Mar 102012
 

Una nuova tecnologia si sta affacciando all’orizzonte. L’EYE-TRACKING, ossia il controllo dei dispositivi elettronici attraverso lo sguardo. Una società la Tobii, insieme al colosso dell’elettronica Lenovo, sta lavorando alacremente per trasformare la tecnologia di “tracciamento oculare” nota appunto com Eye-Tracking in una tecnologia da poter inserire in dispositivi elettronici di largo consumo. La tecnologia, sfrutta dei sistemi di controllo che tracciano lo spostamento del bulbo oculare della persona che interagisce con lo strumento, individuando con precisione assoluta dove l’occhio si sta soffermando. La società, nata in un garage di Stoccolma, oggi da lavoro ad oltre 200 persone ed ha sviluppato diversi dispositivi in grado di tracciare lo spostamento dell’iride dell’occhio umano ad esempio speciali occhiali dotati di tracker. Le possibili utilizzazioni sono tante; innanzitutto, si mira a sostituire nei prossimi computer il mouse o il tracciamento mediante trackpad o altri dispositivi che necessitano dell’uso delle dita. Ma utilizzazioni in campo medico sono ovviamente allo studio. Si pensi cosa potrebbe fare una tecnologia del genere nella vita di un tetraplegico costretto all’immobilità del corpo. La Tobii ha già sperimentato questa tecnologia nel passato su un malato di questo tipo; risultato? In due giorni il soggetto è stato in grado di interagire con il dispositivo e comunicare con tutti i suoi familiari.

Tracciamento di una pagina pubblicitaria

La tecnologia di Tobii funziona in modo abbastanza semplice. Una fonte luminosa, infrarossa invisibile all’uomo, colpisce gli occhi del soggetto creando un riflesso che viene catturato da 2 sensori di immagine. Il programma software è in grado così di registrare queste informazioni e rielaborarle in modo da calcolare con precisione assoluta la posizione della pupilla e della cornea e di conseguenza i movimenti dell’occhio. Collegato al dispositivo è in grado di fornire un tracciamento completo dei punti in cui l’occhio si sofferma. Ad esempio una pausa più lunga dell’occhio su di una cartella potrebbe corrispondere all’operazione odierna del doppio click del mouse.

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