Giu 222017
 

Il cuore, come altri organi importanti del nostro corpo, quando per una molteplicità di cause, smettono di funzionare correttamente, è possibile mantenerli in attività attraverso specifici dispositivi medici. Il limite di questi, sta nel fatto che utilizzano sistemi di alimentazione basati su sostanze non sempre bio-compatibili e che devono sostituire gli accumulatori quando scarichi.

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I ricercatori dell’Università della California, Los Angeles (UCLA) e dell’Università del Connecticut hanno realizzato un nuovo dispositivo che è totalmente bio-compatibile, sfrutta l’estrema sottigliezza del grafene ed ha carica praticamente inesauribile. Si tratta di una specie di batteria in grado di estrarre energia dal corpo umano e inviarla ad un circuito elettrico utilizzabile da dispositivi medici.

Si tratta di un super-condensatore composto da un elemento chiamato raccoglitore, formato con strati di grafene e proteine umane modificate. Questi si comportano come se fossero gli elettrodi di una pila, capaci di accumulare l’energia dal corpo umano a partire dal movimento e dal calore. In questo modo estraggono cariche elettriche dagli ioni che si trovano nei liquidi che lo compongono, come sangue e urine.

La scelta del grafene è dovuta alla sua estrema sottigliezza. Avendo infatti lo spessore di un solo atomo, è possibile creare dei dispositivi da impiantare sul corpo del paziente, estremamente sottili, anche meno di un capello e conseguentemente estremamente flessibili e adattabili.

Superconduttore03Il super-condensatori, inoltre, possono essere caricati e scaricati molto velocemente, offrendo una maggiore densità e quindi potenza, stabilità nei cicli di ricarica e la possibilità di utilizzare anche fluidi esterni al corpo umano come elettroliti.

I vantaggi di questa soluzione sono molteplici; questo sistema di accumulo, come detto è bio-compatibile, quindi dovrebbe eliminare i problemi di rigetto nei pazienti. Utilizza materiali non tossici, anzi altamente tollerabili dal corpo umano; i cicli di ricarica possono essere infiniti eliminando in questo modo la necessità di ricorrere a interventi per la sostituzione delle batterie.

Vedremo quali saranno le future applicazione di questa scoperta, intanto i ricercatori affermano che la soluzione è già pronta per le realizzazione di alcuni dispositivi bio-medicali, come pacemaker cardiaci.

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