Ott 172014
 

gatto-pastisEbbene oggi è venerdì 17. Molti lo temono e non vedono l’ora che sia passato, molti lo subiscono per effetto delle fobie comuni, molti altri (come il sottoscritto) non se ne accorgono neppure in virtù del fatto che rappresenta un giorno normale come tanti altri. Ma nell’approcciarmi a svolgere le mie attività quotidiane sul registro elettronico, mi è caduto l’occhio sulla fatidica data. Essendo io una persona curiosa per natura, mi sono chiesto quali fossero i motivi per cui questa data risultasse così nefasta per molte persone anche di grande intelligenza. Ho deciso quindi, come faccio sempre, di approfondire questa mia lacuna cercando sulla rete il significato e le motivazioni che hanno determinato questa credenza e poi di condividerle con voi su queste pagine.

Le prime spiegazioni a cui si risale quando si cerca di capire il perché questa data venga considerata così nefasta e la gente ne tema la venuta, sono di origine religiosa, ed in particolare cristiana. Infatti nei paesi anglosassoni o negli Stati Uniti, il giorno ritenuto sfortunato per eccellenza è sempre un venerdì ma non il 17 bensì il 13.

Venerdì 17 risulta essere un giorno nero per i cristiani perché si narra che proprio di 17 inizio il diluvio universale raccontato dalla Bibbia e soprattutto perché di venerdì morì Gesù sulla croce tant’è che viene definito il venerdì Santo. La concomitanza di questi due eventi negativi venerdì e 17, hanno alimentato soprattutto tra i cristiani la diceria che giorno 17, cadente di venerdì, rappresenti il massimo della negatività.

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Esistono però anche altre spiegazioni non legate strettamente a motivi religiosi e soprattutto cristiani, derivanti dalla cultura dell’antica Roma. Nell’antica Roma infatti, sulle tombe dei defunti veniva incisa la parola VIXI (che voleva significare ” ho vissuto”) ma che per anagramma del numero romano XVII e dell’analfabetismo medievale, le due iscrizioni vennero confuse. Per questo il numero 17 viene abbinato ai defunti quindi alla morte e porterebbe sfortuna proprio per questo motivo. Questa credenza è diventata talmente forte e radicata da diventare una vera propria patologia chiamata “eptacaidecafobia” che è appunto la paura del numero 17.

Altre motivazioni che possono dare una spiegazione sulla credenza abbinata al numero 17, sono altre legate alle credenze popolari. Nella smorfia napoletana, il numero 17 rappresenta appunto la disgrazia, mentre tra i greci il 17 veniva disprezzato dai pitagorici perché compreso tra 16 e 18, numeri ritenuti perfetti per la presentazione dei quadrilateri.

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