Lug 142016
 

Parcheggiare senza dover girare lo sterzo, senza doversi affidare ai sensori di parcheggio e sfruttando uno spazio esattamente della lunghezza della propria autovettura, probabilmente farebbe piacere a tutti. Sono molti i robot che utilizzano già oggi sistemi in grado di farli spostare lateralmente oltre che avanti e indietro per garantire il massimo della mobilità. Ma in questo caso l’idea è applicata direttamente alle autovetture.

PNEUMATICI04Dall’idea geniale di un inventore canadese, William Liddiard, è nato un nuovo tipo di pneumatico, che sfrutta lo stesso materiale di quelli classici utilizzati sulle nostre autovetture. La mescola è infatti la stessa di quelli già in commercio ed è in grado di sopportare sollecitazioni meccaniche molto alte. La sua capacità si spinge fino a una resistenza a torsione pari a 10 tonnellate, capace di garantire prestazioni e aderenza dello pneumatico perfette e di adattarsi alle differenti superfici e tipologie di guida.

Il prototipo è già funzionante come dimostrato da un video quasi virale su internet, dove l’auto di prova sembra quasi ballare ruotando su se stessa di 360°.

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PNEUMATICI02Liddiard sta cercando sponsorizzazioni per far diventare questa sua idea un prodotto commerciabile.

Il trucco non ancora svelato del tutto pare dipenda dal disco metallico collocato sulla parte esterna dello pneumatico che permette a questa di scivolare spostandosi in tutte le direzioni.

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Lo pneumatico è formato da due sezioni tubolari capaci di ruotare intorno al proprio asse.

A detta dell’inventore, lo pneumatico è adattabile ad ogni tipo di veicolo in commercio, di adattarsi a tutti i tipi di superficie e di svolgere tutte le normali funzioni, in sicurezza, svolte da un classico pneumatico.

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Vedremo se Liddiard riuscirà a trovare uno sponsor e a trasformare per la sua geniale invenzione.

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Le nuove tecnologie video richiedono prestazioni dai nostri dispositivi elettronici davvero eccezionali. La quantità di dati processati in un secondo nei video 4K e presto 8K, rendono obsoleto qualunque dispositivo di scrittura e lettura dei dati. Attualmente la tecnologia più utilizzata per l’immagazzinamento e trasferimento dei dati digitali soprattutto nelle videocamere, sono le schede microSD con tagli di memoria che vanno da 16Gb a 256Gb. Ma per quanto veloci, queste schede di memoria cominciano a segnare il passo, non riuscendo più a soddisfare le esigenze imposte dal mercato.

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Samsung, la casa nord coreana, ha infatti iniziato la produzione di nuove schede basate su di una nuova tecnologia chiamata UFS (Universal Flash Storage), che dovrebbe in brevissimo tempo sostituire le vecchie microSD.

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Ma perché UFS è meglio di microSD? Semplicemente una questione di velocità. Le dimensioni e la forma sono identiche, ma la UFS batte microSD 5 a 1 nella velocità di lettura, 530 megabyte al secondo, e la doppia in scrittura, 170 megabyte al secondo.

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Queste nuove schede di memoria, hanno lo scopo di aggiornare le nostre apparecchiature di fronte ad una richiesta di trasmissione dati, soprattutto video, in crescente aumento. Nonostante la forma sia identica, queste nuove schede non sono sostituibili alle microSD perché la posizione del pin le rende incompatibili con i dispositivi attuali, per questo sarà necessario aggiornare anche le nostre apparecchiature per poterle sfruttare.

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AUROGEL01Chi lo avrebbe detto che dal latte i ricercatori sarebbero riusciti a produrre oro a 20 carati? Eppure è così; i ricercatori della ETH di Zurigo sono riusciti a creare in laboratorio un nuovo materiale dalle caratteristiche eccezionali. E’ super-leggero (1000 volte meno pesante dell’oro tradizionale) così leggero da galleggiare pure sulla schiuma del cappuccino, morbido al tatto e lucente.

Questo nuovo materiale, soprannominato aurogel dai suoi scopritori, potrà essere impiegato in molti campi, soprattutto quello della gioielleria e dell’alta moda per realizzare creazioni innovative e ancora non prevedibili.

AUROGEL02Ma come hanno ottenuto l’aurogel i ricercatori svizzeri? Sono partiti dalle proteine del latte scaldandole a tal punto da costringerle a scindersi in sottili fibre spesse solo un nanometro. A questo punto il miracolo: queste fibre sono state immerse in una soluzione di sali d’oro. Le fibre si sono mescolate tra di loro intrecciandosi formando una struttura attorno alla quale le particelle d’oro si sono cristallizzate permettendo la nascita di questo nuovo materiale superleggero.

La pepita realizzata in laboratorio è così leggera da restare sospesa sopra i petali di un fiore o addirittura galleggiare sulla schiuma di un cappuccino.

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Cos’è che rende questo nuovo straordinario materiale leggero? Il fatto che è estremamente poroso; la sua struttura contiene per il 98% aria.

Il restante 2% è costituito da 4/5 di oro e per 1/5 dalle fibre del latte. Questa insolita combinazione rende il materiale molto malleabile senza compromettere le altre caratteristiche tipiche dell’oro quale la lucentezza e la grande lavorabilità.

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