possibilità di effettuare pagamenti con un “touch” grazie ad un accordo con PayPal.

01 - Galaxy S5

Frontalmente il Galaxy S5 è quasi identico al modello precedente tanto che è difficile distinguerlo dal suo predecessore, mentre il retro pur restando in policarbonato, presenta una veste inedita presentandosi con una texture traforata che gli conferisce un effetto tattile tipo alluminio.

Proprio sul retro si evidenzia l’alloggiamento della nuova fotocamera da ben 16 megapixel con funzione di registrazione video 4k HD (Ultra HD) a 30 fps e stabilizzatore d’immagine (quella frontale ha un sensore da 2,1 megapixel). Sotto la fotocamera è stato inserito un sensore mai visto su di uno smartphone, in grado di monitorare la frequenza cardiaca (anticipando Apple in questo che sta già lavorando alacremente per una funzione simile per il suo iPhone 6).

02 - Galaxy S5Purtroppo il sensore non pare posto nella collocazione ideale, in quanto per utilizzarlo, lo sportivo deve tirar fuori lo smartphone di dimensioni generose, girarlo e premere il dito contro il sensore.

Il Samsung Galaxy S5 è dotato di un fiammante e potentissimo processore quad-core da 2,5 GHz, 2GB di RAM e lo schermo è un display Super AMOLED Full HD da 5,1 pollici con 1920 x 1080 pixel.

Anche la batteria è di nuova generazione e nuova capacità: 2800 mAh (contro i 2600 mAh dell’S4) e garantisce 10 ore di navigazione Web e 12 ore di riproduzione video, ma Samsung afferma che l’autonomia può essere maggiore grazie alla funzione chiamata “Ultra Power Saving” che trasforma in bianco e nero lo schermo, e chiude tutte le attività tranne gli elementi essenziali come SMS e telefonate.

Il sistema operativo è l’Android 4.4.2 KitKat con interfaccia TouchWiz UI che porta in dote una nuova serie di funzioni proprietarie tra cui la funzione che rende possibile nascondere da occhi indiscreti immagini, video e applicazioni.

Il cellulare supporta lo standard Wi-Fi 802.11ac, 2×2 MIMO, ed è dotato anche di un sistema “booster” che unisce il Wi-Fi e l’LTE, indipendentemente da dove si trovi l’utente. Inoltre, per chi ha l’abitudine di portarsi il telefono a mare, il Galaxy S5 è resistente all’acqua, oltre che alla polvere.

05 - Galaxy S5

Per quanto riguarda il software della fotocamera consente una messa a fuoco automatica in soli 0,3 secondi e un sistema High Dynamic Range (HDR) avanzato in grado di garantire colori più naturali in ogni condizione di luminosità.

Il prezzo non è stato ancora annunciato anche se si parla di 699 euro per il modello base. Chi lo desidera oltre che in nero, bianco e blu, lo può scegliere anche nella tonalità champagne che, inutile ricordare, è una delle novità dell’iPhone 5s.

Il lancio sul mercato è previsto per l’inizio di aprile.

04 - Galaxy S5

Un allarme è però stato lanciato in queste prime ore da chi ha potuto provare il cellulare. Pare che il sistema operativo, ricco di personalizzazioni e i software a corredo occupino quasi 6 gigabyte di memoria lasciando liberi solo 9 GB sul modello da 16 GB. Una quantità di spazio, si sufficiente, ma di gran lunga inferiore a quella garantita da altri produttori di modelli concorrenti.

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Feb 212014
 

07 - iwatchOramai sulla rete si trova di tutto, ogni tipo di “concept” in merito al fantomatico futuro iWatch di Apple. Ma a parte la fantasia e le indiscrezioni, pare che il nuovo oggetto tecnologico della casa di Cupertino, stia diventando realtà. In molti sostengono che avrà funzioni biometriche in grado di consentire il controllo di alcuni parametri vitali della persona (per questo Apple ha assunto diversi esperti del settore oltre che guru negli strumenti informatici associati al fitness.

L’altra caratteristica che pare sia reale è quella per cui l’iWatch avrà uno schermo Amoled flessibile? Anzi, secondo il Digitimes parrebbe proprio di sì, perché Apple avrebbe già inoltrato ala società di Taiwan, TPK, gli ordinativi per questo componente. Anzi a suffragio di questa ipotesi, pare che il vetro “zaffiro” che dovrebbe essere utilizzato da Apple per questi dispositivi, non sia più disponibile sul mercato dati gli ordinativi giganteschi che la Apple ha già provveduto a realizzare.

08 - iwatchLa realizzazione di questo componente tecnologico consentirebbe un salto tecnologico non indifferente; infatti, si tratta di una nuova tecnologia basata su microscopici filamenti in argento, collocati molto distanziati tra loro e collocati in maniera casuale su una superficie trasparente. Sarebbe come usare una specie di inchiostro da stampare sulla superficie del vetro. La distanza tra i filamenti e le loro dimensioni renderebbero il supporto sensibile al tocco, simile ad un vetro tradizionale, ma visto che si può usare normale PET (polietilene) questo permette allo schermo di essere modellato senza problemi.

Una differenza non da poco, visto che gli schermi touch attuali sono basati su ossido di Indio-Stagno, materiale friabile da disporre su un supporto rigido (il vetro) e ha proprietà conduttive minori. Tutto ciò crea la necessità di creare strati più spessi, riducendo la trasparenza dello schermo. Quindi maggiore peso e fragilità.

09 - iWatchQuesta tecnologia ai nanotubi di argento, è commercializzata da 3M. La società californiana Cambrios, ha invece brevettato degli speciali inchiostri usati per “stampare” le pellicole.

Secondo il Digitimes, TPK, grazie alla tecnologia di un’altra società specializzata, la Nissha Printing, Apple, sarebbe pronta a dare il via alla produzione degli schermi entro l’estate con la spedizione di circa due milioni di schermi da 6 pollici al mese.

Seguiremo con curiosità tutto ciò che gira intorno a iWatch, sicuri che conquisterà grande visibilità e spazio nel futuro diventando un nuovo oggetto del desiderio.

Galleria

ALCUNI FANTASIOSI CONCEPT DELL’IWATCH APPLE

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Feb 202014
 
VETRO

Mappa Concettuale dell’Argomento

Indice
titolo gruppo
CENNI STORICI Sardegna
MATERIE PRIME Sicilia
PROPRIETA’ Sicilia
LAVORAZIONI Salina
LA VETRERIA – TRA INDUSTRIA E ARTIGIANATO  Salina
FLOAT GLASS Sicilia
I TIPI DI VETRO Favignana
IL RICICLAGGIO Favignana

CENNI STORICI

Vetro02Il vetro ha origini molto antiche e ancora oggi è difficile stabilire con certezza quale popolo possa vantarne la scoperta. Anticamente furono i popoli della Mesopotamia, ad utilizzare il vetro nel III millennio, forgiandone delle perline. Successivamente anche gli Egizi appresero questa arte che utilizzarono nella produzione di oggetti artistici. I Romani, seppur in maniera rudimentale, crearono le prime finestre con i vetri ma ciò aveva un prezzo esorbitante tale che solo i patrizi potevano permettersele. Il vetro naturale, o ossidiana, è in uso fin dall’antichità.

Vetro01La prima manifattura documentata del vetro si ha in Egitto, nel II millennio a.C., quando fu impiegato nella produzione di stoviglie, altri utensili e monili. Nel I secolo a.C. fu sviluppata la tecnica del soffiaggio, che ha permesso che oggetti prima rari e costosi divenissero molto più comuni. Durante l’Impero Romano il vetro fu plasmato in molte forme, principalmente vasi e bottiglie.

I primi vetri erano di colore verde a causa della presenza di impurità di ferro nella sabbia utilizzata. Alcuni vetrai veneziani si spostarono in altre aree d’Europa diffondendo così l’industria del vetro. Fino al XII secolo il vetro drogato cioè con impurità coloranti come metalli non fu impiegato. Ma intorno al 1688 un nuovo processo di fusione fu sviluppato, ed il vetro divenne un materiale molto più comune. L’invenzione della pressa per vetro nel 1827 diede inizio alla produzione di massa di questo materiale. Nel 1920 fu sviluppato un nuovo metodo consistente nello stampaggio diretto delle decorazioni sul vetro fuso.

MATERIE PRIME

Vetro04La silice (SiO2, biossido di silicio) è il più comune formatore del reticolo vetroso ed è quindi la più importante materia prima per la produzione del vetro. Circa metà della crosta terrestre è formata da minerali di silice (silicati e quarzo), il maggior costituente di rocce e sabbie. Tuttavia la silice naturale non ha, in generale le caratteristiche necessarie per la produzione del vetro, sia perché forma dei minerali complessi con altri ossidi (come ad esempio nelle argille e nei feldspati con l’allumina, Al2O3), sia perché contiene degli elementi come il ferro che, anche in piccola quantità, danno al vetro una colorazione indesiderata. Solo silice che contiene meno dello 0,1% di ossido di ferro (Fe2O3) può essere usata per la produzione di lastre; ma, per produrre vetro da tavola e artistico, tale percentuale scende al 0,01% e solo pochi giacimenti di quarzo garantiscono questi limiti. Per il vetro usato nell’ottica la quantità accettabile è ancora più bassa, meno dello 0,001%. E’ una quantità piccolissima, equivalente a 10 milligrammi per chilo di sabbia. Ancora minore deve essere il contenuto di altri minerali, come gli ossidi di cromo, cobalto, rame, ecc.. che hanno un potere colorante maggiore di quello del ferro. Nessuna sabbia naturale è in grado di rispondere ai requisiti del vetro per l’ottica; per questo, anche le sabbie dei migliori giacimenti devono essere ulteriormente purificate con speciali trattamenti.

PROPRIETA’

Proprietà del vetro

LAVORAZIONI

Le lavorazioni più comuni cui può essere sottoposto il vetro sono:

  • Foratura

Vetro05ll vetro può essere forato al trapano con apposite punte diamantate, adeguatamente refrigerate con getto continuo d’acqua. La foratura può essere eseguita da trapani per vetro manuali o a controllo numerico. I fori non devono essere troppo vicini al bordo (a seconda anche dello spessore del vetro) per evitare rotture dovute alle tensioni interne del pezzo. Nuovi macchinari permettono di forare con un particolare tipo di sabbia miscelata ad acqua.

  • Taglio

Vetro06Il taglio di piccoli pezzi può essere eseguito a mano con strumenti appositi, ma in generale viene eseguito da un banco di taglio. Il banco di taglio è un macchinario a controllo numerico che presenta un piano fisso, solitamente vellutato e con fori per generare un cuscino d’aria (utile per lo spostamento del vetro), che viene chiamato anche “pantografo”. Sopra di questo vi è un ponte mobile che tramite un tagliavetro fornito di rotella in carburo di tungsteno o diamante sintetico pratica incisioni sul vetro a seconda della programmazione eseguita tramite un software chiamato “ottimizzatore”; il software ottimizzatore è implementato affinché ottimizzi il taglio, evitando al minimo lo sfrido.

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  • Curvatura

Vetro08Il vetro curvo è un vetro sottoposto ad un procedimento di riscaldamento graduale ad alte temperature (tra i 500 e i 750 °C circa), fino a diventare abbastanza plastico da aderire (per gravità o costretto in una qualche maniera) ad uno stampo concavo o convesso, disposto orizzontalmente o verticalmente all’interno del forno di curvatura. Non è possibile ottenere un vetro curvo che si adagi sullo stampo esclusivamente sotto l’azione della sua forza peso senza che il vetro stesso non venga segnato dalla tesatura dello stampo, compromettendone la trasparenza e l’uniformità di spessore della lastra. Per tale motivo, in genere l’azione di curvatura della lastra viene coadiuvata da dispositivi meccanici o pneumatici, che agevolano il processo. Il vetro viene raffreddato molto lentamente (“detensionamento” o “ricottura” del vetro), per evitare di indurre tensioni che ne precluderebbero un’eventuale successiva lavorazione o che potrebbero innescare fenomeni di rottura spontanea del materiale. Viceversa, molto più frequentemente per il vetro impiegato nel settore dell’arredamento, il processo di curvatura si conclude con un raffreddamento istantaneo, al fine di ottenere un vetro curvo temprato. Per vetro curvo si intende comunemente il vetro sottoposto alla curvatura lungo un solo asse della lastra (si pensi ad esempio alla curvatura che subisce un foglio di carta quando si tendono ad avvicinare due lati opposti).

  • Smerigliatura

Vetro11Esistono tre modi per smerigliare il vetro:

  1. sabbiatura, che viene eseguita con uno strumento molto particolare che “spara” la sabbia ad alta velocità, scalfendo il vetro. Purtroppo è un lavoro da far fare a persone esperte nel settore e, proprio per questo, ha un costo piuttosto alto.
  2. acidatura, una speciale pasta, molto acida, che va spennellata nel vetro e lasciata asciugare almeno 24 ore. Dopo il periodo di asciugatura, la pasta va eliminata con una lama, che completa l’abrasione del vetro.
  3. smerigliatura, usando un piccolo smerigliatore per unghie, si usa come una penna.

Naturalmente, per riuscire a seguire il disegno correttamente, senza sbavature, senza rovinare le parti del vetro che si vogliono tenere intatte, per tutti e tre i sistemi è necessario eseguire alcuni passaggi. Pulire perfettamente il vetro con dell’alcol puro per togliere qualsiasi residuo dalla superficie. Quindi il vetro va ricoperto con la carta adesiva; è importante non lasciare spazi liberi, proprio per evitare che si smeriglino parti del vetro che si vogliono lasciare lucide. La carta deve aderire perfettamente, senza bolle d’aria. Si traccia il disegno con un pennarello indelebile. Aiutandosi con un taglierino ben affilato, s’intagliano le parti che si vogliono smerigliare. Il taglio deve essere netto, preciso, senza sbavature. In caso contrario, il contorno del soggetto risulterà poco chiaro, non ben definito. Viene asportata la carta adesiva in eccesso. Già in questo passaggio ci si rende conto di come sarà il vetro a lavoro ultimato. Se non si è soddisfatti , conviene ricominciare da capo, sin dal primo passaggio. Se invece il soggetto ottenuto ci piace, possiamo procedere o con la pasta per smerigliare o con lo smerigliatore.

  • Molatura

Vetro25Il vetro viene sottoposto a una operazione di molatura quando si deve eliminare il bordo che dopo il taglio diventa tagliente e dalla forma irregolare. La molatura quindi è l’operazione che trasporta e re-uniforma definitivamente il bordo del vetro.

Questo può essere molato in diversi modi: filo lucido e tondo, dove il bordo viene lucidato con cura e arrotondato, il grado di lavorazione è alto; filo lucido e piatto: il bordo viene lucidato e risulta perpendicolare alla superficie, il grado di lavorazione e sempre alto; filo grezzo, dove si ottiene una rugosità maggiore.

  • Tempra

La tempra è il raffreddamento termico che avviene per indurire il vetro. Il vetro viene tagliato in modo adeguato, viene riscaldato su un tavolo a rulli a 640° e subito dopo viene raffreddato da un getto d’aria fredda in modo da raffreddarne solo l’esterno e lasciare l’interno caldo e malleabile.

LA VETRERIA – TRA INDUSTRIA e ARTIGIANATO

Lavorazione industriale

Il vetro è un elemento che non presenta un punto di fusione netto, pertanto si lavora in un range di temperatura in cui esso è allo stato plastico. I limiti di tale intervallo oscillano tra picchi massimi detti “punti di aggregazione”, in cui la temperatura è di 1100 °C circa, e livelli minimi, detti “punti di trasformazione”, in cui la temperatura si aggira intorno a 800 °C.

Vetro12La fabbricazione e la lavorazione del vetro si articolano in quattro fasi:

  • fusione,
  • formatura,
  • ricottura,
  • finitura.

Fusione: è la fase iniziale, durante la quale, la carica, formata da componenti diversi tra loro, viene polverizzata e mescolata a rottami di vetro che agiscono da fondente. Durante la fusione, si verificano l’eliminazione dell’acqua presente nei componenti di partenza, la dissociazione dei carbonati e dei solfati con sviluppo di anidride carbonica o solforosa, la formazione di una massa fusa il più possibile omogenea. Il secondo momento della fusione è detto affinaggio o affinazione: essa rappresenta l’operazione in cui la massa fusa viene privata di tutte le bollicine di gas presenti, che potrebbero dare origine a difetti nei manufatti preparati. L’affinazione viene realizzata aggiungendo alla massa fusa piccole percentuali di agenti affinati. Conclusa questa fase, il vetro fuso è una massa avente in tutti i punti uguale composizione chimica e, conseguentemente, le medesime proprietà fisiche. E’ possibile, a questo punto, operare una decolorazione del vetro, tramite l’ossidazione di sali di ferro. La fusione si conclude con la fase di riposo o di condizionamento, durante la quale la massa fusa viene raffreddata gradualmente fino alla temperatura di foggiatura o di formatura.

Formatura: viene eseguita in diverse modalità quando il vetro è ancora fluido e si trova in un campo di temperatura nel quale assume viscosità tale da poter essere lavorato e da conservare la forma impartita, senza alterazioni.

Ricottura: consiste in un riscaldamento del vetro fino alla temperatura superiore di ricottura e serve ad eliminare le torsioni che si generano durante la formatura e che rendono difficile le operazioni di finitura come, ad esempio, il taglio. E’ una fase essenziale per eliminare le tensioni interne formatesi per irregolarità di riscaldamento o raffreddamento. La scelta della temperatura e della velocità di raffreddamento sono in funzione del tipo di vetro e del suo spessore. Dopo aver raggiunto la temperatura dovuta, l’oggetto viene mantenuto in tale stato per un periodo sufficiente ad assicurare il raggiungimento dell’uniformità termica in ogni suo punto; quindi viene raffreddato lentamente fino a una temperatura inferiore di 50 °C a quella di ricottura, ed infine viene portato rapidamente a temperatura ambiente.

Lavorazione artigianale

Vetro13Il vetro di Murano è uno dei più preziosi vetri che vengono realizzati in Italia. Lo si realizza, secondo tradizioni antiche di secoli, sulla famosa isola di Murano, vicino Venezia. La scelta di questa isola per realizzare i vetri non fu affatto casuale. I primi forni vi furono installati nel 1291, sia perché Murano era fuori dal centro cittadino, quindi eventuali incendi non avrebbero arrecato grandi danni (i forni all’epoca erano realizzati in legno), sia perché si trovava di tramontana rispetto a Venezia, quindi i fumi della produzione non avrebbero raggiunto la città principale. Esistono diverse tecniche con le quali i mastri vetrai, oggi, producono i loro preziosissimi oggetti, a seconda del tipo di vetro devono realizzare: vetro di Murrina, vetro in piastra, vetro a lume, vetro soffiato.

Tra tutte le tecniche, la più lunga e complessa è senza dubbio quella del vetro di Murrina. Si inizia con il tagliare in tanti piccoli pezzi le canne di Murrina, delle canne di vetro colorato. Quindi, questi piccoli pezzi sono adagiati, uno ad uno ed a mano, all’interno di formine di rame, in maniera molto paziente e con fantasia, per creare dei disegni sempre diversi. Durante la notte, questo “puzzle” viene tenuto in forno, in maniera che il vetro si sia solidificato in un pezzo unico e che questo possa quindi essere lavorato e levigato per poterlo adattare ai vari orologi, tappi, cornici, lampade, lampadari e quant’altro.

La lavorazione del vetro in piastra è la tecnica più recente. Su una lastra di vetro vengono sparsi diversi oggetti, come foglie di oro e argento e pezzi di Murrina, che vengono composti, con fantasia, per realizzare un grande disegno, sempre diverso ogni volta. Sul disegno così ottenuto, quindi, viene posta un’altra lastra di vetro, come fosse un panino. L’oggetto viene quindi tenuto in forno per una notte, in maniera da divenire un pezzo unico, e viene quindi tagliato per i vari oggetti a cui farà da ornamento.

La lavorazione del vetro a lume è la più antica fra tutte. Il mastro vetraio, con una fiamma a gas che raggiunge temperature molto alte, fonde e mescola insieme diversi tipi di vetro e foglie di oro e argento, per creare delle forme e dei colori sempre differenti. I vetri ottenuti da questa tecnica vengono usati per abbellire lampade, lampadari, collane, pendenti e bijoux.

La lavorazione del vetro soffiato è una tecnica di alto livello, con la quale il vetro viene modellato a caldo e, tramite delle filigrane, creano il famoso e tanto apprezzato effetto merletto all’interno del vetro stesso.

FLOAT GLASS

Vetro14Per quanto concerne la produzione di vetro piano, a partire dalla fine degli anni Cinquanta è stato introdotto il processo float (Pilkington) in sostituzione dei precedenti metodi di tiratura. Il prodotto che si ottiene (float glass) ha sostituito il cristallo ottenuto da molatura di vetro greggio tirato. Nel processo denominato float glass, la pasta vitrea, proveniente dal crogiolo alla temperatura di 1100 °C, assume forma perfettamente piana in un forno a tunnel la cui base è formata da un letto di 7cm di stagno fuso. Questo è posto in atmosfera contenente azoto e idrogeno, in modo da non essere ossidato. Lo stagno leviga la superficie inferiore del vetro per diretto contatto, mentre la parte superiore si appiattisce per gravità essendo ancora allo stato semifuso.

I TIPI DI VETRO

Esistono diverse composizioni di vetro. Quelle che elencheremo ora sono le più usate.

Il vetro solubile

Vetro16E’ un prodotto trasparente che trova larga applicazione in molte industrie. La maggior quantità viene utilizzata come detersivo per lavastoviglie ma trova impiego anche nella produzione di pietre d’arte artificiali; serve per indurimento di cementi, marmi e come mezzo sbiancante nelle lavanderie di lana, nella fabbricazione di adesivi, smalti, fiammiferi ecc.


Il vetro comune

Vetro17Appartiene alla più vasta produzione vetraria. Commercialmente viene distinto in base al colore: bianco (perfettamente decolorato), mezzo bianco, colorato. In funzione all’ impiego che se ne deve fare, viene scelto l’ossido più adatto (calcio, bario, zinco …).


I vetri borosilicati

Sono di elevata resistenza chimica (per questo detti neutri) e di composizione molto varia: contengono, in genere quantità relativamente elevate di allumina e anidride borica. Questi tipi di vetro vengono usati per la fabbricazione di contenitori per medicinali (flaconi e fiale), per apparecchiature da laboratorio chimico, ecc. Per le loro proprietà sono resistenti al calore e trovano numerosi impieghi per manufatti da forno (vetro Pyrex) o per particolari applicazioni.


Il vetro quarzo

Vetro18È’ vetro costituito da pura silice. Possiede importanti caratteristiche chimico-fisiche, ma ha elevate temperatura di fusione e alta viscosità. La sua lavorazione quindi è molto costosa.


Il vetro piano

Vetro19Questi tipi di vetro sono largamente diffusi in edilizia e vengono classificati in base allo spessore della lastra, che può variare da 1,6 mm a 10-14 o anche 17 mm. I vetri artistici La produzione di vetri artistici lavorati a mano necessita di un tempo di lavorazione più lungo. Per questo alla silice si aggiunge una percentuale di sostanze che facilitano le lavorazioni, ma rendono il vetro più fragile.


Il vetro artistico

Vetro20La produzione di vetri artistici lavorati a mano necessita di un tempo di lavorazione più lungo. Per questo alla silice si aggiunge una percentuale di sostanze che facilitano le lavorazioni, ma rendono il vetro più fragile. Il vetro artistico deve essere anche in grado di accogliere elementi coloranti e discrete dosi di piombo, che ne aumenta la lucentezza e la rifrazione.


Il vetro per ottica

Vetro21Questo tipo di vetro è destinato alle lenti di occhiali, microscopi e cannocchiali, agli obbiettivi delle macchine fotografiche e delle telecamere: deve essere quindi particolarmente raffinato. Un particolare tipo di vetro, chiamato foto cromico (fotocromatico ), assorbe la luce diventando più scuro, fino al cessare della radiazione luminosa.


I vetri di sicurezza

Vetro22La fragilità del vetro e la formazione di piccoli e taglienti schegge costituiscono un serio ostacolo all’ impiego delle lastre nelle costruzioni edili. Sono stati quindi studiati vari sistemi per aumentare il grado di sicurezza del vetro. Si fabbricano infatti vetri temperati, oppure vetri retinati (per la presenza di una rete metallica all’interno della lastra) Il vetro retinato è molto utile per gli incendi.


Il vetro per fibre

Vetro23Le fibre di vetro possono avere un diametro da 1 a 8 micron; notevole è anche l’elasticità alla trazione. Per soffiatura con aria e vapore si ottengono fibre corte e continue, adatte per pannelli isolanti. I vetri per fibre sono: i vetri tessili (paraurti di automobili, scafi di barche,attrezzi sportivi ecc.) lana di vetro o lana di roccia (isolamento di edifici, pareti di frigoriferi, forni, stufe ecc.) e fibre ottiche (telecomunicazioni).


Il vetro camera

Vetro24E’ composto da due o più lastre; all’interno della vetrata è presente aria disidratata oppure gas isolante. Il vetrocamera garantisce un alto isolamento termico e acustico.


IL RICICLAGGIO

Vetro15Il vetro è l’unico materiale a possedere una dote preziosa: la riciclabilità totale. Il riciclaggio del vetro consente di risparmiare le materie prime (minerali, sabbia) necessarie per la sua produzione. Il vetro è il materiale “ecologico” per eccellenza. Non è inquinante ed è riutilizzabile per un numero illimitato di volte. Se abbandonata, una bottiglia di questo materiale si decompone solo dopo 4.000 anni. Per questo, è fondamentale separare accuratamente il vetro. Ovviamente, il cosiddetto “rottame di vetro” non può essere riciclato così com’è, deve essere sottoposto a numerose verifiche per eliminare le numerose “impurità” che contiene.

Video1

https://www.youtube.com/watch?v=OBDXLxnMvI8

https://www.youtube.com/watch?v=DtbLisamAgU

Gruppi

Gruppo Segretario Alunni
FAVIGNANA Giuffrida T. Provvidenza D.-Vitaliano E.-Longo S.
SICILIA Fonti G. Spina A.-Giordano E.-Bergamo D.-Maiorana C.-Micena N.
SALINA Cantarella B. Bollo C.-S. Favara-P. Ferraro-M. Guardabasso-E. Paradiso
SARDEGNA Strazzeri F. Gueli M.-Di Bella F.-Meli S.-Mollica F.

Links

  • www.glassway.org
  • www.iceuropa.it/uno/ESAME2009/esame3A/Capelli_Scalini/PAGINE/vetro_storia.htm
  • www.vitrum.it/vetrofloat.htm

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Feb 182014
 

Stampa01Il professor Sean Xia-An Zhang della Jilin University, insieme ad un team di stretti collaboratori ha inventato una stampante che, al posto del normale inchiostro, usa l’acqua per imprimere testo e immagini su carta. La nuova stampante, denominata “water-jet” permette di riscrivere su un foglio speciale, non quindi della solita carta che utilizziamo per stampare, fino a 50 volte. Questo è possibile in quanto, l’inchiostro si dissolve dal foglio dopo meno di un giorno dalla sua stampa, se mantenuto a una temperatura inferiore ai 35 gradi. A temperature più elevate la dissolvenza risulta ancora più rapida. Ancora questa tecnologia presenta dei limiti dovuti al fatto che è possibile stampare in un solo colore, il blu ma sono allo studio nuove tecnologie per stampare a colori come un comune stampante.

La caratteristica della dissolvenza dell’inchiostro in così poco tempo rende questa stampante realmente “green” ed è compatibile con il dato che ci riferisce che in un ufficio, mediamente le stampe sono lette solo una volta prima riessere cestinate. Ancora meglio se si considera che il foglio può essere ristampato fino a 50 volte con un risparmio di carta e alberi non indifferente.

Vedremo quali saranno gli ulteriori sviluppi di questa tecnologia di stampa.

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Feb 182014
 

iPad-Nano_45915_1

Apple si prepara a rilasciare l’aggiornamento a iOS 7.1 che pare arriverà a metà di marzo. A quanto pare non si tratterà solo di un aggiornamento minore, ma porterà con se una moltitudine di novità, prima fra tutte una che potrà interessare direttamente la scuola o le società. Pare che Apple abbia inserito in questo aggiornamento potenti strumenti MDM (Mobile device management) che permetteranno a scuole, grandi aziende e società di gestire da una postazione centrale intere gruppi costituiti da centinaia o anche migliaia di iPhone e iPad. L’anticipazione dei nuovi strumenti MDM trova una conferma nel fatto che Apple ha da poco registrato un nuovo sito “Volume Services“.

Volume ServiceNella home page un messaggio accoglie i visitatori citando: “Implementare i dispositivi iOS e Mac all’interno della tua organizzazione non è mai stato così facile”. In basso troviamo invece le due funzioni principali: automatizzare la configurazione MDM dei dispositivi e Acquistare app ed ebook in volumi.

Queste nuove funzioni di MDM, rappresentano una grande evoluzione di questo servizio da parte di Apple rispetto all’attuale Configurator sia in termini di utilizzo che di sicurezza. Le scarse capacità di questo sistema di offrire quanto richiesto, hanno fatto proliferare soluzioni di terze parti e sistemi ad hoc al fine di colmare questa lacuna. Dimostrano, inoltre, un nuovo interesse di Apple verso i settori Educational e Office.

mini-ipadTra le caratteristiche innovative del nuovo servizio MDM di Apple troviamo la possibilità di controllare a distanza il gruppo di devices (denominati flotta) sia attraverso la normale rete cellulare che internet o wi-fi. L’amministratore della flotta, in ogni momento potrà constatare lo stato della flotta (iPhone e iPad) e attivare funzioni che vanno dalla sicurezza, alla modifica delle configurazioni globali. In pratica, l’amministratore apportando una modifica al suo sistema, potrà aggiornare in automatico l’intera flotta di dispositivi collegati al suo tablet. Questo significa, che potrà installare un software su tutta la flotta di devices in un colpo solo o stoppare o congelare tutti i sistemi in remoto con un solo gesto.

Conoscendo la qualità e la cura con cui Apple aggiorna i suoi gioielli, possiamo aspettarci qualcosa di sbalorditivo e unico.

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Feb 162014
 
Alunni Articolo scritto: GIULIA CATANIA, ELENA CIRNIGLIARO, ROBERTA COMPAGNINI, ELEONORA LOMBARDO, RUGGERO RUSSO
Classe: 3E – Anno: 2007-08

Prefazione a cura del prof. Betto

L’evento storico contemporaneo più cruento e più conosciuto. Una ferita aperta nel cuore degli Stati Uniti d’America ma soprattutto una grande tragedia per molte famiglie d’America e non solo. Purtroppo questo evento ha cancellato anche due delle opere architettoniche più maestose e inconfondibili che l’uomo era riuscito a costruire. Le hanno raccontate alcuni miei alunni qualche anno fa. Un racconto dettagliato che non ho voluto toccare, lasciandolo fermo al momento in cui l’anno descritto, cioè 6 anni fa. Sappiamo tutti che la Freedom Tower e il nuovo volto di Ground Zero sono ormai una realtà. Ma alcune cose vanno oltre il tempo, per cui vi invito ancora una volta a una attenta lettura. Buon divertimento.

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WORLD TRADE CENTER – NEW YORK

All’inizio del 1960 la Porth Authority (autorità portuale) of New York and New Jersey stabilì che gli oltre 500 milioni di dollari che erano stati ricavati dai pedaggi sulle merci e sulle navi in transito nel porto di New York dovevano essere investiti in un progetto architettonico che niente doveva aver a che fare con il porto e con le navi.

L’autorità Portuale di New York e del New Jersey aveva già costruito opere imponenti come il Lincoln Tunnel, una galleria autostradale che attraversa il fiume Hudson e giunge a Manhattan e il George Washington Bridge, un ponte che collega Manhattan al New Jersey che avevano portato la sua giurisdizione fuori dal mare e dai vascelli.

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George Washington Bridge

La somma da investire era troppo grande per fare qualsiasi cosa e il presidente dell’Autorità Portuale, Austin J. Tobin decise che l’unico modo realisticamente possibile per poter spendere tutti quei soldi era costruire un grattacielo o addirittura una serie di grattacieli. Ma dove sarebbero stati costruiti? New York non poteva che non essere la scelta ideale ed obbligata. Ma l’Autorità Portuale non era solo dello stato di New York, era anche sotto la giurisdizione dello stato del New Jersey. Quindi bisognava trovare un luogo dal quale l’opera eventualmente costruita fosse stata visibile anche dagli abitanti del New Jersey. Fu deciso allora che l’opera sarebbe stata costruita nel West Side di Manhattan (separato dal New Jersey da appena 1 kilometro dal fiume Hudson) e che avrebbe occupato un’area di 65.000 metri quadrati. Ma ancora non si sapeva chi l’avrebbe progettata. Tobin si trovò costretto a scegliere fra una rosa di architetti di primo piano, ma la scelta cadde inaspettatamente su Minoru Yamasaki, un architetto giapponese nato negli Stati Uniti che allora lavorava nei pressi di Chicago. Dotato di una personalità geniale, Yamasaki aveva fatto da apprendista presso la bottega degli architetti Shreve Lamb ed Harmon (che nel 1931 avevano costruito l’Empire State Building). Non aveva costruito nulla di così di imponente. Le sue opere essenziali e raffinate (come ad esempio un palazzo d’uffici del Michigan) non facevano presagire che all’inizio del 1973 avrebbe terminato di costruire l’opera umana in assoluto più grande mai concepita in tutta la storia della civiltà: le Torri Gemelle del World Trade Center di New York. Gli spazi dovevano essere ampi e luminosi come in Piazza San Marco a Venezia, e le finestre dovevano essere progettate in modo da far sentire al sicuro le persone anche a grandi altezze dal suolo. Inoltre l’aspetto degli edifici doveva essere completamente nuovo e gli edifici stessi dovevano sembrare come degli oggetti “alieni” mai visti prima sulla Terra.

WTC08Quando furono costruite sembrarono a tutti come dei siamesi monoliti alieni, come oggetti che non potevano ancora appartenere alla cultura umana e che ricordavano al visitatore immagini fantastiche ed elementi della fantascienza più bella (come il monolite di Kubrick del film 2001 Odissea nello Spazio).

Entrambe le torri erano alte ciascuna 110 piani ma differivano lievemente per altezza effettiva: la prima torre (Torre Nord o 1 WTC) era alta 417 metri, mentre la seconda torre (Torre Sud o 2 WTC) era più bassa e misurava dal suolo 415,5 metri. Furono per un anno gli edifici più alti del Mondo per poi venire superate nel 1973 dalla Sears Tower di Chicago.

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Sears Tower

Rimasero comunque gli edifici più alti di New York e i più grandi del Mondo fino alla loro distruzione. Ogni torre contava un’area calpestabile di 400.000 metri quadrati e, contando l’insieme di tutti gli edifici presenti nel complesso si raggiungeva una superficie calpestabile pari a 1.200.000 metri quadrati di superficie, in grado di ospitare ogni giorno quasi 80.000 persone. Questi dati fecero molto scalpore e furono in tanti a storcere il naso di fronte all’opera definendola come una “mostruosità”, un’espressione della civiltà frutto di una tecnologia che era stata portata ormai agli estremi delle sue possibilità. Le Torri Gemelle erano viste come un’opera pionieristica ed erano diventate il simbolo della potenza degli Stati Uniti. L’ossessione estrema per la grandezza fu come un motore che non era più possibile fermare e in quegli anni videro la luce i primi esemplari di aerei Boeing 747 che rappresentavano ancora una volta una fede incrollabile nella tecnologia degli Stati Uniti. L’insieme dei due edifici contava 43.600 finestre oltre a tanti cavi, fra linee telefoniche e linee elettriche, quanti se ne potevano utilizzare per cingere la circonferenza terrestre non per una, ma per più volte consecutive.

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Schema Strutturale

La Porth Authority era ormai anni luce avanti a tutti e Tobin chiese addirittura alla Otis di progettare un sistema di ascensori pionieristici con porte scorrevoli sul davanti e sul retro in modo che i primi a salire fossero stati anche i primi a scendere. Date le dimensioni “fuori scala” degli edifici si rese necessario realizzare un sistema di ascensori completamente nuovo che fosse in grado di servire quella che era diventata a tutti gli effetti “una città verticale” dentro la città. Fu così che si giunse a un compromesso che adottava una soluzione particolarissima che vedeva gli edifici scomposti in più unità sovrapposte l’una all’altra. In pratica si trattava di 3 edifici sovrapposti che, complessivamente, contribuivano a creare l’edificio vero e proprio nella forma fisica ed estetica con la quale era identificabile dall'”esterno”. In questo modo le torri erano divise in 3 zone contenenti ciascuna i propri ascensori di servizio accessibili dal proprio “piano terra” (detto “skylobby”) che era evidenziato già all’esterno da delle “strisce” che formava l’acciaio stesso della struttura con una tecnica che rendeva quella sezione leggermente più scura rispetto alla lucentezza abbagliante del resto dell’edificio. In corrispondenza della prima “striscia” partivano da terra, formando bellissimi archi gotici, le immense colonne d’acciaio della struttura portante dell’edificio, che permettevano per la prima volta di eliminare i pilastri interni della struttura ottenendo maggiore superficie ed area calpestabile all’interno dell’edificio.

WTC09Alla seconda “striscia” corrispondeva invece il “piano terra” della seconda sezione della torre (a ridosso del 44esimo piano), mentre la seconda “striscia” evidenziava il “piano terra” della terza sezione (corrispondente al 74esimo piano) dell’edificio e infine l’ultima striscia, nella quale l’acciaio si piegava ulteriormente intersecandosi in eventi architettonici di natura goticheggiante, conteneva gli ultimi piani estremi della torre con l’accesso al tetto. I visitatori e gli utenti del complesso per accedere ai piani relativi a ciascuna sezione delle torri dovevano quindi effettuare 2 corse con più ascensori diversi per arrivare a destinazione. La soluzione, che a molti sembrò un po’ troppo artificiosa, permetteva invece di risparmiare tempo e di evitare lunghe code per poter salire sulle torri. Tuttavia un sistema di ascensori espressi permetteva comunque di “scavalcare” il locale garantendo un accesso rapido e completo a tutte le aree degli edifici. Per costruirle fu necessario creare nuove strade e abbattere più di 200 edifici nei quali vi erano negozi e abitazioni. La terra che venne portata via dal luogo dove dovevano essere costruite le fondamenta delle torri era in quantità talmente elevata che non sarebbe stato possibile neppure scaricarla nel fiume, poiché si sarebbe creata un’isola artificiale che avrebbe sconvolto l’intero equilibrio geologico di tutta la regione. Fu allora utilizzata per incrementare gli argini del fiume Hudson del sud di Manhattan; vennero creati nuovi isolati e fu possibile così ottenere nuovo territorio dove erigere altre torri. Il valore di questi nuovi terreni si aggirava sui 900 milioni di dollari e per terminare la costruzione delle Torri venne speso oltre 1 miliardo e mezzo di dollari. Quasi 220 piani, un chilometro di altezza complessiva, avrebbero ornato il cielo degli Stati Uniti che si affaccia sull’Atlantico. L’opera fu portata a termine in ben 10 anni, con interruzioni ai lavori e timori che la tecnologia del XX secolo non fosse ancora pronta per realizzare simili manufatti. Alcuni poi temettero addirittura che se le torri fossero state costruite il sud di Manhattan si sarebbe trovato completamente isolato dal resto del mondo come racchiuso nel bel mezzo di un immensa, gigantesca gabbia di Faraday che non avrebbe permesso alle trasmissioni radio di attraversare le strutture metalliche degli edifici. Nonostante tutto questo il 4 aprile del 1973 vennero inaugurate le Torri Gemelle (o Twin Towers) del centro del commercio mondiale e i giornali di tutto il mondo titolarono che era iniziata una nuova era: due edifici talmente grandi da poter ospitare ogni giorno più di 60.000 persone in quasi 900 metri di piani, stanze, ascensori, scale e finestre. Nel timore che davvero le trasmissioni radio potessero essere disturbate o addirittura interrotte dai 2 edifici le autorità, appena terminati i lavori, installarono un gigantesco pennone radio-televisivo in cima alla torre più alta (1 WTC).

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Windows On The World

Alla fine del 1973 venne aperto al centosettesimo piano della torre nord il ristorante Windows On The World (Finestre Sul Mondo) che sarà frequentato negli anni a venire da Frank Sinatra e John Lennon; e sul tetto della Torre sud (al centodecesimo piano) venne creato un super osservatorio a quasi 420 metri di altezza dal suolo dal quale era possibile vedere persino la frontiera col Canada (distante quasi 500 chilometri da New York). Appena terminati i lavori di costruzione, nel 1973, all’interno delle torri venne creata la prima rete audio-video a fibre ottiche al mondo, che permetteva di comunicare e trasmettere dati non utilizzando per la prima volta gli elettroni, ma fasci di luce laser proiettati all’interno di fili vitrei. Vennero utilizzate tecnologie talmente avanzate che il mercato mondiale avrebbe dovuto attendere 3 decenni per vederne la luce. Venne inoltre realizzato un collegamento computerizzato fra l’osservatorio della torre sud e il pennone radio-televisivo della torre nord, che venne integrato con un circuito di trasmissione a raggi laser che permetteva ai visitatori dell’osservatorio di scrivere su una postazione informatica un messaggio che poi veniva immediatamente trasmesso e inviato nello spazio. Come un ultimo “schiaffo” che veniva dato alla modernità stessa, come per dire che le torri erano esse stesse la rappresentazione fisica e tangibile che la modernità dava di se medesima.

LA “TRAGICA” STORIA RECENTE

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Il World Trade Center di New York “era” un complesso di sette edifici situato nella parte sud dell’isola di Manhattan (in inglese locale, Lower Manhattan), famoso in particolare per le torri gemelle o ‘Twin Towers’. Con il crollo delle torri (denominate WTC 1 e WTC 2) anche gli altri edifici minori (WTC 3, WTC 4, WTC 5, WTC 6 e WTC 7) furono distrutti o danneggiati irreversibilmente, e quindi abbattuti nei mesi successivi. Le torri gemelle furono costruite dall’architetto giapponese-americano Minoru Yamasaki tra il 1966 e il 1977. Ogni torre aveva un’area calpestabile complessiva di ben 400.000 metri quadrati; questo significa che sommando le superfici calpestabili complessive dei due edifici (400.000 + 400.000 metri quadrati) e aggiungendovi quelle degli altri edifici facenti parte del complesso (oggi anch’essi distrutti) si raggiungeva una superficie calpestabile pari a oltre 1.000.000 di metri quadrati (circa 1 chilometro quadrato di superficie!). Si tratta in assoluto (insieme al Pentagono e alla Muraglia cinese) dell’opera più imponente mai costruita dall’uomo.

L’11 SETTEMBRE 2001

WTC12Attorno alle ore 9, durante la mattina dell’11 settembre 2001 due aerei di linea (della American e della United Airlines) si schiantano, a distanza di alcuni minuti l’uno dall’altro, contro le due torri, causandone l’incendio e la parziale distruzione di alcuni piani. Le vittime totali furono 2817. La versione ufficiale dei fatti (quella comunicata dalle autorità americane) dice che il dilagare dell’incendio provocò l’indebolimento della struttura portante in acciaio atta a sorreggere le torri. Tale indebolimento, indotto dalle alte temperature sviluppatesi al momento dell’impatto, provocò il collasso totale delle stesse, evento drammatico entrato di fatto a far parte della Storia contemporanea degli Stati Uniti d’America. L’amministrazione statunitense dichiarò che l’attentato fu ordinato da Osama Bin Laden, terrorista islamico.

RICOSTRUZIONE

WTC13La ricostruzione del World Trade Center è al momento affidata all’architetto polacco-americano Daniel Libeskind e al suo Master Plan for the New World Trade Center. L’edificio di punta del New World Trade Center sarà la Freedom Tower, un edificio di 541 metri (cioè 1776 piedi, un riferimento simbolico alla data della Rivoluzione Americana e della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America).

Le date previste per la realizzazione del nuovo complesso sono però ancora incerte, visto l’acceso (e spesso polemico) dibattito e le tante pastoie burocratiche e politiche che circondano il progetto.

WTC15Indipendentemente dal Master Plan e da Libeskind, si sta al momento ricostruendo il WTC 7 (la parte esterna è stata completata nel 2005) sebbene il nuovo edificio, architettonicamente, non abbia molto a che vedere con il vecchio. Non è chiaro se il WTC 7 verrà considerato parte del nuovo World Trade Center.

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MINORU YAMASAKI

WTC16Architetto, Minoru Yamasaki è nato il 1° dicembre 1912 a Seattle, Washington, da immigrati giapponesi di seconda generazione. Nonostante provenisse da una famiglia dalle modeste possibilità economiche, Minoru Yamasaki si laureò presso l’Università di Washington; pagò i propri studi lavorando, quando non doveva frequentare le lezioni, presso un conservificio di salmone d’Alaska. Nel 1930, dopo essersi trasferito a New York City si iscrisse alla facoltà d’architettura dell’Università di New York ed ottenne lavoro presso lo studio di Shreve, Lamb and Marmon, progettisti dell’Empire State Building. Formatosi sulla scuola di pensiero di Mies van der Rohe, cercò tuttavia di rompere col clima razionalista mediante un’adesione, assai discussa, a eclettismi neogotici con ricordi orientali. Autore di molte opere, è noto soprattutto per aver disegnato le due torri principali del World Trade Center.

WTC17Il suo primo progetto importante fu Pruitt-Igote housing project in 5t. Luis Missouri, 1955. Nonostante la sua predilezione per il desing tradizionale giapponese, questa fu una struttura in cemento armato rigida e modernista, divenuta talmente impopolare da venire demolita nel 1972; distruzione considerata da alcuni, come l’inizio dell’architettura postmoderna. Minoru Yamasaki disegnò anche parecchie costruzioni di aereoporti internazionali. Molti dei suoi edifici sono ispirati dall’architettura gotica e fanno uso di finestre verticali molto strette; è stato da più parti detto che lo stile di queste deriva dalla sua particolare paura per l’altezza. Yamasaki non è vissuto abbastanza per assistere alla distruzione delle torri l’11 settembre 2001. Morì di cancro nel 1986. Fra le sue realizzazioni di maggiore importanza vanno ricordati Aluminium Building l’aereoporto di Saint Louis, il Reynoids Aluminium Building (1959-61) di Detroit, e il Community Center della Wavne Uiversity, oltre alle citate torri del World Trade Center di New York.

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http://www.youtube.com/watch?v=p4nolhGeJ0Q

Articoli1

Feb 142014
 
Prefazione a cura del prof. Betto

Sto riscoprendo tanti grandi lavori scritti negli anni dai miei alunni. Scritti pieni di passione, ricerca e curiosità. Approfondimenti che li hanno portati a viaggiare con la fantasia attraverso la rete, a scoprire le bellezze che il mondo, al di la dello spazio che loro conoscono, custodisce. I nostri cinque scrittori si sono cimentati con un’altra mega-struttura, quella dei ponti. Simbolicamente il ponte rappresenta il superamento di un limite, il raggiungimento di un obiettivo lontano e per certi versi irraggiungibile. Si è evoluto raggiungendo livelli strutturali e funzionali eccellenti, ma rappresentando sempre una sfida architettonica e un trionfo dell’ingegneria civile. Leggiamo insieme quanto prodotto dai nostri ragazzi.

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I ponti sono normalmente costruzioni dell’uomo per l’attraversamento di corsi d’acqua, arterie stradali e valli. Su di essi la gente può camminare o viaggiare su di un veicolo per varcare un ostacolo sottostante. I ponti naturali (di pietra) invece non sono altro che il risultato di un fenomeno naturale.

Il primo ponte fu probabilmente un semplice tronco d’albero caduto per caso fra le due rive di un fiume.

Ponti03Per ben comprendere come sono fatti i ponti, bisognerà prima definire alcuni termini. L’impalcato è la struttura orizzontale che sorregge il piano viabile. A volte con tale parola s’intende anche, per estensione, l’intera struttura orizzontale del ponte, includendo le travi, sostenuta dalle pile e dalle spalle. L’impalcato può essere costituito da tavole o travetti di legno, o da una piastra, o soletta, in calcestruzzo armato, o da una lamiera d’acciaio irrigidita da nervature tra loro ortogonali, che prende nome di lastra ortotropa. Il tipo di ponte la cui struttura longitudinale è formata soltanto da travi è detto appunto ponte di travi, o ponte a travata. Un sistema di travi assemblato in modo da formare una struttura a maglie triangolari si chiama travata reticolare (nell’ambito dei ponti) o capriata (nell’ambito dell’edilizia). Un sistema di travi reticolari o capriate consente di realizzare una struttura di maggiore altezza e capacità portante di quanto si potrebbe realizzare con una semplice trave, e quindi consente di superare maggiori luci libere. La struttura orizzontale del ponte, che sostiene l’impalcato, viene normalmente chiamata travata. Le spalle sono le strutture che danno sostegno all’impalcato alle sue estremità e che costituiscono elemento di transizione tra il ponte ed i tratti di strada ad esso adiacenti. Quando il ponte attraversa un corso d’acqua le spalle possono essere conformate in modo da proteggere le sponde dall’erosione. In generale i ponti e i viadotti sono costruzioni stabili, senza parti in movimento, e quindi di tipo fisso.

I ponti possono essere costruiti e classificati secondo tre tipologie:

  1. ponte fisso;
  2. ponte mobile;
  3. ponte ribaltabile.

Ponti02

Prima di approfondire la trattazione di questi tipi di ponti, bisogna comunque descrivere alcuni elementi fondamentali che li costituiscono, cioè: trave; trave maestra; capriata; continuo.

A TRAVE

Ponti044Si dispongono parallelamente alla strada per sostenere il piano viabile lunghe travi di acciaio dal profilo a doppio “T”. Esempi frequenti di questo semplicissimo genere di ponte sono i ponti ferroviari con campate da quindici metri, e ponti per arterie di grande comunicazione con campate da trenta metr

A TRAVE MAESTRA

Vasco da Gama BridgeTre piastre di acciaio vengono saldate insieme per formare una trave a doppia “T”, capace di sopportare un carico maggiore di quello addossabile a un trave normale a doppia “T” a un sol pezzo. Questo tipo di sostegno si adopera per campate più lunghe di quelle ottenibili con un ponte a travate semplici. Ha anche il pregio di una bassa franchigia quando lo si desideri.

[ Franchigia – massima altezza consentita ai natanti per non urtare contro il ponte. ]Punto-interrogativo2-icon

A CAPRIATA

Ponti06

Elementi strutturali verticali e orizzontali di acciaio vengono rinforzati con tiranti in diagonale in modo da formare dei triangoli. Questo è un tipo rigido ed economico per campate più lunghe e semplici. Occorre una notevole franchigia a causa della complessità dell’intelaiatura.

CONTINUO

Un ponte continuo è sostanzialmente una serie di campate semplici appoggiate su tre o più punti.

PONTI FISSI

Questo tipo di ponte è costruito in posizione permanente. Ha una franchigia in altezza ritenuta sufficiente per tutto il traffico che prevedibilmente deve passarvi sotto. Ponti fissi di piccola luce, del tipo a travi, a travate o a travi reticolari, congiungono le due spalle senza alcuna pila intermedia e sono di tipo a travi o a travata. In caso di grande distanza tra le spalle si prevedono pile intermedie o ponti del tipo ad arco, o del tipo strallato, o del tipo sospeso.

TIPO AD ARCO

Il piano viabile è sostenuto da una struttura di acciaio o calcestruzzo o muratura o legno, conformata ad arco (corto segmento di cerchio). Se il piano viabile corre al di sopra dell’arco il ponte è detto a via superiore; l’impalcato è sostenuto dall’arco mediante una serie di elementi verticali o subverticali sollecitati a compressione e chiamati piedritti; l’arco trasferisce al terreno consistenti forze orizzontali, dette “spinte” ed il sistema viene chiamato ad “arco spingente”. Se l’arco sovrasta il piano viabile il ponte è detto a via inferiore; l’impalcato è sospeso all’arco mediante elementi verticali o inclinati sollecitati a trazione e chiamati pendini o tiranti. In questo caso la travata d’impalcato può essere resa solidale con le estremità dell’arco ed in tal caso può equilibrare in toto o parzialmente le componenti orizzontali delle azioni trasmesse dall’arco; questo tipo di struttura prende il nome di “arco a spinta eliminata” e consente di trasferire sul terreno minime o nulle azioni orizzontali.

TIPO STRALLATO

L’impalcato è sostenuto da una serie di tiranti inclinati, chiamati stralli, confluenti in sommità di strutture a prevalente sviluppo verticale, chiamate antenne o piloni e conformate a torre, a portale, ad H, ad A o a lambda. Talvolta la struttura che sostiene gli stralli è conformata ad arco. L’impalcato, le antenne e gli stralli possono essere configurati e dimensionati in modo da realizzare una struttura analoga ad una struttura reticolare in cui gli elementi sono soggetti a prevalenti azioni assiali; ne deriva in questo caso una struttura ad elevata efficienza statica, e in molti casi di grande snellezza e valore estetico. L’elevata efficienza statica consente di superare grandi luci libere. Il maggiore ponte strallato realizzato in Italia è il Ponte all’Indiano a Firenze. Il maggiore ponte strallato realizzato attualmente nel mondo è il Tatara Bridge in Giappone con una luce di 890m.

TIPO SOSPESO

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Un ponte a sbalzo ha due campate che si vengono incontro e sono unite nella mezza mercé, una campata semplice sospesa. È un principio simile a quello di due persone che si tocchino a vicenda le punte delle dita tenendo le braccia stese. Le campate sporgenti, dette a sbalzo, sono sostenute da un sistema di pile principali e ancoraggi che giungono fino alle sponde. Una costruzione di questo genere non presenta difficoltà perché le campate a sbalzo si sorreggono da sé. Questo genere di ponte è caratterizzato da grandi franchigie in larghezza.

PONTI MOBILI

Questo tipo di ponte si costruisce per facilitare la navigazione sollevando il piano del ponte o ruotando in modo da scostarlo. Il piano è fatto di travi, di travi maestre o di elementi a capriata, ma in un certo punto fa perno o si allontana dal contatto con la terra. All’interno di questa tipologia di ponti abbiamo: ponte levatoio, ponte girevole, ponte ribaltabile, ponte sollevabile.

PONTE LEVATOIO

È imperniato ad un’estremità soltanto, e si solleva o si abbassa a ruota lateralmente per mezzo di un contrappeso.

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PONTE GIREVOLE

Ha una sola campata ed è fissato ad un’estremità tramite un perno verticale, attorno al quale ruota. Può essere costituito da due semiponti fissati alle opposte estremità, i quali aprono il ponte nel mezzo ruotando indipendentemente l’uno dall’altro. Il Ponte Girevole di Taranto ha una lunghezza di 90 metri.

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PONTE RIBALTABILE

È un perfezionamento del ponte girevole. Si compone di due parti equilibrate a sbalzo fatte a capriata o a trave maestra. Siccome il ponte si apre nel mezzo, la franchigia evidentemente non ha limiti nemmeno in canali angusti.

PONTE SOLLEVABILE

Due torri fornite di cavi, contrappesi e motori sollevano e abbassano il piano del ponte. Questo ponte funziona in modo molto simile a un ascensore.

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PONTI TRAGHETTO

Questo ponte è in realtà una specie di natante. Una imbarcazione viene caricata a una sponda e con un cavo la si rimorchia verso l’altra. Dei piloni a ciascuna estremità e un’intelaiatura fatta a capriata sorreggono il meccanismo di rimorchio.

CHIATTA

Galleggia sull’acqua. Le imbarcazioni, o pontoni, che sostengono il piano del ponte, possono essere ancorate se la costruzione è permanente. Le unità militari generalmente si servono di ponti su chiatte in via temporanea.

PUOI LEGGERE ANCHE:
ANCHE NOI SCRITTORI
Alunno/i autore/i dell’articolo:
G. CONTICELLO – A. GRILLO – T. GRILLO – G. PRIVITERA – N. RAPISARDA
Classe e Anno: Argomento di Riferimento:
Terza E – 2007/08 ARCHITETTURA
Feb 132014
 
Alunni Articolo scritto: VALENTINA DI GRAZIA, VIRGINIA PODESTA’, NAUSICA ANTONELLI, GABRIELE BUDA, MARCO DELLA MONICA
Classe: 3E – Anno: 2007-08

Prefazione a cura del prof. Betto

Ancora architettura e ancora un lavoro realizzato dagli studenti della Dante Alighieri. Anche questo edificio rientra in un progetto più grande che ha consentito agli studenti di cimentarsi con la realizzazione di elaborati, anche complessi, e con la manualità del costruire all’interno del laboratorio tecnologico. Questa volta si parla dell’icona della città di New York, il suo maestoso grattacielo noto come Empire State Building, meta annuale di milioni di turisti. Un racconto dettagliato, curioso e divertente su un simbolo dell’architettura contemporanea. Buona lettura a tutti.

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informazioni generali anno
Preceduto da CHRISLER BUILDING
Superato da WORLD TRADE CENTER 1972
Stato Completato
Costruito 1929-31
Inaugurazione 1 maggio 1931
misure
Antenna/guglia 449 metri
Tetto 381 metri
Peso 275.000 tonnellate 
Numero piani 102 (86 disponibili) 
Area calpestabile 254.000 mq 
Ascensori 73 
Finestre 6.500
dati progettuali
Architetto SHREVE, LAMB AND HARMON
Costruttore STARRETT BROTHERS AND EKEN


EMPIRE STATE BUILDING

Gli oltre 5000 metri cubi di pietra calcarea insieme alle travi di acciaio e i 10 milioni di mattoni utilizzati conferiscono all’Empire State Building il peso di circa 332.000 tonnellate! In questo gigante di 102 piani, ci sono 73 ascensori, 1860 scalini e 6500 finestre e al suo interno vi lavorano oltre 15.000 persone.

Rimase il grattacielo più alto al mondo dall’anno della sua costruzione (1931) fino al 1972, anno in cui vennero inaugurate le torri gemelle. Dopo l’attentato dell’11 settembre è rimasto il secondo edificio più alto degli Stati Uniti d’America.

Quando iniziarono i lavori di costruzione, nel 1929, l’Empire era straordinariamente avanzato. Era il primo edificio a non avere una cisterna d’acqua sul tetto, ma si serviva di pompe sistemate, ogni 20 piani. Gli operai – in certi giorni in cantiere c’erano più di tremila persone – potevano contare su misure di sicurezza all’avanguardia per l’epoca e nei 13 mesi che furono necessari per costruirlo, si contarono ‘solo’ 12 incidenti mortali.

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TRA STORIA E IMMAGINARIO

Nel periodo immediatamente successivo alla sua costruzione, in piena grande depressione, gli uffici erano quasi interamente vuoti e la sera le luci venivano accese appositamente per evitare che ciò si capisse: questa situazione iniziale valse al grattacielo il nomignolo di Empty State Building.

King Kong

Empire06L’Empire State Building è una delle mete obbligate per chi si reca a New York: ormai non è più il grattacielo più alto del mondo, ma rimane uno dei simboli della Grande Mela, ed è entrato anche nell’immaginario cinematografico. King Kong racconta di un gorilla gigante strappato all’isola fantastica dove viveva; trasformato in fenomeno da baraccone per la gioia dei newyorkesi, il potente gorilla riesce a scappare dalla gabbia e scalato l’Empire come fosse una montagna viene assassinato da un attacco aereo. Nel celebre film di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack non mancano i riferimenti al mito della bella e la bestia. Infatti Kong si innamora della bella Ann Darrow e sacrifica la sua vita pur di salvarla. Il film portò molta notorietà all’attrice che interpretò il ruolo, Fay Wray, e quando l‘attrice è scomparsa nel 2004, le luci che perennemente illuminano l’Empire sono state spente in suo onore.

Una storia di “luci”

Empire04Poco sotto la sua cima esiste un osservatorio che offre una notevole vista sulla città sottostante e che è un’importante meta turistica. La cima stessa è generalmente illuminata con colori che corrispondono alle varie ricorrenze (ad esempio, dopo gli attentati del settembre 2001 le luci sono rimaste a lungo dei colori della bandiera americana).

L’Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, è stato illuminato giorno 07/04/2004 completamente di rosso, per celebrare i 50 anni della presenza della Ferrari negli Stati Uniti. Un tributo al cavallino rampante, con una mostra di Ferrari d’epoca al Rockefeller Center, e un galà al Javits Center per raccogliere fondi per la East Side House del Bronx, un’istituzione che aiuta bambini in difficoltà.

Il DVD del film dei Simpson ha superato niente meno che Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Il merito, oltre all’impagabile simpatia di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie, va senza dubbio ricercato nell’imponente campagna pubblicitaria fatta dalla Fox, che non si è limitata a un classico annuncio sulla stampa specializzata e, in stile perfettamente americano, ha preferito “colorare” il mitico Empire State Building di giallo in onore della famiglia Simpson.

Nel 1995 e nel 1998, rispettivamente per gli 80 anni e per la morte di Frank Sinatra, tutte le luci del grattacielo assunsero il colore blu, in omaggio al colore degli occhi del leggendario cantante italo-americano.

Accendere le luci del grattacielo è ormai da vari anni un’usanza. Per il Columbus Day, ad esempio, l’Empire State Building viene illuminato coi colori del tricolore italiano.

L’incidente aereo

Nel 1945 l’Empire State Building fu coinvolto in un incidente aereo, quando un bombardiere B-25 Mitchell si schiantò accidentalmente sul suo lato nord, fra il settantanovesimo e l’ottantesimo piano, uccidendo 14 persone. La struttura non subì nessun danno di rilievo.

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L’antenna

Negli anni ’50 sulla sua cima fu aggiunta l’antenna per le trasmissioni televisive, alta oltre 50 metri. L’Empire State Building è un perfetto punto di trasmissione per le stazioni radiotelevisive di New York, tanto che diversi dei suoi ultimi piani sono occupati da studi televisivi.

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Il record di scalini

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A proposito di scalini: il Guinnes dei Primati riporta il miglior tempo impiegato per “scalare” l’Empire: 10 minuti e 47 secondi e annualmente un gruppo di atleti ripete questa impresa nella speranza di battere questo record. E’ vivamente consigliato salire almeno all’osservatorio dell’86° piano, utilizzando i velocissimi ascensori (impiegano meno di un minuto), oppure per i più audaci percorrendo i 1860 gradini per raggiungere il centoduesimo piano. Se la giornata è limpida, è anche spettacolare salire all’ultimo piano per godersi il panorama di sera, lasciandosi incantare dalla vista delle luci di New York. L’osservatorio, infatti, è aperto tutti i giorni dalle 9.30 del mattino a mezzanotte (l’ultima salita è alle 23.15). L’ingresso agli ascensori è 350 5th Ave alla W. 34th St.

Chico Scimone run-up

Empire09Quante volte vi è capitato di fare qualche rampa di scale di corsa perchè avevate fretta? Ecco, dovete sapere che qualcuno ha trasformato tutto questo in una competizione. Chi? Gli americani, Ogni anno si corre l’Empire State Building Run-Up. Al via si inizia a correre salendo i 1576 per raggiungere l’86° piano e diventare così il numero uno. Per dovere di cronaca vi informiamo che la vittoria per quanto riguarda gli uomini è andata al 22enne tedesco Thomas Dold che ha chiuso in 10 minuti e 25 secondi. Tra le donne ha trionfato l’australiana Suzy Walsham in 13 minuti e 12 secondi. Non c’era, chiaramente, il grande Chico Scimone l’italiano scomparso il 9 aprile del 2005 all’età di 93 anni. Chico partecipò a questa corsa ben 15 volte, l’ultima qualche mese prima di morire. Ancora qualcuno gareggia indossando una maglietta con la scritta “Chico Runs” in memoria dell’arzillo vecchietto che portava il sorriso sul viso di tutti.

L’uomo ragno

Empire10Il francese Alain Robert ha scalato a mani nude l’Empire State Building. Come già successo altre volte, una volta sceso a terra, è stato fermato dalla polizia. Dopo qualche controllo Robert è stato rilasciato con una bella multa per turbativa dell’ordine pubblico.

Il quarantacinquenne francese ha iniziato la sua carriera off-limits (e fuori anche dalle leggi) nel 1982. Prima di allora era un famoso freeclimber, ma un incidente lo ha reso invalido al 66%. I medici, dopo avergli salvato la vita, si erano detti certi che non sarebbe più stato in grado di scalare pareti di roccia: in un certo senso, lui ha cercato di non smentirli.

LA SUA STORIA

L’edificio dell’Empire State Building sorge dove un tempo c’era la prima sede del Walford Astoria Hotel. Nel 1929 il Walford spostò la sua sede in quella attuale e al suo posto venne dificato l’Empire.

Gli scavi delle fondamenta di questo prestigioso edificio iniziarono poche settimane prima del terribile crollo della borsa dell’ottobre 1929 e i lavori furono ultimati nel 1931, non molti mesi dopo l’inaugurazione del Chrysler, a cui rubò il primato di edificio più alto del mondo, superandolo di circa 60 metri.

Per innalzare l’Empire State Building occorsero 14 mesi di lavori serrati, durante i quali fu battuto il record di costruzione di quattro piani alla settimana e, cosa mai successa prima di allora, le spese furono inferiori a quelle previste durante la progettazione.

L’inaugurazione avvenne il 1° maggio del 1931 anche se meno della metà degli spazi erano già stati affittati, cosa che gli valse il nomignolo di Empty (vuoto) State Building. Ma il vero successo dell’edificio che si affaccia sulla Fifth Avenue furono le terrazze panoramiche aperte al pubblico. Per la prima volta infatti si pensò di dotare un edificio di quell’altezza di un osservatorio panoramico aperto ai turisti. Alle terrazze, come ai piani superiori, ci si accedeva con gli ascensori in grado di arrivare all’86° piano in meno di un minuto.

Empire11In un secondo momento si pensò di dotare l’edificio di un pennone di attracco per dirigibili, ma l’operazione risultò essere più ardua del previsto e così questo divenne una torre per la ricezione di programmi radiotelevisivi. Il pennone alto 46 metri ancora oggi trasmette i programmi di diverse reti tv e radio in altri 4 stati oltre New York.

Nel 1933 l’Empire fece la sua apparizione nel cinema, diventando celebre la sua scalata da parte di King Kong, che da lassù cercava di catturare gli aerei che lo attaccavano. Infatti, negli ascensori che portano all’80° piano è possibile incontrare King Kong che vi tiene compagnia lungo il percorso verso l’alto.

Nel 1945 questo celebre edificio fu protagonista di un triste incidente in cui un caccia bombardiere, persosi nella nebbia della città, volando troppo basso andò a schiantarvici all’altezza del 78° piano. Era il 28 luglio del 1945 e il tenente William Franklin Smith su un Bombardiere B-25 voleva atterrare all’aereoporto di Newark, non avendo ottenuto immediatamente l’autorizzazione deviò verso l’aeroporto di La Guardia, e quindi la torre di Newark gli diede il permesso immediato. A questo punto il La Guardia lanciò il suo messaggio: “al momento non riusciamo a vedere la sommità dell’Empire State Building…” poco dopo, alle 9:49 il suo arereo si schiantò sul 79° piano dell’edificio. Smith morì nello schianto, insieme al copilota, e ad un giovane marinaio di 20 anni che era stato rimandato a casa per assistere i genitori che avevano appena perso un altro figlio nel Pacifico.

L’Empire oscillò di circa un metro, mentre l’aereo provocò un foro di 7 metri nella parete, il carburante fuoriuscito dai serbatoi provocò un incendio su due piani, il motore di sinistra attraversò l’edificio e uscì dalla parte opposta andando a distruggere un attico della 34th Street. Il motore di destra cadde nella tromba di uno degli ascensori, tranciandone i cavi, e facendolo precipitare per circa 300 metri, ma grazie ai freni di emergenza, l’addetta all’ascensore Betty Lou Oliver riuscì a sopravvivere nonostante le ferite riportate. Nell’incidente persero la vita altre dieci persone, e questo perchè non era un giorno lavorativo normale, altrimenti le vittime sarebbero state molte di più.

IL MITO

Ancora oggi il mito dell’Empire State Building sopravvive intatto, diventando con la sua altezza e la sua storia l’icona della città di New York. Sopravvissuto alla tragedia dell’11 settembre ha da quella data, suo malgrado, riconquistato il primato sottrattogli dal World Trade Center di edificio più alto. Oggi è nuovamente secondo dietro alla Freedom Tower, che ha sostituito le torri gemelle nella loro collocazione a Ground Zero. Ma se pensiamo a New York, la prima cosa che ci viene in mente è proprio lui, il gigante della V strada, la metà più ambita dal turista che si reca nella Grande Mela.

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