Nov 272016
 

Abbiamo parlato molte volte di nuove tecnologie per la realizzazione di batterie per prodotti indossabili e per gli smartphone. Le batterie rappresentano oggi proprio per questi ultimi il vero tallone di Achille. I moderni cellulari, infatti svolgono una quantità enorme di funzioni e vengono usati in modo continuativo dai loro proprietari. Questo purtroppo si traduce in un consumo della batteria molto rapido che richiede continue ricariche anche giornaliere.

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Le nueve batterie cercano di far fronte a questi limiti e anche i produttori ottimizzando i software e l’hardware cercano di limitare i danni, ma la realtà è che bisogna ricaricare il proprio cellulare almeno una volta al giorno e serve del tempo affinché questa non raggiunga un livello accettabile. Inoltre, le batterie sono soggette a un lento ma progressivo decadimento dovuto all’uso; cioè man mano che le si utilizza, la durata diminuisce e i tempi di ricarica crescono.

Dagli studi condotti sulle nanotecnologie all’Università della Florida Centrale dal ricercatore Yeonwoong ‘Eric’ Jung forse si apre uno spiraglio per una soluzione definitiva.

Si tratta di un sistema che utilizza super condensatori flessibili che rispetto alle normali batterie utilizzate oggi, riescono a mantenere la propria stabilità per almeno 30.000 cicli di ricarica, ossia molto di più delle attuali. La loro struttura, inoltre, consente di immagazzinare l’energia molto più rapidamente di quelle al litio potendo così ridurre drasticamente i tempi di ricarica da qualche ora a pochi secondi.

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In pratica, questi condensatori sono composti da milioni di microscopici filamenti rivestiti da materiali bidimensionali capaci di far fluire gli elettroni molto più velocemente così da avere tempi di ricarica inferiori e sono rivestiti da nanomateriali capaci di fornire una superiore densità che consente un maggior accumulo di energia e potenza.

Si tratta è vero di un progetto ancora in fase sperimentale, ma i risultati fin qui ottenuti fanno ben sperare che si sia imboccata finalmente la giusta strada per realizzare la batteria definitiva, sia per gli indossabili che per le auto elettriche. Staremo a vedere.

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Nov 272016
 

Il futuro inizia ad essere presente. Alcune delle scene più incredibili viste in films di fantascienza che ci sembravano lontane o impossibili stanno per diventare realtà grazie ad una grande innovazione realizzata da un team di ricercatori internazionali a cui ha partecipato anche il fisico italiano Cristiano De Michele dell’Università la Sapienza di Roma.

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Si tratta di una nuova generazione di cristalli liquidi biocompatibili che consentono di trasmettere informazioni a grandissima velocità. Queste nuove fibre sono ottenute da filamenti di DNA sintetico disciolto in acqua le cui proprietà sono davvero straordinarie.

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Queste incredibili fibre sono state ottenute disegnando delle sequenze di DNA artificiale che a temperatura ambiente si allineano tra di loro disponendosi come delle barrette tutte nelle stessa direzione e con un certo ordine spaziale.

La disposizione di queste nanoparticelle è a gomito come nella foto qui di fianco con un preciso ordine spaziale, e la loro dimensione è davvero infinitesimale.

Ma qual’è il vantaggio e le straordinarie proprietà di queste microscopiche nanoparticelle? Oltre alla dimensione sono biocompatibili, ossia possono essere metabolizzate dall’organismo di qualunque essere vivente senza che queste possano in qualche modo danneggiarlo o interferire con le sue funzioni vitali.

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E’ facile adesso immaginare quali possano essere gli impieghi di questa incredibile innovazione. Schermi LED ad altissima resa e grande velocità di trasmissione direttamente sulla pelle del nostro corpo. Sistemi di trasmissione attivabili direttamente sul nostro corpo per ricevere chiamate anche in video, guardare trasmissioni televisive sul nostro braccio o su qualunque altra parte del corpo, tatuaggi luminescenti che cambiano colore o si accendono in base alle variazioni della temperatura del nostro corpo avvisandoci di ogni possibile variazione del nostro stato fisico.

Siamo solo all’inizio, ma questa scoperta è già molto promettente sin dai suoi inizi. Vedremo quali potranno essere le possibili applicazioni reali di questa nuova scoperta, ma è sicuro che presto ne sentiremo ancora parlare.

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